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Autore: ilariadragonfly    05/05/2016    3 recensioni
//TakuRanMasa//TakuMasa//TakuRan//RanMasa//Caratteri Fuori Dal Comune//Aggiunta Di Una Mia OC Che Farà Solo Danni//Tutto Cambia, Tranne I Sentimenti, Quelli Sono Sempre Gli Stessi//
Tre ragazzi sono alle prese con un' altra parte della loro vita fatta di rivelazioni e scoperte riguardanti il loro passato, passato che per tutti e tre è sempre stato un mistero, mistero fatto di domande a cui non hanno mai trovato risposta.
Fidatevi se vi dico che anche chi pensa di sapere la propria storia come una filastrocca si sbaglia.
Nessuno conosce perfettamente la propria storia.
Solo poche persone possono dare risposte a queste domande.
Dal testo cap 28
-Cos’ è successo!?!?- domando abbassandomi alla sua altezza, visto che è seduta e rannicchiata su se stessa appoggiata a un muro.
-Sono venuti due ladri: uno mi tappava la bocca mentre l’ altro rovistava nei cassetti in cerca di qualcosa- dice scioccata, si dev’ essere presa un bello spavento.
Vedo il mio fidanzato sbiancare e diventare rigido tutt’ un botto.
Poi lo vedo indietreggiare fino a correre vicino alla scrivania, dove si abbassa per vedere non so cosa.
-Riccardo cosa fai?- domando scrutandolo, quasi non lo riconosco.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio, Shindou Takuto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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PUNTO DI VISTA: RICCARDO
 
Cosa stai cercando di dirmi, non ti capisco proprio.

Tutte le ragazze della scuola mi vorrebbero come il proprio fidanzato, la verità è che non sono mai stato con nessuna di mia spontanea volontà anche se tante si sono presentate da me con l’ intento di dichiararsi: alcune ci sono riuscite ed è capitato che io ci sia uscito insieme ma non è mai nato niente, essendo gay, mentre altre, troppo imbarazzate, hanno lasciato perdere.

E quindi? Non tenermi sulle spine, non farmi aspettare tanto, chi è questa persona, chi è che dice di amarmi?
Forse mi stai per dire una persona a caso solo per puro divertimento con l’ intento di farmi fare una figuraccia, infondo tu ami divertirti con me e farmi arrabbiare.
Il motivo per cui devi farmi uscire di testa, però, rimane ancora un mistero.
-Davvero vuoi saperlo?- mi chiedi, provocando la mia già poca pazienza, anche se con te ne ho avuta fin troppa.
-S…sì- rispondo titubante e mi giro verso di te: la risposta mi fa molta paura e mi sento leggermente a disagio, come se qualcosa stesse cambiando, che sia così?
 






PUNTO DI VISTA: MASAKI

La televisione illumina di poco la stanza, la luce è sufficiente a vedere il tuo bellissimo viso: i tuoi occhi sono marroni, quasi rossicci,in attesa di una risposta seria, la pelle è rosea e molto soffice, le tue labbra sono sicuramente profumate quanto visibilmente piccole. I capelli a caschetto, di cui piccola ciocca in questo momento è troppo vicina alle labbra, sono semplici quanto estremamente belli.

Ti vedo, sei curioso, impaziente di ottenere la risposta.

Non mi interessa niente di come ti sentirai dopo, prima di tutto quello che medito da quando ha vinto il “testa o croce”.
È una tentazione troppo forte per me e so che un’ occasione come questa non mi  capiterà mai più, quindi non me ne frega niente delle conseguenze che questa azione potrà avere sulla nostra vita, sulla mia vita da doppio, quella del vero me e la tua.

