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Autore: kikka_67    08/05/2016    0 recensioni
Dopo aver passato tutta la sera a discutere con l’unico parente che mi riteneva un essere inutile, non ero dell’umore adatto per calarmi nei panni del buon samaritano né tanto meno di improvvisarmi eroe, ma alla fine anche se di malavoglia, scesi dall’auto in tempo per salvare quella donnina da morte certa. Mi era stato riferito dagli addetti del soccorso stradale che il serbatoio era danneggiato e stava perdendo gasolio, era un miracolo che l’auto non fosse esplosa appena dopo l’impatto.
Per un attimo rivedo il suo viso dolce, chissà cosa le era saltato in mente di girare da sola di notte invece di rimanere in casa tra le braccia di suo marito. La risposta era chiaramente una sola, quella donna stava scappando da qualcosa o da qualcuno. Aveva capelli castani che le sfioravano le spalle, la pelle candida, un piccolo nasino e un’espressione truce quasi sofferente in viso. Era bella, tenera, una di quelle donne da accudire, una di quelle da cui tornare dopo ogni tempesta, una donna inavvicinabile per lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avevo preso in mano il telefono mille volte, pronta a digitare il suo numero, pronta a propinargli una scusa qualsiasi, abbastanza valida per disdire l’appuntamento di questa sera, ma mille volte avevo annullato la chiamata per lo stesso motivo, quel bacino senza importanza mi aveva scossa, emozionata, sentire le sue labbra sulla mia guancia mi aveva provocato una scarica di deliziosi brividi ovunque. E’ risaputo che le donne incinte sono bisognose di coccole e di affetto, in questo momento più che in altri, perché ci sentiamo goffe, abbruttite, ridicole con i vestitini larghi e i sandali comodi per non affaticare le caviglie e le gambe, ma io rappresentavo forse un’eccezione alla regola, forse non avendo più un marito, sono più sensibile ad un qualsiasi gesto gentile.  Non posso permettermi di perdere di vista la dura realtà, Robert è e sarà sempre un uomo molto al di fuori della mia portata e qualsiasi sia il favore che mi vuole chiedere, il suo invito a cena è solo un gesto di calcolata cortesia. Assodato questo fatto inconfutabile, cosa mi metto?  
 
 
 
Da qualsiasi angolazione mi guardassi sembravo sempre una mongolfiera, il vestito che indossavo era comodo, leggero e adatto per la mia “taglia”, avevo lavato e asciugato i capelli, messo un po’ di trucco e indossato delle paperine basse, non potevo far altro per migliorare il mio aspetto, sono una donna incinta dopotutto e se gli viene da vomitare quando mi vede, peggio per lui.
Alle sette in punto un macchinone nero si ferma davanti al mio cancello, era lui, vestito con un completo scuro, camicia azzurra e un meraviglioso sorriso sulle labbra.  Wow!
 
 
 
  • Ciao sei puntualissimo. – lo saluto con un sorriso.
  • Ciao, anche tu, non ho mai incontrato una donna che fosse già pronta all’orario giusto. Questi sono per te. – mi disse porgendomi dei fiori.
  • Oh grazie, ma che gentile, puoi aspettarmi un attimo? Li porto dentro, mi spiacerebbe parecchio se appassissero subito, voglio godermeli un pochino. – mormoro imbarazzata rientrando in casa per cercare un vaso
  • Va bene ti aspetto qui. – rispose cortese.
 
 
 
 
§§
 
 
 
 
Tranquillo Evans, sii sereno, cortese e gentile e vedrai che ti aiuterà, non so perché ma sono nervoso ed è da un’ora che aspetto parcheggiato dietro l’angolo, ho preferito venire prima per… non lo so neanche io perché sono venuto prima. Era bellissima e dolcissima con quel vestitino leggero che le segnava le curve dolci del seno e dell’addome.  Le lasciai il tempo per sedersi sul sedile con calma e le chiusi la porta, da vero gentiluomo, anche perché sospettavo che non ce l’avrebbe fatta da sola.   Era nervosa anche lei, lo capivo da come stringeva la maniglia della portiera. Al ristorante ci accompagnarono subito al tavolo e dopo aver ordinato, Chloe iniziò a guardare tutti gli altri clienti presenti in sala tranne che me.
 
