Vecchi tempi – parte seconda
La
incontrò pochi giorni dopo al mercato nero.
Levi
s'era diretto verso un banco poco affollato, sopra alla lastra di
legno stavano scatole cubiche, su una di queste c'era scritto
“tè
nero”. Senza indugio allungò la mano, era una
merce cara lì sotto
dato che era considerato un bene di lusso al quale molti cittadini
della città sotterranea potevano rinunciare.
Le
dita s'allungano ma una mano veloce l'anticipò sottraendo
l'oggetto
del desiderio. Levi indispettito, voltò il capo pronto a
fulminare
con lo sguardo l'usurpatore ma la palpebre si spalancarono nel
momento in cui incontrò due grandi occhi neri.
<<
Ciao! >> esclamò Erika con voce allegra e lo
stomaco di Levi
s'accartocciò su se stesso.
Lui
ricambiò il saluto con un cenno del capo
<<
Anche a te piace il the nero? >> domandò con
curiosità e
anche stavolta si limitò ad annuire.
<<
Però c'è solamente una scatola … chi
se lo prende? >>
Lui
non rispose, in quel momento esistevano solamente le labbra a forma
di cuore cucite sul volto della ragazza stante di fronte sé.
“ Sono un porco” pensò con accidia tra sé e sè
<<
Hai ragione, non c'è alcun problema, vale la legge
“chi prima
arriva meglio alloggia”, perciò …
>> tirò fuori dalla
tasca qualche moneta per consegnarle al mercante
Levi
infastidito da tutto ciò, girò le spalle pronto
per andare via
<<
Aspetta dove scappi? >> la ragazza s'affiancò
a lui
<<
Che vuoi? >> arcigno sputò fuori. Non
interruppe la camminata
perché non voleva guardarla in volto, la cinghia presente
nello
stomaco prendeva a stringere sempre più forte.
<<
Ti va un tè? >> di sottecchi le rivolse una
delle sue
occhiatacce
<<
Sai, è il minimo che posso fare >>
proseguì lei guardandosi
le scarpe << sai mi hai salvata e voglio ringraziarti
… >>
<<
Non voglio i tuoi fottuti ringraziamenti, mi sembra d'avertelo
già
detto >>
Erika
gonfiò le guance e dalle labbra uscì un lungo e
pesante soffio
<<
Che uomo esasperante! Dai che diamine ti costa? >> si
piazzò
di fronte a lui ponendo le mani sui fianchi e Levi fu costretto a
fermarsi.
<<
Voglio ringraziarti a tutti i costi perciò ora verrai a casa
mia, ti
preparerò la cena e poi il tè, capito?
>>
Levi
storse il naso e corrucciò le sopracciglia dinnanzi a quel
repentino
cambio d'atteggiamento, poco fa era una ragazzetta dal fare giocoso e
in tre quattro otto s'era tramutata in una piccola donna chiassosa.
<<
Va bene >> sibilò acido << spero
tu sappia cucinare >>
<<
ah, ti stupirò! >> disse tutta contenta
ritornando al suo
fianco
. ***.
Erika viveva in una specie di monolocale, dall'esterno pareva una catapecchia pronta a cadere da un momento all'altro. L'interno della casa rispecchiava il degrado esteriore: i muri erano scrostati, le mattonelle decorate da lunghe crepe nere, ma per lo meno era un luogo pulito, non puzzava di sterco come l'intera città.
Stavano
seduti al tavolo rettangolare, non avevano parlato un
granchè, Erika
aveva provato a instaurare una conversazione orientata sulle varie
tipologie di the, Levi aveva partecipato in modo abbastanza attivo
alla conversazione, ma quando alla fine giunsero alla conclusione che
il te nero era imbattibile, calò il silenzio. Il vuoto di
parole
indusse Erika a sparecchiare la tavola, appoggiò sul tavolo
due
tazze di te e al centro pose un vasetto di vetro, al suo interno
c'era un mazzo di primule appena sbocciate. Lo sguardo di Levi
s'incollò su quei piccoli petali bianchi
<<
Ti piacciono? >> chiese lei speranzosa d'instaurare una
nuova
conversazione
<<
Non sono male >> disse allungando il pollice e tastando
la
morbidezza del piccolo petalo. I fiori nella città non
sbocciavano
mai, li aveva già visti in passato ma non ricordava dove,
forse nel
bordello ove lavorava sua madre?
<<
Dove li hai presi? >> chiese incuriosito dal dubbio
appena
sorto.
<<
li ho comprati al mercato nero, c'era un tizio che era riuscito a
sgattaiolare fuori per qualche ora, ha preso su tutte le erbacce che
ha trovato >>
Levi
ci credette, o per meglio dire finse di crederci.
Continuò
a tastare con le dita il morbido petalo, i fiori erano così
rari
nella città, eppure era convinto che al di sopra della volta
grottesca, ce n'erano a bizzeffe. Probabilmente gli abitanti della
terra sovrastante non li degnavano d'uno sguardo.
