Anime & Manga > Durarara!!
Segui la storia  |       
Autore: neverenough    12/05/2016    2 recensioni
A sconvolgere un’intera esistenza basta poco. Almeno quanto poco basta per stravolgere ogni credenza e ogni percezione della normalità.
Shizuo lo scopre a proprie spese, mentre l’odore della decadenza sembra perseguitarlo, in una lenta e agonizzante litania che ha il solo scopo di portarlo alla follia. Niente sarà più come prima.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note pre-capitolo

Chiedo infinitamente scusa per il ritardo di questo capitolo. Ho avuto il computer fuori uso per diversi giorni e avendo salvato sulla pennetta la storia solo fino al capitolo sette, mi sono ritrovata bloccata e non ho nemmeno potuto continuare a scrivere. Senza contare che ormai sono sotto esami e l’ansia mi sta facendo brutti scherzi.
Riguardo a questo capitolo, sono stata costretta a dividerlo in due parti poiché era troppo lungo, ed è uno dei capitoli più leggeri in tutta la storia. Spero vi piaccia e che possiate perdonare il mio ritardo.
Una piccola annotazione che vi faccio, riguarda i vestiti tradizionali giapponesi: sebbene non sia propriamente corretto, ho utilizzato "kimono" per i maschi e "yukata" per le femmine. Non è una cosa del tutto giusta, ma per risparmiare tempo ho preferito così.
La seconda parte la pubblicherò lunedì, o almeno ci proverò. Scusatemi ancora.
Yogurt.



Capitolo 10 – Prima parte


Shizuo è molto a disagio. Non indossava un kimono da almeno sette anni, e ha dimenticato cosa si provasse nel metterlo. Kasuka, in città grazie a una pausa dal film che sta registrando, appena saputo che Shizuo ha un... un... appuntamento con Vorona, si è presentato a casa sua con un kimono nuovo di zecca, e l’ha obbligato a metterlo. Shizuo in un primo momento si è rifiutato, dopotutto era molto più probabile che Vorona si presentasse in abiti normali poiché non originaria del Giappone. Ma a quanto pare, Kasuka ha pensato a tutto, andando a parlare con il gestore del Russia Sushi per assicurarsi che Vorona indossasse uno yukata che stesso Kasuka ha comprato per lei.
– Non dovevi fare tanto – dice Shizuo al fratello minore, mentre questo lo accompagna in auto al festival.
– Ho parlato con il Dottor Kishitani e con Tanaka Tom-san. So di Izaya, del ritrovamento e delle tue anormali quanto estreme reazioni – la risposta dell’altro. – Non sono mai a casa, e quando ne ho la possibilità voglio darti tutto il mio supporto. Voglio che ti svaghi per questa sera, ed è chiaro che tra te e questa ragazza c’è qualcosa di più di una normale amicizia. Tu devi solo scoprirlo, nii-san. – Dopo una piccola pausa, il più giovane Heiwajima apre ancora bocca: – Ti ricordi di questo festival? Diversi anni fa’, prima che diventassi un attore, ho conosciuto il tuo peggior nemico e le sue sorelle.
Shizuo aveva cancellato quasi completamente quel ricordo. Lo stesso festival a cui sta andando, sei o sette anni prima.
Ad accompagnarlo era la sua famiglia al completo: i suoi genitori e il suo fratellino. Non era propriamente una tradizione andare a un festival, ma qualche volta sua madre coglieva le occasioni e li coinvolgeva. Shizuo ricorda il kimono che sua madre aveva comprato per l’occasione: era completamente blu chiaro tendente all’azzurrino, con venature bianche che formavano dei fiori di ciliegio. A Shizuo piaceva ed era anche molto distante da uno normale. Solitamente gli uomini non indossano kimoni dai colori così chiari o spiccati, ma lui poteva essere un’eccezione, dato il colore biondo dei suoi capelli tinti. Sua madre non aveva risparmiato nemmeno Kasuka, costringendolo a mettere un kimono simile al maggiore, ma molto più scuro (sempre in base al colore dei capelli e anche all’indifferenza verso il mondo da parte del minore, che in certi versi lo faceva apparire come una persona ostile e affascinante allo stesso tempo).
