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Autore: Claireroxy    10/05/2016    0 recensioni
{Partecipa al contest "Wherever we are" di EmmaStarr, risultata seconda classificata}
{one!sided GideonxMabel, accenni DipperxWendy e MabelxMermando}
Arabia, epoca di geni, avventure, e grandi magie.
Mabaal è sempre vissuta nel piccolo villaggio di Gravir Fallsah, assieme al prozio e al gemello, ma tutto cambia quando trova una mappa per il più grande tesoro di tutti i secoli. Ha la possibilità di spiccare il volo e cambiare completamente il suo destino, e l'afferra senza pensarci.
Ma, si sa, c'è sempre un lato negativo nelle cose, e questo dono dal cielo si può rivelare avvelenato...
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon Gleeful, Mabel Pines, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Stai benissimo!" si complimentò una delle serve, mentre finiva di imbellettarle il viso.
"Sono d'accordo!" esclamò un'altra, che aveva finito di acconciarle i capelli "Ti adoreranno tutti in sala!"
"Suppongo..." mormorò la ragazzina, sollevando una manica del nuovo vestito, che le avevano dato per la cena in cambio della tunica maschile. Era molto prezioso, con il colore rosso che era in tinta perfetta con lei... o, meglio, con la nuova Mabaal.
Si guardò per l'ennesima volta allo specchio e, ancora una volta, faticò a riconoscersi in quella ragazza elegante che sembrava una ricca sultana. Dov'era la ragazzina che amava giocare con Tahadaa tra il fango?
Ancora una volta, la nostalgia le trafisse il cuore, e il desiderio di tornare a casa si risvegliò più vivo che mai.
"Non sono fatta per vivere le avventure" pensò "Almeno, non da sola"
"Coraggio, signorina!" la invitò un'altra serva, prendendola per un braccio "La festa è già iniziata, la stanno aspettando tutti!"
"Però continuo a non capire" riprese la ragazza "Perché mi lasciano vedere alla corte? È brutto che una donna vi partecipi senza familiari o marito, e qui non c'è nessuno di loro!"
"Jidrin non te l'ha detto?" si stupì la serva, aprendo la porta e conducendo la giù per una scala a chiocciola "Qui non seguiamo propriamente la shari'a. Quando il palazzo era ancora in costruzione, non v'erano abbastanza appartamenti per dividere donne e uomini, quindi ci si è abituati a vivere insieme"
"E non ci sono mai stati problemi?"
"No, siamo tutti molto rispettosi gli uni degli altri. E poi" e qui si girò a sistemarle l'elegante velo porpora, dai ricami dorati "Non lasciamo comunque che gli uomini vedano il viso. È tanto in imbarazzo?"
"Un po' sì" ammise Mabaal. Erano arrivate davanti alla sala del banchetto, lo si capiva dalla musica che sentiva.
"La festa è già iniziata?" chiese stupita.
"Sì" confermò la serva "Non l'hanno chiamata subito non per offenderla, ma perché volevano creare un po' di sorpresa negli invitati. L'emiro ne ha invitati abbastanza, e voleva che tutti la ammirassero!"
"È stato gentilissimo, non sapevo che Ubay avesse una così alta considerazione di me" replicò gentilmente la ragazza, nascondendo il suo stupore e la sua ansia. Non aveva mai partecipato a un evento del genere da sola: le sue amiche le erano sempre a fianco in situazioni come questa, e a volte persino la sua famiglia e i dipendenti del prozio. E tutte le feste a cui aveva partecipato erano molto più modeste di questa.
"Ubay?" rise la donna "Ma non l'ha mica scelto lui!" E, prima che Mabaal potesse prendere parola, aprì la porta da cui proveniva un allegra musica "Buona fortuna" le augurò, spingendola dentro.
Mabaal rimase lì, ad osservare tutto stupita.
