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Autore: Touch the sound    27/05/2016    1 recensioni
Dei lunghi capelli neri su quella pelle così pallida, i suoi occhi erano chiari e belli. Gli occhi azzurri gli erano sempre piaciuti.
[Chris-Ricky]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 22 - Beautiful liar.
Ricky ritornò a casa lasciando lo zaino accanto alla porta. Ignorò del tutto le lamentele di sua madre che, quel giorno, l'aveva stranamente accompagnato e andato a prendere. Non aveva più detto nulla, non avevano litigato, e proprio per questo gli sembrava strano il suo comportamento improvvisamente docile. Entrò nella sua stanza lasciandosi alle spalle anche i pensieri su sua madre. 
Prese il cellulare dalla tasca dei jeans e analizzò di nuovo con attenzione tutti i messaggi e le chiamate che aveva ignorato il giorno prima. Gli faceva male pensare che Chris fosse tanto disperato da chiamarlo così tante volte, ma la rabbia verso se stesso gli faceva salire il sangue al cervello. La delusione era troppa, sapeva degli sbagli che aveva commesso, non riusciva a chiamarlo e far finta di nulla.
Stette a fissare il cellulare per tanto tempo, troppo indeciso su cosa fare. Continuò a far finta che Chris non lo stesse chiamando, che non gli stesse mandando alcun tipo di messaggio. Sapeva che la cosa giusta da fare era chiamarlo e spiegargli il motivo di quella sua temporanea assenza, ma non ne aveva il coraggio.
Stava quasi per appisolarsi quando qualcuno bussò alla porta della sua camera.
«Chi è?» chiese con la voce stanca. La porta si aprì piano e comparve Josh che non si annunciò in nessun modo. In silenzio, sotto lo sguardo teso di Ricky, chiuse la porta e andò a sedersi sul bordo del letto, dandogli le spalle.
«Cosa ci fai qui?» domandò ancora Ricky mettendosi a sedere. Stette ben attento a mantenere le distanze.
«Non lo so, avevo voglia di vederti» 
Ricky sorrise appena abbassando lo sguardo. Josh lo guardò e il ricordo della sera precedente lo colpì in pieno. Non negava a se stesso che gli sarebbe piaciuto ripetere la cosa, ma non voleva dirlo a Ricky perchè non sapeva quali erano i suoi pensieri.
«Josh... io non credo che sia una buona idea»
«Che io stia qui, da solo, con te?»
Ricky lo guardò con uno sguardo dispiaciuto, ma annuì.
«Okay, quindi vuoi che me ne vada?» domandò Josh sperando in una risposta negativa, ma Ricky abbassò lo sguardo senza dire nulla. Ci fu un minuto di silenzio in cui entrambi evitarono di guardarsi, troppo presi da loro pensieri, poi Josh si alzò e uscì dalla stanza senza neanche salutarlo. Ricky lo seguì con lo sguardo e perse un battito quando lo vide fermo, fuori dalla sua stanza, come se stesse riflettendo su qualcosa e fosse tentato di tornare indietro. Ed infatti lo fece, chiudendo la porta a chiave. 
«Che stai facendo?»
Josh non rispose, lo raggiunse e si sedette accanto a lui guardandolo dritto negli occhi. Era così bello con quell'espressione persa e imbarazzata.
«Non farmi andare via così» gli disse prendendogli la mano. Ricky mostrò un evidente disagio, cercò anche di ritrarre la mano, ma Josh gliela strinse un pò di più.
«È sbagliato» mormorò Ricky un secondo prima che Josh lo baciasse. La passione di quel bacio sembrò inebriare le loro menti. Josh lo spinse delicatamente sul materasso mettendosi sopra di lui. Quando le loro labbra si separarono, Ricky emise un leggero gemito facendo sorridere l'altro. Si sentiva come scisso a metà: provava vergogna per quello che stava facendo, ma allo stesso tempo non riusciva a controllare il suo corpo che voleva sempre di più.