Erano in giro per il festival e i due fratelli si erano allontanati dai loro genitori, così da poter aver un po’ di aria e continuare il giro da soli. Erano abbastanza grandi da poter avere una ragazza, ma a nessuno dei due interessava molto quell’argomento. Parlavano del più e del meno, e il più grande chiese dei corsi di recitazione. I loro genitori avevano inviato Kasuka in quei corsi con la speranza che imparasse a socializzare il più possibile, almeno più di quanto avesse fatto con gli sport. In questi eccelleva sempre; tuttavia, la sua mancata capacità di socializzazione lo aveva portato spesso a trovare difficoltà con la squadra (e non solo sul campo, ma anche al suo esterno). Con il teatro, invece, le cose sembravano andare a gonfie vele. La donna che gestiva quei corsi, appena vista un’interpretazione di Kasuka aveva iniziato a lodarlo come se fosse un dio, e anche al diretto interessato sembrava piacere molto recitare, dimostrandolo a modo proprio.
Stavano appunto parlando del ruolo che Kasuka avrebbe dovuto assumere in un saggio di lì a poche settimane, quando qualcuno di corsa urtò Shizuo. I sandali in legno non erano esattamente comodi e il biondo perse facilmente l’equilibrio, finendo a terra e sporcando il kimono nuovo. Il tizio che lo aveva urtato cadde al suo fianco. Shizuo già sentiva il nervosismo pulsare nelle vene al pensiero della polvere attaccata al suo kimono nuovo di zecca. Chiunque fosse stato il bastardo, l’avrebbe pagata. Quando riuscì a mettersi seduto e riconobbe la persona che lo aveva urtato, un sorriso omicida si espanse sul suo viso.
Izaya era ancora a terra, in ginocchio, e si teneva un gomito da cui usciva sangue. Indossava un kimono nero accompagnato da una fascia bordeaux. – Dannazione – sussurrò, prima di voltarsi verso il biondo e chinare il capo. – Chiedo scusa. Ero di fretta e...
Shizuo lo prese per la collottola, portandosi il suo viso a pochi centimetri dal proprio. – Dannata pulce, hai rovinato il mio kimono.
Izaya in un primo momento parve confuso. Poi, quando incontrò gli occhi color caramello, sembrò realizzare. – Oh, Shizu-chan? Che sorpresa trovarti nel bel mezzo di un festival.
Shizuo strinse la presa. – Dannata pulce bastarda, – ringhiò tra i denti – hai intenzione di rovinarmi questa serata?
– Prego? – si finse innocente il moro. – Stai fraintendendo Shizu-chan. Per quanto ti odio, non sei sempre al centro dei miei pensieri, sai?
– E se faccio in modo che non puoi più pensare? Che ne dici? Ne gioiremo tutti – minacciò, mentre alcuni passanti si fermarono per osservare la scena.
– Nii-san? – intervenne Kasuka, poggiando una mano sulla spalla di Shizuo. – Non hai intenzione di fare casini qui e adesso, vero? – chiese, come il solito con un’espressione indifferente sul viso.
Shizuo strinse ancora per un secondo la presa, poi mollò e si alzò, allontanandosi di qualche passo e scrollandosi la polvere dal kimono. Izaya fece lo stesso, prima di puntare lo sguardo sul ragazzo che accompagnava Shizuo incuriosito.
– La prego di perdonare il comportamento di mio fratello – si scusò Kasuka.
– Fratello? – chiese Izaya, spostando gli occhi sul biondo che si guardava intorno nervosamente nel tentativo di calmarsi prima di tentare di uccidere quella dannata pulce.
– Sì – confermò Kasuka, allungando poi la mano. – Sono Heiwajima Kasuka.
– Orihara Izaya. – Gli strinse la mano, evidentemente estraniato, tenendo d’occhio il mostro.

