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Autore: Kilar_BlueMoon    17/05/2016    3 recensioni
Instagram: @aetarnalumen
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❝Eevee Armor, arrogante, orgogliosa e sicura di se, tende sempre ad avere la meglio rispetto agli altri, ma questo fino a quando non farà la conoscenza di colui che la farà cambiare.
Colui che le terrà testa.
Colui che sfiderà l'impossibile.
Colui che viene da un mondo parallelo.
Colui che nasconde un grande segreto.
Riuscirà Eevee a scoprire quale verità nasconde?❞
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Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eevee
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Anime, Manga
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Image and video hosting by TinyPic CAPITOLO 1
 
…Ricordo come tutto ebbe inizio. Quella giornata d’autunno a Starlight City.
Ero la classica ragazzina scontrosa, stufa del mondo che la circondava, e come biasimarmi. Disgusto per gli altri. Tutti perfettamente uguali. Tutti che se ne andavano in giro seguendo la stessa moda.
Io invece, mi ritrovavo sempre a fare la figura di quella diversa. Quella che pur essendo odiata da tutti era anche quella più intelligente. Mi interessava solo e soltanto leggere, starmene per i fatti miei.
Che mi interessava degli altri? Avevo i miei libri, la mia vita, il mio orgoglio. Avevo 12 anni e avevo già capito come funzionava il mondo. La gente mi diceva di continuo che la mia mente era molto più superiore rispetto ai miei coetanei. Era logico.
Ad ogni modo, questo mio carattere “freddo” se così posso chiamarlo, non era solo una giustificazione per essere definita differente, ma esso era stato anche influenzato da una serie di eventi accaduti circa 4 anni prima che andassi in accademia. Di me, si sapeva solamente che provenivo da una famiglia nobile. Tanto nobile quanto difficile.
Tralasciando questi problemi, la direttrice dell’istituto, nonché una delle sovrane del regno di Kyrie, Sunlight, mi accolse calorosamente e da quel giorno mi aiutò a superare parecchie difficoltà.
Oramai mi conosceva.
Vedere la lettera con scritto “Eevee Armor è stata ammessa.”, mi aveva reso la ragazza più felice del mondo. Almeno a quei tempi era un  buon motivo per sorridere.
 
Tornando a quel bel giorno, erano passati appena un paio di giorni dall’inizio del nuovo anno, avevo ricominciato a tenere un libro fra le zampe ogni minuto. Mattina, pomeriggio e sera erano dedicati interamente al mio egoista desiderio di diventare la studentessa migliore così che un giorno Sunlight sarebbe stata orgogliosa di me, e nessuno mi avrebbe fermata.
Era tutto così perfetto.
Era un pomeriggio ventilato, avevo appena finito di pranzare in mensa. La regione nella quale si estendeva il regno di Kyrie era un’area dove neanche d’inverno si raggiungevano temperature sotto lo zero, ma anch’essa aveva diritto ad avere le sue brutte giornate. Poco importava.
Ero andata in uno spazio d’erba circondato da alberi e cespugli solo per starmene in santa pace, e il vento, mi faceva sentire ancora più rilassata. Non lo fossi mai stata.
Ci speravo in un minimo di tranquillità, eppure il mio udito aveva già segnalato un possibile disturbo. Chiusi delicatamente il libro e mi alzai.
Mi guardavo attorno ma non vedevo nessuno. No, c’era qualcuno. Non sbaglio mai. Con la coda dell’occhio avevo intercettato il pericolo in questione.
Mi girai e in mezzo secondo ero già saltata addosso al nemico. Sinceramente, pensavo fosse uno dei miei compagni, che come sempre veniva a rompermi pregandomi di dargli ripetizioni di chissà cosa.
In realtà, era solo Fletchinder, il postino o messaggero, insomma lui.
Che fosse un mio compagno o lui, non mi interessava. Il mio stato rilassato era già ridiventato arrabbiato. Prima regola. Mai disturbare Eevee che legge. Che poi, voleva dire di non disturbarmi mai.
- Prega di avere un motivo valido per avermi disturbata, pennuto. - dissi.
Fletchinder deglutì. Più secondi attendevo, più ero irritata.
- Allora?!- Tuonai.
Fletchinder tutto impaurito, riuscì a trovare il coraggio per dirmi cosa aveva da dire.
- M-Maestà… Ha chiesto di voi… Al palazzo. -
Il cuore mi si fermò per un momento. Sunlight mi stava chiamando.
- Armor…?-
Riprese a battere.
- E’ tutto ok. E adesso sparisci! - Afferrai Fletchinder e lo rilanciai nel cielo. Lui tremante riprese a volare e scappò prima che potessi fargli altro.
Rimasi li ferma. Immobile per altri interminabili istanti.
Ero incredula, ma piena di dubbi.
Chiamata. Mi aveva chiamata. Per cosa?
 
