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Autore: ClareDub09    22/05/2016    1 recensioni
Chiharu Hanabira, giovane ragazza di quattordici anni, dopo la morte dei genitori comincia ad isolarsi e a mostrare sempre meno le sue emozioni. Riuscirà a ritrovare l'allegria... Oppure il suo passato la renderà pericolosa?
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Cosa possiamo fare...?- La corvina agrottò un sopracciglio, cercando di idealizzare un qualche piano strategico per trovare Jun. Ozawa era stato probabilmente portato via da Arisu contro il suo volere. Arisu pretendeva il suo matrimonio. A tutti i costi. 
Akio sospirò, dando una sbirciata alla grande abitazione tinta di bianco e oro, appoggiando la testa ai lati del muro dove i due erano nascosti. 
-Temo che il solo modo per trovarlo sia ispezionare tutte le stanze...- Disse lui ancora nel dubbio. 
-Ma ci metteremo un'eternità!- Protestò una Chiharu piuttosto irritata, mettendosi seduta e portandosi le gambe al petto. Hanabira sotterrò il capo tra le gambe, mugolando qualcosa di inconprensibile e forse anche un po' insensato. Il rosso rame si appoggiò meglio alla parete, per poi scivolare lentamente verso il basso fino a raggiungere la corvina. Si avvicinò a lei, alzandole delicatamente il viso pallido e sorridendole con i suoi sgargianti occhi color anice stellato. Hanabira sussultò titubante, il suo cuore stava di nuovo prendendo le redini della situazione. Cercò di rilassarsi e di improvvisare qualcosa da dire. 
-Cosa fai, Aki Kun?- Balbettò lei completamente rossa in volto. 
-Non riusciremo a trovare Jun se ti demoralizzi così presto!- Sorrise l'altro scostandole una ciocca di capelli corvini che in quel momento nascondeva l'occhio destro della ragazza. 
Quest'ultima sorrise a sua volta, alzandosi da terra e superando quel muro grigiastro. Takada la seguì subito, Chiharu guardò in più direzioni : non c'era nessuno nelle vicinanze. 
La occhi rossi si avvicinò alla porta di ingresso ornata d'oro, aprendola timidamente verso l'interno. Pareva tutto silenzioso, non c'era anima viva se non loro due. 
Da dentro quell'abitazione sembrava ancora più grande di quanto non fosse già, Hanabira aprì definitivamente la porta. Questa scricchiolò in modo fastidioso, rivelandone un lungo corridoio che terminava con un'altra porta. 
-Secondo te inconteremo qualcuno?- Chiese la corvina, ma senza udire alcuna risposta da parte di Akio. I due avanzarono, aprendo anche la seconda porta. 
Questa volta si trattava di una grande sala in cui erano esposti vari quadri, comprese delle fotografie di Arisu in cui veniva raffigurata con vari vestiti eleganti. 
-E lei Arisu Chan?- Chiese Takada indicando una grande fotografia incorniciata di rosso scarlatto : in essa Cecile sembrava avere dieci anni, era seduta su un piccolo trono in argento mentre teneva tra le mani un Bouquet di rose rosse come il sangue. La ragazzina era ben truccata e vestita con un lungo abito bianco. Simile a quello nuziale...
I capelli, già lunghi all'epoca, erano sciolti e ordinati, candidi come la prima neve dell'anno. "Una bella foto" pensò Akio, ma non era così. Chiharu lo notò subito. 
Arisu non stava certo sorridendo. Anzi, aveva uno sguardo perso, vuoto, irraggiungibile...
Gli occhi socchiusi non trasmettevano nulla, non erano nemmeno dorati. Sembravano per lo più di un grigio cenere. Impassibile, triste e malinconica di qualcosa...
Sulle giovani mani della nobile si notavano chiaramente degli schizzi di rosso. Rosso cremisi. Sangue? Perchè Arisu aveva del sangue addosso? Qual era la bellezza della sua figura? C'era una bellezza in quella macabra fotografia simile ad un vecchio dipinto scolorito? Cosa voleva trasmettere Arisu in quel momento? 
Disperazione, pietà, la voglia di fuggire...o forse follia?
C'era anche una dedica sulla foto, sempre rossa e difficilmente decifrabile, ma i due preferirono non leggere nulla, avanzando.
-Aki Kun...- Sussurrò Chiharu lievemente spaventata -Secondo te cosa vuol dire?- 
-Non ne sono sicuro...- Rispose l'altro. -Piuttosto, Chiharu, ho sentito dire che tuo fratello...- 
Le pupille di Hanabira si restrinsero, i suoi occhi si spalancarono esageratamente. Sentì la rabbia salire nel suo corpo e divorarla dall'interno. 
-Aki Kun...- Bisbigliò con voce lenta e acuta. -Quello che è successo a mio fratello lo so soltanto io...- Ringhiò allungando una mano vicino alla tasca a lato della gonna rossa, per poi ritirarla subito indietro. Sospirò, era meglio non lasciare in giro altro sangue. 
-Scusami...- 
Aprendo un'altra porta i ragazzi si imbatterono in due strade diverse : Una lunga fila di scale a sinistra e un'altra porta a destra. Decisero di scegliere le scale. Una volta salite videro una specie di cameretta. Una cosa attirò l'attenzione di Chiharu : un piccolo libro consumato sul letto a baldacchino a lato della stanza. Si sedette su esso, prendendo tra le mani il quadernetto e iniziandolo a sfogliare. 

