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Autore: __aris__    26/05/2016    1 recensioni
Ophelia Weston non parla da dieci anni, da quando ha assistito alla morte dei genitori. Suo nonno, Lord Edward Weston, ha chiamato i migliori precettori ed i migliori medici che l'Europa di fine 800 è in grado di offrire ricevendo un unico verdetto: il mutismo della nipote è irreversibile. A Parigi sente parlare del Fantasma dell'Opéra e viene a conoscenza delle lezioni di canto impartite a Christine Daaé, così decide di salvare Erik da un imboscata dei gendarmi proponendogli un patto: gli offrirà la possibilità di lasciare la Francia se verrà con lui e proverà a ridare la parola a Ophelia.
-- Questa è un'idea che avevo da tempo e che torna spesso a tormentarmi. L'ennesima possibilità per Erik di rifarsi una vita dopo l'Opéra. spero vi piaccia e che venga recensita.
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik/The Phantom, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lord Weston appoggiò il giornale del mattino sul tavolo da pranzo senza nemmeno ripiegarlo. “Ciò che mi chiedete è impossibile.” Alle sue spalle Mr Coyle e l’altro cameriere facevano fatica a trattenere lo sdegno che provavano: anche se Mr Destler aveva combattuto in India con il Duca e questi riponeva grande fiducia in lui, lasciarlo solo con Ophelia era semplicemente inaccettabile!
Erik sorrise sorseggiando il caffè: un altro uomo avrebbe detto sconveniente o avrebbe usato un’altra parola simile. “Non avete scelta, se volete che vostra nipote parli di nuovo dovrete fidarvi di me.”
Mio il castello e mie le regole, Mr Destler!” Senza che potesse impedirlo le parole furono accompagnate da un violento pugno sul tavolo che fece tintinnare le porcellane.
Castello che posso lasciare quando voglio, se ricordo bene i termini del nostro accoro. E per Ophelia e il vostro casato non ci sarà più speranza.” Rispose l’atro freddamente. “Lei parlerà; io ci riuscirò questo lo garantisco, ma posso farlo solo a modo mio.”
Siete uno scorpione, pronto a attaccare la mano che lo nutre solo perché vittima della sua natura.” Sibilò minaccioso come un serpente “Giurate che non la toccherete!”
Avete la mia parola, Duca. Sarò anche uno scorpione ma sono un gentiluomo: Ophelia sarà illesa al vostro ritorno.”
Weston si costrinse a rilassare la propria postura respirando profondamente più e più volte. “Mr Coyle esiste un modo per acconsentire al desiderio del mio amico?” domandò ritrovando il proprio contegno.
Il maggiordomo venne avanti di un passo “Non per questa mattina, Vostra Grazia. Forse nel primo pomeriggio.”
Allora concedo a tutti i domestici mezza giornata di libertà, tornerete alle cinque e la cena sarà servita alla solita ora. Io ne approfitterò per andare dai fittavoli e sistemare alcuni affari in paese. Avvisate Mr Collier che mi accompagnerà.”
Certamente Vostra Grazia.” Disse l’altro facendo un inchino prima di tornare al proprio posto.
Immagino vi rendiate conto che ho appena messo Ophelia in una situazione molto compromettente.”
Ne sono perfettamente consapevole, ma solo lei deve sentire ciò che suonerò. Se nella casa ci fosse anche solo la sguattera non potrebbe funzionare. Credetemi, so molto bene di cosa parlo.” E la schiena di tutti i presenti fu percorsa da un brivido spiegabile solo dal tono misterioso di quelle parole.
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 “Il resto della servitù è appena uscito.” Disse Collier entrando nella sala da musica.
È davvero necessario?” domandò Lord Weston a Erik.
Non restereste. Mi implorereste di smettere, potreste perfino decidere di uccidervi per non sentirmi più suonare.” rispose Erik serafico. Ciò che stava per fare non piaceva nemmeno a lui, ma Ophelia doveva iniziare a capire la differenza tra la Musica ed un’accozzaglia non dissonante di note.