La sala da banchetto era enorme. I lunghi tavoli in marmo, presi di mira da moltissime persone, erano pieni di cibo, più di quanto ne avesse visto in tutta la sua vita. Al naso, le arrivavano gli odori di carni speziate, di pesce cotto e caldo, di strani intrugli, che si mischiavano violentemente con quegli del miele e degli altri dolci. E il naso non era l'unico a provare nuove sensazioni: nelle orecchie, la musica suonata dai flautisti alla fine della sala si mischiava prepotentemente alle chiacchiere della gente e al suono delle bocche che masticavano.
Era un mondo troppo grande per essere affrontato da soli, anche per una molto estroversa come Mabaal che, per la prima volta in vita sua, desiderò rimanere ai lati di una festa.
Ma il suo desiderio non sarebbe stato avverato.
"Ah, Mabaal!" la salutò un giovane dai capelli marrone chiaro, venendo verso di lei "L'avventuriera di cui ho tanto sentito parlare, giusto?"
"Avventuriera? Io?" la ragazza fu presa alla sprovvista e ridacchiò imbarazzata, per poi aggiungere un "Non esageriamo!"
"Non stiamo esagerando!" avanzò una donna velata, dai capelli grigi ma ancora piacente "Jidrin ha raccontato così tanto di te! Hai sconfitto a mani nude uno spirito malvagio, no?"
"E hai anche salvato grazie al tuo coraggio e alla tua straordinaria bellezza il regno di Hassif!" aggiunse un altro uomo, dall'aspetto più orientale "Vorrei sentire dalle tue dolci labbra quella storia!"
"Signori, io..." provò a dire Mabaal, arretrando verso la porta, pronta a spalancarla e a fuggire, ma invece finì dritta nella pancia di un ricco sceicco.
"Io preferirei quella di come hai prosciugato e fatto ritornare l'acqua nel mare in un solo giorno!"
Non riusciva più a sopportare quella pressione. Dovunque si voltasse, vedeva gente che avanzava verso di lei, e la cosa non le piaceva per nulla. Era una persona allegra e socievole, certo, ma non era pronta a quello! Nessuno le aveva mai dedicato così tanta attenzione, ed era disorientante, inoltre neppure capiva bene cosa stesse succedendo! Perché Jidrin aveva raccontato tutte quelle bugie?
"Miei cari ospiti, vi prego!"
Come se l'avesse sentita pensare il suo nome, il piccolo mago era arrivato, preannunciato da una forte scia di profumo. Aveva cambiato vestito: indossava una kandura rossa, delle stessa tonalità del vestito di Mabaal, ma smorzato da una sopra tunica nera. Si fece larga tra quella folla di adulti per arrivarle vicino, e prenderle la mano. Solo allora lei si accorse che le tremava.
"So che siete tutti ansiosi di ascoltare le sue storie" proclamava intanto Jidrin "Ma lasciatela rifocillare. Sapete tutti quanto possano essere moscie, se il narratore non è sazio!" e qui fece un occhiolino. La gente rise e, finalmente, si scostò per lasciargli passare.
"Vieni" le sussurrò, conducendola nel posto d'onore "Riposati un po'. Non volevo che ti assalissero in quel modo..."
"Allora perché gli hai raccontato tutte quelle storie?!" ribatté lei piccata "Non mi avrebbero assalita se non l'avessi fatto!"
"Oh, no, io non sono stato!" disse lui, sempre sottovoce, mentre si accomodava accanto a lei. Per un secondo, Mabaal desiderò che non lo facesse: il profumo del mago le arrivò dritto nelle narici, e lei ne rimase stordita. Non era quello che aveva quel pomeriggio, si ritrovò a pensare.
Ma dopo il primo respiro l'odore si smorzò, e, riannusandolo, sentì che era esattamente lo stesso "Mi sto agitando troppo per niente" si ritrovò a pensare.