///12 Giugno/// 
///Caro diario__ __ No___ mio p ___ non ne posso più. Ma se verrò br____a non potrò più vivere. Ho un sacco di vestiti stupendi, ma io li odio. Se venissi almeno chiamata Ma___ Non ce la faccio. Non conosco nemmeno M___ o P___à. 
Non ce la faccio a vivere così///

Alcune parole erano totalmente illeggibili così come le pagine seguenti. Quello doveva essere il diario di Arisu e quindi quella era la sua camera. 
-Aki Kun!- Chiharu lo chiamò, facendogli vedere quel che aveva letto. Il contenuto era poco chiaro. Nella stanza c'era anche un'altra porta. 
Hanabira questa volta faticò ad aprirla, sembrava come bloccata o qualcosa del genere.
Quando ci riuscì, i due entrarono in un grande spazio. 
Ma...
Colmo di librerie e strumenti musicali...era tutto buio e l'unica cosa che si riusciva ad intravedere con chiarezza erano le chiazze di sangue su alcuni libri e strumenti. 
Chiharu deglutì. Terrorizzata, un esile suono, quello di un carillon raggiunse le sue orecchie. Così pacato quanto disconesso, distorto...un suono che richiamava qualcosa. Che lo portava via. Lo trascinava e non lo lasciava scappare. 
Chiharu non c'era più. La sua anima scomparve per pochi secondi. 
Quanto bastava per vedere due ragazze in una situazione molto simile. 


                                                                                    -Mamma! Guarda, guarda! 
                                                                                     No, Yuriko. Sai che devi studiare. 
                                                                                     -Mamma, io mi chiamo...Mariko
                                                                                     Purtroppo è così, ma il nome Yuriko
                                                                                     evidenzia meglio la tua perfezione 


La stessa cosa, lo stesso errore. A Chiharu sembrò per un momento di aver visto qualcosa del futuro. 
-Sarà meglio scendere...- Sussurrò la ragazza. 
Scesero e, oltrepassando quella porta, un altro corridoio. Questa volta sembrava tutto normale e nelle foto Arisu sembrava felice. Ma Hanabira notò una cosa : nelle fotografie, Cecile pareva essere allegra e sorridente solamente quando aveva avuto all'incirca cinque anni...ma a partire dai dieci le sue espressioni cambiavano, diventavano vuote e prive di vita. 
Ma c'era ancora un altro corridoio e attraversandolo, Chiharu e Akio furono di nuovo di fronte a due scelte : salire un'altra lunga rampa di scale oppure andare nei sotterranei

.se vuoi che Chiharu e Akio salgano le scale...vai alla scelta 16 A 
.se vuoi che Chiharu e Akio vadano nei sotterranei...vai alla scelta 16 B 
   
 
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