Lo avete già fatto dunque.” Quella del Duca non era una domanda, solo una riflessione pronunciata a voce alta.
In Persia, per divertire lo Shah.”
Soffrirà?” Poche volte era stato preoccupato come in quel momento. Nemmeno sui campi di battaglia quando a rischio c'era la propria vita. Almeno in India sapeva esattamente di cosa aveva paura.
Solo il necessario. Se potessi non lo farei ma Ophelia deve sentire di avere ancora una voce, altrimenti ogni sforzo futuro sarà del tutto inutile.” E purtroppo quello era l’unico modo che gli era venuto in mente.
In quel momento un orologio suonò le tre ed Ophelia entrò nella stanza per la prima lezione di musica.
Fatele più male del necessario e entro questa sera vi staccherò la testa e l’appenderò tra i miei trofei di caccia.” Bisbigliò minaccioso Weston al Fantasma prima di andare dalla nipote “Vieni Ophelia, siediti.” Le disse incoraggiante. La ragazza si guardò intorno, indugiando sul precettore e poi si sedette compostamente sul divano. “Adesso io ti benderò ed uscirò dalla stanza con Mr Collier. Mr Destler inizierà a suonare il pianoforte e tu dovrai solo ascoltare.”  Disse stringendole mani tra le sue. “Ricorda sempre che non corri nessun pericolo.” Continuò baciandole la fronte.
Ophelia si voltò verso il suo precettore già seduto impassibile al pianoforte, stava immobile con le mani appoggiate elegantemente sulle gambe. Gli occhi brillanti come topazi gialli fissi sulla sua figura, magnetici come quelli dei gatti nel buio. Duri come il granito ma allo stesso tempo ricchi di qualcosa che non sapeva definire. Cosa vedevano di così interessante in lei? C’erano stati molti precettori prima di lui, molti metodi differenti e molte prime volte ma nessuno le aveva mai rivolto uno sguardo simile. A nessuno era mai stata accordata la possibilità di rimanere solo con lei nel castello. Cos’aveva in mente e perché ciò che avrebbe suonato non poteva essere ascoltato da nessun’altro oltre lei? La ragazza prese il quaderno dalla tasca dell’abito color lavanda ma Erik la interruppe prima che potesse aprirlo.
Il quaderno non vi servirà. Datelo pure a Lord Weston.” Il Duca guardò prima la nipote e poi il precettore assottigliando gli occhi, come se avesse potuto puntargli un fioretto alla gola. “A me non serve quello per comprendere vostra nipote. Portatelo con voi.”
Lord Edward si morse la lingua con un canino pur di mantenere un’espressione composta “Se ne siete sicuro.” sorrise gentile perché Ophelia non percepisse la velata sfida sottintesa. La nipote gli porse il quaderno che l’uomo mise in una tasca interna della giacca mentre Mr Collier si avvicinava con un cravatta di seta nera in mano. “Andrà tutto bene.” disse il Duca baciando la ragazza sulla fronte prima di bendarla. Privata della vista Ophelia si irrigidì aggrappandosi alla manica del nonno. “Non avere paura, Ophelia. Non ti accadrà nulla.” La rassicurò ancora, giurando a sé stesso che se fosse stato altrimenti avrebbe ucciso personalmente il Fantasma dell’Opéra.
Erik iniziò a suonare prima che il Duca e il suo valletto uscissero dalla stanza perché Ophelia non sentisse la porta chiudersi. All’inizio fu un valzer, una cascata di note talmente armoniose nella loro successione che presto le avrebbero fatto dimenticare dov’era e con chi era, ma appena si fosse abbandonata completamente alla sua Musica ne avrebbe tastato il potere. Tutto il resto che poteva fare era sperare che bastasse.
