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Autore: Claireroxy    10/05/2016    0 recensioni
{Partecipa al contest "Wherever we are" di EmmaStarr, risultata seconda classificata}
{one!sided GideonxMabel, accenni DipperxWendy e MabelxMermando}
Arabia, epoca di geni, avventure, e grandi magie.
Mabaal è sempre vissuta nel piccolo villaggio di Gravir Fallsah, assieme al prozio e al gemello, ma tutto cambia quando trova una mappa per il più grande tesoro di tutti i secoli. Ha la possibilità di spiccare il volo e cambiare completamente il suo destino, e l'afferra senza pensarci.
Ma, si sa, c'è sempre un lato negativo nelle cose, e questo dono dal cielo si può rivelare avvelenato...
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon Gleeful, Mabel Pines, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Appoggiò incerta un piede su quel mezzo di trasporto. Quello si mosse e lei balzò indietro, spaventata.
"Sei sicuro che sia sicuro?!" chiese Mabaal, per la quarta volta in pochi minuti.
"Sì" rispose il piccolo mago, già seduto a gambe incrociate "L'ho usato per più di sei mesi, e mai una volta che mi abbia dato un problema! Rilassati" la esortò, tendendole una mano "Se ti fa cadere, ti prendo"
Mabaal ridacchiò "Non credo, sarei troppo pesante per te" rispose, mentre afferrava la mano e riusciva finalmente a salire sopra il tappeto.
"Cioè, stai dicendo che sei...  corpulenta?"
"Che cosa? È che sono più grande di te!" ribatté subito, sistemandosi dietro di lui. Il piccolo mago si limitò a ridere.
"Sei pronta?" le chiese poi.
"Sì"
"Allora tieniti forte" esclamò il mago, mentre afferrava i bordi del tappeto "Si parte!" E schizzò su a razzo, quasi in verticale.
"Rallenta! Rallentaaaa!" gli urlò Mabaal nell'orecchio, abbracciandolo per la paura e per evitare di cadere.
"Aspetta, dobbiamo raggiungere l'altezza giusta!" replicò lui. Quella folle salita continuò per pochi secondi, poi il tappeto ritornò in posizione orizzontale e l'andatura divenne più tranquilla "Fatto!" annunciò Jidrin.
Ma Mabaal non riusciva a staccarsi da lui, e aveva anche iniziato a tremare. Il mago girò il capo, e vide che la ragazza stava guardando giù con estrema ansia.
"Soffri di vertigini?" capì, poi consigliò "Non devi guardare giù, sarai solo più spaventata"
"N-non pensavo che s-s-saremmo s-s-saliti così t-tanto..." Avrebbe dovuto tenere in conto la sua paura dell'altezza.
All'inizio l'idea di volare le piaceva, ma ora che vedeva il deserto così da lontano, avrebbe tanto voluto ritornare coi piedi per terra.
"Devi provare a non pensarci" le consigliò lui, preoccupato. Poi si illuminò "Idea! Potrei raccontare una storia per distrarti!"
"N-non credo che funz..." provò a dire la ragazza, ma proprio allora arrivò un colpo di vento che li spinse leggermente più in alto. Sussultò, per poi stringersi di più a quel ragazzo, sperando che non si lamentasse. Non era bello per una donna e un uomo non legati tra di loro stare così vicini...
Ma a quanto pare non era di vedute troppo ristrette: come quando aveva accettato a cuor leggero che vagasse da sola nel deserto, così fece qui, rivolgendole un sorriso di comprensione.
"Beh, intanto proviamo" disse "Sfortunatamente non posso permettermi di scendere. Ci metteremmo troppo a piedi" spiegò, iniziando a pensare a una storia abbastanza lunga. Forse sarebbe sembrato inquietante, ma gli piaceva avere quella ragazza al suo fianco. Era da tanto tempo che nessuno lo faceva, e poi i suoi capelli erano così morbidi...
In fondo, non l'avrebbe trasportata via da quel combattimento coi briganti se non l'avesse in qualche modo colpito.
"Ci sono!" realizzò "Ti racconterò del principe Jafar! È molto divertente"
"I-i-il principe Jafar?" chiese Mabaal.
