Fanfic su attori > Chris Evans
Segui la storia  |       
Autore: Selene Black    03/06/2016    0 recensioni
Melissa ha viaggiato parecchio.
Non ha finito l'università, è partita, è fuggita. Sì è spostata di città in città, di stato in stato, fermandosi per qualche mese. Ha riempito il suo blog di racconti su tutto ciò che osservava e che le capitava. Ha attraversato l'oceano ed è arrivata a New York.
A 26 anni ha deciso di fermarsi, fin quando sarebbe riuscita, a Boston. È qui che conosce una persona che le fa mettere in dubbio tutto ciò secondo cui ha vissuto fino a quel momento.
Qualcuno che sente di dover evitare, qualcuno da cui sa dover fuggire ma per cui, forse, vale la pena correre il rischio.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mel strinse tra le mani il suo pumpkin spice latte, osservando il vapore che usciva dal coperchio di carta. Era una mattina insolitamente fresca, per un giorno di Maggio a Boston, e da brava freddolosa aveva colto l’occasione per fermarsi a prendere una versione take away della sua bevanda calda preferita. 
Col senno di poi, e con la lingua scottata, forse aveva azzardato qualcosa di troppo invernale, ma cercava di convincersi che fosse una sorta di premio per aver pulito tutto il suo appartamento e per essere straordinariamente in anticipo per il turno del pranzo. 
Si rese conto di quanto fosse caldo il latte solamente quando se lo ritrovò sulla maglietta bianca e lo senti scottare la pelle. Addio giornata perfetta.

“Dio! Aggh, ma che cavolo..” mentre elaborava il dolore, alzò la testa per vedere quale squilibrato si era permesso di sbatterle contro e rovesciarle addosso la sua adorata ricompensa.
“Oddio scusami,” disse il suddetto “scusa davvero, mi sono girato senza guardare e..” ripeté cercando di porre rimedio spazzando con le mani la macchia che si allargava sulla macchia.
Melissa lo guardava furente e continuò a farlo finché anche lui non si rese conto che stava carinamente poggiando le mani sul suo seno.
“Oh, cazzo, scusami! Non volevo!” 
“Ma cosa diamine ti passa per il cervello?!?”
“Perdonami, mi sono fatto prendere dal panico”

Mel non aveva parole. Era talmente sbalordita e scioccata che non riusciva nemmeno a riversare la sua rabbia sullo sconosciuto, continuava a scuotere la testa e muovere gli occhi dalla sua maglia, al bicchiere di Starbucks ormai vuoto, al volto dell’idiota. 
Idiota sul cui viso si stava allargando un sorriso. 
Idiota che si mise a ridere senza nemmeno curarsi di nasconderlo.
“Lo trovi divertente?! Sul serio?” gli chiese Mel sul punto di saltargli addosso e ucciderlo.
“Scusa” continuò a ridere. E di gusto.
La ragazza lo guardò impietrita. L’idiota era un uomo incredibilmente bello, ben piazzato e dai lineamenti netti. 
Questo non ti risparmierà dall’essere strozzato.
Aveva un cappello da baseball calato sui capelli scuri. Sorrideva tenendo chiusi gli occhi, ai cui lati si creavano delle piccole rughe di espressione che accentuavano la felicità che emanava. Mel stava scambiando quella felicità per derisione, ma ciò che la blocco dal fare a pugni proprio in mezzo alla strada fu la risata. La sua risata era estremamente, estremamente contagiosa. Neanche fosse stato un bambino, sprizzava gioia da tutti i pori, quando rideva. 
Non riuscì a sfuggire al contagio.
Abbiamo un problema coi bei ragazzi Mel, eh? La tua volontà va in pezzi di fronte a un paio di bicipiti come si deve e un sorriso splendente.

“Come posso sdebitarmi?” disse il lui cercando di placare le risate che ancora gli nascevano sulle labbra. “Ti offro il pranzo?”
Mel sorrise, e scosse la testa. “Sto andando al lavoro”
“Adesso? Che lavoro fai?” le chiese il ragazzo, sistemandosi il cappello.
Lo guardò negli occhi, incuriositi e di un blu intenso, chiedendosi se era il caso di dare informazioni all’idiota che le aveva rovesciato addosso il latte solo perché aveva una bellissima risata. E un bellissimo corpo.
“Ehm la cameriera. E devo davvero andare” cercò di sfuggire al suo sguardo e di individuare una via di fuga.
“Capito, capito. Come minimo ti devo un altro… caffè bollente?” disse il moro con una faccia da cucciolo “Posso rimediare stasera? Tipo uhm quando stacchi, se lavori”.
Ormai sarebbe stata in ritardo. Non aveva tempo per pensare troppo e doveva togliersi di mezzo, alla svelta. Provava fastidio nel fare quello che stava facendo, lei non prendeva decisioni affrettate e non correva rischi. 
Al diavolo, non ho tempo.
“Stacco alle 10, Hemingway, non ti aspetto per più di cinque minuti” disse velocemente, già camminando all’indietro e allontanandosi da lui.
“Ci sarò. E scusa.” alzò la voce per farsi sentire da Mel, che ormai era lontana e si stava girando. “Sono Sebastian comunque!” le urlò quando lei gli dava già le spalle. 


