Era Una Vita Che Ti Stavo
Aspettando –
Francesco Renga
Note.
Re-interpretazione della scena finale del terzo
episodio (La notte dei morti viventi).
Seduti sulla
panchina, guardi il cielo, e guardi me, e non
lo sai quello che è successo stanotte, perché se
lo sapessi non continueresti a
guardarmi e sorridere, a scorrere gli occhi sul mio corpo, contornato
da quest’abito.
So che mi sta bene, e lo sai anche tu, ma non vuoi dirmelo, e se fossi
in te
non me lo direi, perché io saprei.
Saprei quello che ti
ho fatto stanotte, saprei che sono la
donna più stupida di questa terra, saprei che tu mi stai
guardando, che tu sei
qui per me e con me, io che non merito i tuoi occhi e il tuo sorriso.
Il vento mi
scompiglia i capelli, e io li risistemo dietro
l’orecchio, mentre tu segui ogni mio gesto.
Se fossi in te mi
darei uno schiaffo, fisico e astratto, me
ne andrei da questa panchina, mi lascerei da sola. Non stiamo insieme,
non lo
siamo stati in passato, eppure c’è solo una parola
che mi sta vorticando in
testa: tradimento.
Ti ho tradito
perché avrei voluto e dovuto essere insieme a
te, nel cuore e in sala operatoria. Ti ho tradito e ho tradito me
stessa e il
coraggio di affrontarti, preferendo la strada più facile,
quella per cui non
c’è bisogno di pensare e studiare e inventare e
inseguirti e capirti.
Ma se fossi in te
forse saprei cosa stai pensando adesso.
Saprei che non stanno sorridendo solo le tue labbra, ma anche il tuo
cuore, che
mi sta dicendo che sono bellissima, che ti dà fastidio non
essertene accorto
prima. Ho sciupato una vita inseguendo sogni, pochi dei quali si sono
realizzati. Tu sei il mio prossimo sogno, e mentre ti sogno, qui, su
questa
panchina, tu continui a guardarmi e sorridermi, e a dirmi che era una
vita che
mi stavi aspettando.
Così mi
scende una lacrima, e te ne accorgi, e l’asciughi col
pollice. Ma non sono pronta al contatto con le tue mani,
così finisco per
scattare indietro.
«Gandini,
non credevo di fare quest’effetto alle donne.»
«Hai le
mani fredde.»
«Intendevo
piangere. A quanto pare l’appellativo
‘mostro’ si
riscontra nei suoi effetti.» Fai una pausa, e cerco di tenere
la testa bassa.
Non voglio farti capire che di mostro ci sono solo io. «E non
ho mai avuto le
mani fredde. Hai paura di me?»
Di dirti la
verità.
«Ciao
Riccardo» mi alzo dalla panchina, ma mi blocchi
trattenendomi per una mano.
«Sei tu,
quella che ha le mani gelate.»
Mi risiedo, mentre
mi dici di aspettare un attimo. Ma lo
sappiamo entrambi che ti aspetterei anche per tutta la vita.