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Autore: Milla Chan    26/05/2016    1 recensioni
Rei era sempre stato affascinato dalla coordinazione che si nascondeva dietro l’efficienza di un albergo di lusso. Era un meccanismo: ogni cosa doveva funzionare in modo perfetto e armonico, ogni persona contribuiva all’andamento ben scandito di quel grande orologio vivente.
Ma un granello di polvere basta a inceppare tutto quanto.
[Reigisa] [Hotel AU]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Day 6: Moonshine

Non vide Nagisa per tutta la mattina. Tendeva le orecchie ogni volta che sentiva qualcuno salire la scale, alzava appena la testa e guardava furtivamente per poi tornare a compilare registri e fatture, sconsolato, almeno in cuor suo. Quella notte, nonostante la stanchezza, aveva dormito veramente troppo poco a causa dei pensieri che gli affollavano la testa. Gli ritornava in mente tutto quello che era successo negli ultimi cinque giorni e si era interrogato più e più volte su un unico argomento: Nagisa. Mai gli era capitato di trovarsi in quella situazione, di sentire le guance bruciare e di dover affondare la faccia nel cuscino. Nagisa stava mostrando qualche interesse speciale nei suoi confronti o era solo un’impressione? Forse era solo una persona molto… fisica? Non riteneva puramente amichevoli alcuni atteggiamenti avuti il giorno prima, né ciò che provava quando lo vedeva, quando passava un po’ di tempo con lui. Non sapeva perché si fosse trovato così bene, in modo così veloce e improvviso, con una persona nuova che ai suoi occhi brillava di una bellezza indefinibile.
A mezzogiorno strusciò i piedi giù per le scale per andare a pranzare, seppur controvoglia. Arrivò al piano terra, entrò in cucina, i cuochi gli diedero gli avanzi scaldati della cena del giorno prima e vedendo la sua espressione corrucciata gli chiesero se ci fosse qualche problema. Rei sussultò e scosse la testa. Era così evidente?
Uscì dalla cucina per andare nella stanza in cui mangiavano i dipendenti, ma si fermò in mezzo al salone. Nagisa era seduto con due ragazze ad un tavolino sulla terrazza, rivolti verso il mare. Vedeva le sue spalle coperte da una maglia a maniche corte azzurra scuotersi e intuì che stesse ridendo. Immaginò il suono della sua risata e restò ad osservare la sua mano che si agitava in aria per allontanare le mani delle due ragazze, che sembravano essersi messe d’accordo per fargli il solletico.
Rei rimase in piedi col piatto fumante in mano per qualche secondo, prima di riscuotersi e riordinare le idee, camminando impettito nella stanza dei dipendenti e chiudendo la porta dietro di sé con troppa forza.
Gli altri dipendenti seduti al tavolo gli chiesero perché fosse così rosso e Rei diede la colpa al sole preso il giorno prima, cosa che non era del tutto sbagliata.
Per un attimo, un attimo solo, prima di capire che quelle due ragazze fossero le sorelle di Nagisa, aveva sentito un’orribile sensazione allo stomaco. Per quel breve lasso di tempo, l’appetito l’aveva abbandonato del tutto. Lo aveva guardato con un misto di affetto e rassegnazione, ma non avrebbe mai voluto che smettesse di ridere.
Nagisa gli piaceva. Gli piaceva tanto, e pensarlo chiaramente fu una liberazione.
Quando fu tornato nella reception, non passò molto tempo prima che una famiglia di cinque persone uscisse dall’hotel parlottando allegramente. Immediatamente dietro, Nagisa li inseguiva di corsa mentre cercava di infilarsi una scarpa. Vide Rei e si illuminò, frenò e tornò indietro, appoggiandosi al bancone.
-Rei! Oggi io e i miei andiamo a fare una gitarella nella città qui vicino. Torniamo tardi credo.-
Rei allineò le carte e ripose la biro nel portapenne. -Buona uscita allora, sono sicuro che sarà divertente.-
-Mi dispiace non poterti fare compagnia oggi.-
Rei sentì la gola chiudersi per l’emozione e gli sorrise. -Non fa niente.-
La voce del papà di Nagisa lo chiamò mentre il resto della sua famiglia saliva in macchina.
Nagisa rispose al sorriso e si allontanò un po’ dal bancone. -Possiamo vederci stanotte all’uscita secondaria che mi hai fatto vedere ieri? Va bene alle undici?-
Rei aprì la bocca per rispondere, ma Nagisa, sentendosi chiamare un’altra volta, si affrettò verso l’uscita senza aspettare risposta. Si girò indietro e agitò il braccio per salutarlo. -A stasera!-
Le porte di vetro si richiusero dietro di lui e Rei sbatté gli occhi confuso, come se decine di piccoli petardi gli fossero esplosi attorno alla faccia. Non aveva neanche fatto in tempo a pensare che, ecco, aveva un appuntamento. Realizzandolo, spalancò gli occhi e il petto si riempì di trepidazione e impazienza.

