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Autore: Himawari__    22/05/2016    0 recensioni
Raccolta di drabble, flash fics & oneshot dedicate alla serie.
5 - L’attesa prolunga il piacere, dopotutto, e il suo fratellino preferito meritava esclusivamente il meglio. (pairing : Sebjace) (710 parole)
6 - L'incontro di Alec e Jace appena dopo il rito per la runa Parabatai. (pairing : Jalec - accennato) (669 parole)
7 - Clary scommette, Isabelle accetta, e il mondo è improvvisamente un po' più dolce di prima. (pairing : Clizzy) (780 parole)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note : Primissima fanfiction femslash, abbiate pietà. Scritta per l'evento di maggio della community We are out for prompt, per il seguente prompt:

Clary/Isabelle: "Vuoi scommettere?"
 

- 07 -
“Vuoi scommettere?”

“Vuoi scommettere?” Clary aveva le braccia incrociate al petto e l’espressione testarda, e Isabelle non l’aveva mai trovata più bella di così. C’era qualcosa di magico nel suo volto a forma di cuore, nei suoi lineamenti gentili, nella sua espressione caparbia; forse era la stessa magia che legava suo fratello a Magnus, o forse no, ma la forza magnetica che emanava Clary era luminosa come il sole e semplicemente irresistibile, e per quanto si sforzasse, non riusciva a negarle proprio nulla, neanche una banalissima sfida a Mario Kart.

Incrociò a sua volta le braccia, facendo l’occhiolino all’amica. “Non avrebbe senso scommetterci su.” Fu il suo laconico commento “È ovvio chi vincerà: io.” Sottolineò l’ultima parola con un sorriso di sfida, che Clary ricambiò con un’espressione molto simile, ma che sul suo volto lentigginoso sembrava quasi divertente.
Dopo la brutta faccenda coi vampiri, Simon si era stabilito all’Istituto con loro, portando con sé una valanga di cianfrusaglie più o meno interessanti. Fra esse, la Nintendo Wii aveva attirato l’attenzione di Isabelle, che si era fatta insegnare ora da lui ora (sorprendentemente) da Magnus le basi di alcuni giochi. Per quanto avesse trovato alcuni videogames veramente ridicoli, aveva instaurato una sorta di rapporto amore-odio con Mario Kart: le piaceva il tipo di gioco, e battere Simon era sempre un piacere tutto particolare, ma detestava l’idea di essersi affezionata così tanto a un gioco così… così nerd, ecco.

Clary aveva insistito di essere più brava di Simon, Simon l’aveva smentita, e Isabelle si era intromessa nel battibecco, perché, provando a usurpare la rossa del suo titolo di Unica Campionessa dell’Istituto, avrebbe potuto unire l’utile al dilettevole, ottenendo magari qualcosa per sé. Se aveva interpretato correttamente i segnali impliciti che le aveva lasciato Clary, e di solito il suo gay-radar non sbagliava, avrebbe potuto…

Scrollò il capo, cercando di rimandare quei pensieri a un luogo e un momento più appropriati, e prese posizione sul divano, con Simon ad un lato (“Avete bisogno di un arbitro, perché se non fai attenzione Clary usa i trucchi.” Aveva commentato la sua presenza con un occhiolino. In realtà, se Isabelle aveva imparato qualcosa su di lui, era che provava un piacere quasi perverso nel vedere Clary sconfitta a qualsiasi videogioco) e Clary ad un altro.

La sfida fu, ovviamente, a senso unico. Per quanto Isabelle si sforzasse, Clary conosceva chiaramente meglio di lei il gioco, sfruttando al meglio passaggi segreti e tutto il resto, e le venne quasi il dubbio che, durante quelle settimane, Simon l’avesse fatta vincere apposta, perché aveva immaginato che avrebbe perso, sì, ma non certo con un divario così ampio.

Quando finirono, Clary lanciò il joypad in aria e si esibì in una piccola danza della vittoria; Isabelle, che non era abituata a perdere ma, davvero, avrebbe dovuto iniziare a farci l’abitudine, si portò le mani sui fianchi. “D’accordo, tesoro, hai vinto. Cosa vuoi in cambio?” Domandò con leggero un sorriso.

Clary si fermò immediatamente, guardandola a occhi spalancati. “Cosa?”

“Abbiamo fatto una scommessa. Tu hai vinto, io ho perso. Ti devo qualcosa.” Isabelle si alzò dal divano e si avvicinò a Clary con passo felpato, posandole una mano su un fianco. Simon, che faceva scorrere lo sguardo dall’una all’altra come se fosse la vittima ignara di un brutto scherzo, rimase in silenzio.

“Uh, niente, io–”

Isabelle protese una mano verso i suoi lunghi capelli rossi, portandole una ciocca dietro l’orecchio. “Insisto.” Aggiunse a bassa voce, senza distogliere lo sguardo da quello verde dell’amica.

“U-un bacio.” Mormorò Clary in risposta, con un tono abbastanza basso da non farsi sentire da Simon – ma nella confusione si era dimenticata, chiaramente, che aveva i sensi molto più sviluppati dei loro. Isabelle ridacchiò piano, trovando la sua ingenuità estremamente tenera, ma non glielo fece notare; per quanto possibile, le sarebbe piaciuto allungare quello spettacolo ancora per un po’.

 “Cosa?” Fingere sorpresa era una mossa poco onorevole, forse, ma aveva notato il modo in cui Clary la guardava ultimamente, e metterla un po’ in difficoltà non le dispiaceva affatto.

“Hai capito, Izzy. Un bacio.”

“Un bacio come? Dove?”

“Un bacio serio, Isabelle Lightwood!” Questa volta, parlò a voce un po’ più alta e stridula, visibilmente in imbarazzo; stanca di fingersi ingenua, Isabelle si protese verso Clary e posò le labbra sulle sue. Non approfondì il contatto – ci sarebbero stati momenti migliori, e il povero Simon aveva avuto abbastanza shock per quella sera – ma accarezzò il labbro inferiore con la punta della lingua prima di allontanarsi da lei.

“Era abbastanza serio? O la prossima volta devo indossare giacca e cravatta?” Le domandò, senza riuscire a trattenere un sorriso divertito.

Clary scoppiò a ridere a sua volta, e la abbracciò.

 
   
 
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