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Autore: _Clare_    30/05/2016    1 recensioni
Felicity Grint è la classica diciottenne impacciata, insicura ed attraente quanto la suola di una vecchia pantofola. Ryan Baileys è il classico belloccio inconcludente e sfacciato, disposto a tutto pur di sperimentare un po' di brio. Aggiungete una migliore amica fuori di testa, due famiglie sconclusionate, le luci abbaglianti di San Francisco, l'aria pazza della California ed una scommessa. Mischiate bene, mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo. Ne vedrete delle belle!
“-Non è difficile, amico- incalzò Adam accostandosi a lui e passandogli un braccio pompato come un pneumatico dietro al collo. -Vai lì, sfoderi il tuo miglior sorriso “accalappia-pollastrelle”, e te la porti a letto. Facile, no?-
Ryan gli lanciò un'occhiata eloquente e divertita al contempo. -Se vinco- iniziò -mi devi una macchina.-
-Ma se perdi,- replicò l'altro ridacchiando -la foto delle tue belle chiappette finirà dritta sul sito della scuola. Buona fortuna.-”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 3


-Non so spiegartelo, Tina- farfugliò Feli entrando nell'aula di storia con la testa bassa come al solito. -All'inizio ho creduto che fosse un vero idiota, ma poi... si è riscattato. Non mi sembra tanto male.-

Tina le lanciò un'occhiata che sembrava gridare “Lui-è-Satana”, poi si accomodò al solito banco, seconda fila accanto alla porta, seguita dalla sua pupilla.

-No, Feli- ordinò, scuotendo le codine fucsia. -Non ci siamo. Questa faccenda mi puzza.-

-Di cosa, Tina?- rimbeccò Feli, sporgendosi in avanti per avvicinarsi al suo orecchio. -Gli sto semplicemente dando ripetizioni! Impara in fretta, ed a fine lezione mi ha anche sganciato trenta dollari. E' okay, finché si applica e paga non vedo alcun problema.-

-Il problema- intervenne l'altra ruotando appena il busto verso di lei -è che questo tipo ha una certa fama a scuola. “Mister-sessanta-secondi”, ricordi?-

-Tina, ti ho già spiegato che...-

-Che non è il tuo tipo, okay- la bloccò la ragazza con un gesto imperante della mano. -Questo non toglie che tu sia una ragazza. E che lui sia un ragazzo che si è guadagnato la sua popolarità grazie a quello.-

-Io pensò che ci sia di più sotto. E' come se fosse... ferito- azzardò stringendosi nelle spalle.

-Feli, non sei un'assistente sociale né tanto meno la sua psicologa. E la tua vita non è una commedia romantica da quattro soldi, okay?-

Feli sbuffò e Tina le scansò una ciocca di capelli castani dal viso. -Hey...- la incalzò, sfoderando un sorrisino incerto. -Non voglio che ti accada nulla di male.-

Feli rimase interdetta per qualche istante. Lei e Tina erano state amiche tanto a lungo che quasi aveva perso il conto degli anni. Si conoscevano dal primo giorno all'asilo e, da allora, erano sempre state inseparabili, come due sorelle.

Alla fine, annuì e basta, sorridendo. -Okay.-

Tina fece per voltarsi di nuovo ma Feli allungò una mano e la prese per il cappuccio della felpa, costringendola a guardarla.

-Con Terence?- domandò ammiccando. -Come va?-

Tina arricciò il naso, tirandosi gli occhiali più su sopra al setto.

-Uno schifo- rispose candidamente. -L'ho scaricato. Vorrei qualcuno che possa portarmi a fare qualcos'altro oltre a cenette al lume di candela nei più bei ristorantini romantici di San Francisco. Ho diciotto anni, dannazione, non trenta!-

Feli assunse immediatamente un'espressione confusa. -Lo hai mollato?- domandò.