Mentre quei pensieri si ripetevano nella sua testa, Josh aveva provveduto a togliergli la maglia. Gli stringeva i fianchi, gli baciava il collo e le loro crescenti erezioni si sfregavano ad ogni movimento.
«Josh, ti prego...»
Il ragazzo ritornò sul suo viso mordendogli il labbro inferiore con una certa prepotenza.
«Ti prego, cosa?» gli domandò, spostandosi verso l'orecchio. 
«Ti prego, fermati? Oppure...» sussurrò leccandogli il lobo e succhiandolo fra le labbra.
«Ti prego, continua?»
Ricky aprì gli occhi solo quando Josh smise di sottoporlo a quella tortura. I loro visi erano tanto vicini da sfiorarsi, potevano sentire solo i respiri pesanti e loro corpi vogliosi. Si guardarono negli occhi. Ricky sperò fino all'ultimo istante di trovare il coraggio per respingerlo, ma poi fu proprio lui a baciarlo e a mettere a tacere ogni dubbio di Josh.

Il poco sole che aveva illuminato quella giornata stava tramontando quando Josh lasciò la casa di Ricky con un incancellabile sorriso sulle labbra. Ricky corse subito in bagno e farsi una doccia per togliersi di dosso lo schifo che sentiva dentro. Si appoggiò alla parete fredda e iniziò a piangere. Come era arrivato a tutto ciò? Aveva tradito Chris per ben due volte  e non poteva crederci. Non riusciva a definire il rapporto che c'era fra lui e Josh, ma era sicuramente diverso da quello che aveva con Chris. La loro amicizia si stava trasformando in qualcosa di diverso, ma non sapeva nemmeno cosa provava nei suoi confronti. Provava mille emozioni contrastanti. Cosa avrebbe dovuto fare? Dirlo a Chris o mantenere il segreto? Non aveva alcuna sicurezza, non sapeva se sarebbe successo ancora. Ciò che cominciò a bruciargli dentro fu la sensazione che, se mai si fosse ripresentata l'occasione, non l'avrebbe evitata, proprio come aveva fatto poche ore prima. Il senso di colpa lo spinse a piangere sempre di più mentre, dalla sua camera, sentì il suo cellulare squillare per l'ennesima volta. Era sicuramente Chris. Dove stava trovando il coraggio di non rispondergli? Ma, allo stesso tempo, dove avrebbe trovato la forza di guardarlo negli occhi e nascondergli quel tradimento? 
Si passò le mani sul viso sciacquandolo sotto il getto d'acqua tiepida, poi uscì dalla doccia asciugandosi velocemente. Dopo essersi vestito uscì dal bagno e guardò il letto con insistenza e disgusto. Quelle lenzuola tutte stropicciate e i cuscini sparsi qua e là gli ricordarono per l'ennesima volta il suo comportamento scorretto ma allo stesso tempo inevitabile. Era così confuso, non riusciva a darsi pace. Il cuore gli stava esplodendo nel petto.
In uno scatto di rabbia, tirò via le coperte dal letto e la lanciò in un angolo della stanza. Desiderava vederle bruciare.
Si appoggiò alla scrivania e cercò di riprendere fiato e calmarsi. In qualche minuto riacquistò la lucidità e prese il cellulare con l'intento di chiamare Chris. Non poteva nascondersi per sempre, avrebbe dovuto affrontarlo prima o poi. Compose il numero, ma alla fine non lo chiamò, non ce la fece. Aveva bisogno di parlare con qualcuno e pensò che la persona giusta fosse Angelo. Parlare con lui comprendeva dovergli raccontare tutto, ma non poteva tenersi tutto dentro.
Inviò un messaggio ad Angelo chiedendogli se era a casa e se poteva parlare con tranquillità, senza troppe interruzioni. Angelo gli rispose quasi subito. In un primo momento aveva pensato di chiamarlo e raccontargli tutto al cellulare così da non dover affrontarlo faccia a faccia, ma poi cambiò idea. Gli scrisse di aspettarlo, che sarebbe andato a casa sua. Si infilò il cellulare in tasca, mise le scarpe e uscì di casa dicendo a sua madre che sarebbe tornato presto. Ignorò le sue domande correndo fuori, voleva solo liberarsi il più in fretta possibile di quel peso.