Shizuo torna alla realtà quando sente l’auto voltare e fermarsi. – Siamo arrivati – annuncia Kasuka spegnendo il motore. Non sono tanto vicini all’entrata del festival: meglio non attirare troppo l’attenzione su Shizuo. Qualche giornalista ha già scoperto la vera identità su Hanejima Yuhei e di suo fratello. Shizuo li ha subito cacciati via, tuttavia non vuol dire che non siano ancora in agguato, quei dannati paparazzi. Se il maggiore dei due vuole avere una serata tranquilla, è meglio evitare i flash che lo ritraggono con il proprio adorato fratellino.
– Va bene – sussurra Shizuo, iniziando a sentire un nervosismo diverso dal solito. – Dici che sto bene con questo kimono?
– L’ha cucito apposta uno dei sarti più famosi del Giappone solo e unicamente per te. Non farti problemi, nii-san.
– Grazie per esserti preoccupato – ringrazia ancora Shizuo, ma non sembra voler scendere dall’auto. Vuole passare una serata tranquilla e la compagnia di Vorona non può che fargli bene. Eppure si sente strano: il nervosismo che scorre in lui non ha nulla a che vedere con la rabbia, e ciò lo disorienta. È da un po’ che non si sentiva così.
– Sarà una bella serata – continua Kasuka. – Non tirarti indietro.
– Non mi tirerò indietro – gli fa eco il biondo.
– Deve piacerti davvero tanto questa Vorona.
– Non è una donna comune, questo è certo.
– Nemmeno tu sei un uomo comune.
– Lo so.
– Bene. – Inizia ad aleggiare un lieve silenzio nell’abitacolo, e Shizuo si sente sprofondare in esso. – Nii-san, da quanto non esci con una donna?
Eccola, la domanda che Shizuo avrebbe voluto non sentire mai. – I-io... n-non sono m-mai uscito con una d-d-donna... – Si passa una mano tra i capelli, scompigliandoli un po’ e pentendosene subito dopo. Kasuka glieli ha tirati indietro per aiutarlo ad apparire un uomo più serio, e lui si sta rovinando l’acconciatura. – Hanno sempre avuto paura della mia forza... In un certo senso ci avevo anche rinunciato a... corteggiarne qualcuna, anche se m’interessava...
– Loro avevano paura della tua forza, ma tu sei il primo che ha sempre avuto paura della sua stessa forza – lo rimprovera Kasuka. – Sbaglio?
Shizuo sembra rimpicciolirsi sul sedile. – Non sbagli.
– Se Vorona non ha paura di te, allora probabilmente è la persona giusta. Non importa se ha provato a ucciderti.
Il biondo alza gli occhi sul fratello, incredulo. – Come fai a saperlo?
– Non sono l’unico che è tenuto d’occhio a distanza dal proprio fratello – risponde Kasuka, sorridendo lievemente. – Adesso vai. Non si devono far attendere le donne.
Shizuo ricambia il sorriso e finalmente si sente sollevato. Il nervosismo è ancora lì a fargli pressione, ma è una sensazione piacevole rispetto a prima. Probabilmente è il segnale che qualcosa sta per cambiare, e si sente estasiato quanto tranquillo di ciò. – Vado – dice, uscendo finalmente dall’abitacolo. Prima di avviarsi verso l’ingresso del festival dove incontrerà Vorona, Shizuo guarda il proprio riflesso sui vetri oscurati dell’auto. I capelli, anche se meno in ordine rispetto a prima, non sono male. Anzi, forse gli donano di più poiché qualche ciocca ribelle mostra in parte la sua personalità. Sorride a se stesso, stranamente soddisfatto; nel proprio kimono nero con una fascia bianca a tenerlo legato, si avvia verso l’entrata.
Vorona è già lì che lo aspetta. Shizuo è rapito dalla sua bellezza: i suoi capelli biondi sono legati in uno chignon dietro la nuca, con dei boccoli ai lati del viso; lo yukata che indossa è bianco con delle venature ondulate di colori che vanno dal rosa chiaro al rosso scuro al blu notte, e sembrano richiamare le fiamme di un fuoco arcobaleno. Kasuka non si è trattenuto, ma nemmeno Vorona, con tutta la sua bellezza, si è trattenuta.
