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Autore: Horse_    29/05/2016    3 recensioni
[Storia alternativa a "Una vita senza di te significa non vivere per niente"]
E se fosse stato diverso? E se Ian non fosse fuggito quella notte? Cosa sarebbe successo se Nina fosse riuscita a dirgli di essere incinta, di aspettare suo figlio?
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First Month:
Quando scopre di essere incinta il mondo le crolla addosso. Continua a ripetersi che non può essere possibile, che non può essere toccato a lei, che quel bastoncino bianco stia mentendo, ma, dopo aver provato altre tre volte, sa che quella è la verità. Candice la guarda… Non sa nemmeno lei come la stia guardando, Nina sa solo che si sente sicura con la sua migliore amica affianco. Sicura fino ad un certo punto, perché tutta questa sicurezza sparisce quando… Quando si rende conto di essere effettivamente incinta. Avrebbe avuto un bambino. [...]
Cosa poteva fare? Un bambino, una piccola creatura da crescere, per lei è troppo. Non è in grado nemmeno di occuparsi di se stessa, figuriamoci di un bambino, un suo bambino. E’ ancora così immatura, è ancora una bambina, e si sarebbe immaginata tutto questo più avanti, con qualcun altro. Suo figlio sarebbe cresciuto nel caos più totale perché la sua vita lo era.
[Storia senza pretese]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sedici settimane (3).

Candice, dopo l’ultima telefonata, le avrebbe tenuto il muso per più di un mese, ne è sicura. Le ha detto che non sarebbe andata alla festa di quella sera e la bionda l’ha tempestata di domande sul perché non volesse andarci e sul per chi. La mora le ha semplicemente risposto che non ha voglia di trascorrere una serata nel caos e nella confusione, anche se, dentro di lei, muore dalla voglia di trascorrere un po’ di tempo con tutti loro, la sua seconda famiglia, o comunque quello che n’è rimasto.

Candice allora ha tentato di convincerla di nuovo, ma Nina ha continuato a sostenere di non volerci andare, e allora la bionda le ha proposto una serata tra amiche, loro due, magari anche con Phoebe, ma giustamente Nina ha sostenuto che loro due -la futura signora King e la fidanzata di Paul- non avrebbero dovuto perdersi la festa per causa sua e l’ha praticamente obbligata a lasciarla a casa. 

Ora c’è sua madre con lei e Nina non si è nemmeno accorta che la sta osservando da un paio di minuti, pensierosa. Ha subito notato, da qualche giorno, che sua figlia sia strana, ma l’ha lasciata un po’ libera, ma ora si sta seriamente preoccupando. Per questo si siede nel divano accanto a Nina, prendendo le gambe di sua figlia e appoggiandole sulle sue, per parlarle. Nina guarda sua madre curiosa, e leggermente impaurita, poi abbassa il libro che le ha regalato sulla gravidanza, un altro. Ne sta consultando un po’ ed è arrivata circa al quinto mese, volendo andare a pari passo, più o meno, con la sua gravidanza, ma cercando comunque di tirarsi avanti. Nina non le ha ancora detto di sapere il sesso dei gemelli, lo avrebbe detto quando ci sarebbero stati anche suo padre e suo fratello.

 

«Com’è andata la visita ieri, tesoro?» le domanda dolcemente la donna.

«Bene.» le sorride la ragazza appoggiandosi una mano sul ventre ormai parecchio evidente, visto la gravidanza gemellare. «Ma te l’ho già detto ieri.»

«Lo so, ma voglio sapere qualcosa di più. Dai, racconta.»

«Stanno bene, anzi, alla grande. Layla ha detto che avrebbero già dovuto muoversi o comunque che dovrebbero farlo tra poco.» le spiega Nina inclinando la testa di lato. «Insomma… Dovrebbero iniziare attorno al quarto mese.»

«Tesoro, non preoccuparti.» le dice la donna accarezzandole dolcemente una guancia. «Sei appena entrata nel quarto mese, tra poco saremo a diciassette settimane, per alcuni bimbi ci vuole più tempo. Tu addirittura hai cominciato a muoverti alla diciottesima, quasi diciannovesima, settimana.»

«Così tardi?»

«Eri abbastanza pigra, tutto al contrario di adesso.» ridacchia la donna.

«Com’è? Sentire un bambino muoversi, intendo.»

«E’… Strano, ma allo stesso tempo… Meraviglioso. E’ come se avessi le farfalle nello stomaco, un movimento che inizia quando vuole e finisce quando vuole. Non fa male, è semplicemente meraviglioso e molto emozionante. Per ogni madre è diverso, comunque.» le spiega la donna e appoggia una mano sopra la pancia della figlia, accanto alle sue. «Poi loro sono due, hanno meno spazio. Ma arriverà anche per te quel momento, vedrai.»

