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Autore: petitecherie    15/05/2016    2 recensioni
Si portò le mani al petto nudo e le sfregò contro la pelle, come a ripulirle da un sottile strato di sangue.
-Chi sei davvero? Desidero che i nostri cammini si incrocino di nuovo.-
Non sapeva a chi avesse rivolto quella preghiera: se al vecchio se stesso o alla fanciulla bianca dei suoi sogni, ma alla fine non importava.
Poiché aveva detto le parole giuste, la Magia lo ascoltò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Sarah
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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la sala di escher

 

“No, they never end as tales,' said Frodo

'but the people in them come and go

when their part's ended.

Our part will end later – or sooner.”

J.R.R. Tolkien, Le due torri

 

 


 

Solide scale di arenaria fluttuavano nell’aria, come appese al cielo arancione. Muri di pietra galleggiavano nel nulla e ruotavano lentamente attorno al loro asse, come se un’esplosione le avesse smembrate ma le macerie non fossero mai piombate a terra.

Le piattaforme sospese non proiettavano alcuna ombra: su ogni superficie si spandeva una luce esangue, che riverberava intorno a loro senza alcuna direzione.

C’era qualcosa di infinitamente triste nella curva degli archi che galleggiavano sopra le loro teste, divelti. La gravità li ha dimenticati, pensò Sarah confusamente.

Una faccia piena di rughe si chinò su di lei: due occhi azzurri profondamente espressivi occuparono per intero il suo campo visivo, nascondendo la devastazione circostante.

-Sarah, stai bene?- gracchiò una voce familiare.

Sarah sentì la sua mente prendere coscienza di quanto la circondava e inserire ogni elemento in un’unica, inevitabile spiegazione coerente.

Scattò a sedere come una molla.

-Per tutti i santi, Gogol! Ma ti sembrava il caso? Mi hai fatto prendere un infarto!-

Il nano balbettò qualcosa, che lei era troppo agitata per ascoltare. Battè i palmi contro il pavimento di pietra: una, due volte.

Sfregò le dita, sentendo contro la pelle la polvere di arenaria che il contatto aveva lasciato.

-No…- gemette.-Non di nuovo!-

Aveva archiviato interi capitoli della propria vita, ma, a quanto sembrava, quella continuava ad aprirsi sempre lì: sulle pagine che parlavano del Labirinto.

Istintivamente si guardò intorno, cercando il dannato Re dei Goblin. David giaceva disteso accanto a lei, un braccio ripiegato sotto il capo e l’altro abbandonato sul fianco. Il suo viso era immobile, pallido quanto la camicia bianca che aveva indossato nel Sopramondo e che portava tutt’ora.

Sarah realizzò che l’aspetto del mago non era cambiato, e a quel punto non seppe più cosa pensare.

-Gogol, che scherzo è questo?- domandò la Campionessa, indicando Jareth o David King o chi diavolo fosse e la sala di Escher attorno a lei. -Perché questo posto è così strano? Sembra così diverso da quando…da quando ho battuto il Re.-

Gogol si puntellò le mani sui fianchi.

Era vero, quale guardiano del Labirinto aveva usato una formula per richiamare i due contendenti al trono, ma non si era aspettato certo che, nel bel mezzo del rituale, la voce di Sarah risuonasse forte e chiara nel comando di tornare laggiù. Men che meno si aspettava di trovare Jareth assieme a lei. E adesso, per colmo di sventura, toccava a lui spiegare i fatti anche se ne avrebbe fatto volentieri a meno. Dopotutto, forse era giunto il momento di affrontare con Sarah il suo compito e perché fosse toccato a lui guidarla durante il suo primo viaggio. Sarah aveva anche avvertito i cambiamenti che si erano ripercossi sul Labirinto quando quest'ultimo si era trovato senza padrone.

-Questo? Questo non è affatto uno scherzo, signorinella, ed è tutto colpa tua!-

Sarah spalancò gli occhi, sgomenta, ma prima che potesse porre ulteriori domande, David emise un flebile gemito.

-Jareth?- Sarah si chinò su di lui, accarezzandogli lievemente il viso. –Mi senti?-

David aprì gli occhi azzurri e Sarah gli sventolò due dita davanti al viso.

-Sai dirmi quanti sono questi?-

-Venticinque.- borbottò il mago, con una piccola smorfia. –Dov’è finito il camion che mi ha travolto?-

-Non c’è nessun camion, ovviamente.- puntualizzò Sarah, fissandolo con un misto di collera e apprensione.-Cerca di non muoverti potresti avere…-

Prima ancora che finisse di parlare, David si era levato a sedere e si era preso testa fra le mani.

-Ragazzi, che botta… Cos’è successo? A volte ho lievi capogiri ma non ricordo di essere mai svenuto...-

-Jareth, basta con questa storia! Hai ottenuto ciò che volevi, sono di nuovo nel Labirinto. Ora, per favore, smettila di fingere!-

Il mago si sollevò il volto dalle mani tatuate e la fissò con sconcerto.