Ophelia non ricordava da quanto tempo fosse su quel divano. Subito dopo aver sentito la mano di suo nonno lasciarla era stata circondata da allegre note che sembravano volteggiare leggiadre attorno a lei. Aveva scavato nella memoria, cercando di capire quale compositore poteva aver creato una musica talmente bella da sembrare viva. Ma nessuno, né l’amato Beethoven né altri erano in qualche modo simili a quell’armonia. Senza che se ne rendesse conto la musica cambio, diventando sempre più cupa e spaventosa. Mr Destler stava suonando solo poche note, ma il ritmo, la cadenza, l’intonazione o qualcos’altro l’avviluppavano come avrebbe fatto un serpente esotico rendendo il suo respiro sempre più corto e difficile. O forse era il busto che si stava restringendo vittima di uno strano incantesimo fatto di suoni?
Si aggrappò ai braccioli della poltrona con tutta la forza di cui era capace perché, dopo tutto, l’unica cosa che doveva fare era rimanere seduta e ascoltare. Ma più ci provava e più la musica diventava terribile, come se le leggesse l’anima e trovasse ogni sua paura per darle forma. Paure che non sapeva nemmeno di avere ma che adesso danzavano reali nelle sue orecchie, ridendo beffarde. Sentì le mani lasciare la stoffa pesante dell’imbottitura e volare fino alla seta del colletto quando anche aprire la bocca per respirare era diventato difficile. Perché doveva rimanere seduta sopportando quella tortura? Cosa doveva succedere perché Mr Destler si fermasse? Provò a parlare, a implorare il suo precettore di smettere, ma, per quanto quella musica la stesse sconvolgendo, non era capace di ridarle la voce. Riusciva solo a riportarla in posti dove non voleva essere e a farle rivivere momenti che avrebbe preferito dimenticare. Una strada di Londra affollata. Una carro che si rompe ribaltandosi. E un urlo.
Incapace di fermare la musica o di allentare il suo potere, Ophelia si scoprì a camminare ancora bendata verso qualunque luogo che non fosse quella stanza e nemmeno si era resa conto che Erik aveva smesso di suonare quando si sentì afferrare per un polso.
Volete davvero scontrarvi con il camino pur di farmi smettere?” fu la voce autoritaria di Mr Drstler a riportarla a Granstar House. Lentamente, quasi avesse paura di farle male, Erik scoprì gli occhi di Ophelia dalla benda bagnata di lacrime e sudore. La nobile provò a svincolarsi dalla presa ferrea dell’insegnante ma questi aumentò la forza imprigionando l’allieva con il suo corpo e imbrigliandole i polsi nelle mani, bene attento che fosse rivolta verso il pavimento e non stesse troppo vicino alla maschera. Se per sbaglio Ophelia avesse visto il suo viso in quel momento probabilmente sarebbe diventata realmente pazza. “Non vi lascerò andare fino a quando non vi sarete calmata.”
Ophelia provò a liberarsi ancora e ancora. Il vestito si sgualciva e ciocche di capelli scivolavano via dall’acconciatura per ricadere su lei e Erik, ma, per quanto ci provasse, l’uomo era molto più forte di lei. Il cuore tambureggiava in petto, rimbombando nella testa, e ogni fibra del suo corpo voleva fuggire, liberarsi da quella prigionia e dalla musica che ancora echeggiava nelle orecchie. Com’era possibile che un semplice melodia di pianoforte potesse scuoterla a tal punto?
Prima cesserete di agitarvi e prima vi lascerò!” Tuonò l’insegnante.
Incapace di opporsi, Ophelia smise di cercare di scappare finendo per accasciarsi a terra, portando Erik con lei. Solo quando l’uomo sentì che i respiri non erano più concitati si affrettò a lasciarla, alzandosi in piedi, mentre lei rimaneva immobile, inginocchiata con i polsi incrociati che sprofondavano nella gonna lilla ricolma d’aria.
Ve ne siete accorta?
La nobile non si mosse, sentendo la voce del suo insegnante quasi in lontananza. Di cosa si doveva accorgere? Di aver ascoltato qualcosa che non avrebbe saputo descrivere nemmeno se fosse stata in grado di parlare?