Durante il tragitto non troppo lungo sentì il cellulare vibrare, ma non lo tirò nemmeno fuori dalla tasca pensando che fosse semplicemente la risposta di Angelo al suo precedente messaggio. Arrivato fuori casa dell'amico suonò il campanello e attese qualche secondo, poi la porta si aprì.
«Ehi, Ricky» disse Angelo con un'espressione strana che notò subito.
«Stai bene?» gli domandò.
«Ehm... sì, ma non l'hai letto il messaggio?» chiese Angelo a bassa voce. Ricky pensò che stesse impazzendo anche lui. Non l'aveva ancora fatto entrare e si comportava in modo ambiguo.
«No, ero praticamente già qui quando mi è arrivato»
Angelo sospirò, poi gli fece cenno di entrare. Il suo viso era serio, preoccupato. Ricky andò in panico. La coscienza sporca gli faceva dubitare di tutto, pensò addirittura che Josh gli avesse già detto tutto e che Angelo fosse arrabbiato con lui. 
Entrò in casa cercando di nascondere il suo nervosismo. Angelo camminò lentamente dietro di lui mentre si avvicinavano al salone. Non appena vi mise piede, ciò che vide lo pietrificò. Appoggiato al tavolo, con le braccia conserte e la più seria delle espressioni, c'era Chris. Si sentì quasi svenire. Imbarazzato, spostò  gli occhi su Angelo, ma non riuscì a reggere nemmeno il suo sguardo.
«Hai intenzione di restare lì?»
Sentì un nodo alla gola a quella domanda posta da Chris. La sua voce era spaventosamente calma, aveva paura che sarebbe esploso all'improvviso in uno scatto d'ira.
«Chris...»
«Ti dimentichi che esisto, ma almeno il mio nome lo ricordi... è confortante» disse Chris, con un sorriso ironico. Ricky lo guardò con le lacrime agli occhi. Non riusciva a dire nulla, sentiva il sangue fluire velocemente e pulsargli nelle tempie. Guardò ancora una volta Angelo in cerca del suo aiuto. Probabilmente in quel messaggio che non aveva letto, Angelo lo avvertiva della presenza di Chris. Se l'avesse letto non si sarebbe trovato in quella situazione.
«Volete che vi lasci soli per un pò?» domandò Angelo.
«No, è casa tua, dovremmo essere noi ad andare via» disse Chris aspettandosi una reazione da parte di Ricky, ma il ragazzo rimase immobile con gli occhi sospesi nel vuoto. Angelo sperò con tutto se stesso che si desse una mossa, che spiccicasse qualche parola, ma non fu così. Chris attese anche oltre il suo limite di pazienza, voleva dargli ancora un pò di tempo, ma ad un certo punto quella situazione lo stancò e decise che non avrebbe aspettato ancora. Ricky era abbastanza grande da poter prendere una posizione in quel contesto -creato da lui, tra l'altro-, ma si stava tirando indietro e non poteva fare altro che andarsene. Non gli piaceva comportarsi in quel modo nei suoi confronti, avrebbe potuto affrontarlo con più dolcezza così da ottenere un risultato nettamente migliore, ma oltre alla preoccupazione c'era la rabbia per essere stato ignorato. Proprio non ce l'aveva fatta a far finta di nulla e ad interpretare la parte del fidanzatino comprensivo. 
«Grazie per la cena, Angelo, buonanotte» disse passando accanto ai due senza degnare Ricky di uno sguardo. Quando la porta si chiuse, Ricky scoppiò a piangere coprendosi il viso con le mani. Angelo lo abbracciò subito totalmente sconcertato da quanto appena accaduto. 
«Calmati, va tutto bene» gli sussurrò, ma Ricky scosse subito la testa.
«No... non va bene»
Angelo lo strinse ancora un pò, poi lo accompagnò sul divano. Lì sarebbero stati più comodi.