La donna lo osserva, poi abbassa lo sguardo in imbarazzo. Le guancie si colorano di porpora. – Sono davvero strana così... vero Shizuo-senpai?
Shizuo prende coraggio e si avvicina, quasi d’impulso. Poggia una mano sul suo viso e glielo alza verso il proprio per poterla guardare negli occhi. – Penso che tu sia bellissima – dice e sente il cuore perdere un battito mentre realizza ciò che ha fatto e detto. L’imbarazzo si fa’ spazio su tutto il resto, e Shizuo arretra quasi saltando di un metro indietro. Anche Vorona è in totale imbarazzo, e il viso rosso e gli occhi che saettano da un punto a un altro ne sono la conferma. La scena è così curiosa e comica, che attrae anche lo sguardo di qualche passante.
– Grazie – sussurra infine Vorona, riprendendosi dal proprio imbarazzo e riuscendo finalmente a guardare negli occhi il proprio accompagnatore. – Iniziamo il giro?
Shizuo sorride lievemente e annuisce, porgendole il braccio e iniziando così la passeggiata tra le bancarelle. Vorona è originaria della Russia, e le tradizioni sono molto differenti da quelle del Giappone. Shizuo ha fatto qualche ricerca apposta e ha chiesto aiuto al proprietario del Russia Sushi su come approcciarsi bene con Vorona, e Simon gli ha spiegato alcune cose che differenziano completamente dalle tradizioni Giapponesi: ad esempio, durante un appuntamento, è normale che la donna e l’uomo camminino a braccetto. Così non si fa’ scrupoli come normalmente richiederebbe la tradizione giapponese.
All’inizio l’aria tra i due è abbastanza rigida. Si ritrovano a corto di argomenti e sono troppo imbarazzati dal primo approccio, che probabilmente sarebbe stato l’ideale solo a fine serata, così da concluderla in bellezza. Dopo un po’, l’aria sembra distendersi mentre assaggiano diverse pietanze del luogo e Vorona inizia a divertirsi. Parlano del più e del meno, delle tante tradizioni russe e pietanze del paese della donna che Shizuo dovrebbe assaggiare e che un giorno lei stessa gli preparerà, strappando una piccola promessa.
Arrivano alla fine della strada delle bancarelle e trovano uno spazio un po’ più isolato dalla folla, su una panchina nascosta da diversi alberi. Entrambi hanno una mela caramellata e Shizuo la osserva per un attimo mentre un altro ricordo riaffiora, collegato a quello di che ha avuto mentre era in auto con Kasuka.

– Si può sapere cosa cazzo ci fai qui!? – intervenne Shizuo, fulminando Izaya e facendogli distogliere l’attenzione dal minore degli Heiwajima.
Il volto della pulce sembrò illuminarsi di consapevolezza, prima che un’imprecazione gli uscisse dalla bocca. Stava per iniziare a correre dalla direzione in cui già stava andando, quando Shizuo lo afferrò per il colletto e lo alzò di qualche centimetro da terra. – Shizu-chan, non ho tempo di giocare. Sono di fretta.
– A chi hai intenzione di rovinare la vita questa volta? – chiese a denti stretti.
– Shizu-chan, non credi di starmi sopravvalutando? Anch’io ho dei giorni in cui ho bisogno di riposo – rispose Izaya mentre, con una contorsione veloce del braccio, provocò un graffietto sul polso di Shizuo. Niente di grave o profondo: solo quanto bastasse per sorprenderlo e farsi lasciare. Izaya iniziò a correre.
– Bastardo – ringhiò Shizuo, prima di iniziare a rincorrerlo. Voleva sapere cosa stava architettando e se questo implicava seguirlo, chi lo avrebbe fermato? Persino Kasuka rinunciò da subito all’idea di fermarlo, iniziando a correre dietro Shizuo. Per fortuna, era abbastanza allenato da non stancarsi facilmente dopo una corsetta.