"Ho accennato che mi hai raccontato storie fantastiche, è vero" aveva continuato a parlare Jidrin nel frattempo "E da lì il tutto è stato ingigantito fino a renderti protagonista di milioni di avventure fasulle. Ma si può capire il motivo, qui al palazzo ci si annoia e ogni minimo evento è enfatizzato sino all'inverosimile!" E qui, prese una coppa già riempita di tè e gliela porse "Per rinfrescarti la gola. Dovrai parlare molto, stanotte"
"Ma... non so cosa dire!" protestò lei "E poi, non basterebbe dirgli che si sono sbagliati?"
"E avresti cuore di rovinare un tanto innocente divertimento?" le chiese lui "Non me l'aspettavo, Mabaal"
"Non è questo..." provò a giustificarsi. Però non sapeva trovare un solo motivo per cui avrebbe dovuto rifiutare: in fondo aveva ragione Jidrin, era solo un divertimento innocente.
Anche se aveva la sensazione che non lo fosse affatto, come la maggior parte delle cose in quel luogo.
"Mia cara" s'intromise nel discorso Ubay "Qualcosa non va?"
Mabaal si riscosse "No, stia tranquillo" negò con un sorriso. In fondo, non vi era veramente nulla di cui preoccuparsi, giusto?
Inoltre, sarebbe rimasta lì solo per una sera, poi sarebbe tornata a casa. Ciò la fece sentire molto meglio.
"Allora, se non è di troppo disturbo" proseguì il panciuto uomo, dopo aver lanciato una breve occhiata al figlio, che gli aveva sorriso "A me e alla mia consorte piacerebbe tanto sentire una delle sue storie. Vi andrebbe di raccontarne una?"
Improvvisamente, la sala cadde nel silenzio e tutti gli occhi si puntarono su di lei. Stordita dal sentirsi dare del lei e dall'improvviso silenzio, Mabaal realizzò che non poteva più sottrarsi. Bevve un po' di tè per perdere tempo, e cacciare via il sudore freddo.
Si stupì del sapore: era caldo e denso, ma a anche molto dolce, e scorreva facilmente all'interno della bocca. Quando deglutì, un dolce retrogusto di nettare e miele le rimase: mai aveva bevuto qualcosa di più buono.
"Si vede che sono molto ricchi" pensò Mabaal. Si era calmata, ma non sapeva comunque cosa raccontare.
Ancora una volta, Jidrin vide che era in difficoltà, e ancora una volta le venne in aiuto. Fingendo di raccogliere qualcosa che era a terra, le sussurrò all'orecchio: "Potresti raccontare la storia dello spirito evocato a casa, quella che mi hai detto sul tappeto. La dicevi bene. Potresti semplicemente essere te la protagonista invece di tuo fratello, e il gioco è fatto"
Mabaal, completamente nel pallone, accolse sollevata il suggerimento e, una volta posata la coppa, si schiarì la voce e iniziò a raccontare.
"Beh, una delle prime che ho affrontato, non molto avventurosa ma di certo misteriosa, è di quando ho evocato uno spirito. Dovete sapere che..."
All'inizio, Mabaal era visibilmente in imbarazzo, e si doveva sforzare per ricordare come proseguiva la storia, ma poi accadde una cosa che avrebbe potuto definire magica. Man mano che proseguiva nella storia, sentiva che stava diventando sempre più sua, come se davvero fosse stata lei la protagonista di quell'esperienza. Si vedeva a pronunciare la formula di evocazione, con occhi brillanti. Ma non si fermò lì! L'immedesimazione la rese più loquace, complice anche il caldo tè che le scorreva lungo la gola, e il pubblico si inebriava sempre di più a ogni parola che pronunciava. Allora la sua sicurezza crebbe: iniziò ad aggiungere dettagli al racconto, a fare smorfie buffe e a gesticolare, e, da quel momento in poi, dimenticò persino che non l'aveva vissuta lei.