Quella giornata gli era sembrata infinitamente lunga, ma quando alle dieci aveva visto Nagisa fargli l’occhiolino mentre rientrava in hotel con la sua famiglia, tutto gli era sembrato più reale e terrificante.
La reception chiudeva alle dieci e mezza e quella mezz’ora di attesa davanti alla porticina lo stava facendo morire. Si sedette sui gradini e si rialzò per chissà quante volte, guardando l’orologio ogni due minuti. Finalmente, la porta si aprì e sbucò Nagisa, con un sorriso entusiasta stampato in faccia.
-Scusa l’attesa! Non vedevo l’ora di farmi una doccia.-
-Figurati. È andato tutto bene?-
Nagisa richiuse la porta dietro di sé e annuì con enfasi. -Assolutamente, è stato più divertente di quanto immaginassi! Mi scoccia non poter essere venuto neanche stamattina, ma mi sono svegliato tardi e le mie sorelle insistevano col voler stare un po’ con me.-
Rei ripensò alla scena di mezzogiorno e non poté fare a meno di sorridere. -Non importa, ho un sacco di faccende da sbrigare, lo sai.- puntualizzò aggiustandosi gli occhiali. -Beh, che vuoi fare?-
-Andiamo in spiaggia!-
-Oh… non penso si possa andare a quest’ora.-
Non fece in tempo a finire la frase che Nagisa stava già scendendo le scale. Saltò giù dall’ultimo scalino e si appoggiò le mani sui fianchi, per poi girarsi a guardarlo con un ghigno. -Se vuoi farlo, si può fare tutto, Rei-chan.-