 
 
  • Ti ricordi che ci sono anche io qui vicino a te? – chiesi ilare.
  • Scusa, sono un po’ nervosa, è la prima volta che esco con un uomo, ovviamente questo non è un appuntamento normale ma… sono imbarazzata lo stesso.  –
  •  Capisco, ma non ti preoccupare. Nessuno in sala sa per certo la verità, facciamo finta che siamo marito e moglie e godiamoci la serata. –
  • Cosa posso fare per te, Robert? –
  • Preferisco rimandare la questione a dopo il caffè, se non ti spiace, non vorrei rovinarti la cena. Ma non preoccuparti il favore che voglio chiederti non è nulla di illegale. Non vi metterei mai in pericolo, mi credi? – le chiedo con una punta di ansia nella voce.
  • Grazie per averlo chiarito, ero un po’ preoccupata, mi chiedo cosa posso fare per te in questo momento, dovrai aspettare che il bimbo nasca. –
  • Vedi, è una storia lunga, ma ho bisogno che tu sia incinta. Ti spiegherò tutto più tardi. – ripetei roso dal rimorso.
  •  
 
 
 
Dopo il caffè pagai il conto e le proposi una passeggiata nel parco vicino al locale, ma dopo pochi passi la sentii ansimare e decisi che forse per affrontare la questione era meglio che fosse in un ambiente a lei familiare. Mentre guidavo con calma, mi concentrai sulle parole che avrei usato per spiegarle il mio problema che alla fine sembrava proprio quello che era, uno spregevole inganno intentato ai danni di un vecchietto morente. Non mi aiuterà, sono spacciato!   Notai che apriva la porta con mano tremante, quindi poverina, l’attesa l’aveva preoccupata più di prima, e io che volevo metterla a suo agio. Mentre si rinfrescava, mi servii un bicchiere di liquore, non riuscivo a stare fermo, presi a camminare per la stanza. Perché non ho ingaggiato un’attrice professionista, ce ne sono a migliaia pronte a recitare una parte semplice come questa, perché?
 Dopo cinque minuti di snervante attesa, posai il bicchiere sul tavolo e feci per uscire dalla porta, quando Chloe ritornò e prese a fissarmi con uno sguardo attento, ormai ero quasi sicuro che avrebbe rifiutato di aiutarmi e la cosa più seccante che dopo avrei dovuto anche affrontare la delusione di nonno Leonard.
 
 
 
  • Roby, perché non ti siedi e mi racconti con calma qual è il tuo problema? – domandò sedendosi sul divano.
  • S-si certo…. Vedi, mio nonno è malato di cuore, il mese scorso ha avuto un infarto ed ero sicuro che non ce l’avrebbe fatta. Per cercare di tranquillizzarlo, gli ho fatto una promessa…eh... -
  • Che tipo di promessa? … -
 
 
Mi ha lasciato parlare fino allo sfinimento, continuavo a ripeterle era una bugia a fin di bene, che non intendevo far del male né a lei né al bambino, ma che avevo bisogno del suo aiuto per far felice il mio parente. Le offrivo una specie di accordo, lei avrebbe dovuto passare un po’ di tempo fingendosi mia moglie davanti a mio nonno ed io l’avrei ricompensata con una cifra che le avrebbe permesso di vivere tranquilla e badare a suo figlio finché non fosse stato abbastanza grande da andare in un asilo, senza soffrire la mancanza della madre. Con un gesto della mano fermò le mie chiacchere e in silenzio si alzò, fece due passi, poi tornò indietro, sembrava studiare bene le parole che prima o poi mi avrebbe rovesciato addosso.
 