Correvo. Davvero. Avevo iniziato a correre come una dannata pur di raggiungere il prima possibile il palazzo reale.
Dovevo sapere. Volevo sapere cosa avevo combinato. Magari non riguardava neanche me ma mi piaceva pensare che fosse così.
Correvo come un fulmine. Restavo tutto il giorno seduta a leggere, ma ero davvero agile scattante.
Dopo appena 5 minuti avevo già raggiunto il perimetro del palazzo.
Le guardie mi conoscevano, quasi quasi mi sorrisero per aprirmi il cancello e proseguire. Il cuore mi batteva sempre più forte, non ero per niente tranquilla.
Ero allieva di Sunlight da anni, ma ogni volta che mi chiedeva di andare da lei mi agitavo sempre.
Mi fermai di fronte alla grande porta. Restai ferma per pochi secondi, tirai un grosso respiro e poi spinsi il portone cercando di evitare di dare l’impressione di aver timore.
 
Il palazzo era di un’eleganza ineguagliabile. Ogni volta che entravo ne rimanevo affascinata. Feci qualche passo avanti e subito mi accolse Sunlight sorridendo.
Mi inchinai di fronte a lei. Era fantastica. Una così elegante Rapidash merita degli inchini solo per la sua bellezza.
-Eevee Armor. Puntualissima come sempre.- sorrise.
-Ci mancherebbe altro altezza.- Mi alzai lentamente e guardandola negli occhi.
-Volevo insomma… Sapere la causa…-.
Sunlight alzò la zampa per farmi tacere, e subito chiusi la bocca. Eppure lei continuava a sorridere.
-Avevo deciso di premiare la studentessa migliore dell’accademia mandandola a studiare nella città di Heart Rising, e quella studentessa, sei tu Eevee.-
Io cosa!?
Ero rimasta senza parole. Rimasi immobile. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Molto più del solito. Volevo essere sicura del fatto che quelle parole fossero realtà.
-Dite… S…Sul serio…?!-. Non riuscivo a trattenermi di più.
La mia scalata per diventare una studiosa poteva iniziare da li.
Sunlight annuì e si avvicinò a me.
-Ormai dei libri non sono sufficienti per studiare. Devi fare esperienza anche fuori. Heart Rising possiede anche tantissima storia. E non mi pentirò mai di aver fatto questa scelta.-.
-Vi ringrazio. Ma… Quando andrò?-.
-Domani stesso.-
Mi veniva voglia di esplodere. Mi dispiaceva lasciare l’accademia, ma, vivere in completa tranquillità mi fece dimenticare il pensiero precedente.
Non ricordo quanti “Grazie” le dissi. Le dovevo tutto. Ma proprio Tutto.
-Mi mancherete Altez…- Subito mi tappai la bocca.
Sunlight mi guardò, e quel semplice sguardo era la risposta.
Sorrisi. Mi inchinai, e uscì.
 