Izaya si voltò a un certo punto, guardando Shizuo. – Shizu-chan, preferirei se la smettessi di seguirmi – disse. – Capisco che non puoi resistere un giorno senza lanciarmi qualcosa addosso, ma oggi... – La pulce non riuscì a terminare la frase: una persona di bassa statura, con uno yukata e delle treccine, spuntò dal nulla e colpì Izaya di lato, facendolo cadere a terra per la sorpresa e cadendo lei stessa addosso al ragazzo.
– Preso! – urlò quella che doveva essere una bambina di otto anni al massimo. Shizuo si fermò poco dopo, osservando quella scena curiosa. Lui non era mai riuscito a prendere di sorpresa Izaya, ma a quanto pare c’era qualcuno che lo aveva appena fatto.
Izaya si alzò da terra, gemendo e portando una mano alla testa. – Cavoli – sussurrò, prima di mettersi seduto e guardare la bambina che ancora era su di lui e lo stava abbracciando.
– Ti ho fregato – canticchiò questa, ridendo.
Il voltò di Izaya si fece serio, poi alzò velocemente una mano e, un attimo dopo, uno schiaffo atterrò sul volto della piccola.
Shizuo si sentì ribollire dalla rabbia e iniziò con il farsi avanti. Kasuka lo bloccò per un braccio. – Fermo – gli disse.
– Cosa diavolo ti è saltato in mente! – alzò la voce Izaya, attirando ancora più occhi di quanti non ne avesse già attirati. – Ho acconsentito a portarvi a questo festival e che fate!? Scomparite nel nulla e ve ne andate in giro da sole!
– M-ma io...
– Non voglio sentire scuse! Dovete comportarvi bene! Siete solo bambine, ve ne rendete conto!? – continuò, e Shizuo ci mise qualche secondo prima di notare un’altra bambina, con uno yukata simile a quello dell’altra con le treccine, ferma vicino a Izaya con tre mele caramellate di mano. – Poteva succedervi di tutto! Incoscienti!
– I-io...
– Su su, non esagerare – intervenne una voce familiare e, girandosi, Shizuo vide Shinra. Indossava un kimono verde e nero. – Stanno anche loro cercando la propria indipendenza.
– Non è questo il punto! – esclamò Izaya, sorprendentemente arrabbiato. – Sono sotto la mia responsabilità e... – si bloccò di nuovo, alzando lo sguardo su Shizuo, che era del tutto sotto shock. – E tu cos’hai da guardare!?
Il biondo stava per rispondere, quando un singhiozzo lo fece fermare. – Mi... mi dispiace – sussurrò la piccola con le treccine, iniziando a piangere.
Izaya sembrò essere disorientato e per la prima volta dimostrò paura... o per meglio dire ansia. L’abbracciò e le accarezzò i capelli, sospirando mentre lanciava uno sguardo preoccupato all’altra bambina. Aveva paura che anche lei scoppiasse a piangere? – Su su, non c’è bisogno di piangere, mi avete solo fatto prendere un colpo sparendo così.
– Iza-nii è arrabbiato...
– Nii... – ripeté Shizuo sussurrando. Erano le sue sorelle!?
– Certo che sono arrabbiato, siete delle irresponsabili!
– Nii-san – intervenne l’altra bambina con le mele caramellate in mano, anche lei sul punto di piangere. – Severo...
Izaya alzò lo sguardo su di lei, poi roteò gli occhi e sospirò. – Ho capito, non lo dirò a nonna Natsu – disse e la bambina che aveva abbracciato sembrò riprendersi dal pianto.
– Ma mi hai dato uno schiaffo... – sussurrò, alzando lievemente gli occhi dal suo petto.
La pulce sospirò nuovamente. – Va bene, va bene. Vi comprerò tre cose che desiderate. Basta che la smettete di fare così. E se fate di nuovo un giochetto del genere, non vi porterò più da nessuna parte. Sia chiaro.
