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Autore: jarmione    26/05/2016    2 recensioni
Bonnie Barstow è sparita, sparita nel nulla e nessuno sembra stupirsene.
Michael non si dà pace e si è ormai rassegnato alla vita monotona e solitaria.
È scontroso e diffidente ma qualcosa...o meglio...qualcuno, riaccende in lui la speranza.
Ma le cose non saranno facili, perchè c'è gente che vuole vendicarsi e Michael avrà il suo bel da fare per restare vivo e proteggere chi ama.
INTRO VARIATA IL 20/06/2016
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Scusate il capitolo breve, avevo detto che sarebbero stati più lunghi ma a causa dell'idea che ho in testa farò partire il tutto dal prossimo perciò perdonatemiiii!!




Rinchiuso nella sua stanza, Michael osservava il soffitto con gli occhi persi nel vuoto; la mente affollata di pensieri ed il cuore colmo di rabbia e rancore.
Lui, che per tanti anni era stato una specie di Don Giovanni, aveva ceduto innamorandosi della persona che credeva ricambiasse e invece l'aveva lasciato senza preavviso e senza un perché.
Introvabile e non reperibile, Bonnie Barstow aveva lasciato un vuoto tale in Michael che lui si rifiutava di accettare qualunque tipo di aiuto.
Ad ogni missione trovava donne disposte a tutto pur di portarlo a letto ma lui, che un tempo avrebbe accettato, rifiutava tutte concentrandosi solo sulla missione a lui affidata.
KITT faceva di tutto per sostenerlo e lui lo trattava sempre male; se ne pentiva sempre, ma non riusciva mai a chiedere scusa.
Anche se KITT lo capiva, lui si sentiva morire e aveva paura di perdere i soli amici che gli erano rimasti.
Sapeva di essere stato intrattabile e scontroso, erano anni che faceva così e nonostante tutto lui ancora continuava e bastava un niente per farlo infuriare.
Pretendeva la perfezione che sapeva non ci sarebbe mai stata, pretendeva di dimenticare ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscito.
Era davvero tutto così strano, aveva perso il suo tocco; il fascino no di certo, altrimenti nessuna avrebbe tentato di portarlo a letto.
Ma lui era innamorato dell'unica donna che, all'improvviso, era fuggita.
Aveva sempre lasciato lui cuori infranti e donne a piangere, che poi si consolavano lo stesso, ora invece le cose si sono invertite e solo in quel momento aveva capito che cosa si provava.
Ma lui non cercava consolazione, cercava vendetta e non contro Bonnie; non sapeva neanche lui contro chi.
Sentire Devon, o KITT, nominarla lo faceva infuriare.
Lei lo aveva lasciato senza dire una parola e loro ne parlavano come se fosse un angelo quando in realtà...beh neanche lui sapeva più chi fosse.
Strinse i pugni e con uno scatto di ira prese il cuscino e lo scaraventò dall'altra parte della stanza, emettendo un ringhio sommesso.
Poi si rimise sdraiato, facendo respiri profondi per far sparire le farfalle allo stomaco.
Si alzò dopo quasi mezz'ora e, sebbene non fosse ancora calmo, scese in officina per controllare che KITT fosse a posto.
Nel entrare non trovo nessuno in officina, sicuramente erano riusciti a sistemarlo ed erano andati in pausa.
"Ciao, Michael" disse KITT avvertendo la sua presenza
"Ciao, amico"
"Ti sei calmato?"
"Si" mentì avvicinandosi e posando una mano sul tettuccio "Scusami"
"Non ti preoccupare" rispose la macchina "Mi hanno sistemato, non era nulla di grave, un piccolo corto circuito che i miei sensori non hanno rilevato, infatti li hanno potenziati"
"Meglio così" Michael sospirò appoggiandosi a lui "Devon sarà furioso"
"Non credo, come dici sempre tu, se non ti ha ancora ucciso…"
“…non lo farà mai” concluse Michael in coro con la macchina "Questo non mi rassicura lo stesso"
"Lo so, ma mi è sembrato giusto rammentarlo"
"Sai sempre trovare le parole giuste al momento giusto"
"Sono programmato per tenere la tua vita al sicuro Michael ma anche per darti supporto"
"E ti ringrazio per questo" sorrise, grato, al suo unico vero amico
"Approposito, pare che Devon ti stia cercando"
Michael gli diede dei colpetti sulla portiera "E pare che io mi debba far trovare" sorrise "sei un amico, KITT" ed uscì andando verso gli uffici della fondazione.
