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Autore: _black_rose_    04/05/2016    5 recensioni
Magnus e Alec. Alec e Magnus.
-dal testo-
[...]Infine ritornò a guardare Magnus.
Era in piedi nella penombra, tuttavia Alec non aveva problemi a vederlo.
E lo Stregone lo stava guardando a sua volta, meravigliato. I loro sguardi si incatenarono. I suoi occhi erano ancora più luminosi e belli di come li ricordava. Ne distingueva ogni pagliuzza oro e verde attorno alle pupille da gatto dilatate.
La pelle del viso poi era priva di imperfezioni o di segni del tempo, di quel colore ambrato che amava tanto.
Rimase fermo, il vento che gli scompigliava i capelli ma che non gli procurava nemmeno un brivido di freddo. Non sapeva quanto tempo fosse rimasto così. Potevano essere passati secondi, minuti, decine di minuti.
Poi mosse qualche passo verso Magnus. Quando lo raggiunse, gli gettò le braccia al collo, e scoppiò a piangere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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"Beh, dovevamo parlare, o no?" fece Alec.

Erano saliti sul tetto terrazzato dell'edificio del loft di Magnus, e ora se ne stavano seduti vicini sul cemento grigio, la luna che splendeva in alto nel cielo e le stelle che baciavano i loro corpi con quel chiarore poco visibile a causa dell'inquinamento luminoso di New York.
"Sì." concordò Magnus.
Passarono indefinibili minuti prima che Alec facesse qualcos'altro o parlasse. Poi si portò le mani tra i capelli, esasperato, il barlume di sicurezza che aveva mostrato in precedenza completamente svanito.
Magnus mantenne gli occhi fissi su di lui, in paziente attesa.
Alec fece vagare lo sguardo ovunque, pur di evitare quello dell'altro.
"Io..." Prese un profondo respiro, ormai solo un'abitudine, non più un qualcosa di vitale, prima di riprendere a parlare.
"Io non credo di poterlo fare." disse infine di getto.
Magnus sapeva che non sarebbe stato felice di quello che Alec avrebbe detto, ma sentirglielo dire ad alta voce era completamente diverso. Era reale. E faceva male.
Sapeva cosa Alec intendesse, ma non voleva renderla così semplice.
"Che cosa stai dicendo Alexander?" lo guardò con amarezza.
"Lo sai." rispose sommessamente l'altro.
"Certo che lo so! Ma voglio e devo sentirtelo dire per intero, sarebbe troppo semplice per te se non ti sforzassi nemmeno di ammettere quello che pensi per non assumerti la colpa di avermi spezzato il cuore!" Il tono dello stregone era tagliente, arrabbiato, ma soprattutto ferito.
Alec, alle sue parole, chiuse forte gli occhi, e un'espressione addolorata si dipinse sul suo volto.