– Davvero? Grazie! – disse felice, prima di strozzare Izaya in un abbraccio.
Decisamente sono le sorelle della pulce! Pensò Shizuo sempre più sorpreso mentre intuiva che quello che era appena successo era solo una messa in scena da parte di quelle due per raggiungere i propri scopi. – Non ci credo – sussurrò poi, mentre vedeva i due rialzarsi da terra.
La bambina con le treccine si presentò subito al biondo e a suo fratello Kasuka come Mairu, mentre l’altra era Kururi. La somiglianza con Izaya era schiacciante, ma non era l’unico tratto distintivo. Erano gemelle e sembravano essere l’una l’esatto opposto dell’altra. Eppure erano in un’armonia inquietante. Persino quando si misero a guardare Kasuka in maniera strana: chi con gli occhi a cuoricino, chi con la bocca socchiusa e il respiro mozzato.
– Orihara-kun temeva di non poterle gestire da solo... ma nemmeno in due ci riusciamo a quanto pare – aveva detto Shinra in imbarazzo, mentre l’attenzione delle gemelle era tutta rivolta verso Kasuka, che sorrideva e si comportava gentilmente con loro.
Izaya sospirò, avvicinandosi a Shinra. – Gli hanno persino dato la mela caramellata che avevano preso per me – disse, prima di volgere lo sguardo verso Shizuo. – Tuo fratello le ha ammaliate. Come ha fatto? Non sono mai riuscito a tenerle tranquille.
– Tsk. È ovvio che tu non ci sai fare con i bambini – aveva risposto aspramente il biondo.
– Oh? – Izaya sorrise, avanzando a testa alta verso il nemico, con aria di sfida. Non sovrastava l’altezza di Shizuo, ma non lo aveva mai guardato dal basso. Al contrario, Izaya era sempre stato l’unico che non aveva mai mostrato paura nei suoi confronti (ovviamente escludendo la sua famiglia e Shinra). – Se vuoi te le lascio per un giorno intero. Vediamo se riesci a tenerle a bada.
Shizuo avanzò di un passo, dimezzando la loro distanza. – Cos’è, vuoi scommettere con la tua vita? – chiese. A distanza di anni da quell’affronto, il biondo ne è consapevole: se avessero realmente scommesso, avrebbe perso.
Per sua fortuna, Shinra s’intromise. – Su su, non siete ancora abbastanza grandi ed esperti per scommettere sulle vostre vite!
– Shinra sei cattivo! – si lamentò il moro, cantilenando. – Così mi rovini il divertimento!
– No, salvo la vita a uno di voi. – Shinra sorrise, mentre spostava lo sguardo da Izaya a Shizuo. – Vi va di unirvi a noi in questa passeggiata? – chiese, e il biondo stava per rifiutare quando l’altro indicò dietro di lui. Voltandosi, vide le sorelle Orihara parlare felicemente con Kasuka. Mairu si era addirittura presa la libertà di stringere la mano al maggiore. – Non ti conviene rifiutare, o avrete due pesti che vi stanno attaccate per tutto il cammino senza nemmeno noi che dobbiamo tenerle d’occhio. La responsabilità cadrebbe tutta su di voi.
– Tsk, la solita fregatura – protestò il biondo, senza poter rifiutare.
E così iniziò la passeggiata di una strana combriccola. Per Shizuo e Izaya, ogni stand con dei giochi era una buona occasione per sfidarsi e non importava spendere soldi: giacché non potevano picchiarsi, dovevano limitarsi a piccole sfide per dimostrare la propria grandezza e potenza. Solo in una cosa Izaya non poteva battere il biondo, cioè la prova di forza. Per sua fortuna, lo stand che testava la capacità di forza si trovava dal lato opposto della fiera. Tuttavia, in qualche gioco Shizuo riusciva a vincere, anche se erano ben pochi messi al confronto con quelli che era riuscito a vincere il moro.