«Perchè l'hai lasciato andare via?» gli chiese. Non che volesse rimproverarlo, ma non capiva il suo comportamento. Per quanto ne sapeva, Ricky era pazzamente innamorato di lui. Quell'improvviso cambiamento gli risultava strano.
«Angelo, io... d-devo dirti una cosa»
Il ragazzo gli mise una mano dietro la schiena, stava tremando come una foglia.
«Tranquillo, sono qui, ti ascolto»
Ricky prese un grande respiro e, incoraggiato dalle parole dell'amico, trovò il coraggio per confessare tutto.
«L'ho tradito»
La mano di Angelo che massaggiava lentamente la schiena di Ricky si bloccò all'istante. Non poteva credere alle sue orecchie. Ricky non era mai stato quel tipo di ragazzo, anzi lui odiava i tradimenti.
«Ehm... quando è successo?» gli chiese cercando di non sembrare troppo contrariato. Voleva aiutarlo a chiarirsi le idee, immaginava già in casino che c'era in quella testolina.
«Ieri... e anche oggi» mormorò asciugandosi inutilmente le lacrime. Stava male, le fitte alla testa e la confusione lo stavano facendo impazzire.
«Non dici nulla?» 
Angelo lo guardò senza rispondere, poi si alzò e gli disse che gli avrebbe portato un pò d'acqua, ma in realtà voleva solo allontanarsi per un pò, giusto il tempo di metabolizzare e decidere cosa dirgli.
Qualche minuto dopo tornò da Ricky e gli porse il bicchiere d'acqua fresca. Il ragazzo bevve e sembrò riprendersi un pò.
«Va meglio?»
Ricky annuì, ringraziandolo.
«Glielo dirai?» gli chiese Ricky, spaventato.
«Lo sai che non lo farei mai»
Il ragazzo sorrise appena, rincuorato da quella risposta. Non si pentiva mai di aver detto qualcosa ad Angelo, quel ragazzo era la sua salvezza.
«E tu, invece?»
Ricky abbassò lo sguardo senza sapere cosa dire.
«Cosa devo fare? Io sono innamorato di lui, non volevo tradirlo ma... è successo»
Angelo poteva sentire la sincerità nella sua voce, credeva alle sue parole e quelle non erano lacrime di coccodrillo. Era davvero disperato e combattuto e ne poteva capire il motivo.
«Sei andato a letto con un ragazzo per ben due volte, se lo farai ancora vuol dire che devi lasciare Chris» disse riflettendo ad alta voce.
«Se invece non hai alcuna intenzione di tradirlo ancora, allora potresti non dirglielo ma dovrai portarti questo peso sulla coscienza e sapere di esserti comportato male, oppure potresti essere sincero e lasciarti alle spalle questa storia»
Il ragazzo pensò attentamente alle parole dell'amico.
«So che ho sbagliato, non lo farò mai più... non voglio perderlo»
«Questo vuol dire che non hai intenzione di dirglielo?»
Ricky lo guardò vergognandosi di quella decisione che stava prendendo, ma non avrebbe permesso che un suo errore rovinasse tutto. Chris era la cosa più bella che gli fosse mai capitata, lo rendeva felice. Improvvisamente tutta la confusione cominciava a sparire. Ancora non riusciva a spiegarsi come aveva fatto a cedere così facilmente ad una tentazione, ma sapeva cosa voleva. Doveva solo comunicarlo a Josh, parlare con Chris e lasciare quella storia fra le ombre scure del passato.
Angelo non disse nulla, non voleva condizionarlo in alcun modo. Non poteva negare che Ricky lo stava un pò deludendo. Da lui non si sarebbe aspettato un tradimento, ma soprattutto che poi avrebbe deciso di tenerlo nascosto. Tutti quei pensieri derivavano solo dal fatto che, nonostante volesse difendere il suo miglior amico, Chris non meritava quel trattamento. Quella sera aveva conosciuto un altro lato del carattere di Chris. Avevano passato la sera insieme perchè il ragazzo era totalmente irrequieto, aveva bisogno di qualcuno con cui parlare di Ricky, e chi meglio di Angelo? Chris si era aperto con lui. Gli aveva raccontato di quanto Ricky gli avesse migliorato la vita, che prima di lui non faceva altro che disperarsi per colpa dei suoi genitori e delle troppe responsabilità e che finalmente sentiva di potersi godere la sua libertà. Aveva detto parole che non avrebbe dimenticato facilmente. In ogni caso, non poteva intromettersi più di quanto non avesse già fatto. Giusto o sbagliato che fosse, Ricky era in grado di prendere le sue decisioni e lui non poteva costringerlo a cambiare idea.
