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Autore: Mavimat    27/05/2016    1 recensioni
Non sempre sappiamo cosa ci può accadere. La maggior parte delle volte la vita cambia quando meno ce l'aspettiamo: quando stiamo camminando per strada, quando siamo ad una festa alla quale non volevamo andare, quando perdiamo un treno. O, semplicemente, quando siamo "solo una ragazza in un bar".
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Altri, Piper Chapman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Vorrei essere io.
Vorrei essere io a renderti felice.
Vorrei essere io quella persona che ti prende con i tuoi pregi ed i tuoi difetti.
Vorrei esserti di conforto, di consolazione.
Vorrei essere io quella persona che passerà tutta la vita con te.
Vorrei essere io ad  aspettarti la sera o prepararti la colazione la mattina.
Vorrei essere io la persona con  la quale ti arrabbi, per quando me la prendo per delle sciocchezze e vorrei sempre essere io la persona che ti abbraccia per farsi perdonare.
Lo farei sai?
Ti prenderei con me per tutto il tempo che mi resta. Così come sei. Non cambierei niente di te.
Ti prenderei con il tuo pigiama la mattina, struccata e con gli occhi assonnati, con i tuoi capelli raccolti da dea greca, con i capelli sciolti, con il trucco, con gli occhi da panda alla sera.
Ti prenderei con me anche quando non ti va mai bene niente, quando dici “fa lo stesso, scegli tu” e sai che non lo sopporto.
E adesso, adesso che penso a tutte queste cose mi viene da piangere…
Perché io non sarò mai tutti questi “VORREI” e “TI PRENDEREI”.
Non sarò mai la persona che sceglierai.
Mi sono innamorata di te in quel mattino di Gennaio e da allora non c’è stato giorno in cui io non abbia pensato a te, non c’è stato giorno in cui non mi sia innamorata, istante dopo istante, di te, dei tuoi occhi, del tuo sorriso, della tua risata, dei tuoi capelli, delle tue incazzature, dei tuoi abbracci… di tutto.
Non sai quante volte il cuore mi si sia spezzato a vederti triste, a vedere la delusione nei tuoi occhi, avrei voluto sparire in quei momenti per non vederti star male. Sarebbe stato facile sai? Paradossalmente a volte la cosa più difficile non è “andare”. E’ “restare”. Nonostante tutto. Nonostante la consapevolezza che la persona che alla fine starà male sarò io. E io lo sapevo. Sapevo che alla fine sarei stata male. Stavo male tutte le volte che si parlava di futuro, perché io sapevo che non ci sarei mai stata nel tuo futuro e questo mi distruggeva. Ma io ero lì. Nonostante tutto. Nonostante i miei occhi facessero a pugni con le lacrime, la mia testa fosse in conflitto con i miei pensieri e il mio cuore perennemente in battaglia con la realtà.
Ma c’eri tu. E tu eri capace di fermare il tempo.
“Eravamo insieme. Tutto il resto l’ho scordato”. Ricordi?
Era quello che provavo io quando c’eri tu. Quello che provo, quando ci sei tu.
Ti amo. E per me questo vuol dire “esserci”.
Ti amo e ti aiuterò. Anche se farà male.
Farà male quando troverai qualcuno da abbracciare la sera, e non sarò io.
Farà male quando non vorrai più passare le giornate con me.
Farà male vederti trascorrere la vita con qualcuno che non sarò io.
Ma ti amo e per te farò anche questo.”
 
Stella, seduta alla finestra della camera dell’appartamento di una sua amica, teneva tra le mani questa lettera, che aveva ormai letto e riletto più e più volte. Sapeva a memoria ogni parola, ogni virgola, ogni punto. L’aveva trovata il giorno che era partita per il Giappone, attaccata alla porta del suo vecchio appartamento. Era piegata in quattro e sopra c’era scritto il suo nome. Non l’aveva aperta fino all’aeroporto, ma dal profumo che sprigionava la carta, aveva capito essere di Piper. Arrivata sull’aereo l’aveva finalmente letta. Quando arrivò alla fine, sentì qualcosa nel suo cuore. Come un vuoto, come un tassello che si era staccato dal puzzle, una valigia lasciata giù. In quel momento, guardando fuori dal finestrino, vedeva la terraferma che si staccava dall’aereo. In quel momento le venne un dubbio che fino ad allora non l’aveva minimamente sfiorata, una domanda che sembrava emergere da un posto che forse aveva voluto dimenticare.
“Che diavolo ho combinato? Perché sono partita?”
In quel momento rimpianse di non poter essere in uno di quei film in cui la protagonista si ripensa e scende dal treno in corsa, abbandonando la realtà per vivere un sogno.
  
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