«Sarò una brava madre per te? Non so nulla di bambini, al massimo ho preso in braccio qualche volta Marlon*, bambino adorabile, tra l’altro.» mormora la ragazza abbassando lo sguardo. «So a malapena prendermi  cura di me stessa.»

 

Michaela guarda per qualche istante la figlia, poi scuote la testa grave, non essendo assolutamente d’accordo con le parole di Nina.

La sua ragazza è cresciuta troppo in fretta, diventando matura oltre la sua età, diventando responsabile e in grado di prendersi cura di se stessa fin da giovanissima. Ha solo paura, una paura che ogni neomamma ha.

 

«Anche io mi chiedevo le stesse cose, sai? Quando ho scoperto di aspettare tuo fratello sono andata nel panico. Ero giovanissima, molto più giovane di te, ma poi… Poi ho realizzato che aspettare un figlio, averlo, è la cosa più bella del mondo. Quando mi hanno messo Alex tra le braccia ho capito che avrei fatto qualsiasi cosa per lui e che avrei fatto di tutto affinché fosse felice e protetto. La stessa cosa, ovviamente, è successa con te. Magari ero un po’ meno nel panico sapendo già cosa mi stava accadendo, ma anche quando ti hanno messa tra le mie braccia, vivace e urlante, ho capito che avrei fatto qualsiasi cosa per te. E’ normale avere paura, è un sentimento lecito. Non stiamo parlando di andare dal dentista o dal dottore, ma di una vita, in questo caso due, che dipenderanno completamente da una persona. E’ proprio la paura che ti rende una buona madre, tesoro, perché ti spingerà a fare il meglio possibile per loro.»

 

La ragazza socchiude la bocca, analizzando al meglio le parole che sua madre le ha appena detto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per i suoi figli, avrebbe dato anche la vita per loro, se fosse stato necessario. Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di fare loro del male e li avrebbe supportati su qualsiasi cosa. E capisce che sua madre ha ragione, che è lecito avere paura. Crescerà con loro. Mentre i suoi figli cresceranno lei imparerà ad essere madre, perché non si può, effettivamente, esserlo prima ancora di sperimentarlo.

E le parole di Michaela le hanno tolto un peso dal cuore, anche se c’è dell’altro. 

 

«Grazie, mamma, per… Per questo.»

«Sono tua madre, sai che se c’è qualcosa che ti turba sono pronta ad aiutarmi.» le sorride la donna accarezzandole una mano. Poi, però, la fissa elettrizzata. «Allora, cosa sono?»

«Cosa sono cosa?»

 

La donna guarda la figlia con un sopracciglio alzato, poi le indica la pancia.

 

«Maschi o femmine?» domanda Michaela.

 

La ragazza sorride, poi si passa una mano tra i capelli.

 

«Avrei voluto dirlo anche in presenza di papà e Alex.»

«Quindi lo sai e non mi hai ancora detto niente? Non sapevo di avere una figlia ingrata.» sbuffa la donna incrociando le braccia al petto. «Sono tua madre, dovrei saperlo per prima.»

«Ma non lo sa nessuno… Beh… A parte me e Ian, ma noi non contiamo.»

«Si è comportato bene ieri alla visita?» le domanda la donna.

 

La ragazza annuisce.

 

«E’ solo troppo apprensivo, ha sempre paura che qualcosa possa andare storto.» le spiega la ragazza.

«Tu no?»

«Si, ma lui è diverso. Se potesse mi legherebbe al letto e mi chiuderebbe in una campana di cristallo.»

«Non vuole che vi accada nulla, trovo che sia una cosa bella. Ha capito i suoi sbagli e ora vuole starvi accanto il più possibile.» le risponde Michaela. 

«A proposito di questo…» inizia la ragazza abbassando lo sguardo sulle sue mani, che sta torturando. «Pensi che… Pensi che Ian si senta costretto a fare determinate cose? Che si senta costretto a fare il padre?»

 

Michaela sobbalza colta alla sprovvista e capisce che c’è qualcosa in più che teme sua figlia, quel qualcosa che la rende triste da qualche giorno.

 

«Per quel che so, visto che ci sono passata anche prima di te, i bambini si fanno in due, tesoro. Entrambi avete deciso di prendervi le proprie responsabilità ed è un bene.» le dice Michaela.

«Lo so, ma… Lui all’inizio mi ha detto che non voleva questo bambino e in definitiva che non si sarebbe preso le sue responsabilità. Poi ha… Ha semplicemente cambiato idea.» le spiega la ragazza affranta.