<<
Se vuoi te li regalo >> la buttò lì
così tanto per dire
<<
No, voglio vederli incorporati ad un suolo mica in un vasetto
>>
<<
Vuoi comprare la cittadinanza? >> chiese lei incuriosita
dall'affermazione
<<
Certo, tutti vogliono uscire da qua >>
Alla
risposta secca come una sentenza, lei scosse le spalle verso l'alto
con disinvoltura.
<<
Non tutti >>
<<
Ti piace vivere nella spazzatura? >> chiese sarcastico
incrociando le braccia, gli pareva un'affermazione talmente imbecille
<<
Certo, non mi piace vivere qua sotto però anche in questo
squallore
posso trovare la bellezza >> si alzò in piedi
così che Levi
poté scrutarla da capo a piede. Indossava un vestito ampio,
troppo
grande per la sua corporatura
<<
Tali volte la bellezza la ritrovo nelle cose, altra volte nelle
persone. >>
Sotto
l'occhio attento quanto vigile di Levi, Erika piegò le
ginocchia
dando un bacio a stampo sulla guancia diafana.
<<
Che cazzo fai? >> chiese strabuzzando gli occhi, lo aveva
sorpreso.
<<
Niente, ti ho solo dato un bacetto >>
<<
Perchè? >>
<<
Perchè sei bello! >> la buttò
lì come se si trattasse d'un
fatto talmente scontato che non meritava neppure d'essere espresso.
Lei
si chinò per schioccare un altro bacio a fior di pelle ma
Levi
arretrò un poco il busto, sospettoso ma la contempo stupito
la
guardò dritta negli occhi per cercare una risposta
più
soddisfacente.
Erika
non s'arrese, colmò la distanza fra loro e si sedette sulle
sue
ginocchia, i muscoli di Levi s'irrigidirono.
<<
Levati dalle palle >> disse arido, sentirla
così vicina lo
infastidiva.
<<
Perchè? >> chiese lei un poco sorpresa da
quell'atteggiamento
così remissivo
<<
Ti faccio così schifo? >>
<<
Non mi fai schifo, devi solamente levarti da qui >> lo
disse
con tutta l'acidità risiedente nell'animo, ma nonostante
ciò non si
scansò via, neppure quando le braccia di Erika andarono ad
allacciarsi dietro al suo collo
<<
Senti, non so che problemi hai con il sesso però se lo si fa
con la
persona giusta al momento giusto, può rivelarsi un cosa
bella >>
alitò sul suo viso le seguenti parole, e la pelle di Levi
cominciò
a tremare. Quella vicinanza, quell'abbraccio emanavano un calore
strano al quale non era affatto avvezzo. Kenny aveva dimostrato il
suo affetto(se così si poteva definire), a suon di calci e
schiaffi
che Levi s'era dimenticato del calore derivante dalla vicinanza d'una
altra persona. Non ricordava l'ultima volta che aveva avuto un essere
umano così vicino, forse l'ultima persona che s'era
avvicinato a lui
in tal modo era stata sua madre, l'unica anima che s'era sprecata di
trasmetterle un briciolo di calore.
Levi
rimase immobile, guardò quelle labbra avvicinarsi alle sue
rimanendo
ascoltò delle sensazioni discordanti che si dimenavano
all'interno
del suo petto: il disgusto serrava il suo stomaco, il calore
scaturito dalle calde labbra mandavano scosse elettriche lungo la
pelle.
Dischiuse
la bocca e lasciò che le lingue si scontrassero in quel
bacio
bagnato, sporco ma piacevole. Sì per quanto lo odiasse, per
quanto
lo ripudiasse il calore derivante dalle bocche era confortante.
Un 'immagine passò veloce e letale come un colpo di frusta: una donna dai capelli corvini viene schiacciata contro la parete, l'uomo la bracca, le blocca le braccia stringendole i polsi. La ingabbia, non le lascia alcuna via di scampo schiacciandola contro la parete con il peso del corpo. Il piccolo Levi guardava senza capire il motivo per cui quel vecchio si impegnava: lei non si sarebbe ribellata non lo faceva mai, sarebbe rimasta lì granitica a subire ogni forma di violenza.
Il
ricordo lo disgustò a tal punto che afferra le spalle di
Erika per
allontanarla.
