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Autore: Sophie Robin Kendrick    14/05/2016    2 recensioni
Come lo immaginate voi un film sulla ragazza drago?
Io me lo sono immaginata così. Tra cineprese e sentimenti, inizia la registrazione del film della Ragazza drago.
I personaggi hanno gli stessi nomi di quelli del libro, cambiano solo le vicende.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao e si lo so. Mi dispiace, non essermi fatta sentire per due anni mi ha pesato molto.
Ma mi sono successe molte cose alla fine del 2014 e all'inizio del 2015.
Con il fatto che ho iniziato a lavorare è diventato più difficile scrivere. E anche l'ispirazione che non voleva arrivare.
Sono riuscita a diplomarmi e il 29 luglio sono stata investita mentre ero con la bicicletta nel villaggio dove trascorro le vacanze.
Poteva andare peggio. Ho rimediato due incisivi rotti (ora ricostruiti) un livido grande come una melanzana sull'interno coscia destro, labbro superiore spaccato e anche dolore alla spalla destra e al mignolo sinistro.
Ho fatto le radiografie il giorno dopo e non è risultato niente. Il labbro stava già cominciando a sanarmi quindi non mi hanno messo punti:
Ora sto bene e ho un pochino di ispirazione che ho dedicato per voi, e per l'altra fanfiction che sto scrivendo in un fandom diverso.
Spero che vi piaccia. Buona lettura

Le vacanze di natale passarono velocemente per tutti, ormai era tempo di rientrare a lavoro, a scuola e chi, come Fabio, infagottato come se stesse andando a un raduno di peluche in un baita di montagna senza riscaldamento, si dirigeva agli studios.
Era molto seccato del suo abbigliamento, sua madre l'aveva costretto a coprire anche il più piccolo strato di pelle visibile ad occhio umano, per non parlare di come lo guardavano le persone.
Si domandavano se sotto quei vestiti ci fosse un umano o un orso, copertosi per il troppo freddo.
Quando entrò negli studios cominciò a levarsi la sciarpa e a metterla dentro il borsone, accompagnandola con i guanti e il giaccone.
Salutò i tecnici e si avviò verso i camerini dove trovò Lidia che si stava per addormentare.
“Vedo che qualcuno ha fatto le ore piccole.” Fabio posò il borsone a terra e salutò Lidia.
“Ieri sera ho fatto tardi, ho parlato con Ewan fino alle 3.”
“Certo, capisco.” Il ragazzo si buttò nel divano accanto a lei.
“E tu con Sophi?” Il ragazzo si raddrizzò.
“Non sono affari che ti riguardano.” “Forse, o forse sono solo curiosa dopo il bacio che vi siete dati a natale, e non azzardarti a dire che c'era il vischio, perché io non l'ho visto.”
“Non ti dirò niente.” “Dai Eltanin, sputa il rospo.”
“Io le ho regalato un bracciale e lei una collana, ecco tutto.” Lidia sprofondò nel divano. “Impicciona.” pronunciò Fabio.
“Ti ho sentito.” Lidia incrociò le braccia offesa.
“Che succede qui?”
Chloe fece la sua comparsa nella stanza.
“Ciao Chloe, tua cugina?”
“E' con Ewan, ci stanno raggiungendo. Sono andati a comprare dei dolci, lei ne aveva voglia.”
“Ok, allora ripasso le mie battute, se mi volete scusare.”

Ewan guardava esterrefatto sua cugina, leggere il copione zigzagando tra la folla con un biscotto tenuto tra le labbra. Rimase dietro di lei per ridere e ogni volta che lei si voltava lui faceva finta di guardare il telefono.
Entrarono agli studios e la cugina si dileguò verso i camerini.
Ewan si sedette e si mise a giocare con il telefono, fino a quando non gli passò davanti Lidia. La prese per la mano e la fece sedere sulle sue gambe. La adorava e il suo amore per lei cresceva ogni giorno di più, tra i costumi di scena e gli addetti alla figura estetica di lei.
“Lo so che sei geloso per il fatto che io ho gli assistenti dell'estetica, ma forse un giorno li avrai anche tu.” Ridendo Ewan le diede un bacio e la lasciò andare.