Immagino di no.” Sospirò l’altro. “Allora dovrò chiedervi di fidarvi della mia parola. Anche se probabilmente è l’ultima cosa che volete fare in questo momento. Avete talmente paura che avete urlato.” Ed era stato un urlo che avrebbe reso fiero qualunque fantasma, a voler essere sinceri. “So di avervi causato molta sofferenza ma non c'era altro modo per farvi capire cosa la Musica è capace di fare, il modo in cui rivela l'animo di chiunque l'ascolti. Avete la mia parola che non vi farò mai più nulla di simile e che non vi toccherò più, per quanto ciò mi sarà possibile.
Incredula Ophelia si voltò verso il suo precettore cercando qualche conferma o qualche emozione dietro la sua maschera bianca. Ma la voce di Mr Destler era sempre troppo austera e la metà del viso scoperta non lasciava trapelare nulla. Era la prima persona che riusciva a farle dire anche solo una lettera eppure sembrava assolutamente indifferente. Nemmeno una parola più del necessario, come se avesse sempre parlato.
Tornate in camera vostra. Domani ricominceremo: io suonerò per voi, e se sarà necessario canterò, ma non sarà come oggi. Un giorno intonerete una nota, uscirà dalla vostra bocca spontaneamente e allora vi insegnerò a cantare. Adesso andate in camera vostra e riposate, suonerò qualcosa capace di calmarvi.” Disse porgendo una mano per aiutare l’allieva ad alzarsi.
Ophelia afferrò la gonna ancora tremante e spostò un ginocchio per mettere un piede a terra su cui appoggiare il peso, poi mise la mano in quella del maestro e si alzò completamente.
Come?  Scrisse sulla mano del precettore.
Come cosa, Milady?
Come potete fare questo suonando?
Non lo so. Ho sentito la Musica fin da bambino, proprio come voi mi sentite parlare adesso, e ho imparato che poteva essere celestiale quanto il canto degli angeli o tremenda come la risata del Diavolo.
Allora è un dono di Dio
O una maledizione del Demonio. Adesso riposate, prometto che non mi sentirete mai più sonare qualcosa tanto terrificante.”
La ragazza recuperò presto il portamento austero che strideva con gli occhi ancora smarriti. Sembrava muoversi per abitudine, mentre la sua mente vagava altrove. Lentamente, come se seguisse un cocchio funebre, uscì dalla stanza dirigendosi verso la sua camera accompagnata da una musica talmente sublime che poteva provenire solo dal Paradiso.
Le note riempivano ogni anfratto d’aria e spazio che trovavano, mutandone l’essenza; quasi che i mobili, gli arazzi e la stessa pietra si beassero di quel suono sublime. Ophelia salì e scale rendendosi conto di vederle a malapena. Con un mano teneva sollevata la gonna mentre l’altra si reggeva saldamente al corrimano solo per il bisogno di toccare qualcosa di concreto, lo sguardo rivolto ai gradini per essere sicura che non si dissolvessero come le note che si susseguivano leggere e pacate nelle sue orecchie.
Raggiunse camera sua quasi fluttuando, pensò di chiudere la porta alle sue spalle ma quella musica era troppo bella perché potesse essere fermata da un’asse di legno. La faceva sentire quasi una privilegia: chi oltre agli angeli intenti a contemplare Dio poteva ascoltare una meraviglia simile?
 
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Perché lo avete fatto?” la diligenza di Lord Weston stava percorrendo la via che da Estwood conduceva a Grainstar House.
Sir Edwrd tracciò il bordo della busta bianca appoggiata accanto a lui con l punta dell’indice. Il timbro dell’ufficio postale che aveva ricevuto il plico era ancora fresco e odorava perfino di inchiostro. “Perché lo trasformo da mostro a essere umano? O perché l’ho lasciato solo con Ophelia.”
Entrambe, Vostra Grazia.” rispose il valletto davanti a lui.