Tornai di fretta nella mia stanza del dormitorio.
Mi sdraiai sul letto cercando di rimanere tranquilla, pochi minuti dopo mi resi conto che non ce l’avrei fatta. Ero troppo troppo contenta.
Iniziai a saltellare per tutta la stanza e sul mio letto, non mi importava più niente di leggere in quel momento.
- Si si si si si!- Urlavo.
Pregavo che quella sera sarebbe passata in fretta.
Sunlight aveva anche già fatto portare tutti i miei libri nella nuova casa, e intanto ricevetti anche l’indirizzo.
Il treno sarebbe partito il pomeriggio successivo.
 
Del viaggio non c’è molto da raccontare. Vedevo l’accademia allontanarsi, anche se in realtà quella che se ne stava andando, ero soltanto io.
Il treno ci mise circa 3 ore e mezza per arrivare alla città di Heart Rising.
Ammirai il paesaggio non appena scesi dal treno.
Heart Rising era una città tutt’uno con la natura. Era anche una città sul mare. Adorabile per gli occhi.
Speravo in un tardo pomeriggio soleggiato con un bel tramonto, quando invece, sentivo odore di pioggia, fantastico.
Riguardai velocemente l’indirizzo per poi iniziare a camminare verso la mia nuova dimora.
Rimasi senza qualcosa a cui pensare, quale miracolo.
Decisi di prendere la strada che passava per il parco, giusto per iniziare ad esaminare il posto. Vedevo persone che si affrettavano a tornare a casa, perciò attraversai il parco completamente da sola, fino a quando una folata di vento mi sorprese e mi fece voltare lo sguardo verso un cespuglio da dove si intravedeva qualcosa.
Vidi qualcosa di scuro che sporgeva. Feci un passo in avanti.
Non so per quale motivo il mio cuore iniziò a battere. Deglutì, e andai a vedere cosa c’era la dietro. Avevo i minuti contati prima che iniziasse a piovere, non c’era tempo da perdere.
Non l’avessi mai fatto.
Non fossi mai andata a vedere la dietro.
Non appena mi fermai mi venne un attacco di panico e iniziai a tremare di brutto di fronte a ciò che avevo davanti agli occhi.
Col cuore a mille vidi un tizio sdraiato sul prato, svenuto, pieno di lividi e graffi sulle zampe e sul corpo, debole.
Avevo dubbi su quanto fosse ancora vivo.
Non sapevo che fare, ma in un attimo scossi la testa e indietreggiai.
Udii un tuono.
-In fondo cosa interessa a me di lui… Figuriamoci.-
Mi girai e me ne iniziai ad andare, il temporale era vicinissimo, e non mi facevo intenerire da nessuno, non erano affari miei, non avevo il tempo di aiutare qualcuno. Mi hanno insegnato a pensare solo a me stessa, e rimaneva il più grande insegnamento. Il mio orgoglio non aveva mai fatto eccezioni,e non ne avrebbe mai fatte.
Le ultime parole famose.
Improvvisamente mi fermai, e iniziò a piovere proprio in quell’istante.
Attimi infiniti mi fecero sentire… un dispiacere.
Mi faceva pena lasciare li un ragazzino, ferito per giunta.
Perché mi sentivo così… Strana?
Strinsi i denti e abbassai le orecchie sotto la pioggia, oramai passata in secondo piano.
-VA BENE!-
Persi la pazienza contro me stessa e tornai da Lui.
 
Caricai lo sconosciuto sulla mia schiena, e inaspettatamente pesava poco.
Iniziai a correre all’impazzata per evitare di prendere altra acqua.
Pensavo… Pensavo, ma chi me l’ha fatto fare.
Non avevo… Mai aiutato qualcuno in vita mia.
Accidenti a te, Orgoglio.
 