Le riprese andarono alla grande, tranne per qualche battuta scordata o cambiata.
Ma a Chloe non interessava, cercava solo di chiamare Karl, non l'aveva più visto per tutta la giornata.

Più lei chiamava e lui non rispondeva al telefono, più si preoccupava. Guardò suo fratello facendogli segno che sarebbe andata via. Il ragazzo annuì e la salutò.
Chloe prese la borsa e corse fuori verso la metropolitana.
Voleva andare da lui, era preoccupata a casa non rispondeva e neanche al telefono, i genitori di Karl erano andati via da una settimana e lei aveva chiesto a tutti se qualcuno avesse sue notizie.
Scese alla fermata e correndo su per le scale, prese la direzione verso la casa del ragazzo.
Entrò nella palazzina con l'aiuto del portinaio e si fece dare la chiave, era stato molto facile anche per il fatto che il portinaio conosceva da un po' la ragazza e voleva molto bene a Karl.
Chloe lo ringraziò e prese l'ascensore che l'avrebbe portata al quarto piano.
Bussò delicatamente alla porta e quando essa si aprì si buttò tra le braccia di Karl.
“Ma che...” Karl rimase sorpreso ma non l'allontanò. Quando sciolsero l'abbraccio, il ragazzo si fece da parte per lasciarla entrare.
“Come mai non sei venuto? Mi sono preoccupata.”
“Seguimi.” Il ragazzo andò verso il salottino e si sedette davanti il divano.
La ragazza lo raggiunse guardandosi attorno, non era molto grande come casa ma era ben arredata, e si avvicinò al ragazzo.
In una cuccetta c'erano una gatta e 3 micetti. Meravigliata e felice si sedette accanto al ragazzo e accarezzò la micia.
“Sono nati questa notte e non potevo lasciarla sola, non sono venuto per questo motivo.”
La mano di Chloe si posò sulla sua spalla. “Gli hai già dato i nomi?”
“No, ho aspettato te per darglieli.” Chloe sorrise e gli posò un bacio sulla guancia cominciando a pensare ai nomi da dare ai tre piccoli da poco venuti al mondo.

Dopo che il registra annunciò il tanto atteso -CUT- nella sala scoppiarono molti applausi. Finalmente quel primo film era finito, ora mancava solo il montaggio.
Lidia si sedette stancamente nella sedia, almeno per un po' non avrebbe dovuto fare niente.
Sarebbero finite tutte le giornate a mangiare fuori casa, in qualche bar o al “Pincio” vicino agli studios.
Si dispiaceva ma non era ancora finita, c'erano altri libri da fare. Molto più difficili soprattutto quando si sarebbero aggiunti anche Chloe e Ewan, così sarebbero stati tutti e sei.
Ma Chloe... Si guardò intorno ma non la vide, fece segno a Ewan di dove fosse ma lui alzò solo le spalle rispondendo che era uscita a inizio prove. Ora che ci pensava non c'era neanche Karl.
Che i due fossero insieme in qualche posto. Con ogni probabilità a un museo o seduti da qualche parte a godersi i pochi raggi di sole che l'inverno concedeva raramente.
In ogni caso non sarebbe andati a cercarli. Se erano insieme non voleva rovinare il loro momento qualunque esso sia.

 

Chloè prese il micio color marroncino, coccolandolo tra le braccia, era morbidissimo e si godeva le sue carezze miagolando piano e continuamente.
La madre allattava gli ultimi due. Non era mai stata granché con i nomi e quindi non era di nessun aiuto a Karl, ma nella sua mente si sforzava di trovare quello che cercava.
Si guardava intorno e sillabava il nome dell'oggetto su cui aveva posato gli occhi, cercando un nome carino con una delle lettere con cui era composto quel nome.
Il gattino cominciò a mordicchiare il suo pollice mentre con le unghie si teneva per non cadere.
In quel momento un nome le comparve in mente. Non se l'era inventato, la sua immaginazione era molto ridotta.
“Sai se è un maschietto o una femminuccia?”
Karl prese il micetto e lo controllò sotto la coda.
“E' una femminuccia.” Restituì la cucciola a Chloe che lo guardò con aria interrogativa. “Non chiedere, è molto imbarazzante da spiegare.”
La ragazza accennò a un sorriso continuando a coccolare il piccolo esserino che stringeva contro il petto.
“Ho trovato un nome per lei, ma mi devi dire se ti piace o meno.”
“Spara”
“Nancy.”
“Mi suona famigliare, dove l'hai preso?”
“Hai presente 2 broke girl? Hanno chiamato il loro gatto così, è l'unico che mi è venuto in mente e smettila di ridere.” Chloé tirò un cuscino a Karl prendendolo in pieno viso.

