Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Seira Katsuto    19/05/2016    2 recensioni
In un piccolo villaggio nel Nuovo Mondo viveva una giovane ragazza dai capelli dorati e dagli splendidi occhi azzurri.
Ella ogni giorno uscì di casa per andare al bosco a raccogliere bacche e fiori per i suoi cari.
Una sera, mentre tornava dalla sua passeggiata, incontrò un ragazzo.
Quest'ultimo, che si era invaghito della sua bellezza, chiese alla giovane se poteva aiutarla a trasportare il cestino pieno di erbe.
La ragazza, imbarazzata e intimidita, non sapeva come rispondergli così chinò lo sguardo per poi guardare l'altro negli occhi.
In quel momento, i loro sguardi si incrociarono e dentro al petto sentirono un forte sentimento pervaderli.
Fu così che lei si prese coraggio e gli rispose:
< Certo che no, manco ti conosco! Fuori dai piedi feccia, mi intralci il passaggio >
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba nera, Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Satch, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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< Oh Mary, mia dolce Mary, come farei senza di te, oh mia dea... >.
< Sacht, basta >.
Non so nemmeno esattamente come siamo potuti finire in una situazione simile, qualcuno lassù mi vuole male, non c'è altra spiegazione.
Io e Mister banana, da soli, sperduti fra le montagne, in cerca di un tempio che non sono nemmeno sicura che esista.
Ricapitolando... è iniziato tutto stamattina.
_____________________
Era passato un mese da quando i pirati di Barbabianca si erano fermati sull'isola ed io ero alla locanda, a sistemare alcune cose insieme ai miei genitori, intanto c'erano Sacht e Vista (comandante della quinta flotta) che chiacchieravano.
McGuy era ripartito all'avventura con la sua ciurma, dopo aver stretto un alleanza con l'imperatore bianco.
Era stato un patto alquanto singolare, non si sono scontrati o altro, semplicemente una volta alla locanda, mentre parlavano insieme, Barbabianca ha tirato fuori la questione...
< Gurararara sai, tu mi piaci, mi ricordi molto Vista, hai un'aria nobile e diplomatica, che ne diresti di fare un'alleanza? >.
< Interessante come proposta, il suo modo di pensare non mi dispiace affatto, ha una mente molto aperta e aiutarci a vicenza sarebbe perfetto, accetto >.

È accaduto tutto così in fretta che a malapena me ne sono accorta... Bah, chi li capisce i pirati.
Ritornando al discorso iniziale, mentre i comandanti parlavano insieme a noi, abbiamo tirato fuori il discorso delle "leggende metropolitane" e siamo finiti a parlare di un tempio misterioso che dovrebbe trovarsi da qualche tra le montagne.
Mi ricordavo di aver intravisto una volta qualcosa simile ad una casa e mi scappò un < Ah, forse ho capito di quale tempio parla > così che Sacht ne approfittò e incominciò a chiedermi di accompagnarlo lì, peggio di un bambino dell'asilo... Non potete immaginare quanto quell'uomo possa essere insistente, adesso capisco perché Marco è sempre freddo e scocciato quando parla di lui...
Quindi alla fine mi ritrovo qui, con il signorino dall'aria innocente, nella disperata ricerca di un qualcosa simile ad un tempio.

La leggenda narra di un uomo malvagio che è disposto ad abbandonare tutto ciò che ha per avere quello che è tenuto nel tempio, il potere più forte tra tutti quelli esistenti e se dato in mani sbagliate, può devastare il mondo intero... 
Chiunque venga in contatto con quest'oggetto sarà devastato dalla sventura perché, l'uomo malvagio, in un modo o nell'altro arriverà a quel tempio e se tu possiedi informazioni a riguardo verrai perseguitato finché il potere non sarà consegnato nelle sue mani.


Questa è una delle solite leggende che si raccontano ai bambini per non farli avvicinare al bosco.
Ci sono centinaia di leggende così su quest'isola e dopo un po' ho saputo scovarne i veri significati, i miei antenati hanno sempre "ingigantito" tutti i racconti in modo esagerato.
Sono solo supposizioni, ma penso che nel tempio ci sia qualcosa che insegni un'arte che non conosce nessuno oppure il segreto dell'haki... qualcosa così, ma niente di troppo "devastante", ovviamente se esiste davvero questo luogo.
La seconda parte della leggenda è abbastanza inquietante, quasi una minaccia, ma anche quella probabilmente sarà esagerata, manco sono sicura esista l'uomo malvagio...