Rimarrò solo, isolato dal mondo? Impossibile, ci sarà sempre Kirino, non importa quanto lo tratti male, in fondo non sa che sono il “doppio”, quindi al limite se la prende con l’ altro me, nulla di grave.
-Ti decidi o no!- esclami spazientito, mettendoti seduto con le gambe fuori dal letto.
-Va bene, se proprio insisti…- dico, per poi scendere dal mio letto e andarmi a mettere affianco a te, appoggiando la schiena al muro.
Tu, titubante, fa lo stesso.
Ti prendo completamente alla sprovvista e faccio passare le mie dita della mano destra tra quella ciocca alla sinistra del tuo viso,  troppo vicina alle labbra.
-Ma poi non lamentarti- sussurro piano quasi con un filo di voce, ma lo vedo dai tuoi occhi che hai sentito forte e chiaro.
Con una piccola spintarella faccio combaciare le nostre labbra, finalmente.
Non so per quanto ancora avrei resistito, ma sicuramente molto poco.
Tu a quel bacio non si tira indietro, anzi, sembri volerlo approfondire sempre di più.
Quasi senza alcun preavviso, la tua lingua ha già fatto irruenza nella mia bocca, intrecciandola con la mia, coinvolgendola attivamente.
Sono a dir poco sorpreso e felice, mi aspettavo un rifiuto categorico e qualche insulto che avrei restituito, invece niente di tutto ciò,  solo la mia offerta ricambiata.
Continuiamo a baciarci, sempre con più foga, incessante foga e desiderio.
Forse è vero, “gli opposti si attraggono” ma noi siamo proprio due pianeti di due diversi sistemi solari, anche se dopotutto questa cosa mi piace, così diversi e così vicini.
Non sono ragionamenti da me questi, ma tu mi fai perdere completamente il lume della ragione.
Ci stacchiamo lentamente, quasi come se quel distacco potesse essere una tortura per entrambi.
-Sei sicuro?- mi chiedi, con le gote imporporate di rosso e gli occhi bassi, mentre io ho ancora la mano sulla tua guancia, calda dall’ imbarazzo.
-Sì, è da molto che aspetto questo momento- sussurro delicatamente portando la tua ciocca di capelli dietro l’ orecchio, in modo che non mi possa più dar fastidio.
Sono questi i sentimenti che provo per te, giusti o sbagliati che siano, non posso soffocarli.




 

 
PUNTO DI VISTA: RICCARDO.
 
Non ci posso credere, l’ ho fatto davvero, ci siamo baciati.
Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione come questa.
Insomma, io e Masaki? No, non si può fare.
Ma se fossi veramente contrario non avrei approfondito io il bacio, anzi, lo avrei ripudiato subito, senza pensarci troppo, come mio solito.
Questo è stato il mio primo bacio, lo desideravo con lui? No, non lo desideravo fino a quando non ha fatto il primo passo.
E adesso? E adesso niente, vediamo che succede, perché io non ne ho idea.
Come la prenderà Kirino? Bho, anche se non credo gli darà fastidio.
Ma io sono ancora innamorato di Ranmaru? Non lo so, devo riflettere.
Mi sto facendo troppe domande senza né capo né coda, tutte collegate ma con una risposta maledettamente vaga, normale per la mia solita indecisione.

-Ti è piaciuto?- mi chiede, a quella domanda alzo lo sguardo per poi abbassarlo nuovamente completamente rosso, meno male che è molto buio.
Annuisco con il capo, sì, mi è piaciuto, mi tocca ammetterlo, non posso mentigli, anche perché mi scaverebbe nell’ anima con quei suoi occhi da gatto e tirerebbe fuori la verità, in un modo o nell’ altro.
-Te lo voglio sentir dire- mi provoca, prende il mio viso per poi alzarlo con le dita e costringermi a guardarlo in quegli occhi ambrati, quasi da felino: quando questo pomeriggio mi ha chiesto se poteva aiutarmi a liberare Ran i suoi occhi erano più tondi, mentre ora sono quasi spaccati a metà, in un’ espressione diversa e quasi più perversa, MA FORSE E’ SOLO LA MIA IMMAGINAZIONE.
-Sì, mi è piaciuto, non avrei mai lontanamente immaginato una cosa del genere, soprattutto con te- gli dico guardandolo dritto negli occhi e parlando moto velocemente, l’ imbarazzo mi fa questo effetto purtroppo.
-Per essere stato il tuo primo bacio, che avresti dovuto dare a Kirino, devo ammettere che non è stato male… In fin dei conti mi ha fatto piacere impadronirmene- sentenzia con una felicità quasi impercettibile, quasi sarcasmo.
-Come fai a sapere che questo è stato il mio primo bacio, non lo sa nessuno- domando abbastanza scosso, non lo sa nemmeno Ranmaru, figuriamoci poi se lo sarei andato a dire a un tipo come lui, nemmeno morto!
-Toc toc, io leggo nel pensiero, io so tutto, riesco a capire cosa pensi con un solo sguardo, e il tuo è veramente molto chiaro, capitano- ribatte per niente infastidito, avvicinandosi ancora.
-Dobbiamo baciarci di nuovo- dice, quella più che una domanda sembra un’ imposizione
-Io non so quando potrò tornare a baciarti e ad averti così vicino noi due da soli, quindi non voglio tenermi dentro nulla, è da questo pomeriggio che aspetto questo momento- conclude, questa volta sono io ad avvicinarmi e finiamo baciarci nuovamente, credo abbia ragione.