All'ingresso trovo la segretaria, una giovane donna di colore con un tailleur beige e i capelli raccolti in una treccia ordinata.
"Ehi, Grace" si avvicinò a lei appoggiando i gomiti sulla scrivania e mostrando uno dei suoi sorrisi da conquista "novità per me?"
"Ciao, Michael" sorrise lei sempre lieta di vederlo "stavo giusto per chiamarti, il signor Miles ha bisogno di te"
"I nostri incontri comprenderanno mai un caffè, oltre al lavoro?"
La donna finse di pensarci "Se insieme ci aggiungi una di quelle ciambelle del Fray's ci sto"
"Affare fatto!" Confermo Michael ridendo e voltandosi poi per raggiungere l'ufficio di Devon.
Quando entrò lo trovo intento a parlare al telefono, così rimase in attesa vicino alla porta. 
Quando finì lo fece accomodare "Siediti, Michael"
Michael noto il suo sguardo, era triste e abbattuto.
Si sedette e cercò di rompere il ghiaccio "So di non essere una grande presenza, ultimamente, ma quello sguardo mi pare eccessivo"
Devon sembrò non averlo sentito, i suoi pensieri erano rivolti altrove e questo non sfuggì a Michael.
“Che succede, Devon?”
"Ho una missione per te"
Michael sgranò gli occhi "KITT è stato appena riparato, dobbiamo prima collaudarlo"
"KITT dovrà fare ben poco questa volta, devi solo recuperare una persona e portarla qui" rispose Devon avvicinandosi ad uno dei quadri e spostandolo, rivelando una cassaforte.
L'aprì estraendo un enorme busta.
"Nascondi anche la corrispondenza?" Scherzò Michael, sperando in un perdono per il suo comportamento di prima.
Ma, anche lì, Devon non lo ascoltò "Devi portare questa busta al direttore dell'istituto John Emilton"
"Il collegio?" Devon annuì "Devo portare qualche professore qui? O il direttore?"
"Una delle studentesse"
Michael non capì il perché di quella richiesta, ma non osò fare domande non pertinenti e si limitò a chiedere informazioni in merito alla missione "È minacciata da qualcuno?"
"No, ma serve che venga qui, pensi di farcela?" Non aveva il coraggio di entrare nei dettagli, né di aggiungere particolari.
Michael se ne accorse e dentro di se sentiva di nuovo crescere la rabbia, ma non volle discutere.
Davvero Devon era arrivato al punto che, per punirlo, lo spediva in missione senza dettagli?
Sapeva di non essere un angelo, ma arrivare a fargli fare missioni, senza dire né perché né come, era troppo.
Non poteva fare nulla, non era nella posizione per discutere, anche se ebbe uno strano impulso di rovesciare la scrivania.
Riflettè; l'istituto si trovava a tre giorni dalla fondazione, se KITT resisteva avrebbero percorso abbastanza miglia da arrivare anche prima.
"Quando devo partire?"
"Subito e...Michael, non aprire quella busta, devi consegnarla al direttore intatta hai capito?"
"Certo che ho capito" disse quasi borbottando per poi uscire.
Devon sospirò e si sedette alla scrivania premendo un pulsante sul telefono "Grace, per favore mi porteresti un caffè? E, se è possibile, uno di quelli forti, per favore"
"Subito, signor Miles"
"Grazie" e si mise a sistemare le carte sulla scrivania, preparandosi mentalmente alle conseguenze che quella missione avrebbe portato.
Michael raggiunse l'officina di corsa e, dopo essersi assicurato che KITT fosse pronto, aprì la portiera e lanciò la busta sul retro con rabbia salendo a sua volta.
"Non voglio sapere cosa è successo, ma deduco che non sia nulla di divertente.
"Lascia perdere, KITT" mise in moto
"Dove andiamo?"
"All'istituto John Emilton"
"Il collegio?"
Non ricevette risposta e partirono.
  
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