«Bhe... a questo punto penso che dovresti solo parlare con Chris»
«Era così arrabbiato»
«No, non lo era, voleva solo che tu ti scusassi per esserti comportato di merda e aveva anche ragione» disse Angelo mostrandogli un sorriso divertito. Ricky sbuffò e parlò solo dopo un piccola pausa con un sorriso dolce sulle labbra.
«Hai visto quanto era bello stasera?»
Angelo rise per nulla intenzionato a replicare in qualche modo, poi però decise di togliersi una curiosità. Gli avrebbe annullato quel sorriso, ma non riuscì a frenare quell'istinto.
«Ricky, scusami se te lo chiedo, ma... chi sarebbe il tipo con cui sei andato a letto?»
Il ragazzo deglutì, scavando nella sua mente nella disperata ricerca di una risposta. Aveva agito senza pensare alle conseguenze. Non poteva dirgli che la persona in questione era Josh, o forse non voleva. Gli sembrava anche più grave confessare di aver tradito il suo ragazzo con uno dei suoi migliori amici, poi di certo non voleva mettere in difficoltà Josh. 
«Non lo conosci» disse infine portandosi di nuovo il bicchiere alle labbra, bevendo.
«Che ne sai che non lo conosco? Come si chiama?»
«Senti, tu frequenti gli ambienti gay?» gli chiese innervosito dalla sua insistenza, cercando di trovarsi qualche scusa.
«Perchè, tu invece li frequenti?»
Ricky venne zittito da quella domanda. Come poteva venir fuori da quella storia?
«Angelo, fidati, non lo conosci quindi è inutile che insisti»
Angelo alzò le mani in segno di resa. Quel momento imbarazzante che susseguì mise molto a disagio entrambi. Ricky avrebbe voluto teletrasportarsi in una realtà meno incasinata, mentre Angelo era sempre più curioso e voleva fargli mille domande. 
«Perchè?» chiese d'un tratto. Ricky lo guardò, preoccupato.
«Insomma, perchè l'hai fatto? Ti piace anche quel ragazzo?»
«No» esclamò Ricky.
«Insomma, ti ho appena detto che non ho intenzione di rivederlo e che è Chris la persona con cui voglio stare»
«Ci sei andato a letto, un motivo ci deve pur essere»
Ricky abbassò lo sguardo. Era così difficile dare un senso a tutta quella situazione. A lui non era mai piaciuto Josh se non come amico, nemmeno lui sapeva darsi una spiegazione. 
«Non lo so, non ho idea di cosa mi sia preso, non ce l'ho fatta a respingerlo... entrambe le volte» sussurrò infine. Quella pace interiore che aveva sentito era durata poco. Stava scivolando di nuovo in basso. 
«Okay... bhe, l'importante è che non accada mai più, quindi evita di incontrarlo»
Il ragazzo annuì con le lacrime agli occhi, di nuovo. Come avrebbe fatto a non incontrare Josh? Anche provandoci in ogni modo, non sarebbe stato possibile.
Sospirò asciugandosi le guance, poi si guardò intorno.
«Angelo, ma in tutto ciò, dove sono i tuoi?»
«Il viaggio per i vent'anni di matrimonio, non te lo ricordi? L'ho detto oggi a scuola che sarebbero partiti» 
Ricky rimase senza parole, imbarazzato. Non aveva alcuna idea di ciò che stava dicendo, non l'aveva proprio ascoltato quella mattina a scuola.
«Scusa è che... sai, con quello che è successo non...»