«Tesoro, non ha semplicemente cambiato idea. Ian si è comportato male, veramente male, ma poi semplicemente ha capito quello che già sapeva, solo che la notizia l’ha destabilizzato. Ovviamente non lo sto giustificando, ma lui era convinto di sistemare la sua vita sposandosi. Si era costruito dei progetti che tu, con la tua notizia, hai infranto. Non è nemmeno colpa tua, sia chiaro, ma ormai lui aveva programmato una determinata cosa che poi non si è avverata.»

«Ma io ho sempre sostenuto che non dovesse annullare il suo matrimonio per questo.» ribatte Nina. «E’ come se… Se si sentisse obbligato e io… E io non voglio. Non voglio che a un certo punto della sua vita arrivi a… A odiarmi per quello che sta succedendo ora.»

 

E la ragazza nemmeno si è accorta di star singhiozzando. La donna l’abbraccia di slancio, facendo comunque attenzione al ventre della ragazza, e le accarezza la base della schiena, dolcemente, proprio come quando era più piccola. Come quando sua figlia aveva paura dei temporali e cercava rifugio tra le sue braccia. 

 

«Lui non si sente obbligato a fare niente e non ti odierà, gli stai facendo il regalo più bello della sua vita. Ora sembra un po’ strano pensarla così, ma è così, lo so per certo. Ha sempre voluto un figlio.»

«Voleva un figlio con la donna che amava e da sposato, non con la sua ex.» ribatte Nina tirando su con il naso, mentre le lacrime continuano a scenderle lungo le guance.

«Tiene ancora in un modo indescrivibile a te.» le dice Michaela, mentre Nina alza gli occhi al cielo. E’ stolta lei a non vederlo, quando tutti continuano a ripeterglielo, o tutti le stanno mentendo? «Si vede da come ti guarda.»

«Non illudermi, mamma.» borbotta la ragazza, poi si alza dal divano per andare alla ricerca di qualcosa da mangiare.

 

Michaela scuote la testa, poi si alza per seguire la figlia, poiché non ha risposto alla sua domanda principale.

 

«Cosa sono? Non hai risposto alla domanda principale!» la richiama la donna.

 

Nina ridacchia divertita, mentre prende uno yogurt dal frigo.

 

«Sono due maschi.»

«Due… Maschi?» balbetta la donna e si copre la bocca per non urlare dalla gioia. Abbraccia la figlia, mentre questa sorride divertita. «Avrò due nipoti maschi!»

«Pensavo volessi due femmine.» le fa notare Nina sporgendosi per prendere un cucchiaino.

«L’importante è che siano sani! Mio Dio… Tuo padre ed Alex andranno fuori di testa, in senso positivo. Saranno gli uomini più felici della terra con due nipotini in giro.»

 

La ragazza scoppia a ridere e per la prima volta, dopo molto tempo, si sente rilassata e tranquilla e per qualche ora, grazie anche all’aiuto della madre, riesce a tenere fuori dalla sua testa ogni tipo di pensiero negativo.

 




























 

                                                                   * * *

 


























 

Quando ha dato la notizia a suo padre e ad Alex la ragazza non ha capito più nulla, se non che i due si stessero già organizzando su cosa fare una volta diventati abbastanza grandi da muovere qualche passo. Parlavano di insegnare loro ad andare in bicicletta, di giocare a baseball, calcio, basket e tanto altro. Kostantin stava già progettando di costruire loro una casetta in legno e tante altre cose. 

Nina è felice, felice che la sua famiglia abbia accettato di buon grado i gemelli e di come, sebbene suo padre all’inizio fosse restio sulla questione, ora ami già immensamente i suoi futuri nipotini. 

La ragazza ora è comodamente seduta sul divano, con Lynx sulle gambe, e sta leggendo qualche pagina del copione che Julie le ha inviato. Layla le ha detto che potrà riprendere a lavorare, ma non così tanto presto. Ha rischiato di avere un aborto poco più di due settimane prima e avrebbe ripreso a lavorare (visto che a giugno ci sarebbero state le meritate vacanze per tutti gli altri) a luglio. Deve finire di registrare alcune scene e, contro la volontà di Julie -che era arrivata a minacciarla di non darle il copione- ha deciso di voler terminare le ultime scene e magari di girarne anche di nuove. Non vuole mettere in pericolo i suoi figli, assolutamente, ma stare a casa, senza fare nulla di eclatante, la fa andare fuori di testa e così si sarebbe tenuta impegnata, poi Layla le ha detto che va bene, quindi non vede nessun aspetto negativo sulla cosa. Sua madre è stata d’accordo con lei, ma si è fatta promettere che non avrebbe esagerato, altrimenti l’avrebbe chiusa in casa fino alla nascita dei bambini.