"Sì, detto anche il principe fortunato. È un monarca di un isola piccolissima, che ho incontrato durante uno dei miei viaggi, e che mi ha raccontato la sua storia. Vedi, era l'unico figlio del re Ossama e quindi, dopo la morte del padre, il regno sarebbe dovuto passare a lui. Tuttavia non si sapeva con certezza se la madre fosse la regina o no, e di questo decise di approfittarne il gran visir, che aveva servito fedelmente il re per tutti quegli anni e che ora si sentiva in diritto di occupare il trono. Quindi, si mise a pianificare vari piani per uccidere il principe. E sai che cosa successe a quest'ultimo?"
"No. Cosa?" chiese la ragazza, interessata.
"Assolutamente nulla. Il gran visir provò di tutto: tentò di avvelenare il suo vino, ma un servo goloso lo bevve prima e morì lui; mandò un sicario ad ucciderlo nella notte, ma quello sbagliò camera e uccise il cuoco;  fece cadere il principe da una finestra, ma atterrò in una stalla piena di paglia e si limitò a storcersi una caviglia"
"Povera servitù, però" commentò Mabaal "Saranno stati decimati"
"Non troppo. Qui arriva il bello: il gran visir aveva ideato il centoventunesimo piano con cui uccidere il giovane, cioè mettendogli un serpente velenoso nel letto. Però l'animale si era addormentato, e il principe lo aveva visto. Quando entrò nella sala del trono e annunciò di essere sopravvissuto all'ennesimo complotto, il gran visir non si trattenne più: si stracciò le vesti dalla disperazione, e uscì dal palazzo urlando. Così il principe fu eletto"
"Bella storia!" disse Mabaal, staccandosi per battergli le mani. Solo in quel momento era riuscita a staccarsi da quella posizione così imbarazzante.
"Però se al suo posto ci fosse uno dei ragazzi dei miei sogni sarebbe stato un momento magico!" non poté fare a meno di pensare. Peccato che Jidrin fosse poco più di un bambino, anche se era davvero gentile e beneducato.
"Certo che hai una bella fantasia!" continuò.
"Non è fantasia" si voltò del tutto Jidrin "Mi è successo davvero! E forse la storia del sultano che condivise il corpo con un cammello ti convincerà..."
"Ma quella la sanno tutti, c'è anche la canzoncina" lo bloccò subito Mabaal, per poi aggiungere "E poi non hai finito di raccontare la storia: che fine ha fatto il gran visir?"
"Nessuno lo sa" le rispose il ragazzo "C'è chi mormora che sia morto, chi dice che cerca ancora un modo per uccidere il ragazzo, e altri..." e qui abbassò la voce "Altri sostengono che si sia trasformato in uno spirito che infesta il palazzo del principe, pronto a portarlo nel mondo degli spiriti, e che per questo il sovrano viaggia in continuazione" Rimase in attesa per un po', poi le chiese "Non ti ha fatto paura?"
"Me ne avrebbe fatta, se Direes -mio fratello- non me ne avesse raccontate di peggiori. Lui è appassionato di misteri"
"Davvero?" domandò Jidrin, incuriosito.
"Oh, lui? Vede l'occulto dappertutto!" rise la ragazza, per poco. Non voleva più pensare al suo gemello, non dopo quello che le aveva detto, doveva distrarsi. Forse, se avesse preso la giusta distanza dal fatto avrebbe potuto farcela, le venne in mente. E quale miglior distanza del raccontare una storia legata a lui, senza provare a tornare sempre a quella sera?
Non era certa che potesse funzionare, ma doveva provarci.
"Ad esempio, un giorno era tornato a casa con uno strano diario in mano. Sosteneva che gliel'avesse venduto un vecchio mercante. Quest'uomo gli aveva raccontato che lì era contenuto il modo per evocare Bilal, il primo genio libero... aspetta" e qui si rivolse al suo interlocutore, che continuava a tenere la testa voltata verso di lei "Sai cos'è un genio libero, vero?"