Angelo sorrise in segno di perdono, poi si alzò e cominciò a togliere dalla tavola i piatti sporchi. Ricky, in un primo momento non ci fece caso, poi si rese conto di ciò che stava facendo l'amico e lo collegò alle ultime parole che aveva pronunciato Chris prima di andare via.
«Ma scusami un secondo» disse alzandosi. Angelo si fermò con i bicchieri in mano.
«Perchè cazzo Chris ha cenato con te?»
Angelo scoppiò in una risata che lasciò sconvolto l'altro.
«Perdonami se sarò cattivo, ma non siamo io e Chris i traditori quindi togliti quel tono da gelosone»
Quel commento lasciò Ricky a bocca aperta.
«Ah, bene, fantastico... siete amici ora?»
«Non era quello che volevi?» chiese Angelo ritornando alle sue mansioni.
«Sì, ma... cenate insieme e non me lo dici nemmeno»
Angelo sospirò roteando gli occhi. In un certo senso provava ammirazione per Chris anche per la sua forza di volontà. Già era complicato avere Ricky come amico, non poteva immaginare come fosse nelle vesti di fidanzato, probabilmente anche peggio.
«In teoria te l'ho detto nel messaggio che non hai letto»
Ricky mantenne quella sua espressione contrariata nonostante avesse capito di essere nel torto.
«Dici che dovrei chiamarlo?» domandò dopo un pò, piagnucolando e attaccandosi ad un braccio di Angelo.
«Dico che avresti dovuto rincorrerlo quando se n'è andato, ma credo che prima risolvi questa situazione e meglio è»
Ricky si prese qualche minuto per decidere cosa fare. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto parlargli, ma doveva prima trovare il coraggio. Prese il cellulare e lo fissò dimenticandosi anche di battere le palpebre. Doveva farlo, per il bene di tutti. E poi, di cosa aveva paura? La peggiore delle reazioni l'aveva già avuta quindi, al massimo, avrebbe mantenuto quel comportamento freddo.
Si potrò il cellulare all'orecchio e attese. Sentiva il cuore battergli sempre più forte mentre un brivido di paura e agitazione gli scuoteva il corpo. 
Con un sospiro di frustrazione, gettò il cellulare sul divano. Non gli aveva risposto e sicuramente lo aveva fatto di proposito. Sapeva di meritarsi quel trattamento, ma non lo trovava giusto viste le sue intenzioni. Certo, comprendeva che Chris non avesse idea di ciò che a lui passava per la testa, ma avrebbe lo stesso preferito una risposta. 
Il suo cellulare squillo e corse subito a prenderlo nella speranza che Chis avesse deciso di parlargli, ma poi sbuffò leggendo il nome di sua madre.
«Che vuoi?»
«Innanzitutto, non parlarmi così» disse sua madre, irritata.
«E adesso torna a casa, è tardi»
«Mamma, se pensi che ti abbia mentito, non è così» disse mettendo il vivavoce e facendo cenno ad Angelo di dire qualcosa così che lei potesse sentire la sua voce e tranquillizzarsi.
«Buonasera, signora Olson» disse Angelo preso alla sprovvista.
«Mh... Buonasera, Angelo» disse lei distaccata. Ricky si riportò il cellulare all'orecchio, spaventato da qualsiasi cosa che potesse dire sua madre. Infatti, subito dopo disse qualcosa di offensivo.
«Comunque non è che lui mi stia più simpatico di quel ragazzino indisponente con cui credi di stare»
«Sì, sì, torno fra un pò, ciao» disse Ricky riagganciando. Sapeva che avrebbe sclerato anche pechè aveva riattaccato in quel modo brusco, ma non gli importava. Si sedette di nuovo e pensò di dover riprovare a chiamare Chris. 
«Sai che ti dico? Dagli tempo, adesso è lui quello ferito e deve assimilare il fatto che tu non abbia nemmeno provato a dargli una spiegazione» disse Angelo sedendosi accanto a lui. Ricky sembrò stanco e aveva un'aria sconfitta.