Correvo sotto la pioggia, e infine trovai la via.
La mia nuova casa, non persi tempo ad aprirla, e appena entrata scaricai il peso mezzo morto vicino al camino.
Lo accesi e coprì lui con una coperta.
Solo in quel momento iniziai a calmarmi.
Feci un grosso respiro e finalmente potei esplorare la mia abitazione.
Era una casa a due piani. Una villetta non molto distante dal centro città e dalla spiaggia. Sunlight aveva anche gusto nello scegliere le case.
Che razza di eventi erano accaduti. Non mi sono mai sentita così viva prima d’ora.
Mi rilassai per un paio d’ore, ma il temporale non ne voleva sapere di smettere.
E anche Lui. Poteva essere un qualsiasi idiota senzatetto, e l’ho portato in casa mia. Ansia.
Decisi di tornare nella sala e con mia grande sorpresa, vidi Lui in piedi, sulle 4 zampe, con sguardo basso, come fosse un morto vivente.
-Ehm… Senti….- cominciai.
Non vedevo i suoi occhi, e come se mi avesse letto nel pensiero, alzò lo sguardo.
Sentì arrossirmi di brutto.
Che diavolo di occhi.
Azzurri. Ghiacciati. Freddissimi. Come i miei.
Sono la Unica Eevee del mondo con gli occhi azzurri, Lui non era della mia specie ovviamente, ma neanche gli occhi di Sunlight si avvicinavano ai Suoi.
Quale male avrebbe voluto rovinare tale bellezza?
Ritornai in me.
Ritornai al mondo.
-Io… Sono Eevee Armor.-
Lui mi guardò e tremando indietreggiò.
Aveva il fiatone da quanto era spaventato.
-Allontanati…!- Urlò.
-Ehi ma cosa… Sta calmo.-
 
Con la coda dell’occhio vidi una spina conficcata nella sua zampa, probabilmente neanche se n’era accorto.
Di solito la paura viene alimentata anche dai malanni fisici. Era una foglia, coda tra le zampe, con le parole non mi avrebbe mai ascoltata, e così passai direttamente a provvedimenti drastici.
Strafottendomi di tutto gli saltai addosso.
Mi ritrovai a pochi centimetri da lui. Arrossimmo entrambi.
Non era per piacere. Volevo solamente levargli la spina.
Avvicinai il muso alla sua zampa e in mezzo secondo gliela tolsi, vidi il suo muso tranquillizzarsi.
-Va… Meglio?-
Annuì e sorrise.
Mi spostai e lui si alzò.
Neanche il tempo di dirgli qualcosa che subito si era diretto verso la porta, mi venne spontaneo fermarlo. Razza di idiota.
-Ehi ehi ehi! Dove credi di andare con questo tempaccio?! Hai battuto la testa?!-.
-No.-.
Ringhiai.
-Almeno dimmi cos’hai di tanto importante da fare.-
Rimase immobile, come sorpreso del suo stesso pensiero. Si mise una zampa sulla testa.
-Non… Lo so.-
U-Sei stupido forte.-
-Ma… Grazie mille. Ti devo un favore. Questo lo so.-
Favore? In realtà, non sentivo il bisogno di essere ricambiata, forse era proprio questo il voler aiutare qualcuno senza avere niente in cambio.
Lo guardavo, Lui, nascondeva qualcosa dietro quel muso. Dietro quei suoi occhi.
-Io sono Zorua.- Sorrise.
Zorua… Allora hai anche un nome.
 
-Resta qua… Finchè non recuperi la memoria.-
Non l’ho detto davvero.
Non ci credevo.
Quale fulmine mi aveva colpita per avermi fatto dire tale affermazione.
Sospirai e feci un sorriso deciso. Orgoglioso.
Alla fine Eevee è orgogliosa di se stessa. Qualsiasi scelta.
 
Zorua sorrise, capendo perfettamente cosa mi stesse passando per la testa in quel preciso istante, ma ormai, la boiata era stata fatta.
Beh… Un coinquilino.
 
 
Verso mezzanotte, ero nel mio letto, riflettendo su quali pazzie feci e dissi poche ore prima, roba da matti.
Non potevo essere Io.
Quella non poteva essere Eevee.
E se Zorua fosse un delinquente, e se volesse farmi del male? Sarebbe stata tutta colpa mia.
La guardia non l’avrei mai abbassata.
Mai, Mai fidarsi di uno sconosciuto. Anche se è un coetaneo con gli occhi più belli che esistano, dietro il bello si nasconde il brutto.
 
Una sola domanda.
Chi sei Zorua?
   
 
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