 


PUNTO DI VISTA: KIRINO.


Un taglio.



Due tagli.



Tre tagli.



Ecco il quarto.





E NON SARA' L' ULTIMO.
 















PUNTO DI VISTA: MASAKI

Sono me, il vero me.
È mattina, sì, credo proprio sia mattina.
Da cosa lo deduco? Abbiamo lasciato la televisione accesa sul notiziario, segna le 9:30.
Cosa è successo ieri sera? Non lo ricordo con precisione come se lo avessi vissuto in prima persona, visto che non è stato così, ma diciamo che ricordo perfettamente solo il momento in cui sono entrato in stanza.

Intuisco dal fatto che siamo a petto nudo, e che abbiamo ancora i pantaloni, cosa importante, che il mio doppio si è baciato con…
Sì, con Riccardo.
Per quel poco che ricordo di ieri sera, devo ammettere che è stata una delle esperienze più belle di tutta la mia vita.

Un mugolio del mio compagno qui a fianco mi assolve dai miei pensieri e mi giro per guardarlo meglio.
È sdraiato a pancia sopra con le braccia che stanno a penzoloni fuori dal materasso, affianco alle orecchie, le coperta gli copre solo fino all’ ombelico il suo bellissimo fisico roseo. Il viso è assonnato, appoggiato lievemente al braccio destro.
Cerco di alzarmi e scendere dal letto facendo meno rumore possibile, anche se il materasso continua a cigolare e ho paura di svegliarlo.
Tanto prima o poi va chiamato, le inservienti sembra non ci siano ed io non so dove andare a mettere le mani per prendere del latte.
Scendo dal materasso e vado a pendere la mia maglietta e pantaloni, quindi mi cambio.
Devo svegliarlo.
Mi avvicino al suo viso e delicatamente inizio a stampagli qualche bacio leggero prima sulla fronte fino ad arrivare alla guancia, per poi avvicinarmi sempre di più alle labbra, cercando di fargli solletico.
Lui emette un piccolo mugolio e apre una piccola fessura degli occhi.
Mi guarda divertito per poi ricambiare velocemente con un suo bacio a fior di labbra, io divento completamente rosso dall’ imbarazzo, non ci ho ancora fatto l’ abitudine.
-Buongiorno, come mai ti imbarazzi ancora a un mio bacio?- mi chiede mentre siamo ancora a pochi centimetri di distanza.

La verità è che quello di ieri sera era il mio doppio e che io ti sto “amando” per sua conseguenza, ma questo, ovviamente, non posso dirtelo.

-Non ci ho ancora fatto l’ abitudine- mento sperando di avergliela data a bere e che non mi faccia altre domande.
-Ma come? Prima dici che vuoi solo i miei baci e che non ti interessa di niente e ora muori dall’ imbarazzo?- mi chiede scherzoso giocando con una mia ciocca di capelli.
-Stai tranquillo, questo sarà il nostro piccolo segreto, ti va?- mi chiede per poi tirarmi in un bacio molto caldo e intenso, totalmente inaspettato.
Io, non potendo staccarmi, ricambio l’ atto che sigilla il nostro accordo, ma non posso fare a meno che pensare se sto o no facendo la cosa opportuna: il mio doppio l’ ha convinto che questa è la cosa giusta e ora quello incerto sono io, il vero me.

Quando ci stacchiamo da quel bacio ancora casto, lui mi indica il bagno e vado a darmi una sistemata ai capelli, che noto poco dopo essere completamente scombinati.
Dopo qualche minuto Riccardo apre la porta e entra come se niente fosse, non curandosi che in bagno fosse occupato.
-Guarda che si bussa!- gli urlo leggermente alterato ma lui non si scompone.
-Punto primo siamo a casa mia e non c’ è nessun altro, punto secondo sono il tuo fidanzato: non vedo il problema- sentenzia calmo con un sorrisetto scherzoso stampato in faccia facendo spallucce.
-E’ questione di rispetto!- ribatto un po’ rosso in viso e alterato guardandolo mentre si sciacqua la faccia nel lavandino.
Un po’ contrariato dal suo comportamento lo aspetto e insieme scendiamo in cucina a fare colazione.
Chiacchieriamo del più e del meno mentre mangiamo del pane e cioccolato inzuppato nel latte: lui prende le fette, ci spalma sopra la crema e io le mangio.
-Ehi ciccio non sono mica tutte tue!- mi rimprovera divertito mentre mi metto in bocca l’ ennesima fetta di pane.
Decido quindi di lasciagliene un pezzettino per farglielo assaggiare e glielo appoggio sul piatto.
-Masaki, è tuo quel sacchetto?- mi chiede il mio compagno indicando una busta abbastanza piccola accostata vicino all’ ingresso dello studio del padre.
Capisco subito di cosa si tratta, ma non so perché sia qui!
-Sì, vado a prenderlo- dico per poi scendere dalla sedia e andare lì a tutta velocità per vedere se è la cartelletta medica che penso.
Mi piego sulle ginocchia e estraggo la cartelletta:

 
“Paziente: Kariya Masaki.”

[…]

“Stato: Bipolarismo”

Sì, è proprio la mia cartelletta con dentro i risultati delle sedute dallo psicologo che faccio ormai da anni.
Comunque le cose vanno avanti così da quando sempre.
Sapevo di essere affetto da questa “malattia” ma fin dal principio ho voluto farla intendere come un semplice cambio di carattere continuo.
Io e il mio doppio siamo sempre riusciti ad alternarci e a vivere “insieme”, per così dire.
Ma è da qualche tempo che lui spinge per avere la meglio su di me e io non ce la faccio più a sopportare questa pressione che mi mette.
-Che succede?- mi chiede Riccardo e sento una sedia spostarsi.
Mi giro qualche attimo dopo e lui è già a pochi passi da me con gli occhi puntati sul sacchettino nero.
-Niente, niente di importante, semplici documenti- cerco di spiegare,alzandomi, spostando il sacchetto con il piede.
-Cosa c’ è scritto su quei fogli di così importante da farti sbiancare completamente?- mi chiede lui cercando di leggere nella mia testa, ma non ci riuscirà mai.
-Fidati, semplici documenti che Ryuuji si è dimenticato qui ieri sera-  provo a convincerlo con un tono rassicurante, solo nel caso in cui mi chiedesse cosa sono sarei nei guai sul serio.

Lui, grazie al cielo, lascia perdere e torna a sedersi.

Ringrazio mentalmente tutti gli dei e santi esistenti e lo seguo anche io, nel frattempo continuiamo a mangiare e parlare tranquillamente come se nulla fosse.
-Tu sai il motivo per cui Ran non può uscire di casa?- mi chiede Riccardo per poi portarsi alla bocca la tazza di latte bianco.
-No, non me lo ha detto, non so se non ha voluto o non ha fatto in tempo, piuttosto, pensi che Hiroto sia già entrato in casa sua?- domando a Riccardo per poi addentare un biscotto.
-Non lo so, ma possiamo controllare, se andiamo nello studio di mio padre possiamo vedere se le telecamere le ha già montate e se sono attive dal PC- dice e entrambi ci dirigiamo nella stanza di lavoro del padre.























*Angolino Della Dragonfly*

Ehi Minna!

Kiki: ila partiamo subito che ho da fare

Ila: ovvero?

Kiki: voglio andare al parco

Ila: con 'sto tempaccio? Ok vengo anche io <3

Maki: allora ne approfitto io per spiegarvi un paio di cose (essendo il tecnico ufficiale): il computer di Ila sta andando a farsi benedire perchè ormai è vecchio e con qualche problema (tipo che ha rischiato di perdere tutti questi capitoli 4-45 volte) quindi me lo lascerà per qualche tempo fino a quando non lo avrò riparato completamente

Riccardo: in sostanza non aggiornerà per un bel po', semmai metterà solo qualcosa di corto dal tablet, ma non assicura.

Mido: tanto oggi ci sono tutti!

Ila: infatti mi mancavi da abbracciare *spupazza Kiki, Maki, Mido e Riccardo)

Riccardo: ehi ma perchè sono l' unico senza soprannome?!?!

Ila: perchè quando nel videogioco ho letto "RICKY" per poco non vomitavo!

Quindi, se la storia ti è piaciuta o meno, hai trovato errori di ortografia oppure hai dei dubbi fammelo sapere con un commentino qui sotto.
Ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono le mie storie ma anche quelli che la leggono semplicemente perchè sono tanti.

A Prestissimo Al Più Presto

Ilariadragonfly   Kiki    Maki     Mido    e     Riccardo

Riccardo: ila ti odio!
Maki: siamo in due...

 
   
 
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