-Labirinto? Ma di che diavolo stai…- posò lo sguardo su Gogol, e non finì nemmeno la frase. Lentamente, come avesse paura di ciò che avrebbe visto, percorse con lo sguardo la sala sventrata e i blocchi di pietra che fluttuavano contro il cielo arancione. Il suo viso divenne, se possibile, ancor più pallido. Posò di nuovo gli occhi azzurri su Sarah, smarrito.

-David.- disse in un soffio. -Il mio nome è David.-

La ragazza arrossì. Il mago aveva un’aria umana e sperduta, e questo la fece arrabbiare ancora di più.

-Smettila! Credi davvero che ci sia cascata? Credi che sia ancora la quindicenne che sfidasti?- lo aggredì. -Sarah, calmati.- intervenne Gogol. –Sta dicendo la verità: non ricorda niente.-

 

****

 

Un nodo gli serrava la gola e dovette deglutire più volte per mandarlo giù. Tuttavia, quando parlò, la sua voce suonò sorprendentemente ferma persino alle sue stesse orecchie.

-Dove ci troviamo?-

Il nano –era proprio un nano come quello del signore degli anelli: c’era poco da discutere- incrociò le braccia al petto e lo guardò senza alcuna simpatia.

-Siamo nel Labirinto, Re che fu.-

David si sentì montare dentro un improvviso, genuino fastidio.

-Il mio nome è…-

-Non ha impotanza il tuo nome di adesso, e nemmeno quello di allora. Sei quello che ho detto: il Re che fu. Il vecchio Signore di questo posto. Perdesti la sfida contro Sarah e il Labirinto ti ripudiò. Il tuo corpo, privo di memoria, precipitò nel Sopramondo, condannato ad una vita mortale.-

-E' vero allora?- domandò Sarah -Davvero non ricorda nulla?-

Lo sguardo del nano si addolcì quando si posò sulla ragazza: una cosa che David notò quasi senza volerlo.

-Sì, è la verità. Jareth fu esiliato e privato di memoria.- sospirò Gogol -Sono le regole del Labirinto: se il Re o la Regina vengono sfidati e perdono, essi sono ripudiati e il Campione diventa il nuovo sovrano. Quale Custode del Labirinto il mio compito è guidare il Campione, ma il sesto senso di Jareth lo mise in guardia, per questo cercò in ogni modo di bloccarti, Sarah. -

Sarah osservava il nano stranita, cercando di assorbire la nuova informazione. 

In fondo non sembra messa meglio di me, riflettè David.

Gogol continuò – Io sono l'unico, a differenza dei Goblin, a potermi muovere liberamente per il Labirinto e il mio continuo brontolare non era dato altro che dalle sfide che venivano lanciate e che per il Custode sonoo un’enorme rogna. La volontà di Sarah eguagliava quella di Jareth e ciò ha portato ad uno sconvolgimento degli equilibri e tutto il peso del Labirinto è caduto su di me.- sbuffò -…ma Jareth era un Unseelie, troppo orgoglioso e testardo per capire quando fermarsi.- concluse il nano, lanciando a David uno sguardo di biasimo.

-Aspetta un momento.- David si portò le dita alle tempie ed iniziò a massaggiare, cercando di alleviare la pressione -Voi due vorreste dirmi che tutto questo, tutto ciò che vedo, è reale e che io sono una dannata fatina dei boschi?!-

- No di certo, le fatine sono molto diverse! - chiarì Gogol mentre.

Sarah annuì con cinvinzione.

-E non fanno affatto cose carine.- puntualizzò.

David fu preso dall'assurda voglia di mettersi a gridare, lui che si era sempre ritenuto una persona estremamente pacata nelle proprie reazioni.

- Jareth...David, se preferisci, - si intromise Sarah - so che tutto ciò può sembrarti assurdo ed incredibile, ma davvero credi che sia impossibile? Tu stesso mi hai raccontato che la tua amnesia era atipica, che sebbene fossi capace di leggere e scrivere, niente, né una canzone né un libro, hanno mai risvegliato un ricordo. E poi, io ho visto ciò che fai durante gli spettacoli: i cristalli che si trasformano in piume non sono esattamente un trucco illusorio, quanto vera magia. -

David sorrise, sarcastico.

- Sarah, ti prego! Secondo te, se stendessi una mano e desiderassi stringere nel palmo la mela avvelenata di Biancaneve, questa apparirebbe? -Stese davvero una mano e con suo sommo scorno la mela,rossa e sanguigna. apparve sul serio - Ma che diavolo?! -

Sarah incrociò le braccia sotto il seno.

-Non mi piace dire “te l'avevo detto” ma te l'avevo detto. - e, per la prima volta da quando si erano svegliati, le sue labbra si incurvarono in un sorriso.

David ci mise un po' a tirar su la mascella e chiudere la bocca, cercando di raccattare i pensieri e dar loro un senso logico. Ok, la situazione era surreale e sembrava quasi un'allucinazione da LSD ma David a malapena prendeva le aspirine quando stava male, quindi, escludeva l'ipotesi a priori.