Dopo un'ora di ricerca finalmente troviamo il suddetto tempio, che definirei per lo più un altare e, incastonato nella roccia in bella vista, si vede uno strano frutto violaceo.
< Wooo un frutto del diavolo! > Urla Sacht euforico avvicinandosi al tempietto.
Che strano...
< Non prenderlo >. Guardo sopra l'altare una scritta in due lingue diverse, la prima è quella universale, l'altra è quella che mi ha insegnato mio padre, credo sia una lingua del villaggio, ma mi ha sempre detto che era una scrittura segreta e non bisognava parlane con nessuno, quindi non so in quanti la conoscano effettivamente.
< Eh? > Mi fissa stranito lui per poi voltarsi e leggere la scritta.

< "Questo è il frutto della malvagità, se siete stranieri andateve finché siete in tempo e non fidatevi di chiunque vi chieda informazioni riguardo ad esso, tutti per quanto possano sembrare buoni e fedeli potrebbe essere il prescelto dell'oscurità, se invece tu sei colui che ambisce questo potere prendine possesso e governa il pianeta" poi c'è la scritta in un'altra lingua che non so leggere >

< La scritta in basso è solo una traduzione di quello che hai appena letto > ho mentito. Non so cosa mi ha spinto a non dirgli la verità sulla scritta, ma sono sicura di una cosa:
C'è qualcosa di strano, troppo strano, colui che ha scritto ciò che il cuoco ha appena letto sembra stare dalla parte dell'uomo malvagio, ovvero sembra volere che il mondo venga distrutto, non ha senso in quanto leggenda.
< Torniamo indietro Sacht, abbandona per un momento i tuoi istinti pirateschi e andiamocene, questo tempio ha qualcosa che non mi convince, ho una brutta sensazione >.
Pensieroso il cuoco si allontana per poi fissarmi e ritornare a sorridere.
< Massì, farò come dici, in realtà oggi volevo rimanere con te per un po', soli soletti > Afferma con la sua solita nonchalance il cuoco.
Sospiro e chiudo gli occhi < Cos'è vuoi molestarmi? > chiedo con ironia, seccata.
< Eh? Io? Non oserei mai toccare una donna! Senza il suo permesso ovviamente... > Risponde sorridendo maliziosamente.
< Detto da quello che appena può abusa del culo altrui > lo guardo sconcertata.
Si mette una mano sul mento e con aria innocente sussurra < beh, non hai tutti i torti, almeno ci ho provato! >.
È un caso disperato.
< Comunque è vero che volevo stare solo con te! >. Lo fisso stranita.
< ...E ho una richiesta da porti... vorresti unirti alla ciurma di barbabianca? >.
Spalanco gli occhi e sbuffo incredula < Eh? Io? Una donna? >.
< Il babbo non è solito far salire donne combattenti sulla nave, ma penso che ormai ti ritenga una figlia come tutti noi e non farebbe nessuna storia, anzi ne sarebbe felice > Sorride lui a trentadue denti.
In quella famiglia di casinisti? Sarebbe divertente... < Siete una bella famiglia voi, ma no, non posso accettare la proposta, mi dispiace >.
Sembra dispiaciuto < Perché dici di no? >.
Sorrido < Ci sono varie ragioni, sarebbe bello entrare nella vostra combriccola, ma ora non posso, devo badare all'isola insieme a mio padre che si è sempre impegnato tanto per noi e dimostrare a tutti che Mary Sue non è solo un nome... Sono troppo debole, è questo il punto >.
Lui mi fissa con interesse e proprio quando stava per rispondere continuo la frase < non dire che posso anche allenarmi nella Moby Dick o altro, questa è una cosa che devo risolvere da sola, è una mia decisione, voglio diventare forte contando il più possibile su me stessa e non chiedere troppo l'aiuto altrui... non dico diventare come il babbo, vorrei almeno saperti fare un graffio! >.
Sacht scoppia improvvisamente a ridere ed io lo guardo storto < Ancora per la storia della vendetta? >.
< Ancora? Se io dico che me la pagherai, me la pagherai > ghigno io.