Un minuto dopo stavano camminando verso la spiaggia sulla stradina illuminata da piccoli lampioni a forma di torce.
-Stamattina ti ho visto con le tue sorelle.-
Nagisa spalancò la bocca e si girò verso di lui, aggrappandosi al suo braccio.
-Davvero!? E perché non sei venuto a salutarmi?-
-Non mi sembrava il caso. E poi avevo il mio pranzo in mano.-
Nagisa sbuffò e alzò gli occhi al cielo. -Il solito.- affermò riservandogli uno sguardo obliquo. -Dopo credo di doverti dire una cosa, comunque.- continuò poi, volutamente insinuante e a voce bassa, mentre con la mano scivolava verso le dita della sua mano.
Rei si sentì strozzare ma cercò di non darlo a vedere, guardandolo piuttosto interrogativo e rispondendo a tono. -Perché non me la dici adesso?-
-Perché dopo è più bello.-
Il più alto evitò il suo sguardo spostandolo verso il lato della strada e si sentì andare a fuoco. Intendeva ciò che stava pensando? Sul serio? No, probabilmente si stava solo immaginando situazioni impossibili. Ma nel dubbio…
-Anche io probabilmente devo dirti una cosa.- biascicò dopo essersi schiarito la voce, incredulo di averlo detto davvero. Voleva sparire.
Nagisa ridacchiò sommessamente e si portò la mano libera ai capelli mossi, giocandoci con la punta delle dita. -E perché non me la dici adesso?-
Rimasero un po’ in silenzio, ascoltando lo scroscio del mare e il rumore dei loro passi.
-Perché dopo è più bello.- continuò Rei, formulando quelle parole con immensa fatica. Gli sembrò di vedere le guance di Nagisa tingersi di un colore un po’ più rosato, ma un attimo dopo stava correndo verso la spiaggia ormai vicina, scavalcando il muretto. Rei lo seguì con un po’ di riluttanza, ma appena atterrò sulla sabbia soffice e vide il cielo limpido e stellato riflettersi nel mare, tutte le sue perplessità sparirono.
Nagisa si tolse le scarpe e le calze e si sedette coi piedi sul bagnasciuga. Rei fece lo stesso e alzò gli occhi al cielo.
-Abbiamo tutta la spiaggia per noi, visto?- disse il biondino.
-Mi stai portando sulla cattiva strada.- fece notare Rei, appoggiando le mani sulla sabbia appena dietro di sé per guardare meglio le stelle.
-Rei-chan è troppo innocente per fare queste cose, uh?- miagolò sporgendo il labbro inferiore e sfoderando i suoi occhioni migliori.
L’altro roteò gli occhi, ma si sciolse non appena sentì la testa di Nagisa appoggiarsi sulla sua spalla. Chiuse le palpebre e si lasciò avvolgere dal rumore delle onde e delle cicale, dall’acqua che gli bagnava i piedi a intervalli regolari, dalla frescura notturna e dal tepore dei capelli morbidi e biondi che gli sfioravano la guancia. Accarezzò il dorso della mano di Nagisa con la punta delle dita in un gesto che venne spontaneo, indotto da quell’atmosfera surreale.
-Riguardo a quella cosa…- iniziò Rei a bassa voce, dopo aver preso coraggio, con il cuore che iniziava a battere sempre più forte. Nagisa rimase in silenzio contro la sua spalla e Rei pensò che non poteva tirarsi indietro.
-È molto difficile spiegarlo, Nagisa, ma credo che te ne sia accorto anche tu.-
Ormai il rumore del suo cuore era più forte della sua voce.
-Come dire…-
Nagisa emise un verso gutturale e Rei si interruppe.
-Nagisa?-
Rei si scostò per guardarlo e il ragazzino scivolò giù dalla sua spalla, appoggiandosi sul suo grembo in una posizione innaturale. Addormentato. Era uno scherzo?
Rei sgranò gli occhi e si sentì tremare da capo a piedi. Tutto il discorso preparato nella sua testa era andato improvvisamente in frantumi, sbriciolato in mille pezzi.
Sospirò e appoggiò lentamente una mano tra i capelli soffici e profumati di Nagisa, cominciando ad accarezzarli con delicatezza e alternando lo sguardo tra il mare e il profilo delicato di quel ragazzo che, addormentato in quel modo, gli sembrava quasi innocuo, come la prima volta che l’aveva visto. Mai prima impressione fu più sbagliata.
-Nagisa.- ripeté dopo qualche minuto, tirandogli appena qualche ciocca di capelli. -Nagisa, ti sei addormentato.-
Quello borbottò e aprì pigramente un occhio.
-… Non è vero.-
-Sì che è vero.-
Si girò su se stesso, finendo a pancia all’aria, per poter guardare bene Rei dal basso. -Hai gli occhiali storti.- mormorò aprendo anche l’altro occhio. -E mi sento la sabbia anche nelle mutande.-
Rei si aggiustò immediatamente gli occhiali e ridacchiò. Vide la mano di Nagisa tendersi verso di lui e appoggiarsi sulla sua testa, per poi scivolare stancamente verso il basso, riempiendogli la faccia di granelli di sabbia. -C’era del sonnifero nella cena che abbiamo mangiato in città.-
-Oppure sei solo molto stanco. Potevi dirmelo, non ti avrei obbligato ad uscire.-
-Pfff. Guarda che volevo davvero uscire!- disse dopo essersi tirato a sedere con uno slancio. -Solo che, sai… il mare, il buio, robe, insomma, la natura mi ha costretto!-
Rei si alzò e si scrollò la sabbia di dosso. -Adesso hai solo bisogno di una bella dormita in un letto comodo. Ce la fai a tornare in hotel?-
Nagisa andò a sciacquarsi i piedi in acqua. -Per chi mi hai preso?!- esclamò con tono offeso. -Anzi, presumo che tu mi debba prima riprendere!- esclamò schizzandolo con le mani bagnate e correndo via sul bagnasciuga. La sua corsa però non durò che pochi secondi.
-…Rei.- commentò con disappunto, fissando la mano del più alto stretta attorno al suo polso. -Sei stato troppo veloce, non è stato divertente come sarebbe dovuto essere!-
-Mi spiace, ma correre è l'attività fisica che preferisco e lo faccio spesso.- replicò l’altro, con un mezzo sorriso di trionfo.
-Hai capito come si fa il fisico Rei-chan.- mormorò tra sé e sé Nagisa, alzando le sopracciglia. -Ma in ogni caso, non valeeee!- si lamentò mentre veniva trascinato fuori dalla spiaggia e puntava i piedi per opporre resistenza.
-Non urlare, Nagisaaa!-

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Angolo autrice
Non ce la possiamo fare. Va sempre peggio (o meglio?) per questi due terribili nerd.
Ringrazio tutte quelle che seguono la storia, anche solo leggendola o inserendola nelle preferite/ricordate/seguite! Spero davvero che vi stia piacendo e che inizi a farvi respirare un po' l'aria dell'estate che sta arrivando (e che io mi godrò in formato ridotto causa esami)
Alla prossima settimana!
   
 
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