Tina annuì. -Terence deve trovare qualcuno che sia più adatto alla sua età, ed io qualcuno che sia più adatto alla mia. E' solo che attiro tutte attenzioni troppo... mature, mi capisci? Vorrei qualcuno che sia alla mia altezza ma che non per forza sia sopra i ventitré.-

Feli annuì, riflettendo attentamente sulle parole della sua migliore amica. Era bella, Tina. Non in modo convenzionale, ma lo era, con i capelli sempre dipinti di colori diversi, gli occhi color nocciola sotto ai suoi grandi fondi di bottiglia, il nasino a patata spruzzato di lentiggini dorate ed il fisico longilineo e slanciato.

Sapeva parlare, sapeva ridere, sapeva discutere e sapeva decidere. Feli l'aveva sempre ammirata per la sua grande forza di volontà.

A dieci anni, quando a sua madre era stato diagnosticato il cancro, aveva deciso di diventare una biochimica.

E quando l'avevano operata e la Signora Pitts era guarita, lei si era incaponita ancor di più. Era matura, era sagace ed era brillante.

Feli la prendeva a modello, a tratti perfino la invidiava un po'.

Improvvisamente, l'insegnante entrò in classe di gran carriera, richiamando l'attenzione dei suoi studenti.

Tina le fece l'occhiolino e poi mise su uno sguardo più che accigliato.

-Io e te finiamo il discorso dopo.-

L'insegnante iniziò a spiegare e la conversazione sfumò via nell'aria, lasciando spazio solo alla storia.


 

***




-Guarda che casa tua mi andava benissimo.-

-Sì, ma non andava bene a me- rispose schiettamente Feli, sfrecciando per i marciapiedi brulicanti di gente alla velocità della luce, la borsa dei libri stretta in braccio e gli occhi piantati sull'asfalto.

-Perché?- chiese Ryan.

-Beh... beh...- iniziò a balbettare come faceva sempre quando non sapeva cosa dire.

Perché vivo in una casa di pazzi esaltati!

Lei non rispose per qualche secondo.

-Perché avevo voglia di un po' d'aria fresca.- Ryan aggrottò le sopracciglia, ma Feli non se ne accorse.

-Ed è per questo che stiamo andando a chiuderci in una biblioteca?- domandò ancora lui.

Allungò il passo, ma qualcosa l'afferrò saldamente per un braccio costringendola a voltarsi.

-Attenta!- esclamò Ryan, di fronte a lei. La guardava incuriosito ed infastidito insieme. -Stavi per andare addosso ad un palo.-

Feli girò la testa il tanto che le bastò per vedere il lampione che troneggiava alle sue spalle, poi tornò ad osservare il ragazzo.

-Scusa- disse, stampandosi un sorrisino poco intelligente sul viso. -Non stavo attenta a dove camminavo.-

Ryan scrollò solo le spalle lasciandola andare.

Aveva le mani grandi: le sue dita, strette intorno alla circonferenza del suo braccio, erano lunghissime.

Feli si sentiva un po' tesa. Certo, non era come la prima volta che avevano fatto lezione, ma il concetto era quello.

Inoltre le parole di Tina le avevano fatto sorgere qualche sospetto.

Perché aveva scelto proprio lei per fare ripetizioni? Perché, quando si erano scontrati, l'aveva riconosciuta subito?

Ryan sorrise e lei si ridestò improvvisamente.

-Ho un idea- propose, inclinando la testa di lato in modo adorabile. -Perché non andiamo al parco a studiare? Hai detto di voler prendere un po' d'aria, no?-

Da qualsiasi parte la si guardasse, quella era una proposta carina. Una proposta carina fatta da un ragazzo carino. Ad una ragazza.

Qualcosa mi puzza.

-La biblioteca non sarebbe più rilassante, per studiare?- chiese, abbozzando un sorriso che doveva sembrare una vera e propria smorfia.