Il suo sorriso era enorme, e la faccia visibilmente arrossata, ma non le importava: Mabaal non si era mai sentita così leggera ed euforica.
Che sensazione magnifica.
La storia finì con il misterioso messaggio, e ipotesi su cosa poteva rappresentare. Tutta la corte si mise a discuterne appassionatamente, e persino il signore del castello le rivolse meravigliose parole!
Anche Jidrin si complimentò con la gioia negli occhi "Visto? Te l'avevo detto che ti saresti divertita!" esclamò allegro.

La sala si riempì di risate e battimani, ai quali Mabaal si unì con entusiasmo.
"Non dovrebbero applaudire, ha fatto molto meglio di così" mormorò invece Jidrin, quando il fachiro si fermò sui carboni ardenti "Lo fanno solo per compiacerti"
"È meraviglioso lo stesso!" replicò Mabaal, battendo ancora più forte le mani "Non ho mai visto niente del genere!"
"È venuto dall'India, apposta per noi" sottolineò il mago orgoglioso.
E aveva ben ragione di esserlo: il fachiro era solo l'ultimo di una serie di esibizioni che si erano susseguite dopo il banchetto, ed erano una più sbalorditiva dell'altra.
"Altro che le mie storie!" aveva pensato Mabaal, mentre i servi riportavano nelle cucine l'ultimo avanzo di dolce "Questo è vero intrattenimento, sembra magia! Com'è possibile che nessuno conosca questo posto? Hanno molte cose fenomenali! Scommetto che quando lo racconterò a Direes..."
Si fermò, tutt'a un tratto. Le ritornò in mente il fratello, di cui si era dimenticata per tutta la sera: dov'era? Come stava? La cercava, o si era già arreso? E chissà se il prozio lo stava aiutando... forse stava dando una mano anche 'Isa?
"Tutto a posto?" le si avvicinò Jidrin, notando che lei aveva abbassato la testa e non aveva nemmeno applaudito all'entrata dei danzatori "Vuoi uscire un momento?"
"N-no, sto bene" provò a dissimulare la ragazzina. Non voleva che si affannasse per lei, le aveva offerto una magnifica serata, la più bella della sua vita, e le aveva anche promesso quello che stava cercando. E, dopotutto, era una faccenda personale.
Ma il mago non ci cascò, e cambiò tattica "Vuoi venire a vedere la nostra oasi?" le chiese "Quella con le palme magiche?"
Poiché sarebbe stato scortese rifiutare, Mabaal annuì. Allora Jidrin, fatto un cenno sbrigativo ai genitori ("Non è mancanza di rispetto?" si chiese Mabaal, anche se non si concentrò troppo sull'episodio), la prese per mano e sgattaiolò con lei fuori da un uscita secondaria, non visto dalla numerosa servitù.
Finirono su una terrazza. L'aria fresca fu un toccasana per la ragazza, che la inspirò avida: si accorse solo ora che il suo naso era impregnato di profumi. Anche se fu solo per un attimo, visto che si erano attaccati anche ai capelli suoi ma, soprattutto, del suo accompagnatore.
"Vieni" la riscosse il mago. Sempre tenendola per mano, la condusse giù per una lunga rampa di scale di legno. Sembrava precaria, quindi Mabaal si aggrappò alla ringhiera con entrambe le mani e scese lentamente. Il ragazzo stava per aprire bocca e fare qualche battuta, ma vide la faccia spaventata della ragazza e decise di dargliela vinta. Su questo, almeno.
"Eccola!" la presentò, tendendo una mano in avanti.
Come tutta quell'area, era perfetta. La luce della luna piena illuminava l'erba verde, appena nata e continuamente rinfrescata da un rivo che le scorreva tutt'attorno, anche se si poteva superare con un solo piede e quindi non era un grande ostacolo. Però il pezzo forte del luogo erano loro, le palme.