 
 
  • Ci devo pensare su, ti chiedo un paio di giorni per riflettere. – mormorò infine con aria stanca.
  • Mio nonno non sta bene, tra due giorni potrebbe essere troppo tardi. Aspetterò fino a domani mattina. Ti prego pensaci bene…. Cosa succede? – le chiesi notando una leggera smorfia di dolore sul suo viso.
  • Nulla di preoccupante, si è mosso il piccolo. – rispose sfiorando il suo ventre ingrossato.
  • Posso sentire? – chiesi avanzando di un passo.
  • Certo, se ti va. – concesse sorpresa.
 
 
 
 
§§
 
 
 
 
 
Come ho detto prima noi donne durante la maternità siamo eccessivamente sensibili a ciò che ci circonda e sentire le sue mani sulla mia pancia enorme è stata una dolce tortura, le spostava lentamente cercando i piedini di mio figlio e sorrideva incantato da ciò che sentiva. Era meraviglioso averlo così vicino, il leggero aroma del suo profumo, mi solleticava le narici e senza vergogna approfittai di quei momenti per osservarlo meglio. Ha delle ciglia lunghissime, e le labbra piene leggermente socchiuse mostrano la dentatura candida, affascinata seguo la linea decisa della sua mascella, e il movimento lento con cui si sposta il suo pomo d’Adamo mentre mormora paroline inintelligibili verso la panciona.   Ad un tratto il piccolo scalcia con energia e lui scoppia a ridere divertito.
 
 
  • Junior ha un bel temperamento!! – esclama ilare.
  • Junior? –
  • Beh, non so il suo nome quindi lo chiamo Junior. Hai già deciso come lo chiamerai? –
  • Robert, come l’uomo che ci ha salvati da morte certa. – replico sicura.
  • Ma non devi… - risponde sorpreso.
  • Ho avuto molto tempo per decidere, se non fosse stato per te, noi non saremmo qui.  Non avrò mai parole sufficienti per ringraziarti di quanto hai fatto quella notte. – mormoro con le lacrime agli occhi.
 
 
 
 
Chi l’ha detto che una donna incinta non è sensuale? Non mi ricordo esattamente quando la mia mano dalla sua pancia è salita ad accarezzarle il viso, però mi ricordo perfettamente il gemito sommesso che le è sfuggito dalle labbra quando finalmente l’ho stretta contro di me. Il suo calore mi ha avvolto e segnato, la desidero nonostante la sua condizione. La posizione che abbiamo assunto sul divano non è delle più comode, io non riesco ad stringerla come vorrei per paura di farle male e Chloe dopo il primo fantastico momento di totale abbandono, in cui ha ricambiato il bacio e le carezze, si è lentamente allontanata da me ansante. Siamo rimasti per un lungo momento a scrutarci l’un l’altro, sappiamo entrambi che se ci fossimo incontrati in un luogo e tempo differenti, saremmo finiti a letto insieme. L’attrazione fisica è un’emozione potente e molto pericolosa. E di sicuro tutto questo complica di parecchio le cose. Maledizione! 
 
 
 
  • Non posso scusarmi per quello che ho fatto, avevo voglia di baciarti. – confesso a voce bassa.
  • Non devi scusarti, lo volevo anche io.  In un’altra occasione, non ti avrei respinto, e forse solo dopo, me ne sarei pentita, non sono mai stata una donna leggera. Adesso invece, devo ricordare chi sono, ho un figlio che sta per nascere e tu… -
  • Ed io non saprei come fare per renderti felice… non riesco a restare vicino a nessuno per troppo tempo, sono fatto così. Mi sentirei soffocare e ti farei soffrire senza volerlo. –
  • Buono a sapersi, adesso che abbiamo chiarito tutto, ti dico che ho deciso di aiutarti. Non voglio il tuo denaro, ti devo la vita e quella di mio figlio, ma ti prego non farmi innamorare di te, stammi lontano per quanto ti è possibile ed io farò altrettanto. Siamo d’accordo? – mi dice allungando la mano verso di me.
  • Siamo d’accordo. – concordo di malavoglia. 
  
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