Perché se rimarrà dovrà avere un passato più sostanzioso delle mie parole. Un certificato di nascita, l’iscrizione all’accademia militare e quant’altro. Adesso Monsieur le Fantom è un uomo in carne e ossa, anche se non serve che lo sappia.”
Pensate che possa prendere i documenti e scappare?
Non scapperà. Poteva andarsene ieri, perché dovrebbe rischiare che lo denunci? No. Resterà, e qualsiasi trucco il Diavolo gli abbia insegnato lo userà per mantenere la sua parola. Altrimenti credi che lo avrei lasciato completamente solo con lei?
Ma la servitù parlerà. Nemmeno a Schweizer …
L’esimio Schweizer è un pallone rigonfio delle proprie parole.” Weston interruppe il valletto solo per evitare di pensare ancora all’illustrissimo scienziato svizzero che, nonostante tutte le sue altisonanti credenziali e le ripetute rassicurazioni era stato ben felice di lasciare Granstar dopo appena una settimana, dicendo che Ophelia aveva solo bisogno di idroterapia.  “Destler è di tutt’altra foggia. Può non aver combattuto in India ma ha la stessa tempra di un uomo d’armi.”
E per la servitù? l vostra conversazione di questa mattina li ha lasciati alquanto perplessi. Non tutti appellano scorpione un vecchio amico.”
Il nobile sorrise. Li avrebbe voluti sentire. Le sguattere e le cameriere fare mille supposizioni, Thomas che aveva assistito alla scena avrebbe sicuramente raccontato ogni cosa, mentre il povero Coyle si sarebbe sperticato per cercare di sminuire l’accaduto. “Qualcuno sospetta qualcosa?
Daisy, la capocameriera, ha tirato fuori dal grembiule uno di quei romanzetti dell’orrore a puntate, quei libricini ricolmi di atrocità e sangue che si possono comprare per un penny. S’intitolava Il Fantasma Sanguinario. Ma Mr Coyle e Mis Price l’hanno fatta sentire talmente sciocca che dubito ripeserà all’argomento.” Raccontò Collier.
Dovrò ricordarmi di aumentare la sua gratifica allora.”
Rimasero entrambi in silenzio per molto tempo. La strada scivolava sotto e ruote e in lontananza si iniziava a intravedere il castello. “Perché è rimasto?” chiese a un certo punto il valletto.
Perché ha visto qualcosa, Collier. Qualcosa che va oltre al talento e davanti al quale perfino Grainstar impallidisce. Ma ama troppo il mistero, o ci ritiene troppo ciechi per condividere la sua visione.” Dal finestrino della vettura comparve la schiera di servitori imbambolata davanti al portone d’ingresso principale, quasi fossero in estasi davanti ad un magnifico invisibile. Prima che potesse essere visto da qualcuno Weston passò la busta al valletto ordinandogli di metterla dove nessuno avrebbe potuto trovarla. Appena aprì lo sportello anche loro rimasero folgorati dalla musica che filtrava dall’interno.
Non è Lady Ophelia!” La voce di Collier era poco più di un sussurro meravigliato.
Ricordi come la chiamava madame de Chagny? La musique d’anges.” Rispose il nobile senza perdere i suoi modi decisi. Anche se era difficile resistere a una tale meraviglia. Semplicemente non c’erano parole per definirla: la gloria del Paradiso era scesa a Grainstar House. I domestici si scossero a fatica, l’uno dopo l’altro, appena lo videro. Coyle gli si avvicinò per scusarsi di quanto tutto ciò fosse inappropriato ma Weston gli rispose che era comprensibile rimanere tanto impressionati dall’abilità di Mr Destler e disse che tutti sarebbero potuti entrare con lui, senza dover fare il giro della casa, se desideravano ascoltarne ancora qualche istante. I servitori lo ringraziarono e lo seguirono oltre il portone, rimanendo fermi nella sala con il grande camino bianco fino a quando Coyle non ricordò loro che preparare e servire una cena impeccabile sarebbe stato il modo migliore per ringraziare il Duca della gentilezza che gli aveva appena concesso. In quel momento si dileguarono tutti, dai valletti alla sguattera, scambiandosi mormori di incredula ammirazione.
