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Autore: Daughter_Of_The_Moon    14/05/2016    6 recensioni
Dal testo:
"Ma...siete sicuri? Andare a vivere da soli...ce la farete, poi? E dove vorreste andare a vivere? Immagino qui vicino!"diceva Molly, con voce tentennante.
Bill alzò lo sguardo al cielo.
"Mamma, qui vicino non ci sono altre case. Pensavamo di andare in un villaggio di maghi, tipo Godric's Hollow" spiegò Bill.
Molly sembrava sempre più indecisa.
"Ma è così lontano... " in quel momento, Arthur si alzò in piedi.
"Ragazzi" richiamò all'ordine tutti "che ne pensate se prendiamo la torta e diamo i regali al nostro festeggiato?"
Anche Molly si alzò, il volto sorridente.
"Buona idea!" e con un colpo di bacchetta fece apparire i pacchetti proprio accanto a Ron. Fu allora che successe. Quando Arthur passò con la torta in mano-tutta rossa e oro, con sopra disegnato lo stemma di Grifondoro-andò a sbattere contro la gamba del tavolo e lasciò la torta.
"Fred, la torta!"
-
Il compleanno di Ron, una famiglia ancora persa e una torta.
Prima storia della serie dedicata alle headcanon.
Genere: Angst, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Famiglia Weasley, George Weasley, Harry Potter, Molly Weasley, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Dopo la II guerra magica/Pace
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RON'S BIRTHDAY


[...]She began to cry and apologise profusely to George

and pulled him into a bone-crushing hug.

All George said, in a soft tone was,

'honestly, woman, you call yourself our mother?'”



Molly era indaffaratissima. Tra pentole, figli e ospiti, la sua già poca pazienza era ad un passo dal salutarla.

<< Bill, Charlie, smettetela di giocare con le posate! Ginny, hai visto tuo fratello per caso? Non dirmi che sta ancora dormendo! >> esclamò la donna, lanciando nel frattempo un occhiataccia ai suoi figli maggiori, che facevano ballare le forchette e i coltelli sul tavolo apparecchiato da una tovaglia rossa, con piatti e bicchieri di carta dorati. Il giardino era agghindato a festa, con stendardi rosso-oro incantati un po' ovunque e la scritta “Buon compleanno, Ron!” che lampeggiava nel cielo pomeridiano.

<< Non so mamma, non lo vedo da ieri. Oh, guarda! >> la ragazza indicò l'orologio, che, invece di segnare le ore, indicava i posti in cui si trovavano i componenti della sua famiglia.

In quel momento, le lancette del Signor Weasley e di Percy si spostarono da 'viaggio' a 'casa'. Subito dopo, la porta si aprì.

<< Buongiorno Weasley! Dov'è il festeggiato? >>

Arthur entrò nella stanza, levandosi il capello, seguito subito dal suo terzogenito, Percy. Molly si mise le mani alla vita, assumendo un'aria minacciosa.

<< Tuo figlio sta ancora poltrendo di sopra >> esclamò. Il Signor Weasley alzò gli occhi al cielo appena la donna si girò a spegnere un fornello.

<< Perché quando combinano qualcosa sono sempre miei, i figli? >> allo sguardo assassino della moglie alzò le mani.

<< Su su, cara, lasciamolo riposare. Harry dovrebbe arrivare tra poco ci penserà lui ad andare a svegliare quel dormiglione. >>

Neanche a dirlo, in quel momento il campanello suonò.

<< Vado io! >> disse Ginny, andando ad aprire velocemente la porta. Dopo qualche istante, dove probabilmente Ginny aveva travolto Harry in un abbraccio o un bacio-faceva ancora strano pensarlo-, quest'ultimo comparve nella sua visuale, con un sorriso sul volto.

<< Harry caro! >> Molly si avvicinò al ragazzo, abbracciandolo velocemente. Ormai, dalla fine della guerra, ovvero due anni prima, Harry aveva preso a stare da loro quasi tutti i giorni, e a volte restava anche a dormire. Nonostante avesse una casa, Molly aveva pensato che non fosse sano per lui vivere da solo nella casa che-aveva avuto il tatto di non dirlo-era appartenuta al suo padrino, così, dopo un paio di giorni, era riuscita a convincerlo, aiutata anche dai suoi due figli più piccoli.

<< Salve Signora Weas-cioè, Molly >> si corresse velocemente, << come sta? >>

Molly sorrise davanti all'educazione del moro. Almeno era riuscita a farla chiamare con il suo nome.

<< Bene caro. Tu invece? È quasi una settimana che non ti vedo, sembri dimagrito! Ed Hermione?>> disse, adocchiando subito le occhiaie appena accennate e i vestiti che gli calavano leggermente.