<<
Perchè vuoi farlo? >> chiese lui serio, non
c'erano spazio per
i dubbi. << per ringraziarmi? >>
<<
Te l'ho già detto >> affondò la
mano tra i ciuffi corvini <<
Perchè sei bello >>
<<
Tutto qua? >> chiese con un certo scetticismo, gli pareva
una
cosa così assurda che una donna potesse trarre piacere da un
rapporto carnale. Gli uomini del bordello giungevano come ladri, ogni
qualvolta uscivano con un sorriso, anche sua madre sorrideva eppure
giorno dopo giorno diveniva sempre più tirato e suoi occhi
sempre
più spenti. Giorno dopo giorno si prendevano un pezzo della
sua
dignità fino a a quando non si ritrovò sdraiata
nel letto, immobile
con lo sguardo fisso chissà dove. A quel punto i ladri non
venivano
più avevano già preso tutto quello che potevano
da sua madre,
quest'ultima si lasciò morire derubata da tutte le emozioni,
svuotata fino al midollo, morì sotto gli occhi impotenti del
figlio,
abbandonata dal bordello.
Erika
abbozzò un timido sorriso poi si chinò
<<
Tutto qua >> soffiò sulle sue labbra, Levi
strinse forte gli
occhi, stava lottando contro il suo istinto quello che assomigliava
al ladro. Erika ignara della battaglia che s'agitava all'interno
dell'animo del ragazzo, infilò una mano sotto la sua
camicia. Il
palmo si apre, aderisce contro la pelle e il suo petto vibrò.
Levi
imprigionò tra le mani il volto della ragazza,
scostò le lunghe
onde gialle dal suo volto per guardarla dritta negli occhi. Erano
talmente neri che parevano due pozzi senza fondo nel quale non si
poteva far altro che precipitare. Decise, si lasciò cadere.
. * .
Avevano
consumato un rapporto sessuale impacciato, quasi imbarazzato e Levi
ne era convinto, Erika non s'era divertita affatto, eppure non glielo
aveva fatto pesare, l'aveva congedato con un sorriso.
Al
di là del piacere fisico Levi s'era sentito strano: i corpi
privi di
vesti che s'erano intrecciati la notte scorsa, gli aveva lasciato
addosso uno strano calore. Il piacere che gli s'era cucito addosso
non poteva essere in alcun modo paragonato all'orgasmo momentaneo. La
pelle era calda e i muscoli parevano essersi sciolti sotto le carezze
della ragazza.
Levi
camminava ripensando alla notte precedente, doveva svolgere un furto
per conto di un riccone abitante della città sotterranea ma
aveva
del tempo libero a disposizione, così decise d'andare
nell'appartamento della ragazza. Non voleva ripetere la vicenda della
notte scorsa, voleva semplicemente vederla.
Arrivata
alla sua porta bussò. Un'occhiata fugace alla finestra e
l'assenza
di luce gli confermò che non era in casa.
Sarebbe
passato più tardi, allora si direzionò verso il
punto d'incontro
ove si sarebbe svolta la rapina. Imboccò una strada
qualunque, il
mondo sotterraneo era talmente misero che bastava un paio d'ore per
percorrerlo. Conosceva le strade, i sottopassaggi, le case
dannatamente bene, eppure per pura causalità si
ritrovò a
percorrere la strada in cui stava il bordello. Volutamente
ignorò la
struttura marrone come la terra sottostante ma l'occhio cadde sul
porticato, volente o meno era il luogo in cui era cresciuto e per
quanto fosse disgustoso e deplorevole, era impossibile ignorarlo.
Vide
una chioma gialla, e lo sguardo tornò dinnanzi a
sé.
Non
erano affari suoi e poi aveva un lavoro da svolgere.
. *** .
Levi
stava nel suo appartamento seduto sulla sedia, con i gomiti posati
sul tavolo e il volto intrappolato fra le mani.
Il
lavoro era stato terminato con successo, sentiva il peso delle monete
nella tasca del pantalone, eppure ogni pensiero era rivolto verso la
nuca bionda ondulata intravista poche ore fa. Era Erika, ne era certo
dato che aveva infilato le dita tra quelle onde gialle, come avrebbe
potuto non riconoscerle?
Levi
non era un ingenuo, il sospetto che la ragazza fosse una prostituta
era nato la prima volta che l'aveva vista: aveva addosso vesti troppo
appariscenti per essere indossate da una qualsiasi ragazza.
Sentì
lo stomaco chiudersi, non aveva costretto Erika a intrattenersi in
quel rapporto carnale, eppure non poteva fare a meno che sentirsi in
colpa: la ragazza faceva sesso con gli uomini per vivere, e l'aveva
fatto anche con lui durante il suo tempo libero.
I
polpastrelli affondarono nella nuca e strinse forte i capelli. Doveva
fare qualcosa per liberarsi dal macigno che s'era depositato nella
bocca dello stomaco.
Ciao a tutti:)
Il
flash back riguardante la città sotterranea
terminerà nel prossimo capitolo, solo allora
comincerà la vera storia:)
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, spero di sentire le
vostre opinioni <3
Ci tengo a ringranziare tutti coloro che hanno inserito la storia tra
le seguite, preferite e ricordate, dedico un caldo ringraziamento a
coloro che hanno commentato fino ad ora:)
un
abbraccio
Mistiy