Così tornammo al villaggio dicendo di aver trovato un altare con dentro... purtroppo nulla di prezioso e che probabilmente qualcuno era arrivato prima di noi.
_____________________
A notte inoltrata, quando pure i pirati di Barbabianca sono andati tra le braccia di Morfeo, decisi di rillassarmi un attimo sedendomi dietro al banco del locale.
In quel momento mio padre si avvicinò a me e mi chiese con molta serietà < Davvero non c'era niente nel tempio? >.
< Mpf... come pensavo, sei stato tu a costruirlo, comunque sì, c'era un frutto violaceo incastrato nella roccia... perché ti preoccupi così tanto? È importante? > gli chiesi, infine, incuriosita.
Lui sospirò sollevato < Sì, è pericoloso quel frutto, non deve cadere in mani sbagliate >
"...Perché un frutto simile è in così bella vista allora?" Mi chiesi sul momento.
< Capisco, non indago oltre, personalmente vorrei dimenticarmi il più in fretta possibile di quell'altare, c'è qualcosa che mi inquieta in questa storia > aggrottai la fronte preoccupata.
Rimanemmo per qualche minuto in silenzio finché mio padre non mi mise una mano sulla spalla e mi rassicurò, ampliando il suo sorriso < Susu, non ti preoccupare, più ci pensi e più sarai tesa, è tardi ed anche tu dovresti andare a dormire >.
Sospirai < massì, ora vado, buonanotte >.

In quel momento non credevamo di certo che un uomo di Barbabianca stesse origliando la conversazione con molto interesse.
_____________________
Arrivò l'ora della partenza per la ciurma di Barbabianca.

È strano, mi mancheranno, quella combriccola di pazzi mi mancherà.
Forse anche quel maniaco di Sacht, forse.
La nave è già pronta a salpare.
< Quindi partite > chiudo gli occhi sorridendo un po' triste.
< Già, ci siamo fermati anche troppo, è stato un periodo di riposo > annuisce Marco.
< Lo so, lo so, ti mancherò, ma non c'è bisogno di essere così triste, ci rincontreremo un giorno, tranquilla >.
< Sacht non è che sei tu a sperare di rincontrarla ed è sempre a te che mancherà davvero? Dovresti per una volta dire quello che pensi al posto di rigirare sempre le frasi e mettere a disagio gli altri > afferma seccato il comandante della seconda flotta per poi dileguarsi verso la Moby Dick.
Il cuoco guarda sotto shock il novellino, non se l'aspettava da lui un uscita simile.
< Ahahahahah > ridiamo insieme Marco ed io, grande ragazzo!
< Beh, vado anch'io, bisogna sistemare le ultime cose, alla prossima > fa un cenno con la mano il biondo, ancora sorridente, lasciando così, il povero cuoco da solo.
Dopo qualche minuto si riprende dal trauma precedente.
< Aaah, dopo me la pagheranno quei due, sopratutto Ace, da dove gli sarà uscita quella frase? > dice il comandante confuso.
< Già, chissa da chi ha preso > ironizzo io.
Vediamo in lontananza Halta chiamare Sacht per avvisarlo che sono pronti a salpare.
< Beh, sembra proprio che debba andare anch'io >. 
< Già >.
Ci fissiamo per un po' senza dire niente.
< Allora arrivederci, my lady > mi saluta lui infine.
< Arrivederci, my bitch > lo saluto io sorridendo.
Per una volta i ruoli si scambiano, lui si volta verso la Moby Dick sbuffando con una mano in volto mentre io lo guardo ghignando.



☆   Spazio della piccola Seira ☆
Salve a tutti! Per prima cosa, spero che il capitolo vi sia piaciuto, poi sono qui solo per parlare di una cosa: Sacht.
È solo una mia impressione o... i cuochi fanno sempre la figura dei dongiovanni? Di fatto, mentre scrivevo, ammetto che il quarto comandante mi ha ricordato Sanji, questi cuochi sono proprio dei pervertiti eh? Ciò non toglie che mi fanno morire dalle risate, motivo in più che mi ha spinto a scrivere questa storia.
Ringrazio tutti coloro che recensiscono e mettono nelle proprie liste questa storia, mi rendete più felice di Rufy in un mondo fatto di carne! 

P.s. Perché piccola vi chiederete (o forse no? Beh ora ve lo chiedete).
No, non è perché sono piccola (o meglio sono giovane, ma non è questa la ragione principale), semplicemente perché è un aggettivo che mi hanno affibiato i miei amici anni fa.
Mi fa sembrare una piccola bambina ingenua che crede ancora che le nuvole siano fatte di zucchero filato e il mare di powered, anche a quarant'anni sarò la piccola Seira (a quel punto però temo lo dirò solo per nascondere la vecchiaia...), in pratica diciamo che mi piace illudermi di non conoscere il mondo!
Spero che la storia continui a piacervi, alla prossima!
   
 
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