Ryan fece spallucce e si avvicinò di un passo a lei. Nei suoi occhi blu guizzò nuovamente un lampo, un bagliore furbo e sornione insieme che dava ai suoi lineamenti un'aria vagamente impura.

-Dove vuoi, come vuoi, quando vuoi...- sospirò.

Feli sgranò gli occhi. La voce di Tina le rimbombava nella testa.

LUI E' SATANA!”

Cazzo, cazzo, cazzo!

-Uhm...- biascicò cercando di arretrare ma andando a finire dritta addosso al palo.

Fu questione di una manciata di istanti: un clacson che strombazzava in mezzo alla strada, il rumore di una portiera che sbatteva, una voce femminile che strillava con quanto fiato aveva in gola un nome, un nome solo.

-Ryan!-

Feli vide lo sguardo di Ryan incupirsi, perdere ogni focus ed iniziare a vagare per la strada alla ricerca improvvisamente disperata di qualcosa.

Anzi, di qualcuno.

Che diavolo stava succedendo?

Il ragazzo si voltò di scatto e rimase di sasso.

Feli seguì il suo sguardo, ma nemmeno si azzardò a proferire parola.

Una ragazza veniva veloce nella loro direzione, una bionda, riccia, alta, bella.

Fin troppo. Sembrava uscita direttamente da una rivista di moda.

Più si avvicinava, più Feli rimaneva accecata da tanta perfezione: occhi neri come il carbone giganteschi, pelle diafana ed un corpo... sì, aveva decisamente voglia di urlare in quel momento.

Ryan avanzò di un passo verso di lei.

Improvvisamente sembrava che tutto il resto del mondo fosse sparito, che fossero rimasti solo loro due. Erano talmente belli che a Feli sembrò quasi che emanassero luce.

Ma che diavolo...

-Allison...- bisbigliò Ryan con la voce rauca.

Feli non riusciva a vedere il suo viso, ma le sembrava, a giudicare dalle spalle, che quasi stesse tremando.

-Hey!- rispose la ragazza sfoderando un sorriso disarmante. -E' passato un sacco di tempo.-

-Che ci fai qui?- le domandò lui, quasi irruento.

La ragazza lo fissò per qualche altro istante ancora, poi alzò il braccio e gli mostrò le buste che portava appese al gomito.

-Shopping- rispose solo. -Tu?-

Lui si pietrificò sul posto.

Quando si voltò e la guardò, a Feli sembrò che quel gesto fosse istintivo piuttosto che volontario.

I suoi occhi azzurri erano striati di ombre silenziose e solitarie. Faceva venire voglia di difenderlo.

-Io sono qui... con lei- disse solo.

Feli dischiuse le labbra, spostando lo sguardo da Ryan alla nuova arrivata. Lei le sorrise.

-Piacere!- esclamò, facendo un passo avanti e tendendole una mano dalle unghie laccate di rosso, curatissime. -Mi chiamo Allison Steeve e sono... una vecchia amica di Ryan. Tu invece devi essere...-

-Felicity- dichiarò lei, afferrando la mano di Allison e stringendola il più amichevolmente possibile. -Felicity Grint. Aiuto Ryan con matematica- si affrettò a precisare.

Il viso di Allison si illuminò istantaneamente. Sembrava quasi sollevata di sentire quelle parole.

-Capisco- disse, allontanandosi lentamente da loro. -Allora non vi rubo altro tempo.-

Si voltò di nuovo verso Ryan, guardandolo in modo strano, acceso. Si allungò sugli stivaletti di pelle nera, gli posò una mano sulla spalla e gli lasciò un bacio leggerissimo sulla guancia destra.

Feli vide chiaramente che Ryan stava trattenendo il respiro mentre lei si allontanava e sussurrava: -Ciao, Ryan.-

Infine, le lanciò un'occhiata ammiccante e compassionevole insieme che, per qualche motivo, la infastidì profondamente.