<< Tutto okay, sto solo studiando molto >> sorrise, << Hermione ha detto che avrebbe fatto un po' di ritardo. Non si preoccupi, starà finendo di compilare qualche foglio o di studiare un paio di pagine, arriverà. Dov'è Ron? >>

Molly sospirò esasperata, rallegrata, in parte, dal fatto che Hermione stesse bene.

<< Quel disgraziato starà ancora dormendo. Perché non lo vai a svegliare? >> chiese ad Harry, che annuì. << Si, vado >> disse, poi salì le scale, veloce.

La donna si girò a guardare il giardino, dove presto tutta la famiglia si sarebbe riunita. Bill e Fleur stavano finendo di sistemare le sedie mancanti, Percy invece non si vedeva. Probabilmente era salito in camera sua. Arthur e Charlie erano immersi in una conversazione, mentre quest'ultimo sistemava una decorazione ribelle, che aveva deciso di incominciare a cantare molto prima del dovuto.

Posò i suoi occhi sull'orologio. Sospirò. La lancetta di George puntava su 'lost', come quella del suo gemello. Di Fred. Perso. La famiglia non sarebbe mai stata davvero unita, non più.

Molly spostò lo sguardo e prese ad abbaiare ordini ai ragazzi e al povero Arthur, tornando a mescolare l'impasto della torta.


Harry salì le scale fino alla stanza del suo migliore amico, con un sorrisino sul volto. Si sarebbe divertito eccome a svegliare Ron. Aveva una mezza idea di buttargli una caraffa d'acqua addosso, che faceva concorrenza con quella che gli diceva di urlargli nelle orecchie. Purtroppo per lui, come scoprì appena entrato nella stanza dell'amico, ma Ron era sveglio. Uscì perplesso dalla camera, chiedendosi dove potesse essere il suo amico. Stava per scendere giù, quando sentì delle urla dal bagno dei Weasley. Ron era lì e stava inveendo contro una porta. Okay.

<< Ehi Harry! >> esclamò il rosso, guardandolo appena. Harry ricambiò il saluto, avvicinandosi al suo migliore amico, che aveva ripreso a strattonare la maniglia della porta.

<< Ehm, Ron? Che cosa ti ha fatto quella porta, si può sapere? >> chiese, con tanto d'occhi. Proprio non riusciva a capire cosa stava combinando l'amico.

<< Eh? >> disse, per poi spostare lo sguardo da lui alla sua mano ancora sulla maniglia.

<< Oh. Beh, stavo cercando di far uscire George dal bagno. È mezz'ora che è rinchiuso là dentro! >> spiegò. << Hai sentito, George? Mezz'ora! Quindi, apri subito questa cosa o la faccio saltare in aria! >> urlò inviperito, mentre riprendeva a picchiare col pugno sul legno.

<< Andiamo, non c'è bisogno di essere così drastici >> una voce che entrambi conoscevano bene li fece sorridere e girare.

<< Hermione! >> la strega ridacchiò, avvicinandosi.

<< Quanto entusiasmo. Scusate il ritardo, dovevo finire di studiare il capitolo ventotto del libro->> Ron la fermò subito.

<< Si si, lo avevo immaginato >>disse, per poi avvicinarsi alla ragazza e baciarla. Harry fece una smorfia e distolse lo sguardo. Ron si scostò dalla ragazza, rimanendole però sempre accanto.

<< Allora... >> si schiarì la gola << perché non dovrei far saltare in aria questa maledetta porta ed entrare a prendere a schiaffi quell'idiota? >>

Hermione sollevò un sopracciglio.

<< Semplice >> disse, << primo, se fai, come dici tu, “saltare in aria questa porta” dovrai vedertela con tua madre. Secondo >> e qui si prese una pausa.

Ron roteo gli occhi, lanciando uno sguardo esasperato al suo migliore amico. Harry ricambiò l'occhiata con un mezzo sorriso ed un'alzata di spalle, come a dire “sappiamo entrambi com'è fatta”.

<< Dobbiamo attendere molto o hai intenzione di dircelo prima di domani? >> Hermione sospirò.

<< È così facile! Basterebbe un Alohomora e potresti aver aperto questa porta tempo fa. Ora, se non vi dispiace, vado giù ad aiutare tua madre. A proposito, ha detto di scendere tra poco >> e detto questo, si girò e tornò di sotto.

Harry e Ron si guardarono nuovamente.

<< Quella ragazza mi fa paura >> esclamò. Harry annuì.

<< Sei tu ad avertela scelta, amico >> poi tirò fuori la bacchetta e colpì la serratura della porta, ma prima di poter dire l'incantesimo, la porta si aprì e da ne uscì un ragazzo alto dal volto emaciato e un sorriso che somigliava più ad una smorfia. Se non fosse stato per i capelli rossi, bagnati -probabilmente si era fatto una doccia. Meno male che non abbiamo aperto, pensò Harry- e Ron che aveva appena lanciato un'esclamazione, non sarebbe riuscito a riconoscere George. Ogni volta che lo vedeva era uno shock. Okay, forse non tutte tutte le volte, ma quasi.