"Alexander, dillo." Lo Stregone strinse i pugni.
"Non credo di riuscire a vivere in questo modo. Non credo proprio. Cerca di capirmi, il mio mondo è stato stravolto da un minuto all'altro senza che io potessi reagire o fare qualcosa."
"Perché, la mia vita non è stata stravolta nel giro di qualche secondo? Quella sera... Per Lilith, io mi ero ripromesso che non mi sarei mai più avvicinato ad un Cacciatore e invece guardami: ti sei presentato ad una delle mie feste e io mi sono subito infatuato di te. Anni e anni di promesse infrante in pochi istanti. Anche la mia vita è stata stravolta." Ribatté Magnus con tono duro. Alec spalancò gli occhi e con voce timorosa chiese: "Stai forse rimpiangendo di avermi conosciuto?"
Si guardarono e un lampo attraversò gli occhi del maggiore. "Ma come puoi pensare una cosa simile?! Non potrei mai. Mai. Sto solo dicendo che a chiunque può accadere qualcosa che gli sconvolga la vita, non è che tu sia stato colpito dalla sfiga angelica solamente perché sei diventato un vampiro. È successo anche a Sam... Simon."
"Solamente diventato un vampiro? La mia famiglia mi detesterà! Tu non puoi capire! E poi cosa dovrei fare ora? Passare le giornate, anzi, le notti, a girarmi i pollici? Cacciare demoni era l'unica cosa che sapevo fare."
Magnus gli prese il volto tra le mani e lo guardò con rinnovata dolcezza. "Non è l'unica cosa che sai fare, Alexander. E comunque puoi sempre continuare a cacciare demoni. Certo, non potrai più entrare nell'istituto di persona, ma nulla ti impedisce di infuriare nella notte in qualità di Lightwoodman, lo sterminatore notturno."
Alec rise. "Però così suona più come uno psicopatico latin lover."
Magnus si sporse verso Alec e, appoggiando i gomiti sul cemento ai lati delle sue braccia, lo inchiodò a terra. "Mh, sarai sempre il mio latin lover preferito, in tal caso." Il suo sguardo tornò serio in un batte d'occhio. "Alexander, non puoi buttare via la tua vita così. Ti è stata data una seconda possibilità, non sprecarla solo perche credi di non potercela fare. Pensa a tua sorella, al tuo parabatai, ai tuoi amici. Pensa a me. Io sono con te. Ci sarò sempre. Per sempre. Volevamo trovare una soluzione alla mia immortalità, giusto? E ora guarda qui. Tu sei immortale come me. Possiamo farci una famiglia. Possiamo avere quello che avevamo sognato... E poi..." Gli prese il braccio su cui Clary aveva inciso il nuovo marchio "credo che questa runa sia qualcosa di speciale e unico."
"Magnus... Devi capire che per me è difficile" Alec si scostò il ragazzo di dosso, che si risedette sul cemento con le ginocchia tirate al petto.
Magnus chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro. Pochi istanti dopo si alzò in piedi e con un "Schiarisciti le idee" lasciò Alec da solo sul tetto.

Il neo vampiro non fece in tempo a ribattere che lo Stregone era già sparito oltre la porta che riportava ai piani inferiori dell'edificio.
Frustrato incrociò le gambe e batté un pugno sul cemento del tetto, nel quale si formò una crepa ben evidente.
"Dannazione!" imprecò tirandosi i capelli, esasperato.
Aspettò qualche minuto soppesando il da farsi e infine decise di rientrare nel loft.

Aprì silenziosamente la porta di quella che ormai definiva completamente 'casa' e gettò uno sguardo verso la camera da letto, che era chiusa. Si trascinò senza una parola fino al divano, dove si sdraiò dopo aver sfilato gli anfibi.

Non sapeva per quanto tempo si fosse girato e rigirato improduttivamente cercando invano di prendere sonno; semplicemente non ci riusciva. Troppo vuoto, troppo freddo quel divano.
Riaprì gli occhi e fissò il soffitto al buio.
Prima che la sua coscienza potesse elaborare i suoi movimenti, si ritrovò in piedi a camminare verso la stanza dello Stregone.
Appoggiò una mano sulla maniglia e la abbassò con cautela.
Senza nemmeno rendersene conto era già di fronte al letto matrimoniale, poi sotto alle  lenzuola e infine abbracciato al corpo rigido di Magnus.
"Scusami" sussurrò il vampiro.
Magnus si sciolse leggermente e avvolse le braccia attorno al torace e alla vita dell'altro. Affondò il naso tra i soffici capelli neri del minore e inalò il suo profumo come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
"Non farmi questo, ti prego." Magnus prese una boccata d'aria, come per alleviare il dolore che lo attanagliava da dentro al sapere che il suo Fiorellino voleva mandare tutto all'aria rinunciando a vivere la sua nuova vita.
Ci fu un attimo di silenzio che sembrò eterno ad entrambi. Poi un sospiro da parte di Alec, che strizzò gli occhi nel buio.
"I-io..." La sua voce si trasformò in un sussurro quasi inudibile "Non lo farò."

La stretta di Magnus sul corpo di Alec si fece decisamente più forte in un istante, mentre rilasciava un verso di sollievo e ripeteva come un mantra "Grazie, grazie, grazie" tra un bacio e l'altro su tutto il suo volto.
Alec nascose nel cuscino un sorriso, ma Magnus gli prese il volto tra le mani per poterlo baciare appassionatamente, finché il bacio non si fece scintilla che accese il fuoco in entrambi.
Fecero l'amore fino a quando non si trovarono sudati e sfiniti, ad un passo dal cadere tra le braccia di Morfeo.