-Ci vediamo, Feli! A presto!-

Girò i tacchi, scese dal marciapiede e sgusciò di nuovo nella macchina dalla quale era scesa con tutti i suoi pacchetti ed il cappotto di Burberry che le frusciava intorno alle gambe.

Poi la vettura ripartì, e lei rimase impalata nel bel mezzo del marciapiede insieme a Ryan, immersi nel via-vai continuo dei passanti.

Il ragazzo rimaneva immobile. Le dava le spalle, lo sguardo perso nel vuoto.

Dopo un tempo che le sembrò un eternità, Feli si fece coraggio.

-Hey...- bisbigliò, avvicinandosi di appena un passo. -Ryan, è tutto okay?-

Allungò una mano, sfiorandogli appena il braccio, ma lui schizzò immediatamente via.

La guardò allibito, sofferente, quasi astioso.

Feli si sentì piccola quanto una formica.

Non avrebbe mai pensato che Ryan Baileys potesse fare un'espressione simile. Forse, non aveva mai pensato a Ryan Baileys e basta.

Ed era giusto che le cose rimanessero così.

Comprese, nel momento esatto in cui il ragazzo serrò la mascella ed abbassò lo sguardo sull'asfalto grigio del marciapiede, che i sospetti di Tina e Thes fossero completamente infondati: c'era già qualcun altro nel cuore di quel ragazzo.

-Scusami- biascicò lui, cercando di mettere su un sorriso poco convincente. -Temo che dovremo rimandare la lezione. Non mi sento molto bene.-

Detto questo, Ryan fuggì. Feli lo vide correre letteralmente via per la strada, imbucarsi nel primo vicolo e sparire.

E, se in parte si sentiva sollevata da quello che era successo, non poteva fare a meno di chiedersi cosa ci fosse di tanto diverso in Allison Steeve. Era bellissima, certo, ma molte altre ragazze con le quali Ryan era stato erano altrettanto belle, se non di più.

Strinse tra loro le labbra, infilando in tasca la mano con la quale aveva sfiorato il braccio del ragazzo.

Sembrava che l'avesse scottato. Forse, dopotutto, Ryan era stato davvero scottato, forse aveva sofferto e lei nemmeno lo sapeva.

E forse tu dovresti smetterla di pensare. Quei due diavoli di Thes e Tina ti hanno messo la pulce nell'orecchio.

Finalmente, Feli si decise a prendere la strada di casa. Le vetrine erano sgargianti, il ciarlare delle persone riempiva l'aria, ravvivandola.

La tua vita non è una commedia romantica da quattro soldi, okay?”

-Okay- bisbigliò, tra sé e sé. -Okay, lo terrò a mente.-


 


***


 

Il display del suo telefono si accese, emettendo chiarori verdastri. Il messaggio sullo schermo recitava: “Di nuovo a casa tua? Questa cosa sta diventando troppo intima, Feli. Se ti tocca, lo castro! >:((“

La ragazza sorrise istintivamente. Tina aveva scelto sul serio l'emoticon arrabbiata? Allora doveva essere una cosa seria!

Feli mise giù il telefono quando sentì alcuni passi avvicinarsi. Si trovava sulla veranda, in quel momento. Il sole era alto nel cielo, e tirava un venticello freddo che le scompigliava i capelli e le faceva venire la pelle d'oca sulle braccia. Oltre il cancelletto, apparve la testa bionda di Ryan, il sorriso disarmante di sempre dipinto sul volto.

Eppure Feli ricordava bene i tratti duri che aveva assunto il suo viso appena una settimana prima.

-Hey- fece lui, facendole l'occhiolino e sporgendosi oltre la staccionata. -Sono in ritardo?-

Feli, semplicemente, fece spallucce e scosse la testa. -No, per niente. Se hai la pazienza di fare il giro vengo ad aprirti la porta di là.

