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Autore: Floralia    21/05/2016    0 recensioni
Grace cammina da sola tra i boschi e le strade del Colorado. In una mano ha una pistola scarica, nell'altra un pennarello indelebile.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Quando Russell uscì dalla casetta di muratura, non si fermò a parlare. Si ripulì il coltello sui jeans, poi si diresse in tutta fretta verso la strada, zaino in spalla.
Non disse addio a Grace, né strinse la mano a Forrester.
Si incamminò senza voltarsi indietro, col viso scuro.
Gli ultimi due giorni erano stati strazianti. Per Grace era stato come rivivere i momenti dopo la morte di Brandon. Manu peggiorava ogni ora, mentre la febbre saliva. Russell era sicuro di poter trovare una soluzione. Aveva fatto prendere alla donna tutte le medicine che avevano, più altre trovate nella casetta dove Manu giaceva ora senza vita.
Grace aveva fatto il possibile. Aveva cucinato una zuppa annacquata di erbe e patate, aveva ripulito la fronte di Manu con un panno umido per tutta la notte. Era rimasta a guardare durante le ultime ore, durante le quali Russell urlava e piangeva di rabbia stringendo la sua compagna al petto. Manu piangeva, sussurrando le ultime parole.
Grace piangeva silenziosamente, seduta in un angolo. Aveva il terrore anche solo di respirare troppo forte.
Forrester era rimasto a margine. Sapeva fin dal primo momento come tutto sarebbe andato a finire.
Troppa rabbia, troppo dolore.
Grace guardò la figura dell’uomo allontanarsi e scomparire altre una collinetta.
Si sentì vuota, arida.
Stava piovigginando, ma né lei, né Forrester si allontanarono per cercare riparo. Rimasero all’aperto, guardando nella direzione dove Russell era scomparso. Grace non sapeva da quanto lui e Forrester si conoscessero. Si chiese se fossero amici, se Forrester si sentisse abbandonato tutto d’un tratto, senza neanche aver ricevuto l’ultimo addio.
La ragazza di riscosse e si incamminò verso la casetta.
Manu era sdraiata sul letto dove aveva trascorso le ultime ore di vita. Una ferita sulla tempia destra indicava il punto dove pochi minuti prima Russell aveva infilato il suo coltello da caccia.
Grace si voltò ad osservare Forrester che faceva capolino sulla soglia.
Guardò nuovamente il corpo senza vita della donna dalla carnagione color bronzo. Le scostò una ciocca di capelli dalla fronte.
“Dovremmo seppellirla?” chiese a Forrester.
L’uomo sospirò e con voce stanca rispose di no.
Grace allora prese un lenzuolo di lino che giaceva appallottolato in fondo al letto e vi coprì il corpo.
Forrester le si avvicino e le pose una mano sulla spalla. La attirò a sé e la strinse in un abbraccio, carezzandole i capelli con la mano. Grace respirò l’odore dell’uomo, se ne riempì i polmoni e se ne saziò. Quel contatto inaspettato era caldo e confortevole.
I due rimasero così, stringendosi l’un l’altra.
La pioggia picchiettava sui vetri, il vento ululava attraverso la porta socchiusa.
Il naso di Manu disegnava una cunetta sul lenzuolo. Aveva un’aria definitiva, solenne.
Quel corpo era stato dimora di una donna bella e forte fino a pochi minuti prima. Ora la necrosi prendeva piede lentamente, silenziosamente.
I tessuti erano collassati, il sangue era immobile nelle vene.
I parassiti, gli spazzini, cominciavano i lavori. La carcassa sarebbe stata smaltita completamente in alcuni mesi.
Grace pensò al viso di sua madre, con un piccolo foro di proiettile in fronte. La ragazza le era di fronte, col fucile di suo padre stretto in mano. La donna giaceva a terra, avvolta dalla divisa da infermiera. La sua pelle calda, contro cui Grace aveva premuto il viso tante volte e di cui aveva respirato il dolce odore, era raggrinzita e sporca di sangue. I bei capelli castani erano impastati di sporcizia. Il viso era distorto in un grugno infernale. I denti erano incrostati di sangue e carne umana.
Grace si era odiata per aver sparato in fronte a sua madre. Ma quella non era più lei. Era un mostro che voleva cibarsi della sua carne. Aveva visto le sue mani premere il grilletto, e sua madre cadere a terra. La donna che sapeva di miele e che le intrecciava i capelli. La donna che cucinava i tacos il giovedì, che cantava mentre faceva le pulizie, che lavorava i turni di notte e non si dimostrava mai stanca.
Mentre barcollava verso l’uscita del South West Memorial Hospital, arrampicandosi sulle pile di cadaveri ammassati nei corridoi, Grace non si sentiva più se stessa. Sentiva di essere un guscio vuoto. Cercava tra i corpi il volto di suo padre. I vaganti banchettavano a carponi come animali, divorando le carcasse appena uccise. La ragazza sapeva di essere in pericolo, sapeva di dover essere triste, di dover provare dolore, ma non ci riusciva.
Grace si strinse più forte contro il corpo massiccio di Forrester, e si deliziò del fatto che nessuno dei due aveva intenzione di lasciar andare.
 
  
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