Nina quasi non si accorge che qualcuno ha suonato il suo campanello se non fosse stato per la povera gatta che è balzata in piedi sulle sue gambe per lo spavento, perché evidentemente anche lei era assorta nei suoi pensieri. La ragazza fa scendere gentilmente Lynx dalle sue gambe, poi appoggia il computer sul tavolino accanto a lei e si alza in piedi, un po’ a fatica. La sua pancia è abbastanza grande e sa perfettamente che non è come quella di una normale ragazza al quarto mese, perché dentro di lei ci sono due bambini, e quindi sta iniziando a fare un po’ di fatica ad alzarsi e a piegarsi, ma ci dovrà convivere.

Va ad aprire la porta e, non appena vede chi è, spalanca gli occhi stupita.

Ian.

 

«Hey, ciao.» la saluta l’uomo, grattandosi la testa quasi imbarazzato.

 

La ragazza lo scruta attentamente e l’uomo fa altrettanto, regalandole però un sorriso dolce.

 

«Ciao.» lo saluta lei, leggermente in soggezione.

 

Che cosa ci fa qui? Non dovrebbe essere alla festa? E’ tutto quello che si domanda la ragazza.

 

«Sono passato a salutarti per vedere come stavi.» le dice l’uomo, mentre la ragazza lo fa entrare.

«Mi hai vista anche ieri…» mormora la ragazza mordendosi il labbro inferiore. 

 

Ian si toglie la giacca e l’appoggia sul divano, mentre la ragazza si perde per qualche istante ad osservarlo. E’ elegante. Indossa un paio di jeans neri, una camicia bianca e la giacca, quella che ha precedentemente appoggiato sul divano, nera. Il tutto abbinato con un paio di scarpe nere, classico di Ian. E’ pronto per andare alla festa, ovviamente.

 

«Lo so, solo… Ieri era ieri, oggi è oggi

«Non sto per morire Ian, mettitelo in testa.» sbuffa la ragazza scuotendo la testa.

«So anche questo, mi preoccupo solo per te.» le fa notare l’uomo.

«Uh… Beh… Grazie

 

Che cos’altro poteva rispondergli? E’ carino che lui si preoccupi per lei, ma tutto questo è ancora strano per Nina.

Solo allora la ragazza nota che l’uomo tiene con una mano una borsa di plastica.

 

«Ti ho portato del gelato. Passavo di qui e ho pensato che ti… Avrebbe fatto piacere mangiarne un po’. E’ quello della tua gelateria preferita, quella alla fine della strada. Richard’s…» mormora l’uomo tirando fuori la vaschetta di gelato. «E’ ancora la tua preferita?»

 

L’uomo la fissa preoccupato, mentre la ragazza annuisce sorridendogli. Non se lo aspettava. 

 

«Credevo di aver sbagliato.» le risponde Ian, porgendole la vaschetta di gelato. «Pistacchio, amarena, nocciola e cioccolato. Possono andar bene? Non ti è mai piaciuta molto l’amarena, ma… In ospedale ne avevi voglia e così… Ho pensato potesse andar bene anche ora.»

 

E Nina, quasi inconsapevolmente, sorride intenerita. Si sta davvero sforzando per far si che le cose tra loro tornino come prima. E’ ancora arrabbiata per tutto, ma sta cominciando a cedere, un po’ per volta. Non sa se sia colpa degli ormoni, che molto spesso la spingono a comportarsi in modo veramente molto strano, o perché si stia addolcendo.

 

«Va bene, non preoccuparti… Mi piacciono tutti… Anche se ultimamente penso che potrei mangiare qualsiasi cosa.» gli risponde Nina afferrando tue tazze pulite dallo scaffale. «Ne vuoi un po’? Non riuscirei mai a mangiarlo tutto.»

«Se la metti così… Accetto.» le sorride l’uomo e si siede sul divano, su invito della ragazza.

 

La ragazza, dopo aver aperto la scatola di gelato, ne mette una quantità abbondante sulle tazze e poi si siede sulla poltrona, di fronte a Ian, porgendogli una delle due tazze.

 

«E’ un copione, quello?» le domanda Ian turbato. Non ha potuto far a meno di notarlo, visto che il computer è di fronte a lui.

 

La ragazza annuisce e inizia a mangiare il gelato, preparandosi mentalmente alla predica di Ian. Sicuramente avrebbe iniziato con Ma sei pazza? Non puoi mica tornare a lavorare! Sei incinta!