Ryan scosse la testa. Lanciò lo zaino ed il libro di matematica oltre la staccionata e, un secondo dopo, si era arrampicato in cima ed era caduto dentro al giardino con una grazia strabiliante.

Okay. Si appuntò mentalmente Feli. Dovrò dire a papà di aumentare l'altezza della recinzione.

Ryan recuperò i suoi effetti personali e si precipitò al tavolo, accanto a lei.

-Così si fa prima. Da dove iniziamo?- domandò, spalancando il libro, di fronte a sé.

-Uhm...- fece Feli, riflettendo sul da farsi. Mille pensieri le si affollavano in testa, mille immagini vivide degli occhi cupi e tristi del ragazzo che ora le sedeva di fronte, rilassato come al solito. La curiosità la stava mangiando viva, ma non aveva il coraggio di chiedere.

-Studio di funzione?- tentò, sputando la prima cosa che le venne in mente.

Ryan si accigliò. -Ma non l'avevamo già fatto la scorsa volta?-

-Oh, giusto!- esclamò lei, spalmandosi una mano sulla fronte. -Hai ragione. Okay, allora massimi e minimi.-

Ryan ridacchiò divertito. Un lampo furbo gli attraversò lo sguardo con una rapidità brillante. -Sembri distratta oggi. A che pensi?-

Felicity sgranò gli occhi e lui si accostò un po' di più, fino a trovarsi alla sua stessa altezza, spalla a spalla. -Ad un ragazzo?-

Feli avvampò, ma non rispose. Ryan si limitò a sorriderle enigmatico, guardandola intensamente negli occhi. Aveva ricominciato a comportasi in quel modo orribile che non gli si addiceva affatto.

Feli sapeva che fosse stupido pensarlo, però in lei si era fatta strada la strana convinzione che Ryan non fosse quello che tutti credevano che fosse. Che facesse solo finta e che, in realtà, ci fosse molto, molto di più.

-Posso farti una domanda?- disse senza nemmeno accorgersene, mentre lui le fissava le labbra.

-Certo.-

-Quella ragazza che abbiamo incontrato la scorsa settimana... Allison.-

Ryan lasciò scivolare gli occhi azzurri nei suoi. Feli vide chiaramente l'oscurità che li ingoiava di nuovo e le mancò il respiro.

-Lei è una persona... speciale, per te?-

Per un attimo, per un impercettibile istante, tremò. Tremò perché pensò che Ryan avrebbe urlato, perché aveva paura che sarebbe scoppiato in lacrime oppure che l'avrebbe colpita.

Invece, non fece niente di tutto questo.

Ryan le sorrise. E lo fece in un modo così finto da farla sentire di plastica.

-Perché me lo chiedi?-

Rispondeva ad una domanda con un'altra domanda?

-E' solo che mi sei sembrato... diverso. Non sei così, di solito.-

Ryan non si scompose, continuò a sorriderle con quell'ombra orribile negli occhi. -E tu credi di conoscermi tanto bene da poter stabilire come sono e come non sono?-

Il sangue le si ghiacciò nelle vene.

Tu non lo conosci affatto.

-No, è solo che...- farfugliò, abbassando lo sguardo sulle sue mani.

Al suo fianco, le sembrò di sentire Ryan che trasaliva.

-Lei è solo una vecchia amica- rispose, la voce dura come il marmo. -Facciamo matematica, Feli?- domandò.

Lei alzò gli occhi il tanto che le bastò per scorgere un'espressione supplichevole, che chiedeva discrezione.

Ryan Baileys era un suo compagno di scuola al quale dava ripetizioni. Niente di meno e niente di più, e quelli non erano affari suoi.

Allison Steeve non era affare suo.

E tanto meno i suoi occhi tristi.

-Okay- rispose, cercando di apparire il più impassibile possibile mentre sfogliava le pagine del libro. -Apri il quaderno e ricopia questo esercizio.-

 

   
 
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