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Autore: CamYagamii95    09/05/2016    0 recensioni
Distopia.
In un periodo non meglio precisato, lo Stato ha il controllo delle vite di ogni cittadino e di tutti i suoi aspetti: formazione scolastica, lavoro, persino la vita sentimentale, vissuta in funzione della procreazione.
Che succede a coloro che cercano di adeguarsi al sistema ma sono delle anomalie?
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Alessia staccò un bigliettino numerato e si accomodò ad una delle sedie pieghevoli messe apposta lì per gli utenti. L'ufficio Nascite ed Accoppiamenti eraquasi vuoto, c'erano solo un paio di persone prima di lei.
Appena sopra la postazione dell'operatore in servizio quella mattina c'erano due monitor, uno mostrava quale numero stava servendo, mentre l'altro era sintonizzato su una delle cinque reti televisive statali (le uniche esistenti). Stavano mandando in onda un "programma politico", in cui la conduttrice non faceva altro che evidenziare quanto i cittadini fossero stati fortunati a nascere in una nazione pacifica, prosperosa e liberale come la loro. Era davvero simile a tutte le altre trasmissioni del genere, l'unica sottile differenza fu alla fine del programma, quando, poco prima della sigla, la presentatrice annunciò che il loro Stato stava portando, con una missione di pace, benessere in un territorio abitato da selvaggi. Alessia rabbrividì. Chissà cosa stavano facendo davvero.
Era così presa dalle sue considerazioni personali che sussultò quando la voce metallica chiamò il suo numero. La ragazza si avvicinò rapidamente all'operatore.
- Buongiorno - l'accolse meccanicamente l'uomo di fronte a lei - in cosa posso esserle utile? -
- Buongiorno - rispose Alessia nervosamente, posando sul ripiano di fronte a lei la lettera - ho ricevuto questa e...
- Capisco - la interruppe l'uomo, mentre cercava qualcosa sotto la scrivania - il suo nome completo? -
- Alessia Airoldi -
L'uomo appuntò il nome sul modulo, poi lo cercò sul database e appuntò una serie di codici. Dopo aver copiato sul modulo alcune informazioni, tipo il gruppo sanguigno, la sua occupazione e altre simili, le chiese se avesse già un partner da far esaminare alla commissione.
- No - gli rispose semplicemente lei.
- Bene - replicò l'uomo, scrivendo qualcos'altro sul foglio - in questo caso, come già saprai, a seconda del tuo profilo, ti assegneranno un partner. Tra l'altro, la commissione si riunisve oggi, quindi non dovrai aspettare molto. Quando avranno trovato quello giusto per te riceverai una convocazione in cui ti indicheremo dove recarti per conoscerlo. Oh - aggiunse, porgendole un foglio - questa é la certificazione da dare al tuo dirigente per l'assenza di oggi e per quelle future.
- Perfetto - sorrise meccanicamente Alessia - buona giornata.
- Buona giornata - replicò per qualche motivo nervosamente l'uomo, mentre la voce metallica chiamava il numero successivo al suo.
Senza alcuna fretta, Alessia uscì dall'ufficio. Essendo la sua assenza da lavoro già giustificata, aveva tutta la giornata per sè. Dato che non aveva voglia di tornare a casa, decise di passeggiare un po', mentre si chiedeva con chi l'avrebbero accoppiata. Era davvero difficile indovinare. Molte volte gli accoppiamenti avvenivano tra due persone di due regioni diverse, con l'obbiettivo di uniformare i tratti somatici dei nuovi nati, in alcune regioni davvero diversissimi. Sulla storia della loro Nazione tutti i cittadini sapevano solo il poco che veniva insegnato a scuola, ovvero la nascita dello Stato, in seguito ad una non meglio precisata ribellione, quindi nessuno sapeva perché ogni regione fosse caratterizzata da tratti somatici così diversi.
Si chiese anche se il suo partner le sarebbe piaciuto, se lei gli sarebbe piaciuta, e se sarebbe riuscita a vedere ancora Sarah.
Per la seconda volta in quel giorno era così distratta che non si rese conto di quello che stava succedendo. Nello specifico, quasi non vide Giovanni. Andava nella direzione opposta alla sua, quidni praticamente si scontrarono.
- Ehi! Che ci fai da queste parti? - le chiese lui.
- Indovina! E tu perché non sei a lavoro?
- A quanto pare c'é stato un incidente e il mezzo che trasportava il lotto di olive per oggi si è rovesciato - spiegò il ragazzo - quindi abbiamo avuto tutti un giorno libero.
- Perfetto! Che nè dici allora se andiamo un po' al parco? - propose Alessia, mettendosi a braccetto a Giovanni.
- Volentieri! - le rispose lui - un po' d'aria non potrà che farci bene. Ehi, cos'hai in mano?
- Questo? - replicò lei distratta - oh, una cosa che devo consegnare a lavoro.
Ora che Giovanni aveva attirato l'attenzione sul foglio che la ragazza aveva in mano - e che avrebbe dovuto conservare, per non rischiare di perderlo - Alessia si rese conto che in realtà i fogli erano due. Uno titolava "Esenzione lavoro", era la certificazione, ma il secondo era decisamente molto strano. Non era un foglio A4 come l'altro, sembrava piuttosto un foglio a quadrettini strappato da un quaderno. Era quasi tutto bianco, tranne al centro, dove c'erano scritte queste poche righe:

"Facciamo colazione
col cibo che ci fornisce lo Stato
andiamo a scuola o al lavoro
dove ci dice lo Stato
Torniamo a casa
dalla nostra famiglia
che ci ha creato lo Stato
leggiamo solo i libri
che lo Stato non ha censurato
Guardiamo in televisione
stupide trasmissioni
che osannano lo Stato."


Questo era tutto. Alessia girò il foglio per vedere se vi fosse scritto altro, ma oltre qualche macchia di inchiostro non c'era scritto nulla. Lei e Giovanni si guardarono in faccia preoccupati.
- Andiamo a casa - propose il ragazzo - lì troveremo un modo per distruggerlo.
I due si diressero a casa sua senza dire una parola, di fretta, senza fermarsi un attimo.
La casa di Giovanni era molto spoglia, come quelle di tutti quanti, solo che essendo un monolocale si notava ancora di più. I due si sedettero al tavolo al centro della stanza, e Alessia posò il foglio al centro.
- Chi te lo ha dato? - chiese lui.
- Credo l'impiegato dell'ufficio Nascite. Quando abbiamo finito di compilare i moduli mi ha dato il foglio da consegnare a lavoro, questo era insieme.
- Dobbiamo distruggerlo e farlo sparire - rispose Giovanni, poi afferrò il foglio e iniziò a strapparlo. Alessia lo aiutò immediatamente. Entrambi si concentrarono sul piccolo spazio in cui erano scritte le parole che avevano letto prima. Alla fine si fermarono, abbastanza soddisfatti. I pezzi erano davvero piccolissimi, e anche loro che conoscevano cosa c'era scritto originariamente non riuscivano a ricostruire il foglio. Li raccolsero tutti in un sacchettino, che poi avrebbero gettato da qualche parte.
- E ora cosa facciamo? - chiese Giovanni.
- In che senso? - chiese a sua volta Alessia.
- Faremo finta di non aver letto nulla? -
- Lo preferirei - rispose decisa lei.
- Io invece vorrei capirci qualcosa - disse in tono vago Giovanni - perché un impiegato dello Stato consegna ad una sconosciuta una cosa del genere?
- Gio, e se fosse uno stupido test? Per vedere se siamo fedeli e cazzate simili?
- Non so, potrebbe essere...
- Giovanni, lascia stare - riprese Alessia, afferrandogli le mani - non corriamo rischi inutili.
- Solo per adesso - la accontentò lui alla fine.

Note dell'autrice
Mi scuso innanzi tutto per l'immane ritardo nel postare questo terzo capitolo, ma sono stata occupatissima, ed è stato un parto! Avevo in mente cosa scrivere DA MESI, ma le parole non uscivano!
Inoltre, ringrazio la ary91 che mi ha suggerito un metodo pro per plottare i capitoli. Tivibbi vecchia.
   
 
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