Weston entrò nella sala da musica sforzandosi di non sentire ciò che Erik creava. Ophelia era più importante di quella splendida melodia. “Lei dov’è?” Ma quando parlò scoprì che anche lui era vittima delle note che continuavano a diffondersi dal pianoforte, tanto che quasi stentò a riconoscere la sua stessa voce.
Nella sua camera, illesa come vi avevo promesso.” Rispose il Fantasma senza alzare gli occhi dalla tastiera.
Nonostante si sentisse come Ulisse che ascoltava le sirene, il nobile continuò a camminare verso il pianoforte fino a raggiungerlo. “Come sta?
Chiedetelo a lei. Dopotutto sono il precettore non il confessore.”
Ha funzionato?
Sono uno scorpione di parola.” Ghignò.
Il duca si allontanò ma ritornò presto sui suoi passi raggiungendo nuovamente il pianoforte “Dovreste suonare qualcosa di meno … vostro.”
Erik sollevò immediatamente le mani dalla tastiera, con le dita immobili già pronte per l’accordo successivo. “Credete forse di potermi dire cosa posso o non posso suonare Vostra Grazia?” Domandò con la forza del mare in tempesta.
Credo che chiunque in questa casa non possa fare altro che ascoltarvi se continuate e credo che qualcosa di tanto bello possa fare impazzire anche gli uomini migliori.”
Senza dire niente, l’atro ricominciò a suonare. Aveva dimenticato che nella casa vivano altre persone oltre a lui e Ophelia. Lo stesso Duca era scomparso dalla sua mente mentre suonava. La Musica lo aveva sempre assorbito fino al punto di fargli quasi perdere il ricordo di chi fosse o di dove si trovasse. Rifugiato nei sotterranei dell’Opéra poteva lasciare libera la Musica senza preoccuparsi di un pubblico che non esisteva. Ma, a Grainsar House, Lord Weston aveva ragione: tanta bellezza avrebbe potuto far perdere il senno anche al più saggio degli uomini.
Weston poté riconoscere le Variazioni Goldberg. Banali esercizi di tecnica, così li consideravano tutti, ma nel modo in cui li suonava il Fantasma dell’Opéra sembravano vivere e respirare accanto a lui, come il più grande dei capolavori. “Grazie nonseur.” Disse il Duca prima di lasciarlo solo.
Sir Edward salì le scale e raggiunse la camera della nipote. Era distesa sul letto, con i capelli spettinati e il vestito sgualcito, ma sembrava dormire un sonno pacifico. Appoggiò il cilindro e il bastone su una poltrona della stanza e si sedette sulla sponda del letto, cercando di fare il minor rumore possibile. Per un attimo rivide sua moglie Emma all’età di diciassette anni: avevano lo stesso viso, solo il colore dei capelli era diverso; Ophelia li aveva rossi come sua madre, mentre quelli di Emma erano castani. Sperando di non svegliarla, allungò una mano per regalarle una carezza ma Ophelia aprì ugualmente gli occhi. Il Duca l’aiutò a sistemarsi più comodamente tra i cuscini ricamati perché la crinolina non le facesse male. Cercò qualche traccia di quello che aveva fatto Erik, ma tutto nella nipote sembrava identico a prima.
Cos’è successo con Mr Destler? Cos’ha fatto?” Domandò pendendo il quaderno di Ophelia.
La ragazza lo prese in mano, aprì la prima pagina bianca e iniziò a scrivere a matita. Non provò nemmeno a parlare. Prima di addormentarsi aveva tentato a dire qualcosa, un semplice suono le sarebbe bastato, ma qualunque fosse stata la terribile magia di Mr Destler era terminata assieme alla musica.
Ha suonato una musica spaventosa.