"Sono geni che si sono liberati del padrone in modo violento" rispose subito lui "E che hanno un controllo totale sui loro poteri. Ne ho sentite raccontar tante, su di loro! Si dice che se un uomo mangia alla loro mensa sarà legato a essi per sempre, nella maniera che più lor compiace!"
"Davvero? Non lo sapevo. Ero rimasta a che se un umano li sposava diventavano immortali..." sorrise lei, per poi continuare "Comunque, Direes voleva evocarlo. Era curioso, voleva vedere quanto fosse effettivamente potente. Così aveva preparato tutto nella sua camera: si mise a strofinare una lampada, mormorando strane formule..."
"Io sapevo che si richiamasse facendo una pozione di pietre magiche!" la interruppe Jidrin.
"Beh, a questo punto è possibile. Perché non successe nulla" Stava provando a imitare i tempi del mago, cercando di distrarsi, come di soffermarsi troppo sul protagonista, ma non stava funzionando: un magone iniziava a formarsi nel suo petto. Aveva sbagliato, doveva basarsi su qualcosa che non la riguardasse così da vicino.
"Nulla?" si stupì Jidrin. La sua faccia era visibilmente interessata, l'ascoltava ad occhi sgranati. Non poteva lasciarla a metà, quindi decise di chiuderla in fretta.
"Nulla, c'ero anche io. O almeno così pensavamo. Dovevamo uscire per andare alla moschea, quindi lasciammo la stanza incustodita. Ma, quando rientrammo, vedemmo una cosa incredibile..." e qui si mise a sussurrare "Qualcuno aveva divorato i makroud che avevo cucinato, si vedevano i morsi sui piatti. E, accanto, c'era un biglietto in una lingua che non siamo mai riusciti a decifrare. Direes sosteneva che fosse nella lingua degli spiriti, e per dimostrarlo ha provato a..."
"Ti senti bene?" la interruppe Jidrin, vedendo come la sua voce continuava ad abbassarsi di continuo, e non solo per creare atmosfera.
Non si sbagliava. Il magone nel petto cresceva sempre di più. Aveva provato a parlare in modo noncurante, ma ogni volta che pronunciava il nome del fratello il dolore cresceva. Non ce la faceva.
"Io... non riesco a continuare la storia, mi dispiace" mormorò.
"Non vai troppo d'accordo con lui, vero?" capì il mago.
"Ultimamente sì" si trovò costretta a svelarsi Mabaal. Dopotutto, era anche giusto: era da un po' che lo stava tediando, con il suo misterioso fratello. Tanto valeva che gli raccontasse anche del resto "Questo viaggio è anche un modo per fargli capire che sta sbagliando, oltre che ad arricchirmi. Però" e qui si interruppe "Non chiedermi di più, per favore. Voglio distrarmi un po', e cercare di dimenticare"
"Dev'essere una cattiva persona se ha osato farti soffrire così tanto" commentò il mago.
"Non è cattivo!" rispose subito lei "È solo..." provò a trovare un modo per spiegarsi il comportamento del fratello, ma la sua mente era vuota, come se qualcuno avesse cancellato i motivi per cui doveva difenderlo. Eppure, sapeva perfettamente che c'erano, e che erano pure numerosi.
"Non ci pensiamo più" la esortò Jidrin. Tese una mano verso di lei, come per accarezzarla, ma poi la rimise sulle frange del tappeto per non perdere il controllo "Ti ha evidentemente scossa. Ora, so che conosci la canzoncina, ma forse ti farebbe piacere sentire la storia del sultano dal punto di vista del cammello..."

Il sole continuava a calare. Le storie erano continuate, anche se da tempo Mabaal aveva smesso di essere triste e impaurita. Si sarebbe anche dimenticata che stava volando, se una volta non avesse rischiato di cadere giù dal tappeto per le risate! In fondo, questa gara senza vinti e vincitori era un meraviglioso modo per passare il tempo.
"Quella pietra incantata mi pesava sempre più nella tasca" raccontava Jidrin "Avevo sempre più paura che sarei diventato un uccello, da un momento all'altro. Ma poi, sul far della sera, lo vidi: al-Baḥr al-Aḥmar. La sua schiuma continuava a bagnare e ribagnare la spiaggia, instancabile..."