 

«Ne sei sicura?» le domanda Ian inaspettatamente. «Nel tornare a lavorare dico.»

«Si, devo pur sempre portare a termine delle scene.» conclude Nina.

«La tua ginecologa ne è al corrente?» le domanda Ian.

«Si, ha detto che va bene. Ovviamente non adesso… Due settimane fa abbiamo… Ci vuole un po’ di tempo affinché possa continuare a riprendere completamente tutto quello che facevo prima… Però si, è d’accordo.» gli spiega Nina, leggermente rincuorata dal fatto che lui non le abbia ancora urlato dietro.

«Va bene, insomma… Se te la senti va bene, basta che non corriate alcun tipo di rischio, tutti e tre.» sospira Ian guardando la ragazza negli occhi.

 

I due rimangono per qualche istante in silenzio, a mangiare il loro gelato.

E’ Nina ad interrompere quel silenzio, per nulla imbarazzante questa volta.

 

«Mi aspettavo che ti opponessi con tutte le tue forze.» gli dice la ragazza.

«Una parte di me lo vuole. Ma l’altra parte, quella razionale» l’uomo le sorride, accarezzandole il dorso della mano. Inaspettatamente Nina non ritrae la mano, la lascia lì. «ha capito che impedirti di fare qualcosa è impossibile, perché tanto tu comunque la faresti lo stesso. Abbiamo deciso di cercare di tornare come prima, amici, no? Non voglio farti arrabbiare nuovamente e… Ami i nostri figli, così come li amo io, e so che non faresti nulla per metterli in pericolo.»

 

Nina lo fissa quasi sconvolta, colpita dalle sue parole. 

E’ lo stesso Ian di qualche settimana fa questo? Ora le sta vicino, la cerca più di quanto voglia essere cercata, e si preoccupa per lei. La tratta bene. La tratta come prima. Non che mesi fa la trattasse male, semplicemente non la trattava, non la calcolava.

Qualcosa sta veramente cambiando?

 

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*Marlon è il figlio di Michael Malarkey.


Buona domenica a tutte :)
Perdonatemi per il ritardo, ma sono stata parecchio impegnata nell'ultimo periodo, ora però ho cominciato, finalmente, ad avere un po' di tempo libero e tra le altre cose posso dedicarmi a portare avanti queste storie.
Ringrazio le tre ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e mi dispiace tantissimo che le recensioni siano scese drasticamente in tutte le storie, forse non è stata una bella idea ampliare la storia madre, chissà... Comunque questa e l'altra verranno portate a termine, senza ombra di dubbio, anche perchè ci sono ancora ragazze che la seguono e che mi rendono felice di questo :)
Voglio dirvi che per la prossima settimana dal 30, domani, al 5 giugno, non aggiornerò nessuna storia perchè andrò a fare un torneo e ovviamente non porterò un computer con me, quindi gli aggiornamenti riprenderanno dalla settimana successiva.
Altro capitolo tranquillo che preannuncia un po' cosa accadrà in quello successivo. Nella prima parte abbiamo una chiaccherata madre-figlia, nella quale Nina chiede consigli alla madre e si apre con lei sui dubbi che l'affliggono, senza comunque rivelare chi è stato a metterglieli in testa. Michaela la consiglia come meglio può, felice che la figlia voglia avere consigli da lei, e Nina le rivela di aspettare due maschi e che non lo sa ancora nessuno, a parte lei e Ian, ovvio. 
Nella seconda parte abbiano Ian e Nina. Il primo, a quanto pare, non è andato, o comunque ritarderà, alla festa per accertarsi dello stato di salute di Nina. Ian, tra tutti, è quello che sta affrontando i maggiori cambiamenti. E' vero che la storia è più dal punto di vista di Nina, ma nemmeno lui conduce una vita facile e sta cercando di gestire un po' le cose. Nei prossimi capitoli vedremo anche come interagirà con la sua famiglia e con la sua presunta futura moglie e come apprenderà il fatto che Nina voglia andare a Toronto per un po' senza aver chiesto consiglio a lui. 
Ian, comunque, sta imparando a lasciare i propri spazi a Nina, anche se rimane comunque apprensivo nei suoi confronti. Nina sembra apprezzare ciò e i due stanno trovando una sorta di armonia che avevano perso, anche se c'è ancora qualche difficoltà.
Quello che li sta unendo sono i bambini, ma proprio loro faranno si, direttamente e indirettamente, che arrivino ad una conclusione ^^
Grazie ancora, alla prossima :3

  
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