Mentre correva verso il locale, Mel viveva un conflitto interiore e si chiedeva se fosse stato il caso di starsene zitta e non dare informazioni a uno sconosciuto così. Una parte di lei si era sentita rassicurata dagli occhi sinceri del moro col cappello. 
Forse sono i cappelli che ti fanno andare fuori fase.
Avrebbe mai rivisto il ragazzo della sera prima? Quegli occhi azzurri si erano fissati nella sua testa. 
Sospirò e si diede mentalmente della patetica, sperando che concentrarsi sul lavoro le avrebbe azzerato tutti i pensieri su tutti gli uomini col cappello del mondo.


[…]

“Non ci crederai mai ma ho conosciuto una!”
“Non è una novità, Seb, non sono sorpreso”
“Ci sono andato addosso! Ero già pronto ad andare nel panico e ritrovarmi una fan o chissà quale mostro addosso e invece sbam: una ragazza bellissima! E stasera..”
“Le sei andato addosso?!”
“..ci esco! Dopo la bevuta che ti ho promesso, ovvio, ma..”
“Non ti seguo Seb"
“..credo che lei ci stia sai? Mi guardava in quel modo, capito?”
“Rallenta. Ci vediamo dopo o preferisci che ti lasci con la malcapitata?”
“Ci vediamo! Assolutamente! E so già dove, passo da te alle 8?”

[…]



“LISSA!” 
Mel sobbalzò e rischiò di rovesciarsi addosso le birre che portava sul vassoio. E dire che aveva già dato, col rovesciare.
“Oddio oddio oddio Lissa non hai idea, TU NON HAI IDEA.”
“Amber per l’amor di Dio lo sai che odio quel soprannome, calmati e respira normalmente!” 
Amber la guardò con gli occhi lucidi e un sorriso a trentadue denti, agitando le mani. Era visibilmente eccitata, tremava per la gioia e sembrava dover cacciare urletti da un momento all’altro. Le prese il vassoio dalle mani e lo appoggiò sul bancone, poi le afferrò un braccio e la tirò in cucina, lontano dalla sala.
Mel si lasciò trascinare e non poté fare a meno di fissare Amber come fosse una pazza quando questa le fece cenno di avvicinarsi dopo essersi guardata attorno circospetta. Si protese verso la sua amica problematica e attese. 
“Sì?”
“Mel. Non dirlo a nessuno, ma li ho visti. Ho servito loro i taglieri e le birre e, ommioddio.”
Melissa prese per le spalle Amber e la scosse. “Amber, chi. Chi hai visto?”
“Chirs Dorito Evans e Sebastian Stan orsetto d’Inverno! ODDDDDIOOOOO”
Chris Evans e Sebastian Stan. Attori. Per quello Amber era in fibrillazione. 
“Non ci posso credere” e arrivò l’urletto spacca-timpani. Mel alzò gli occhi al cielo e sospirò, Amber era un caso perso. 
Poco dopo che si erano conosciute, era capitato loro di avere il giorno libero in comune ed erano andate al cinema. Amber aveva insistito per vedere Captain America: the winter soldier, e Mel aveva ceduto anche se il genere non la faceva impazzire e non aveva visto altri film della saga. Era stato quasi imbarazzante. Aveva anche temuto che le buttassero fuori dalla sala ma, sfortunatamente, non era successo: la sua neo-collega aveva commentato tutto, cacciato urli acuti quando venivano inquadrati muscoli o bei fusti e pianto sonoramente nelle scene più sentimentali. Mel era stata divisa tra l’essere in imbarazzo e il sogghignare di nascosto. Appena era arrivata a casa aveva scritto tutto sul suo blog e si era ripromessa di andare a vedere un film con Amber se e solo se fosse stata una commedia e lei avesse avuto bisogno di ridere a crepapelle.

Adesso, a quanto diceva lei, due degli attori principali del film suddetto erano comodamente seduti all’ Hemingway. Fatto praticamente impossibile. Ma Amber aveva occhio, ed era fanatica, non poteva essersi sbagliata.
“Devi vederli, Lissaaaa! Sono così belli!” Mel alzò gli occhi e cercò di ignorare quelli a cuoricino dell’amica, mentre si faceva trascinare in sala. Seguì le indicazioni e vide due uomini ben piazzati che sorseggiavano birra e mangiavano salumi e formaggi dal tagliere.

Ci volle un attimo perché riconoscesse i ragazzi col cappello.
I suoi occhi color cioccolato si incontrarono con quelli azzurri dei due. 
L’idiota di quella mattina, Sebastian, alzò una mano e la salutò con un “Ehi!” nell’esatto istante in cui Chris, senza più il cappello della sera prima, le sorrideva e le faceva un cenno. Entrambi continuarono a sorridere quando distolsero lo sguardo dalla ragazza e si interrogarono a vicenda, stupiti.
Mel quasi non si accorse delle gomitate al costato che le stava tirando Amber, tanto era scioccata dalla scoperta. Se ne stette lì, con la bocca aperta, ancora più stranita degli attori seduti a pochi metri da lei.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Chris Evans / Vai alla pagina dell'autore: Selene Black