"Ciobar, amo il ciobar. Ciobar, ciobar, ciobar."
Chloe spazientita tirò un cuscino ad Ewan che venne preso in pieno.
"Smettila con questa canzone, non ti sopporto più. Sei peggio di Sophie quando canta Let it go di Demi lovato ed sono passati quasi 2 anni da quando Frozen è uscito."
Sophie cominciò a canticchiare Let it go urtando ancora di più Chloe che si infastidì e corse in camera sua.
"Ma che le prende? Non l'ho vista così da quando l'ho buttata fuori dal letto alle 6 del mattino per correre."
"Ma che ne so, è strana. Fase ciclo?"
"Devo vedere se c'è il Buscofen così si calma." Ewan corse verso l'armadietto dei medicinali nello sgabuzzino ma venne interrotto da l'urlo di Chloe.
"Smettetela di parlare del mio ciclo, non è affar vostro e poi ho già preso il Buscofen."
Sophie ed Ewan si guardarono in faccia, e ritornarono a fare i propri affari.

Una volta finite le riprese i ragazzi erano liberi. Fabio portava Sofia in ogni dove con il Pick-Up. Mentre quella mattina stavano portando Argo a fare una passeggiata, Fabio propose.
“Un week-end in montagna?”
“Perché no? Sarà divertente. Potremmo affittare uno Chalet e stare lì dal venerdì sera fino al lunedì mattina. Ne conosco uno economico.”
“Uno economico di cosa?”
“Uno Chalet. Di solito sono lussuosi e molto costosi, ma se cerchi attentamente ne trovi uno che vada bene. E poi siamo sei persone, quindi il costo sarebbe molto più basso per ognuno di noi.”
“Ok. Mi piacerebbe.” Sophie sorrise e lasciò un bacio a stampo al suo ragazzo.
“E potrà venire anche il mio tesoro?” Chiese.
“Ma Sophie sono io il tuo tesoro! Ah ma tu intendevi il cane.”
“Ah-Ah. Molto spiritoso. Adesso mi accompagni oppure resti qui a inventartene una nuova?”
“Che permalosa. Andiamo dai!” Lui le mise un braccio intorno alle spalle.
“Aspetta ma si parte dopo Once Upon A Time, vero?”
“Sei sempre la solita Sophie.”

Il week-end previsto era stato stabilito quello stesso venerdì.
Il giovedì pomeriggio si ritrovarono tutti quanti a fare la spesa. E anche a comprare qualcosa per divertirsi.
Girare al centro commerciale con due carrelli pieni di spesa e robe varie non era molto semplice ma non si lamentarono.
Si fermarono a prendere qualcosa di caldo in un bar e a fare il programma del giorno seguente.
Sarebbero partiti presto. Il posto non era vicino e dovevano fare molta strada.
Avrebbero preso solo una macchina, sperando che ci sarebbero entrate anche le valigie.