Alec si risvegliò con un grosso problema. Non il genere di problema con cui di solito si risvegliava Magnus, qualcosa di più preoccupante e tentatore. Le gengive all'altezza dei canini pulsavano in una maniera alquanto dolorosa e questi si erano fatti talmente lunghi che gli stavano ferendo il labbro inferiore, facendolo sanguinare. Ciò che più lo fece trasalire, però, fu il fatto che si trovava vicino, assolutamente troppo vicino alla gola del suo ragazzo, a bramare involontariamente quel sangue che da tanti secoli scorreva nel corpo dello stregone.

"Magnus!" Alec svegliò di soprassalto il diretto interessato, che spalancò immediatamente gli occhi da gatto, mentre il vampiro si tirava indietro a velocità sovraumana.
"Alexander?" fece scombussolato lo stregone, stropicciandosi gli occhi, puntando poi lo sguardo sul ragazzo, che si era accucciato in un angolo del letto, il più possibile lontano dal sangue che tanto lo tentava.
"Alexander, stai bene?"
Si tirò a sedere frettolosamente mentre pronunciava quelle parole
Alec scosse brutalmente la testa e serrò la  mandibola.
"Alexander?" ripeté lo stregone, facendo per avvicinarsi all'altro.
"N-non avvicinarti Magnus" implorò con un tono ammonitore Alec.
"Tu hai fame." constatò Magnus. Alec distolse lo sguardo e poco dopo sentì le dita del ragazzo stringergli le sue.
"Vieni qui."
Il vampiro riportò del tutto attonito gli occhi sul viso dell'altro, per quanto al momento l'idea lo allettasse. "Ma..."
"Non sarebbe poi la prima volta. Sono stato con altri vampiri durante la mia lunga vita, Alexander."
Alec era ancora completamente sbalordito e interdetto. "Ne... Ne sei sicuro?"
Magnus fece roteare gli occhi. "Eddai Alec, sono il tuo ragazzo."
"Non potresti semplicemente far apparire una sacca i sangue o qualcosa del genere?"
"Così è più divertente." Gli lanciò un'occhiata maliziosa che sembrò convincere il vampiro.
"Ma potrei perdere il controllo e... ucciderti."
Lo sguardo che gli rivolse lo rassicurò. "Non succederà. Fidati, piacerà anche a te." Concluse, strattonandolo verso di sé.
Alla fine Alec cedette e si avvicinò con più cautela possibile, nonostante il bisogno di sangue, al collo ambrato ed esposto dello stregone. Dischiuse le labbra per posare un leggerò bacio proprio dove stava per morderlo, e un secondo dopo affondò i canini nella pelle morbida.
Magnus gemette sommessamente, e Alec realizzò solo dopo una decina di secondi che non si trattava di un gemito di dolore.
Senza staccarsi dal collo di Magnus si mise a cavalcioni sul suo corpo, facendo inarcare il bacino allo stregone mentre gemeva nuovamente, e assecondò i suoi movimenti.
Il maggiore portò il capo, se possibile, ancora più indietro, facendo sì che i canini di Alec sprofondassero ancor di più nella sua pelle.
Quando Alexander scostò la sua bocca Magnus emise un verso di disapprovazione, inebriato dalla sensazione del suo ragazzo che lo mordeva.
"Tutto ciò... ha un che di mooolto sexy" constatò sbattendo più volte le palpebre con un'espressione inebetita.

"Sì." ammise soddisfatto alla fine l'altro, ripulendosi la bocca con il dorso della mano.

 


Angolo della imperdonabileritardataria:

Non ci sono scuse. Lo so. Ma sappiate che mi dispiace tantissimiffimo per avervi abbandonati -come al solito- per così tanto tempo.
Ammetto di aver perso la voglia di scrivere durante questi mesi. Le parole per continuare il capitolo non venivano fuori, quindi è rimasto incompiuto per mesi, finché non l'ho ripreso ogni volta che ho dovuto passare ore sugli autobus per arrivare a Dublino o sui vari aerei che ho preso in questi -quasi- nove mesi di assenza trascorsi da Exchange Student in Irlanda.
Senza dilungarmi ancora ringrazio chiunque mi seguirà ancora e le recensirtici meravigliose dell'ultimo capitolo: Chesy, Trislot, Kalisi_81 e proudtobea_fangirl. Mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate del capitolonzo.
Bacioni a tutti e alla prossima!

  
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