Shinra li seguiva e si divertiva nel vederli gareggiare in quella maniera. Sembravano i tre buoni amici che aveva sempre sperato di essere e, sebbene era solo un’illusione, non era male. Sapeva che anche i due si stavano divertendo, ma non lo avrebbero mai ammesso: era già stato difficile deporre le armi per una sola serata. Il merito, ovviamente, era tutto di Kasuka e delle due piccole pesti cui dovevano badare. Quelle due si stavano godendo il tempo con il minore degli Heiwajima e, sebbene sembrasse strano, quel ragazzo sembrava un miracolo asceso apposta per aiutare due adolescenti a tenere a bada due demoni. Ma cos’altro ci si poteva aspettare da persone che portavano il cognome Orihara?
Kasuka, dal canto suo, era bravo a intrattenere le persone ed era anche un’ottima scusa per provare a testare le proprie abilità di attore. Sebbene sembrasse si stesse divertendo e apprezzasse la compagnia di quelle due ragazzine, in realtà stava recitando un copione scritto da qualche parte sull’etica comportamentale. Ma in fondo, per lui era divertimento quello.
Lentamente arrivarono sulla cima del monte, in un luogo isolato in cui avrebbero potuto godere tranquillamente i fuochi d’artificio. Si sedettero sull’erba nonostante la panchina vuota vicino a loro, e cercarono di rilassarsi. Shinra si era messo in mezzo a Izaya e Shizuo, così da evitare che quei due si mettessero a bisticciare con la più patetica delle scuse. Accanto a Izaya si sedette Kasuka, attorniato dalle gemelle. Mentre questi parlava con Kururi, Mairu si alzò e andò a sedersi accanto a Shizuo. Tutti avevano una bevanda analcolica presa da uno stand lì vicino.
Il biondo la guardava incuriosito e non poté negare la forte somiglianza con Izaya. Nonostante lui avesse un colore di capelli più scuro, avevano entrambi gli stessi lineamenti e lo stesso naso tirato all’insù. Anche gli occhi erano dello stesso colore, sebbene quelli di Izaya fossero più piccoli e affilati nei suoi contorni. Probabilmente, con il tempo anche i lineamenti di Mairu sarebbero mutati.
– Sei davvero il fratello di Kasuka-san? – chiese lei, sorridendo raggiante.
– Già – annuì Shizuo. Accanto a lui, Izaya e Shinra avevano iniziato discutere di qualcosa... o meglio il quattrocchi stuzzicava l’altro, che protestava in maniera quasi infantile ma disinvolta. – E tu la sorella di quella dannata pulce.
– Odi mio fratello?
– Tsk. Non era chiaro?
Mairu fece un’espressione sorpresa, poi esclamò un qualcosa di poco chiaro e lo indicò con un dito. – Tu sei il protozoo di cui parla sempre!
– Protozoo – ripeté Shizuo, stringendo i pugni. Se avesse potuto, avrebbe picchiato tanto forte quella dannata pulce da deformargli il viso in una perenne espressione di dolore. Ma non aveva intenzione di rendere brutta la serata di quelle due bambine. Dopotutto, nonostante fossero delle Orihara, erano delle giovani fanciulle. Shizuo era un tipo troppo buono perché rovinasse la loro fanciullezza. Così, trattenendo la propria forza, diede un buffetto sulla fronte della ragazzina. – Non ripetere le parole di tuo fratello maggiore. Potresti finire in brutti guai un giorno.
Mairu gonfiò le guance, mettendosi una mano sul punto colpito. – Ma ti chiama sempre così! Ti ama molto!
Shizuo si trattenne dallo scoppiare in una risata isterica. – Come se fosse possibile. Io e lui ci odiamo.
La ragazzina lo guardò schiudendo le labbra. – Non ci credo! Parla sempre e solo di te quando è arrabbiato!
– Quando qualcuno è arrabbiato, non parla della persona che ama – rispose pazientemente.
– Ma poi sorride sempre!
– Sorride?
– Dice che un giorno ti ucciderà! Non è questo l’amore? – chiese speranzosa.