Abbarbicate su sé stesse, avevano creato un immensa struttura, strette com'erano, e ormai era difficile capire dove iniziava una e finiva l'altra. Ma di solito lo sguardo si soffermava poco sulle piante, per correre subito ai frutti.
Uno cadde a terra per poi rotolare accanto a Mabaal, che lo prese stupefatta in mano. Era davvero grande quanto una noce di cocco! Però la ragazza rischiò di cadere a terra per il suo peso.
"Con una sola di quelle, puoi completamente cambiare la tua vita" sentenziò Jidrin, e alzò una mano mormorando qualcosa. Al suo comando, altre quattro gemme caddero a terra "E con cinque, potresti diventare la donna più ricca di tutta l'Arabia"
Mabaal guardò stupefatta prima le gemme, poi il mago, a bocca aperta. Come poteva contraccambiare tanta generosità?!
"Io non voglio arricchire solo me stessa" riuscì infine a trovare le parole la ragazza "Anche la mia famiglia"
"È un desiderio nobile e giusto" concordò Jidrin "Ma perché tornare a casa solo cinque gemme quando potresti mandarne cinque ogni giorno?"
Mabaal sbatté le palpebre "Che vuoi dire?" chiese.
"Ti sto offrendo di restare qui a palazzo" Prima che la ragazza potesse dire qualcosa, l'altro continuò "Pensaci. Tutti ti adorano, saresti trattata come una regina. Non dovresti mai più soffrire la fame, né rischiare di sposarti con uno sconosciuto o di vivere la tua vita dietro quattro mura" Le prese la mano "Io ti porterei volentieri in giro sul mio tappeto volante. Ci racconteremmo storie, e sarei al tuo completato servizio. Farai tutto ciò che vuoi e alla sera, quando ritorneremo, danze e banchetti ci aspetteranno sempre"
Mentre Jidrin continuava a parlare, il suo profumo, quello che all'inizio della serata sembrava l'avesse stordita, sembrava farsi più intenso. Mabaal cercò di chiedergli di allontanarsi un po', per respirare meglio, ma poi si arrese subito. Era troppo stanca per discutere, anche se non aveva idea del perché.
In fondo, però, stava bene accanto a lui. Non aveva alcun motivo di allontanarsi. Anzi, sarebbe stato bello averlo vicino per sempre! Più ci pensava, più questa idea le sembrava buona: così tutti avrebbero avuto quel che volevano, e lei avrebbe dimostrato che sapeva cavarsela. Anche a Direes, che non ne era per niente convinto.

"Stiamo crescendo, sorella mia" le aveva detto quella sera, in cui era tornato a casa dopo che aveva trovato un passaggio "E ci stiamo differenziando. Iniziamo a diventare io uomo e tu donna, e non possiamo più continuare a vivere accanto come facevamo prima. Non è cosa buona. Tu devi rimanere a casa, ad aspettare un marito, e solo io posso andare in giro. È così. Mi spiace"

Aveva la faccia triste, Direes. Ora che lei ci ripensava, non sembrava per niente felice di dirle quelle cose. Aveva anche allungato una mano verso di lei, quando si era messa a correre giù in lacrime, ma poi l'aveva fatta cadere. Come se avesse capito che non ci fosse più niente da fare, che ormai il loro rapporto era stato completamente rovinato.
"Fratellino..." pensò Mabaal.
"Piangi?" si stupì il piccolo mago, per poi sorridere con quei suoi denti luminosi "Non mi aspettavo che ti mettessi addirittura a piangere dalla gioia! Mabaal, sono così felice!" e le allungò una mano, per accarezzarle i capelli.
"No, Jidrin, ti sbagli" l'allontanò lei. Aveva capito: non era servito a nulla andare così lontano, o guadagnato quelle gemme, se non fosse tornata indietro e non avesse chiesto scusa Direes. Non voleva limitare la sua libertà, si era resa conto, desiderava solo proteggerla.