«Sono stato uno stupido»
«In effetti... pensa che lui era così disperato che voleva venire a casa tua pur sapendo che c'era tua madre»
Ricky fu sollevato dal fatto che non avesse fatto irruzione in casa sua, ma allo stesso gli sarebbe piaciuto vedere un litigio fra lui e sua madre. Non che volesse vederli litigare, ma sarebbe stata una bella dimostrazione d'amore.
«Mi chiamerà, vero?» domandò con gli occhi pieni di speranza.
«Sì, è una persona ragionevole, vedrai che si calmerà e... andrà tutto bene»

Il mattino seguente Ricky si alzò senza alcuna voglia di andare a scuola. Si sentiva stanco, aveva dormito poco e pensato troppo. Avrebbe visto Josh e temeva che qualcosa sarebbe venuto fuori. Si vestì svogliatamente trascinando i piedi sul pavimento. Non fece colazione, aveva lo stomaco che sembrava annodarsi e rivoltarsi su se stesso. Arrivato a scuola passò le prime tre ore a sbadigliare e tentare di non addormentarsi, venne anche richiamato più volte dalla professoressa di matematica perchè, secondo lei, non stava prestando abbastanza attenzione. Non appena suonò la campanella, il suo cuore perse un battito. Doveva uscire per la merenda e sicuramente avrebbe incontrato Josh, stavolta insieme a tutti gli altri.
Si trascinò fuori dalla classe e aspettò che arrivasse almeno uno dei suoi amici, Ryan lo raggiunse subito. 
«Allora, hai parlato con Josh?» fu la prima cosa che gli chiese.
«Sì, sembra che abbia capito ma... non saprei» concluse cercando di allontanare quel discorso.
«Ma stai bene? Sei pallido»
Quelle sue attenzioni gli misero ansia, avere i suoi occhi addosso era come se Ryan gli stesse leggendo nel pensiero e avesse capito tutto.
«Sì, è che ho dormito poco e ho mal di stomaco»
Ryan annuì sedendosi sul muretto. L'aria fresca stava permettendo a Ricky di respirare con più regolarità. Angelo e Devin arrivarono dopo un paio di minuti, stavano litigando già. Ricky li osservò a lungo, gli sarebbe piaciuto potersi godere quella spensieratezza insieme a loro. A volte pensava che stare con una persona fosse come costringersi a non avere più la totale libertà, ma quelle erano parole del cervello e il cuore non voleva proprio comprenderle.
Angelo gli lanciò uno sguardo preoccupato. 
«Stai bene?» gli chiese sedendosi accanto a lui.
«Sì... dov'è Josh?» gli chiese cercando di scoprire il motivo della sua assenza e, allo stesso tempo, di sviare il discorso.
«Sono passato davanti alla sua classe, parlava con una professoressa e lei sembrava arrabbiata»
Ricky si morse il labbro inferiore pensando che, probabilmente, il compito per cui doveva studiare era andato male visto che, invece di imparare la matematica, avevano preferito fare altro.
«Chris non mi ha più risposto, ieri sera ho provato a chiamarlo altre due volte»
«Sta bene, ma è ancora un pò arrabbiato» disse Angelo continuando a mangiare tranquillamente sotto lo sguardo sconvolto di Ricky.
«L' hai sentito?» gli domandò, irritato. Non sapeva se quella fosse gelosia, ma gli dava troppo fastidio che il suo migliore amico e il suo ragazzo stringessero amicizia mentre a lui non era nemmeno permesso intromettersi nei loro discorsi, visto che comunque si svolgevano sempre a sua insaputa.
«Stamattina, l'ho chiamato per dirgli che aveva parlato a lungo con te e che tu eri dispiaciuto per tutto ciò che è successo»
«E lui?» 
Angelo alzò le spalle.
«Niente, mi ha detto che doveva riflettere un pò e che ci saremmo sentiti, penso stesse andando a lavoro»
Ricky sospirò, poi si richiuse in se stesso. Quando Josh li raggiunse non riuscì a guardarlo o a parlargli. Sicuramente lui gli aveva lanciato qualche sguardo, ma non avrebbe ricambiato. Doveva prendere le dovute distanze. 