- Sophie ti vuoi svegliare? - qualcosa o qualcuno la scuoteva. Ma perché non se ne andava? Se non voleva svegliarsi erano affari suoi.
La ragazza aprì solo un occhio e vide che Fabio era seduto sul suo letto intento a guardarsi in giro, con la mano poggiata alla sua spalla continuando a scuoterla.
Sbuffando si alzò e lo guardò. - Cosa ci fai nella mia stanza? - si mise le mani sui fianchi spazientita. E poi che ore erano? Non lo sapeva.
Spostò lo sguardo alla sveglia. Le 4 del mattino. Ma era pazzo?.
Prese un cuscino e glielo tirò. - Pazzo. E' presto ancora. -
Stendendosi e girandosi di lato, cercò di riprendere sonno.
Fabio si avvicinò al suo letto. Posò un bacio sulla sua guancia.
- Dai, dobbiamo partire. Stiamo aspettando tutti te. -
La ragazza ci mise un po' per registrare le sue parole, e quando lo fece schizzò fuori dal letto.
- Ma perché non mi hai svegliato prima. Sei uno scemo. - la ragazza cominciò a correre verso l'armadio. Fortuna che ieri si era messa i pantaloni della tuta. Sospettava che avrebbe ritardato, ragion per cui si era preparata i vestiti il giorno prima. Doveva solo cambiarsi la maglietta e poi poteva tranquillamente pettinarsi i capelli e mettere il telefono in borsa, e...
Un momento... L'orario di partenza era alle sei meno un quarto. Ma allora perché l'aveva svegliata prima?
Si girò e lo vide disteso sul suo letto. Si era tolto le scarpe e si era infilato al suo posto.
La guardava sorridendo. Maledetto riccio. L'aveva fatto apposta.
Si chiese come era entrato ma non aveva importanza in quel momento.
Sophie si avvicinò al letto e alzando le coperte dal lato opposto a quello di Fabio si coricò. Non era caldo come il suo lato, che adesso era occupato dal suo ragazzo, ma rimediò subito.
Si avvicinò al ragazzo e mettendosi di fianco lo abbracciò. Chiuse gli occhi e si lasciò andare alle braccia di Fabio che la strinsero più vicina.
Poteva anche abituarsi. Era molto bello stare insieme.
Prima di riaddormentarsi gli pizzicò il braccio e gli fece la linguaccia. Una vendetta per lei.

Si svegliarono al suono della sveglia. Nel sonno Fabio si era spostato sopra di lei.
Sophie allungò la mano alla sveglia e la staccò. Erano le cinque. Aveva dormito un'ora in più. Cercò di alzarsi ma il corpo del suo ragazzo glielo impediva.
Come c'erano arrivati in questa posizione non lo sapeva. Sapeva che lui era sveglio perché sentiva che sorrideva sul suo collo.
- Alzati, sei pesante e mi schiacci. - Cercò di spostarlo ma non ci riuscì. Appena lei faceva pressione, lui trovava dei modi per evitare di spostarsi. Certe volte le faceva il solletico o la stringeva più a sé.
- Dai. Non sei un peso piuma. Sei un finto magro e pesi come un armadio, a doppia anta, di legno massiccio, che ti tanto in tanto gli viene laccato per dargli lucentezza e... -
- Che descrizione accurata. E va bene hai vinto.-
Fabio si spostò e crollò di lato. Continuarono ad osservarsi.
- Tu non ti volevi alzare? - le chiese di punto in bianco Fabio.
- Oh! Giusto!
La ragazza scostò le coperte, ma al posto di alzarsi si sedette... per poi ributtarsi addosso a lui.

- Ehi, e poi sono io vero?-
- Tu che cosa? - Sophie si alzò sulle braccia e si sedette. Lo guardo mentre lui cercava di non ridere.
- Tu in cosa? - chiese con ancora più vigore di prima.
Il ragazzo rise e sedendosi la abbracciò.
- Pesi. Io sono un armadio, un finto magro ma tu. Tu sei una bal... - Fabio non poté finire la frase perché Sophie lo colpi al petto e alzandosi dal letto si avvicinò alla porta aprendola. Si appoggiò allo stipite della porta e lo fissò.
- Scusa tesoro, ma questa balenottera a fame e ha tanta fame da mangiarsi un armadio laccato. Ci si vede a colazione. -
Il ragazzo vide la porta chiudersi e sentì i suoi passi allontanarsi, ma non ebbe il tempo di massaggiarsi la zona colpita che la sentì tornare indietro e la vide affacciarsi nella stanza.
- Preferisci pane e nutella o latte e biscotti?-
- Tu sei pazza. -
Le lanciò un cuscino che centrò la porta che lei aveva chiuso con uno scatto.
- Almeno sono coerente. -

Spero che vi sia piaciuto. Era mezzo pronto da un bel po', ho scritto gli ultimi tratti solo quando l'ispirazione bussava.
Non è gran ché lo ammetto, ma spero che vi sia piaciuto.
Ci si vede.
Alla prossima
Sophie Robin Kendrick

   
 
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