Poi, c'era la probabilità che fosse diventato pazzo di colpo e che stesse immaginando tutto e allora cosa c'era di male a credere di essere un re degli elfi potentissimo? Insomma, se doveva scegliere tra credere di essere Napoleone o Thranduil preferiva di gran lunga quest'ultimo.

Oppure ciò che stava capitando era la verità, lui era davvero questo Jareth, questo Re dei Goblin, e la sua amnesia irreversibile finalmente trovava una spiegazione. Se ascoltava l'istinto, si spiegava la sua improvvisa attrazione per Sarah, perché i suoi occhi verdi sembravano aprirgli porte sulla coscienza che non aveva il coraggio di richiudere.

Sarah sollevò lo sguardo verso in nano.

- Gogol, capisco che ho combinato un bel pasticcio anni fa, ma non intendo diventare la vostra Regina. Per quanto l'offerta sia allettante, io ho percorso il Libro Rosso dalla prima all’ultima pagina, e ne sono uscita. Questo - indicò la sala - non è il mio posto. E poi che bisogno hai di me? Te la sei cavata bene finora, no? -

- Il Labirinto ha bisogno di unsovrano, Sarah, e io non sono che un custode. Jareth ti ha lanciato una sfida e tu hai vinto, ma non hai reclamato il trono. Adesso io devo richiedere il prezzo di quello vittoria. -

- Dev’esserci un’alternativa! - gemette Sara.

-Hogwarts,- si intromise David. Uno sguardo compiaciuto attraversò lo sguardo del nano, ma il mago scelse di non notarlo. - e se volessi reclamarlo io? Se mi state raccontando la verità, ho vissuto come un Sidhe per secoli e da umano meno di quindici anni...nessuno sentirebbe la mia mancanza se dovessi sparire all'improvviso.-

David tacque e strinse i pugni. In base al racconto, il responsabile vero e proprio di quell'assurda situazione era proprio lui che, anni prima, aveva provocato Sarah fino al limite delle proprie possibilità: era giusto che ora si prendesse le proprie responsabilità.

Vide Sarah abbassare in fretta lo sguardo, muovendo appena le labbra.

A me importerebbe, gli parve che dicesse.

Per un istante l’idea lo riempì di calore e lo fece tremare, ma subito dopo la accantonò.

Perché mai Sarah avrebbe dovuto curarsi della sorte del Re di Goblin?

La voce del nano troncò in fretta il filo dei suoi pensieri.

- Una possibilità ci sarebbe, ma devo avvertirvi che mai nessuno l’ha tentata. Dovreste ripercorrere il Labirinto al contrario, dal tredicesimo rintocco al primo, ed arrivare alle porte. In quel modo la sfida sarà cancellata e ognuno di voi tornerà al suo mondo. Così, Jareth tornerà ad essere se stesso e Sarah sarà libera di proseguire la sua vita mortale. -

David annuì, deciso.

-Va bene.-

Sarah gli lanciò un’occhiata cauta.

- David, ne sei certo? Tutto ciò che hai fatto in questi anni... -

David fece spallucce, quasi fosse indifferente.

-Sì. Quel che è detto è detto. Google, indicaci la strada.-

-Direi che già funziona…- si lasciò sfuggire il Custode, e schioccò le dita.

Davanti a loro si materializzò un enorme orologio a pendolo, costituito da tredici ore. Come aveva detto Gogol, la prima lancetta partiva dal tredicesimo rintocco.

-Questo è l'Orologio del Tempo Riverso, e ha già iniziato a ticchettare. Il Labirinto ha accettato la vostra sfida. Andate!-

David si levò in piedi e tese una mano verso la ragazza.

-Andiamo, Sarah.-

La ragazza fissò per un lungo istante il tatuaggio a forma di stella impresso sul dorso, infine la prese.

-Sarà un gioco da ragazzi.- scherzò, e David ebbe l’impressione che cercasse di nascondergli una qualche forma di imbarazzo.

Insieme, si avviarono verso la porta della sala.

 

****

 

Gogol li osservò sparire sotto l’arco, e sospirò.

Sollevò lo sguardo: intorno e sopra di lui, la sala era tornata integra. Era bastato che i due iniziassero il loro viaggio e se la lasciassero alle spalle, perché la stanza si ricomponesse.

-E’ già iniziato.- sussurrò.

Aveva nascosto una verità fondamentale che riguardava la sfida, ma nemmeno l'amicizia che lo legava a Sarah poteva cancellare il suo ruolo di Custode. Ed il Labirinto, ormai, esigeva il suo tributo.

**

NdA

Rieccomi  e bentornati a voi :) 

Spero che il nuovo capitolo vi piaccia. In queste ultime settimane sono stata impegnata e l'uscita del capitolo è slittata di giorno in giorno! Ringrazio tutti quanti voi che avete inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e grazie soprattutto per le belle parole nelle recensioni <3 Grazie mille!

Disclaimer: non scrivo a scopo di lucro,etc etc...

   
 
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