Ora doveva solo dirlo a Jidrin e rifiutare la sua offerta. Che sembrava tanto una di convivenza, rifletté un secondo. Anche se in effetti non ricordava bene il discorso... probabilmente aveva frainteso, si disse.
"Io non posso restare con te" affermò, restando sul vago "Questa serata mi è piaciuta molto, e mi sei stato utilissimo per trovare ciò di cui arricchirmi, ma ho realizzato che c'è una cosa molto più importante che mi aspetta, a casa"
"Ma io..." provò a intromettersi Jidrin.
"Tu non hai niente da rimproverarti" lo bloccò subito lei. Non voleva farlo, ma era sicura che se avesse perso il filo non sarebbe più stata capace di spiegarsi "Anzi, sei una delle persone più gentili che abbia mai incontrato! E mi dispiace molto doverti lasciare in questo modo, però non voglio apparire ingrata" Sorridendo, appoggiò sul terreno le quattro gemme che le aveva regalato. Il ragazzo le fissò "Ecco, mi terrò solo quella che è venuta da me. Ora passo su a prendere i vestiti e me ne..."
Jidrin sollevò un piede, per poi schiacciare una delle gemme con un colpo solo.
Mabaal si bloccò di scatto, guardandolo fisso.
"Q-questo non è un desiderio assurdo?" balbettò lui, alzando il viso e contorcendosi le mani "È pericoloso là fuori, sai com'è..."
Lei iniziò a indietreggiare a piccoli passi, un solo pensiero in testa.
"Ha distrutto una gemma in un sol colpo. Nessun mago è in grado di farlo, nessuno"
"E-e poi non hai i vestiti adatti!" si mise a seguirla lui "Sono stati distrutti dalla tempesta..."
"Non è vero, li ha presi una tua cameriera" lo corresse lei, indietreggiando più velocemente.
"Ah, già. Dovresti fermarti, però" riprese lui, con voce più dura.
"No. Io me ne vado di qui"
"Cosa?!" gli occhi del piccolo diventarono infuocati "No, tu resterai qui. Sei destinata a restare qui!"
Fu troppo per Mabaal, che lanciò la grande gemma contro Jidrin e si mise a correre.
Ma quella passò attraverso il falso mago, che si limitò a sorridere.
"Perché ti comporti così, mio dolcetto al cocco? Pensavi davvero che ti avrei permesso di andartene?!"  Detto questo, schioccò le dita e mormorò qualche parola.
La corsa della ragazza si arrestò: di fronte ai suoi piedi si aprì un enorme crepa, che si allargò e si propagò a forma di cerchio tutt'attorno all'oasi e al palazzo (con le torri che, ora Mabaal lo vedeva, erano in realtà enormi statue di Jidrin. Come aveva fatto a non accorgersene?!). Da lì, con grande fragore, s'innalzò un enorme muro, che richiuse quel breve pezzo di terra tra enormi massi, in cui non v'era uno spiraglio che potesse fungere per via di fuga.
Mabaal si arrestò, stupefatta.
"L'hai voluto tu, cara" disse Jidrin, fluttuando accanto a lei mentre si toglieva del sudore dalla fronte. All'improvviso, la sua figura sembrava in qualche modo più luminosa e potente, anche se la bassezza contribuiva a smorzarne l'effetto
"C-chi sei?" gli chiese Mabaal, voltandosi verso di lui e afferrandosi le spalle "Perché mi hai portato qui?"
"Sono un genio libero" rispose Jidrin "E tu sei qui perché mi hai sposato"

Glossario
Shari'a=legge araba
Emiro: letteralmente "comandante", ma usato col valore di "capo", specie militare. In questa storia no.
Ubay=Bud, il padre di Gideon.
Kandura: tunica araba lunga fino alle caviglie.
I vari personaggi del banchetto sono ispirati a quelli al ristorante, al primo appuntamento tra Mabel e Gideon nella serie originale.

 

  
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