Si mise in piedi e prese le sue cose, poi corse dritto verso i bagni. Anche la sua voce sembrava attrarlo, ormai. Non capiva perchè un'amicizia tanto bella come la loro dovesse essere rovinata in quel modo. Come potevano essere cambiate così rapidamente le cose? Ma, soprattutto, perchè vederlo gli faceva bello strano effetto? Eppure, fino a quel momento, era sicuro di non volere nulla da Josh. Chris doveva essere il suo unico pensiero. 
Deglutì pesantemente e appoggiò la schiena alla parete imbrattata da così tante scritte che ormai si faceva fatica a distinguerne una dall'altra. Sentiva le gambe deboli, reggevano appena il suo peso.
«Pensi a lui?»
Quella voce lo fece sobbalzare.
«Josh... che ci fai qui? Mi segui?»
Josh entrò in una delle cabine senza preoccuparsi della voce alterata dell'altro.
«Non sapevo fossi qui, devo solo pisciare»
Ricky sospirò pensando a quanto quella storia lo stesse rendendo paranoico. Stava per andarsene quando gli venne un'idea.
«Senti, Josh, io e te dobbiamo parlare» disse più serio che mai. Gli sarebbe piaciuto chiarirsi in quel momento, così da non essere costretto ad incontrarlo in un secondo momento e nel provato di una delle loro abitazioni.
«So già cosa vuoi dirmi» disse subito Josh, il suo viso era triste e amareggiato.
«No, non lo sai»
«Vuoi per caso dirmi che sono l'amore della tua vita e che mollerai Chris per me?»
Il ragazzo boccheggiò per qualche secondo poi abbassò lo sguardo.
«Ecco, allora so già cosa vuoi dirmi» disse avviandosi verso la porta, ma Ricky gli afferrò un braccio.
«Quindi a te va bene così? Insomma, non te ne frega nulla?»
Josh roteò gli occhi leggermente infastidito dai mille deliri di Ricky.
«Cosa sono per te? Ieri, a casa mia, cosa abbiamo fatto?» domandò ancora. Entrambi si guardarono negli occhi addolcendo lentamente la tensione che si era creata.
«Io ho fatto quello che aspettavo già da tanto tempo, ma tu continui a preferire lui» disse Josh avvicinandosi un pò di più all'altro ragazzo. Gli accarezzò una guancia con tale delicatezza da farlo arrossire.
«Vorrei che tu provassi dei sentimenti per me, ma forse chiedo troppo»
Ricky sentì una fitta allo stomaco. Ciò significava che Josh non era solo interessato a portarselo a letto, ma che desiderava qualcosa in più.
«No... non chiedi troppo» mormorò sospirando. Gli occhi di Josh si illuminarono. C'era ancora una piccola speranza per lui.
«Oggi i miei genitori non ci sono, possiamo passare un pò di tempo insieme... se vuoi» disse, ma Ricky sembrò subito indeciso.
«Non lo so, ma... posso chiamarti, va bene?»
Josh accennò un sorriso e annuì.  Ricky abbassò lo sguardo consapevole dell'errore che aveva commesso, non avrebbe dovuto nemmeno farsi sfiorare.
I due si lasciarono con un saluto un pò imbarazzato. Ricky uscì dal bagno qualche minuto dopo Josh e corse subito in classe. Si sedette e, mentre attendeva l'arrivo degli altri, prese il cellulare e controllò le chiamate perse. Chris ancora non si faceva sentire. Stava ricambiando con la stessa moneta. Il suo comportamento era fin troppo vendicativo, ma poteva capirlo. Mettendosi nei suoi panni, probabilmente, l'avrebbe trattato anche peggio.




Ehm *si schiarisce la voce*, ciao a tutti! È passato un bel pò dall'ultimo capitolo, ma ho dei motivi validi, sono stata troppo impegnata. Ora però ho deciso di postare sperando che non faccia proprio schifo e che non mi tiriate pomodori addosso(?) 
Alessia, VOLEEEEVI Ricky e Devin eh! Alla prossima :3

 
  
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