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Autore: artemideluce    01/06/2016    1 recensioni
[SPOILER per chi non ha visto tutta la sesta stagione]
Frank ha combinato un casino proprio nel giorno del matrimonio di Fiona, ora tutto è andato a puttane.
Debbie con una bambina che non sa gestire, Ian forse con un nuovo lavoro, Carl con delle idee del cazzo per la testa, V, Kev e Svetlana stretti in un triangolo impossibile, Fiona con due matrimoni falliti alle spalle.
Lip si è fatto convincere dal suo professore a trascorrere del tempo in un rifugio per alcolizzati.
Cosa ne uscirà da questo cazzo di casino? Sono sempre dei Gallagher, dopotutto
Genere: Comico, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Phillip 'Lip' Gallagher, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Addio Frank!"
Queste le ultime parole che probabilmente sentì, dopo essere gettato nel fiume. Corsero tutti alla macchina e salirono, un po' schiacciati in quel vecchio rottame, ma l'importante era darsela a gambe e dimenticare il prima possibile la giornata di merda appena trascorsa. Quando tornarono a casa trovarono Fiona ancora con abito e velo da sposa seduta sul divano, in una mano la birra e nell'altra una sigaretta ormai spenta che aveva perso la cenere sul tulle del vestito. Fissava il vuoto, non muoveva nessun muscolo. Il suo matrimonio era andato a puttane, anche questo, il secondo. Carl e Ian si lanciarono un'occhiata torva e salirono le scale sgangherate fino alla loro camera, sbattendo la porta. V strinse il braccio di Kev e andò a sedersi accanto all'amica, spolverandole il vestito dalla cenere. Anche Debbie, nonostante tutto, con Francis in braccio, prese posto accanto alla sorella maggiore, che non diede alcun segno vitale.
"Fiona...- disse con un filo di voce la sorella- Frank è stato uno stronzo ma... Lo avresti saputo comunque... Meglio rovinare un rapporto che un matrimonio..." "Debbiee!" La interruppe Veronica, con il suo tipico tono di disappunto, fulminandola con gli occhi. Debbie fece spallucce e quel movimento svegliò la piccola che iniziò di nuovo a piangere, quindi se ne andò di sopra lasciando le due ragazze ancora immobili in salotto. Kevin aveva osservato la scena ancora dalla porta, sbotta un "prendo una birra, chi ne vuole una?" e si nasconde in cucina. Veronica alza gli occhi al cielo, che disastro di famiglia, pensa e stringe la mano a Fiona. Sembrano passare dei minuti interminabili, forse qualche ora, poi la neo-non più sposa si alza ed esordisce:" Diamo fuoco a questo vestito. IAN! CARL! LIAM! PORTATE BENZINA E FIAMMIFERI. C'è da festeggiare."

Nello stesso momento Lip scende dall'auto del professore, che senza voltarsi sgomma via lasciandolo solo in quel quartiere di hipster. Si accese una sigaretta e si sedette sulle scale di quella casa così bianca e pulita, aveva persino i fiori ai balconi e tende ricamate, quello che non aveva mai visto nella sua casa nel South side. Pensava a come aveva potuto diventare come Frank senza nemmeno accorgersene. Poteva incolpare lui, la sua cazzo di famiglia, il professor Youens, il college, Karen, Mandy. Ma la colpa era solo sua, e lo sapeva bene, ma non era facile da ammettere: il gene dell'alcolismo con tutte le probabilità che aveva era capitato a lui. Spense la sigaretta a metà sfregandola sul gradino di legno levigato e imbiancato dell'abitazione e la gettò nel giardino; si alzò di colpo, strinse il cappotto, sistemò lo zaino e si osservò per un po' nel riflesso deformato nel vetro della porta d'ingresso. Un attimo dopo la porta si aprì e una donna dai capelli scuri e gli occhi incredibilmente chiari si presentò davanti a lui.
"Non aspettavamo visite oggi. Tu saresti...?" Disse lei con voce calma e profonda.
"Ahm, forse ho sbagliato... Ehm, Lip Gallagher... Philip." Aveva la voce tremolante, come mai gli era successo prima.
"Gerard, è arrivato Philip." Rispose lei sempre con quel tono pacifico, forse fin troppo, ed un tono di voce troppo alto perché un'altra persona potesse udirla, ma apparve comunque un uomo alto, sulla cinquantina, con gli occhiali tondi alla John Lennon accanto a lei. I due si sorrisero, aprirono la porta e fecero accomodare Lip nel loro studio. Era una grande stanza ovale, le pareti di un bianco abbagliante così come tutto il mobilio laccato di bianco, il tappeto bianco e il gatto che dormiva su una sedia beatamente, bianco. A Lip sembrava di stare in un ospedale.
"Prego accomodati Philip. Noi siamo Johanna e Gerard, gestiamo questa casa-rifugio per giovani alcolisti e ti diamo il benvenuto." La donna era seduta sulla poltrona mentre il marito la sovrastava da dietro, appoggiandole dolcemente le mani sulle spalle. "Se hai delle domande non dovrai far altro che chiedere a noi, potremo offrirti tutto il sostegno di cui necessiterai" Continuò Gerard. "Ora, consegnaci tutti i tuoi oggetti personali, li custodiremo con cura e potrai riaverli non appena sarai migliorato un po'."
Gli parlavano come se fosse un malato terminale, o come se avesse qualche deficit mentale. Svuotò comunque le sue tasche nella ciotola di porcellana e non appena il cellulare e le chiavi la toccarono, il rumore che si produsse sembrò troppo forte per quel posto, troppo ingombrante per quella piccola casa così asettica e silenziosa.
"Vieni, ti mostrerò la tua stanza, così potrai riposare, Philip." Quel tono da figlio dei fiori iniziava a innervosire Lip, ma seguì quello strano individuo attraverso un salone, una rampa di scale, un corridoio. E fu in quel corridoio, oltrepassando numerose porte chiuse, che iniziò a sentire dei lamenti, delle risatine, delle urla: sembrava un vero e proprio manicomio nascosto sotto la vernice bianca. Si guardò attorno spaventato, chissà cosa facevano alle persone lì dentro, le torturavano o le legavano ai letti. Gerard estrasse un mazzo di chiavi, ce ne saranno state almeno cinquanta, e al primo colpo scelse la chiave giusta per aprire la porta che aveva di fronte. Quando la porta si aprì Lip vide che dentro era una normalissima stanza dipinta di blu, con un letto ricoperto da un piumone e qualche peluche, una libreria colma di libri, una scrivania e un pc. Sembrava così distante da ciò che stava all'esterno. Fece un passo dentro la stanza ma un rumore lo fece voltare e lì, nello spazio vuoto della porta di fronte alla sua vide una ragazza. Era alta poco meno di lui, aveva i capelli rossi, e un po' fucsia, un anello al naso e degli occhi scuri. Si guardarono per un istante e lei sorrise appena, arrossendo. Lip rimase a bocca aperta, incredulo di vedere tanta normalità in quel posto da incubo.
"Oh, Amelie, vieni pure. Ciao Lip, a domani." Disse l'uomo, ma Gallagher lo sentì appena, da quanto era scosso e confuso da tutto ciò che aveva visto in quei cinque minuti passati nella casa.
"Che cazzo di casino." Disse infine, sdraiandosi sul letto e addormentandosi di colpo.
   
 
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