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Autore: Floralia    14/01/2016    0 recensioni
Grace cammina da sola tra i boschi e le strade del Colorado. In una mano ha una pistola scarica, nell'altra un pennarello indelebile.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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L’odore di carne putrefatta era insostenibile. Grace udì Manu vomitare sporgendosi oltre il bordo del kayak.
La ragazza cercò di reprimere i conati, ma dovette cedere. L’intero contenuto dello stomaco si riversò nel fiume. Le alghe, impastate con i succhi gastrici, galleggiarono attaccandosi ai bordi del kayak. Grace vomitò di nuovo. In bocca aveva il sapore della bile.
Il rumore era assordante. Oltre i gemiti dei non-morti, si sentivano le urla dei vivi che erano stati sorpresi dalla gigantesca orda. Si udirono degli spari.
Grace si abbassò sulla superficie del kayak, sperando di esporre il meno possibile a eventuali proiettili vaganti.
Confluirono sulla spianata.
Immediatamente furono individuati dai non-morti. Da entrambe le rive, piccoli gruppetti si distaccarono dalla grande massa intenta al massacro dei campeggiatori e si diressero verso il fiume.
“PAGAIATE!” urlò Forrester. Grace non elaborò nemmeno l’ordine. Le sue mani spontaneamente impugnarono la pagaia e iniziarono a solcare l’acqua con furia. Per i primi cinquanta metri i vaganti furono inghiottiti dalla corrente, poi il letto del fiume cominciò ad abbassarsi.
Due vaganti camminavano verso Grace, le gambe immerse nell’acqua.
La ragazza remava con tutte le forze.
Ad un tratto sentì il kayak strisciare sulla sabbia del letto del fiume. Spinse con la pagaia, poi spinse con le mani, toccando il fondo ghiaioso. Altri tre vaganti le si avvicinavano da dietro.
Scese dal kayak, cercò di spingerlo verso l’acqua più profonda. I suoi compagni avevano cominciato a sparare. Non riusciva a vedere, né a capire se stessero sparando per aiutarla, o se fossero in difficoltà anche loro.
Mentre spingeva il kayak, la pagaia cadde. Si fermò per recuperarla. In una mano stringeva la pistola.
Si sentì afferrare alle spalle. Si voltò di scatto, tirando un calcio che fece barcollare l’aggressore. I suoi occhi erano spalancati e vitrei. Altri tre le furono addosso.
Grace sparò un colpo, indietreggiando. Inciampò nel kayak e finì distesa, mandando il secondo colpo al cielo. Si trovò addosso una donna imbrattata di fango e sangue, senza un braccio, che tentò di morderle la faccia.
Grace urlò e se la scrollò di dosso facendo forza con entrambe le gambe. La donna cadde e le afferrò il polpaccio. Batteva i denti in direzione della carne viva.
Grace calciò e nel frattempo sparò in fronte all’enorme uomo dallo sguardo vitreo che veniva verso di lei a braccia tese. L’uomo le cadde addosso. Un altro le fu addosso, cercò di morderle il collo ma era bloccato dal vagante enorme che ricopriva la ragazza. Grace sparò in testa alla donna che le aveva preso il polpaccio. Mancò. Sparò di nuovo. Questa volta la testa esplose e la ragazza ricevette lo spruzzo di sangue putrido in faccia.
Mirò verso il secondo uomo, ma la pistola sparava a vuoto. Solo cinque colpi.
Si liberò dell’enorme vagante che le stava addosso, spinse l’altro che puntava al suo collo, raggiunse la pagaia.
La fatica non esisteva. Il mondo non esisteva. Esisteva solo il mostro affamato di carne che le stava venendo addosso.
Grace lo colpì in testa con la pagaia. Un altro vagante la afferrò da destra, altri cinque, dieci, trenta vaganti venivano verso di lei.
Sferrò altri colpi e nel frattempo cercava di spingere l’imbarcazione verso l’acqua più profonda. Ci riuscì. Saltò dentro al kayak e prese a remare con forza. Non sentiva il dolore. Non sentiva nulla.
Non sento il dolore – pensò – potrebbero avermi morsa e non lo saprei.
A decine i vaganti strisciavano sul fondo del fiume nella sua direzione. Alcuni erano in piedi, altri erano carponi. L’acqua ne era piena.
Grace remò al massimo delle sue possibilità.
Sferrò qualche colpo con la pagaia per allontanare i vaganti che con le mani si aggrappavano ai bordi del kayak facendolo rollare nel tentativo di raggiungere la loro preda.
Grace colpì in faccia un mostro che alla sua destra l’aveva afferrata per l’avanbraccio e se lo stava portando alla bocca. Alla sua sinistra un non-morto afferrò il kayak e la forza dell’impatto ribaltò l’imbarcazione di 180 gradi.
Grace finì sott’acqua.
 Aveva le gambe incastrate nell’incavo del kayak.
I capelli fluttuavano attorno al viso della ragazza, che cercava disperatamente di uscire dall’abitacolo per poter ritornare alla superficie. I suoni erano ovattati.
Attorno a lei, le sagome dei non-morti si affollavano. Mani come artigli fendevano l’acqua in ogni direzione, nel tentativo di agguantare, lacerare, uccidere.