Shizuo inarcò un sopracciglio, non capendo se Mairu fosse seria o meno. – Se tu ami una persona, perché vorresti ucciderla?
La bambina sembrò pensarci sopra prima di alzare gli occhi sognanti. – Perché si uccide per amore!
Shizuo la guardò, poi si lasciò andare a una breve risata. – Credo tu abbia confuso le cose. Per amore si potrebbe uccidere. Ma se uccidi la persona che ami, allora saresti un folle.
– Perché?
– Perché poi non potrai più vedere quella persona. Farà male.
– Ma l’amore fa’ comunque male!
– Sì, è vero. È proprio questo che lo rende speciale. – Sorrise ancora ma, notando lo sguardo confuso di lei, le passò una mano tra i capelli, scompigliandoglieli amichevolmente. – Sei ancora piccola per capire queste cose. Dovresti crescere un altro po’.
Mentre la vedeva concentrarsi e pensare a qualcosa, Shizuo prese un lungo sorso dalla propria bevanda. Quella bambina non gli dispiaceva. Gli sarebbe piaciuto avere una sorellina minore di cui potersi prendere cura, poiché Kasuka è sempre stato autonomo e non ha mai avuto bisogno del suo aiuto in niente. Anzi, il più delle volte, con i due fratelli Heiwajima, accadeva il contrario: il maggiore andava dal minore a chiedere consigli su cose.
Mentre Shizuo era immerso nei propri pensieri, Mairu tornò a parlare: – Ma tu e Iza-nii dovreste amarvi! – esclamò.
Il tempo di realizzare quanto lei aveva detto, che il biondo si ritrovò a sputare il liquido in bocca sull’erba, attirando l’attenzione di tutti.
– Mairu – la chiamò esasperato Izaya – smettila di combinare casini.
– Ma non sto’ facendo niente! – si lamentò la piccola.
– Ed io ho l’impressione che tu stia dicendo l’esatto contrario delle tue azioni. Vieni qua – disse l’altro, picchiettando l’erba vicino alle sue gambe.
– Ma io ho detto la verità!
Shinra sorrise, lanciando un’occhiata furba a Shizuo. – Cioè?
– Che dovrebbero amarsi! – esultò Mairu, guardando l’altro ragazzo.
– Chi? – chiese Kasuka, che notò il rossore e l’espressione nervosa di Shizuo.
– Il sole e la luna – interruppe irritato quest’ultimo, mettendo una mano sulla bocca di Mairu. Aveva pensato che avrebbe voluto una sorellina? Se ne pentì all’istante. Voltò lo sguardo verso la bambina, e le sussurrò: – Non dire più una cosa del genere! Non sono gay!
– Gay? – chiese Shinra.
– Ah! – esclamò Izaya, non lasciandosi mai sfuggire un’occasione. – Shizu-chan ha la cotta per un ragazzo!
– Ovviamente no! Dannata pulce ti ammazzerei seduta stante se non fosse per le tue sorelle! – urlò, nervoso.
– Su su, Shizuo-kun calmati – disse Shinra con un sorriso sul viso. Si stava divertendo da pazzi, quel quattrocchi.
Mairu diede un piccolo pugno sul petto di Shizuo. E Izaya intervenne severamente: – Mairu! – gridò. Non gli sarebbe importato molto se avesse ammazzato Shizuo. Tuttavia erano sotto la sua responsabilità e ciò implicava anche il dovere di educare. Non poteva di certo fare tutto quello che gli passava per la testa!
– Così... – Mairu iniziò a piangere. – Così io non p-posso s-sposare tuo fratello...
Il biondo la guardò, poi scoppiò a ridere, una risata di cuore. Avrebbe anche potuto amare quella piccola peste. La abbracciò e la cullò, facendo calmare le sue lacrime. – Se un giorno vorrai sposare Kasuka, non dipende da me o da quella pulce di tuo fratello – disse. Poco dopo i fuochi di artificio iniziarono a illuminare il cielo notturno.

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Durarara!! / Vai alla pagina dell'autore: neverenough