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Autore: DAlessiana    08/05/2016    2 recensioni
Edward fissava la foto, che conservava nel portafoglio, con sguardo perso e la mente affollata di ricordi.
"Parlami di lei..." la voce di Bella fu una dolce melodia che interruppe il filo di pensieri del ragazzo, che per qualche minuto si era dimenticato della presenza della sua fidanzata.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Quando Jasper entrò nell'aula di letteratura inglese i suoi occhi andarono subito alla ricerca della figura minuta di Alice. La trovò seduta, come sempre, al secondo banco della fila centrale, mentre cercava qualcosa nello zaino.
“Cosa sta cercando così ossessivamente una bella ragazza come te?” le domandò andandole incontro e, dopo averle lasciato un delicato bacio sulla guancia, si sedette dietro di lei.
“La ricerca su Blake per il professor Schuester! L'avrò sicuramente dimenticata sulla scrivania!” esclamò, completamente nel panico. Jasper, in quel momento, ebbe un tuffo al cuore: si era totalmente dimenticato della ricerca che il professore aveva assegnato qualche giorno prima.
“Oh no, l'hai dimenticata anche tu?” chiese Alice, vedendo l'espressione intimorita del suo ragazzo. “No, Alice, io non l'ho proprio fatta. Mi è completamente passato di mente!” rispose, quasi gridando, il giovane Cullen.
“Bene. Prepariamoci a morire, allora!” esclamò lei, ridendo istericamente. Jasper si appoggiò una mano sulla tempia, non poteva permettersi di prendere un'altra insufficienza in quella materia, suo padre sarebbe andato su tutte le furie.
“Ho un'idea, però devi essere pronta ad infrangere qualche regola” disse, improvvisamente, Jasper, dopo aver costato che il professore ancora doveva arrivare.
“Tutto pur di sopravvivere!” ribatté lei. Il ragazzo sorrise, la sua fidanzata non aveva mai preso una solo insufficienza in tutta la sua carriera scolastica e anche il solo pensiero di poterla avere la mandava in agitazione.
“Andiamocene, adesso. Tanto il prof ancora deve arrivare, siamo ancora in tempo per saltare la lezione” propose Jasper ed Alice ebbe un momento di titubanza, non aveva mai saltato una lezione di proposito, ma, in fondo, c'è una prima volta per tutto.
Raccolse le sue cose e, presa la mano di Jasper, uscirono di corsa dall'aula di letteratura inglese.

Carlisle aveva appena finito di firmare le carte per la dimissione di un paziente, quando sentì il cerca-persone suonare incessantemente.
Quando arrivò a destinazione, trovò il signor Thompson, un signore sulla sessantina, in arresto cardiaco.
“Mi serve un carrello per le emergenze, ora!” gridò verso una delle infermiere, che prontamente glielo portò. Il dottore cercò con lo sguardo il suo specializzando e, non trovandolo, disse ad una delle infermiere di aiutarlo perché doveva intubare il paziente.
“Si può sapere dove diavolo è finito Jack?” chiese, con tono furente, a qualsiasi persona che si trovava nella stanza, riferendosi all'assenza del suo specializzando.
“Sono certo che avrà una spiegazione” rispose Julia, una delle infermiere e amica di Jack fin dai tempi del liceo, nonostante la differenza d'età.
“Spero per lui che sia plausibile” disse Carlisle, a denti stretti, mentre controllava gli altri segni vitali.
Una volta stabilizzato, lasciò la stanza alla ricerca di Jack.
Lo trovò nella sala relax, mentre sorseggiava tranquillamente un caffè, come se nessun paziente fosse quasi morto.
“Ti stai rilassando, Jack?” domandò, arrivandogli alle spalle, cosa che lo fece sobbalzare dalla sedia.
“Dottor Cullen! Ha bisogno di me?” chiese e solo in quel momento Carlisle notò l'assenza del suo cerca-persone.
“Dov'è il tuo cerca-persone, Jack?” domandò, di nuovo, il dottore. Il ragazzo, che già dallo sguardo furibondo che gli aveva lanciato il suo mentore aveva capito di essere nei guai, deglutì dandosi mentalmente dello stupido.
“Beh io, vede dottore, l'ho dimenticato nello spogliatoio” disse, balbettando con fare colpevole, abbassando la testa.
“Tu l'hai dimenticato? Lo sai che un paziente è quasi morto? Ho dovuto chiedere ad un'infermiera di aiutarmi mentre lo intubavo! E sai perché? Perché il mio specializzando si è dimenticato di prendere il suo cerca-persone e, cosa più grave, se ne è accorto solo a metà turno!” lo rimproverò, con tono duro, senza mai abbassare la voce.
“Mi dispiace, sul serio, non ricapiterà più, glielo prometto!” si affrettò a dire Jack, sapeva di aver commesso un errore imperdonabile. Carlisle sembrò calmarsi, in fondo, in quel ragazzo rivedeva suo figlio Edward, anche se il primo aveva qualche anno in più.
“È nel tuo interesse che non ricapiti, perché, in tal caso, dovrai cercarti un altro medico che ti segua” disse, prima di lasciare la stanza. Sospirò pesantemente, forse era stato troppo duro, tutti commettiamo degli errori, ma qui si trattava di una questione di vita o di morte, non poteva passarci sopra come se niente fosse. Doveva essere certo di poter contare su di lui, al cento per cento, perché altrimenti non avrebbe potuto insegnargli niente.

Jasper e Alice erano arrivati ad un giardinetto, poco fuori scuola, ancora mano nella mano.
“In questo momento sto infrangendo la maggior parte dei miei principi, lo sai?” chiese Alice, sedendosi sull'erba.
“Lo so, ma davvero volevi macchiare la tua carriera scolastica con un'insufficienza?” domandò, di rimando, Jasper, mettendosi accanto a lei. Alice rise di cuore e, solo in quel momento, notò il colore della maglia del suo fidanzato ricordandosi l'importanza di quel giorno.
“Ti va di andare a mangiare dei pancake? Poco lontano da qui c'è una buonissima tavola calda!” chiese, dopo averci pensato su più di una volta, Alice.
“Così perderemmo più di una lezione” costatò Jasper, incuriosito dalla mancanza di principi che aveva preso possesso della sua fidanzata.
“E se saltassimo l'intera giornata? Approfitta della mia mancanza di giudizio di oggi, non so se ricapiterà più” replicò Alice, sorridendo. Si alzò e tirò su anche Jasper, che rise dell'insistenza di quella piccola donna.
“Prenderò la palla al balzo, allora!” esclamò, tra le risa, prendendole la mano. Il suo cuore aveva abbandonato il velo di nostalgia che lo aveva coperto quella mattina, lei sapeva come tirarlo su di morale e lui era certo che, qualunque cosa accadesse, poteva contare su di lei. In quel momento non fu mai così felice di aver dimenticato di fare i compiti.



-Hello! :)

Siamo arrivati al terzo capitolo e ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate e chi ha perso un po' del suo prezioso tempo per lasciare un suo pensiero. 
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso e aspetto le vostre opinioni! ;)
Alla prossima! :33

  
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