<< Che c'è, ora ci si può nemmeno fare una doccia in santa pace? >> George lanciò un'occhiataccia a Ron, che ricambiò lo sguardo torvo. Poi un sorriso si fece largo, vero sul volto del maggiore, che scompigliò i capelli a Ron.

<< Auguri fratellino! >> disse il maggiore. Salutò infine Harry e uscì dalla stanza. Ora erano di nuovo soli.

Il rosso si voltò a guardare Harry, che si stava mordendo l'interno guancia.

<< Non sta molto bene, eh? >> disse Harry, tentando di sdrammatizzare. Non parlavano molto di ciò che era successo a Fred, non era un argomento da affrontare tanto alla leggera. Ron scosse le spalle.

<< E chi lo è. Si riprenderà >> sospirò.

<< Non è giusto, però >> aggiunse dopo un attimo di silenzio. Subito ad Harry passarono per la mente delle parole che, una volta, una persona che, adesso, stimava aveva detto. Pensò che niente poteva essere più vero di quella frase.

<< La vita non è giusta... >> sussurrò.

Lui e Ron rimasero zitti per un po', almeno finché quest'ultimo non si ricordò che quello doveva essere un giorno di festa.

<< Scendiamo? Non vedo l'ora di vedere cosa mi avete regalato! >> esclamò Ron. Un'espressione esitante passò sul suo volto.

<< Mi avete fatto un regalo, tu ed Hermione, vero? >> Harry scoppiò a ridere. Non era il momento di essere tristi.


La cena era quasi finita, mancava solo la torta. Avevano mangiato tra le risate e le chiacchiere, mentre dalla radio provenivano canzoni di ogni genere che George e Ginny si divertivano a storpiare, scatenando così l'ilarità di tutti. Più in là, Charlie stava facendo vedere al trio un modellino perfettamente funzionante di un drago, simile a quelli che Harry e Fleur, che discuteva con Bill e Molly del fatto che fosse tempo di andare a vivere per conto loro, avevano pescato al Torneo Tre Maghi.

<< Ma...siete sicuri? Andare a vivere da soli...ce la farete, poi? E dove vorreste andare a vivere? Immagino qui vicino! >> diceva Molly, con voce tentennante.

Bill alzò lo sguardo al cielo.

<< Mamma, qui vicino non ci sono altre case. Pensavamo di andare in un villaggio di maghi, tipo Godric's Hollow >> spiegò Bill.

Molly sembrava sempre più indecisa.

<< Ma è così lontano... >> in quel momento, Arthur si alzò in piedi.

<< Ragazzi >> richiamò all'ordine tutti << che ne pensate se prendiamo la torta e diamo i regali al nostro festeggiato? >>

Anche Molly si alzò, il volto sorridente.

<< Buona idea! >> e con un colpo di bacchetta fece apparire i pacchetti proprio accanto a Ron. Fu allora che successe. Quando Arthur passò con la torta in mano-tutta rossa e oro, con sopra disegnato lo stemma di Grifondoro-andò a sbattere contro la gamba del tavolo e lasciò la torta.

<< Fred, la torta! >> gridò Molly a George, il più vicino, che prese subito il dolce. Il tutto era accaduto in meno di un secondo. Il tempo sembrò essersi congelato. Il vento aveva smesso di soffiare e i rumori delle decorazioni arrivava ovattato alle orecchie della famiglia.

George posò la torta sul tavolo, prima di girarsi verso sua madre. Molly teneva le mani sulla bocca, le lacrime agli occhi. In men che non si dica, George si ritrovò travolto da un abbraccio stritola ossa. Tutta la tavola si era ammutolita. Nessuno nominava più Fred da tanto tempo...

Con sorpresa di tutti, George si riscosse dallo stordimento. Strinse la madre a se, che continuava a scusarsi. Harry non poteva fare altro che restare a guardare, lo stomaco stretto da quella fredda sensazione fastidiosa e opprimente. Sapeva cosa era. La conosceva bene, quella morsa gelida.

<< Seriamente, donna >> sussurrò George, facendo sussultare Ron lì accanto. << e tu dici di essere nostra madre? >>

Nessuno riuscì ad evitare di versare una lacrima.


No, pensò Harry, la vita non è giusta.




Angolo di quella pazza di una scrittrice:

Ciao gentaglia! Se siete arrivati fin qui, vi ringrazio vivamente.

Ho scritto questa os un po' di tempo fa, e finalmente ho deciso di pubblicarla. Fa parte di una serie che deciso di iniziare, prendendo alcuni headcanon, alcuni miei e altri da internet, e trasformarli in storie. Non so dove questa cosa andrà a finire, ma vi avverto che molte os saranno dedicate ai gemelli Weasley (perché io sto ancora soffrendo, dopo anni).

Spero di risentirci presto!

Daughter_

   
 
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