La corrente continuava a trasportare l’imbarcazione a valle, e con essa i vaganti che vi si affollavano intorno.
Dalla bocca di Grace uscirono grosse bolle d’aria e poi migliaia piccolissime, nell’ultimo sforzo di liberare le gambe.
La ragazza riuscì a fendere la superficie dell’acqua e trasse un gran respiro. Si aggrappò
Allo scafo le kayak, scalciando e tirando pugni ai cadaveri viventi che ormai fuoriuscivano solo dal collo in su dall’acqua.
In qualche secondo non ve ne fu più nessuno. Il kayak procedeva nell’acqua alta. Un urlo di donna sferzò l’aria e Grace fu certa che la proprietaria della voce sarebbe stata mangiata viva qualche istante dopo. Infatti udì altri urli strazianti.
Provò a rigirare il kayak. Riuscì al terzo tentativo. La pagaia era andata.
Le urla della donna morente continuavano. Tagliavano l’aria come una lama.
Grace entrò nel pozzetto del kayak, e sistemò le gambe.
Provò a remare con le mani. Voltandosi vide l’abominevole spettacolo di migliaia di corpi in decomposizione che banchettavano, sciamando come locuste.
Alcuni vaganti ancora la inseguivano lungo gli argini del fiume, ma ormai la corrente era forte abbastanza da sospingerla via velocemente.
Non c’era traccia degli altri tre.
Grace tremava forte. Non aveva mai tremato così forte.
Sbatteva i denti con così tanta forza che temette di esserseli rotti. Si toccò le braccia, poi le gambe, il tronco, il collo. Non trovò morsi. Ripeté l’operazione altre quattro volte.
Altri vaganti spuntavano nel paesaggio, ma ormai il fiume era troppo profondo e vasto.
Aveva freddo. Aveva fame. I muscoli le dolevano terribilmente. Le gambe erano paralizzate dai crampi. Si afferrò la pancia. Si vomitò addosso. La saliva colò sulle cosce.
La ragazza continuò ad avere conati, poi si ripulì il viso con l’acqua.
Di fronte a lei, all’orizzonte, grandi nuvole nere si addensavano e tuonavano, illuminandosi di bianco. Presto si alzò una forte brezza che portava con sé granelli di sabbia.
Grace si sentì graffiare il viso.
Il kayak proseguiva sul fiume, il quale si stava tingendo delle tonalità del grigio.
Sembrava Argento liquido.
Grace era sola.
Il fiume scorreva lungo una grande pianura coltivata, addentrandosi, a qualche chilometro di distanza, tra grandi sporgenze rocciose.
La pianura era interamente coltivata a girasoli. Il giallo acceso dei fiori stonava fortemente con quello che passava nella mente di Grace.
Voleva urlare a pieni polmoni, ma aveva paura di attirare altri vaganti.
Il temporale stava arrivando veloce, spinto dalle raffiche di vento. Presto Grace sentì alcune gocce picchiettare sulla superficie del kayak. Cominciò una pioggia leggera.
L’intera area era completamente deserta. Qua e là, tra i girasoli, si aggiravano alcuni vaganti. I loro lamenti erano gradualmente coperti dal rumore della pioggia mentre cresceva di intensità.
Grace cominciò a piangere. Singhiozzò, mentre la pioggia le scorreva lungo il viso e si mischiava alle lacrime.
L’imbarcazione si muoveva rapida sulla superficie dell’acqua, attraversando la campagna fiorita.
Cominciò a grandinare.
Grace sentiva i chicchi di ghiaccio colpirle la pelle e la testa.
Sentì prima il dolore, poi vide il sangue. Si toccò la testa e le sue dita ne furono piene.
La ragazza cominciò a remare con le mani più forte che poteva. Raggiunse la curva con la quale il fiume si addentrava tra le scoscese di roccia. In un istante individuò i suoi compagni.
Si erano riparati sotto una sporgenza rocciosa che ricopriva una piccola spiaggia di ghiaia raggiungibile solo tramite imbarcazione. Forrester, da lontano, le puntò addosso il fucile. Subito la riconobbe e gettò l’arma per immergersi nell’acqua in direzione della ragazza.
La raggiunse. “Stai bene?”
Grace annuì e si tirò fuori dal kayak. Anche se l’acqua era alta meno di un metro, cadde e finì con la testa sott’acqua. Forrester la afferrò e la portò a riva.
Russell la prese da sotto le ascelle e la trasportò al riparo. “Credevamo che ti avessero preso!”
Manu era già lì, sdraiata supina.
La donna era insolitamente pallida e respirava piano.
Grace sgranò gli occhi: la gamba di Manu era completamente ricoperta di morsi.
 


Hej! Spero che hai miei 5 lettori sia piaciuto questo capitolo, è un po' più di azione rispetto ai precedenti ^__^ io mi sono divertita un mondo a scriverlo. Fatemi sapere cosa ne pensate. Se mi lasciate una recensione so che esistete e che non siete solo un glitch! Grazie a tutti per aver usato il vostro tempo a leggermi, davvero grazie.
  
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