Non so nemmeno come descriverla. Era tremenda e terribile. Più rimanevo ad ascoltarla e più diventava spaventosa.
Ho provato a resistere più a lungo che ho potuto ma alla fine volevo solo andarmene per non sentirla più.
Weston leggeva mano a mano che Ophelia scriveva. Non stentava a credere a una sola parola di quel racconto. Se Erik poteva suonare le splendide melodia che aveva ascoltato, allora ne poteva certamente creare di altrettanto spaventose. Sicuramente se fosse stato presente non gli avrebbe permesso di fare nulla di simile. Lasciare Granstar era davvero l’unico modo per permettere a Ophelia di parlare, solo adesso lo capiva fino in fondo.
Poi Mr Destler mi ha afferrata per un polso dicendo che avrei sbattuto contro il camino se non lo avesse fatto.
Ha anche detto che ho urlato, ma io non ricordo.
Mentre suonava era tutto così confuso che non riesco a ricordare.
Poi mi ha detto di venire qui e riposarmi.
Ma stai bene? Non ti ha fatto del male?” Solo dopo che ebbe visto la nipote scuotere la testa con un sorriso poté tirare un sospiro di sollievo e sorridere. Un urlo! Molto più di quanto chiunque avesse mai ottenuto! Un urlo di terrore, un suono inarticolato probabilmente, ma un suono uscito dalla bocca di Ophelia.
Non importa se non lo ricordi. Sappi che Mr Dester non è solito mentire, anche a costo di essere una persona estremamente sgarbata.” Le disse dolcemente. “E se dice che parlerai, sii certa che ci riuscirai. Fidati di lui, per quanto strano possa sembrarti.” La nipote lo guardò smarrita e Weston continuò a parlare “Credi che vi avrei lasciati soli se non mi fidassi di lui? Ohelia tu vali più di questa terra e dei miei titoli, sei tu che dai valore a loro non il contrario. Non avrei gli avrei mai permesso di rimanere solo con te se non avesse tutta la mia fiducia. So che Mr Destler può fare paura e che non è un uomo facile, ma ti assicuro che è un ottimo insegnante. È capace di grandi cose. Fidati di lui, non importa cosa possa accadere da adesso in poi o cosa sia successo prima di questo momento. Puoi farlo per me?
Titubante la ragazza annuì. Sicuramente Erik Destler era un uomo completamente diverso da tutti quelli che aveva conosciuto in passato, ma suo nonno riservava la sua ammirazione solo a poche persone e anche se non conosceva Mr Destler da molto conosceva suo nonno e questo le bastava.
Brava.” Disse baciando la fronte della nipote “Puoi rimanere a riposare fino a quando Coyle suonerà il gong della cena. Dirò alla servitù di non disturbarti prima.” Dopo un’altra carezza sulla guancia Weston si alzò e uscì, riprendendo il cilindro e il bastone da passeggio prima di chiudere la porta.
Ophelia presto avrebbe anche parlato, mai come in quel momento ne era stato tanto certo.
                 
 
 
 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE: credo che questo capitolo meriti una spiegazione e per evitare l'effetto spoiler aggiungo questa nota a fine capitolo.
Sono perfettamente consapevole che ciò che ha fatto Erik sia molto OOC, considerando che lui non tocca le persone e che nemmeno si lascia toccare, ma non c'era altro modo in quel momento per calmare Ophelia. L’abbraccio ha un forte potere terapeutico: una compressione forte e costante, dopo una fase di iniziale rifiuto, libera endorfine, rilassa i muscoli rallentando l’attività cardiaca e può aiutare per superare attacchi di panico. In medicina esistono veri e propri protocolli di terapia dell’abbraccio, che prevedono l’uso di macchine abbraccianti. La terapia dell’abbraccio si rivela molto utile, ad esempio, per alcune forme d’autismo. E con questo piccolo momento di divulgazione scientifica ti saluto, sperando che il capitolo ti sia piaciuto e che mi lascerai un commento.
   
 
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