"Ma tu hai davvero visto il mare?" lo interruppe Mabaal.
"Sì, certo. Tu mai?"
"No, ma non è quello il punto. È che da lì vicino viene Marwan!" sospirò mentre, con aria sognante, si stendeva sul tappeto.
"Marwan?" chiese Jidrin. La sua voce era diventata all'improvviso più dura, ma Mabaal non ci fece caso.
"Sì. È bellissimo!" sospirò, per poi rizzarsi in piedi "Fa parte di una delle famiglie più ricche della città. Esce poco di casa, ma quando lo fa le ragazze sospirano tutte. Me l'ha raccontato la mia amica Grand, quindi dev'essere vero! E ho come la sensazione che piaccia anche a lei..."
"Se lo vuole sposare?" domandò subito l'altro.
"Tutte vogliamo farlo. Peccato che sia già fidanzato!" sospirò lei con aria sognante, per poi riprendersi subito "Però quando diventerò ricca potrei conoscerlo, e così lui si innamorerà di me e contrarremo un matrimonio! Magari mi presenterò a una delle sue feste, in un abito bellissimo... già me lo immagino, sarebbe pieno di ricami dorati a forma di maialini! Io adoro i maiali, sai?"
"Ma se lui non ti accettasse?"
"Cosa?" Mabaal si girò verso il mago, che proseguì:
"Se ridesse di te, se fosse una brutta persona? È vero, non lo conosco bene e potrei sbagliarmi, ma non sarebbe meglio sposarsi qualcuno che si conosce di più, che è gentile e ti vuole bene?"
"C-certo" rispose Mabaal, a cui non piaceva la piega che stava prendendo il discorso. È vero, Jidrin la stava aiutando, sia a farle passare le vertigini sia a farla diventare ricca, ma non sembrava comunque la persona più adatta con cui fare certi discorsi.
"Sembra quasi che lui stesso si sia proponendo" si mise a pensare, per poi ridere alle sue stesse motivazioni "Che sciocchezza! Non mi conosce neppure da un giorno, e poi è troppo piccolo per capire queste cose! Probabilmente, poiché ha vissuto molto distante dalla città, non sa bene come relazionarsi con le ragazze, ma non gliene si può certo fare una colpa!"
Comunque pensò a una risposta, l'aveva tenuto anche troppo sulle spine.
"E sarò certa di farlo quando lo vedrò" decise di chiudere "Ma al momento mi sembra presto per pensarci, non sono ancora in età da marito!"
Qualcuno sarebbe saltato su, dicendo che proprio a questa età avrebbe dovuto cercare di sposarsi, ma il prozio Satam era stato chiaro "Non ho voglia di cercarti un marito, e poi mi sembra che lo fai già da sola. Se i tuoi genitori fossero qui forse agirebbero diversamente, ma ormai sei sotto la mia tutela e decido io! E poi non ho neanche un bel vestito da indossare al giorno del tuo matrimonio" e così la faccenda era stata chiusa.
Scosse la testa, indispettita. Perché non riusciva a concentrarsi? Perché ogni cosa che faceva le ricordava casa? Stava parlando con una persona che della sua situazione familiare non sapeva niente: avrebbe dovuto essere gentile, non perdersi in continui rimorsi.
"Oh, capisco" le disse il diretto interessato. Poi, prima che Mabaal potesse continuare la conversazione, si girò e afferrò le frange del tappeto, esclamando "Stiamo per arrivare!"
Preoccupata per la discesa repentina, Mabaal si strinse a lui di nuovo, ma con meno forza, e chiuse gli occhi. Il profumo dell'altro le invase le narici, ma era dall'inizio del viaggio che conviveva con quell'odore, e ormai vi si era abituata.
Tuttavia, Jidrin doveva aver capito che non le piaceva il suo modo di condurre il tappeto, e scese più piano, così Mabaal si staccò da lui e aprì gli occhi. Spalancò la bocca per lo stupore.
Sotto di loro si ergeva un magnifico palazzo. Cinque cupole candide, il cui puntale d'avorio si rizzava fiero verso il cielo, si scagliavano luminose contro il cielo, e sotto di esse i mattoni azzurrini facevano un bel contrasto.
"Ma... E l'oasi?" chiese Mabaal.
"È proprio dietro!" Jidrin sorpassò una delle cupole, e gliela mostrò: si poteva a malapena chiamare oasi, forse aiuola nel deserto sarebbe stato meglio, ma si vedevano chiaramente le cinque palme cariche di gemme.
Intanto, Jidrin stava facendo scendere il tappeto, e sotto di lui, in cerchio, si era radunata un enorme folla.
"Chi sono?" chiese la ragazza.
"I miei genitori, la servitù... un po' di persone" rispose sbrigativo lui, per poi rivolgersi verso di lei "Ti danno fastidio? Vuoi che li cacci via?"
"No, affatto!" negò Mabaal "Perché dovresti? Mi piace conoscere nuove persone! Però non so se..."
"Figliolo!" si fece loro incontro un grande uomo, non appena toccarono terra "Quanto mi sei mancato!" e abbracciò Jidrin contento.
"Lasciami, mi stai mettendo in imbarazzo!" strillò lui, mentre Mabaal scendeva confusa dal tappeto. Non sembrava che fosse un incontro tra padre e figlio quello a cui stava assistendo: Jidrin non avrebbe dovuto mostrare un po' più di rispetto?
"Beh, però tu non puoi comparare, non hai mai conosciuto il tuo" si disse "E poi quel Jidrin sembra molto più libertino di tanti che ho incontrato, suo padre deve avergli dato il permesso di comportarsi così"
"No, continuate pure. Non è un problema, per me" aggiunse poi, guardando quel cerchio di facce sorridenti che la osservavano all'ombra di quelle torri. Si sentì, all'improvviso, molto in imbarazzo: non si era aspettata un'accoglienza simile. Capiva Jidrin, lo conoscevano da anni, ma perché erano così felici di vedere lei?
"Ah! Buongiorno, piccola! È un'amica di mio figlio?" la distrasse l'uomo dai suoi pensieri.
"Padre, lasciala stare!" si intromise Jidrin, rosso d'imbarazzo. Mabaal non poté fare a meno di trovare buffa questa situazione. Anche se ciò non cancellò i dubbi che le si erano formati.
"Devo chiedergli spiegazioni" decise. Stava per farlo, quando qualcuno le afferrò il braccio con una mano ruvida e ossuta. Non poté fare a meno di saltare sorpresa e spaventata, anche quando alzò lo sguardo e vide che si trattava di un anziana donna.
"Lei è mia madre" la presentò Jidrin, per poi ordinare "Preparala bene. Stasera daremo una festa, e la qui presente Mabaal sarà la nostra ospite d'onore"
La donna annuì, stanca, poi fece un cenno con la mano. Al suo comando quattro allegre donne uscirono dalla schiera ciacalando, per poi accerchiare Mabaal e trascinarla all'interno.
"No, aspettate!" provò a dire la ragazza, girandosi "Devo parlare con Jidrin!"
I loro sguardi si incrociarono. Lui stava ascoltando il padre, che si stava complimentando con lui per l'idea e già preparava la lista degli invitati, ma lo ignorò salutandola con la mano e mimando con la bocca una frase, con una strana luce negli occhi.
"Amerai questa serata, Mabaal. Te lo prometto"

Glossario
Jafar e Ossama=Sono inventati da me, non hanno alcuna corrispondenza nello show.
Bilal=Bill Cipher. È abbastanza simile, no?
Ah, e siccome è un personaggio che appare principalmente nella seconda stagione, che io non ho ancora finito di guardare, mi scuso se scriverò qualcosa che andrà contro la sua storia/il suo carattere!
Makroud: dolce arabo, composto da pasta di semola e olio farcita con impasto di datteri, olio e cannella, fritti in olio.
al-Baḥr al-Aḥmar: Mar Rosso in arabo.
Marwan=Mermando. Non assomiglia al nome, ma ha "Mar" in esso, ed assomiglia a “Mer”, quindi (almeno per me) va benissimo!
Grand=Grenda. Sono partita dal nome femminile Rand e gli ho aggiunto una G iniziale.

 

  
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