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Autore: Ornyl    05/06/2016    0 recensioni
Anno 2040: le poche risorse energetiche rimaste sono in mano ai potenti delle varie Regioni, i cosiddetti Migliori. Nella Regione Thebe il regime pare vacillare alla morte improvvisa dei governanti Oedipus e Giocasta, che hanno lasciato orfani i quattro Principi Ereditari: due maschi, Eteocle e Polinice, e due femmine, Antigone e Ismene. La loro morte pare l'occasione giusta per i ribelli per instaurare la Prima Repubblica, ma si insedia al trono Kreon, fratello della defunta regina, e per i sovversivi parono complicarsi le cose. In loro soccorso però giunge, inaspettatamente, il principe Polinice, animato da ideali di libertà e giustizia per la popolazione, ma si contrappone a lui il fratello reazionario. I due muoiono durante uno scontro e Kreon concede onori funebri solo al nipote Eteocle e ordina di abbandonare all'oblio il cadavere del traditore, pena la morte. Ma una delle due Principesse, Antigone, dopo aver letto di nascosto le riflessioni del fratello e animata dall'intenzione di garantirgli giusta sepoltura, si allea ai ribelli del gruppo di lotta clandestino "Sfinge Rossa" e decide di combattere un regime che anche lei considera opprimente. Anche il suo animo però è in lotta, diviso tra famiglia e nuovi ideali di libertà.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I primi a precipitarsi fuori dagli edifici furono i rispettivi leader delle quattro strade. Ognuno comandava il gruppo ponendosi in prima linea davanti a loro e con l'arma puntata verso la strada. L'asfalto era bagnato di sangue ancora fresco, talvolta con le sagome dei corpi dei feriti, ma di questi o di altri mezzi il campo era totalmente sgombero. Solo a terra, lontani qualche metro dal luogo della sparatoria, giacevano alcuni fucili ed elmetti dei soldati appena fuggiti.
Iphigenia, ritta sui piedi, tendeva l'occhio e l'orecchio alla propria destra e alla propria sinistra, a caccia di ogni possibile movimento e bisbiglio. Poi lanciò uno sgardo di conferma a Jeanne, che la rimandò indietro alla mittente, e quindi ad Hank e Amphiaraus.
-Il campo è libero-
-Sì, sono scappati- sbottò Amphiaraus voltandosi verso la propria destra -Guardate lì che accidenti di macello-
Antigone aguzzò la vista. Da lontano, le vecchie centrali avevano perso una delle ciminiere e la loro facciata era stata completamente squarciata.
-Maledizione- sibilò Jeanne tirando un sasso ai propri piedi -Non ci voleva proprio-
-Avranno sentito un bel terremoto laggiù- mormorò Hank sospirando -Propongo di avvertire McKeane e gli altri, ci penso io. Copritemi le spalle-
Hank tirò fuori dalla tasca dei cargo il cercapersone e compose il codice sulla tastiera. L'apparecchiò lanciò un fischio, grugnì e l'interferenza si tradusse nella voce di McKeane.
-Qui è compagno McKeane in difficoltà. Come state, Hank?-
-Noi siamo tutti vivi, nessun ferito. Sono scappati e, prima di andarsene, hanno colpito le vecchie centrali. Come state?-
-Già. C'è stato un gran terremoto e abbiamo subito temuto il peggio. Non ci sono feriti, solo gente spaventata, ma vi avverto che è andata via la luce e non c'è più acqua-
-Accidenti McKeane, avete delle luci d'emergenza?-
-Sì, ma siamo praticamente bloccati qui sotto e voi non potete nemmeno raggiungerci. C'è qualcuno capace di andare a dare un'occhiata alla centralina?-
-Sì McKeane, arriviamo subito. Ci sono io e ..-
-.. E Jeanne. Vengo io con te a riparare la centralina, dillo a McKeane-
-.. E Jeanne, sì. Stiamo arrivando McKeane, cercate di stare tranquilli. Passo e chiudo-
Il cercapersone non trasmesse più la voce di McKeane ed Hank lo ripose nella propria tasca.
-Alla base sono nella merda- sbottò-Vediamo cosa possiamo trovare per strada .. Anzi, no. Io e Jeanne andiamo a riparare di corsa la centralina, i nostri gruppi possono seguire voi dato che a quanto pare i soldati se ne sono andati via. Raccogliete quello che potete dalle case e anche dalla strada, vedete se hanno lasciato qui armi, munizioni o zaini e portate tutto alla base. A fra poco-
Jeanne ed Hank si allontanarono a corsa, saltando le macerie e dirigendosi verso la centrale.
-Propongo di ritornare agli edifici prima di procedere verso la base- disse, attirando l'attenzione di Iphigenia e di Amphiaraus -Sicuramente troveremo del cibo, dei panni puliti e dei contenitori per raccogliere l'acqua, dato che questa zona non è stata colpita-
-Antigone ha ragione- disse Amphiaraus -Ritorniamo dentro, sempre stando attenti. Ritorneremo carichi di roba se siamo fortunati, la fatica che seguirà è il piccolo prezzo che dobbiamo pagare per vivere decentemente alla base-
Il gruppo si smembrò in due unità più larghe, comprendenti ciascuna quattro nuovi membri delle squadre di Hank e Jeanne. Guidati da Iphigenia ritornarono sui propri passi, occupando la piccola e stretta hall quasi a fatica.
-Controllate le stanze e i ripostigli, se ci sono. Come ha detto Antigone, controllate se ci sono taniche o altri contenitori puliti per tenere l'acqua da portare al commando. Per chi era nei gruppi di Hank e di Jeanne, questa scala che vedete davanti a voi-disse indicando dietro di sè -Porta alle stanze. Sono tre piani, sfondate le porte e prendete ciò che vi sembra più utile. Buona ricerca e buona fortuna a tutti-
In fila indiana e in silenzio salirono la stretta rampa di scale fino al primo piano, finendo poi per separarsi al pianerottolo da chi aveva deciso di cercare agli altri piani. Iphigenia sfondò una porta con un calcio, lasciando entrare il suo piccolo gruppo in una stanzetta singola altrettanto disordinata.
-Antigone e Ippomedon, prendete ciò che vi sembra più utile da questa stanza e mettetelo nel vostro zaino. Io e Partenopaios cerchiamo in bagno e poi usciamo in corridoio a vedere se c'è qualche ripostiglio-
Vide sparire Iphigenia e Partenopaios dietro la piccola porta di compensato del bagno, quindi diede un'occhiata intorno a sè. La stanzetta era disadorna e spoglia, con un lettino al centro ricoperto da un sottile plaid marrone che lo faceva sembrare più una delle brande del dormitorio che il letto di un piccolo albergo, un armadio di legno consunto socchiuso e un tappeto di nappe grigiastre.
-Io prendo il lenzuolo e il plaid- disse ad Ippomedon- Tu controlla nell'armadio-
Ippomedon annuì e si rivolse verso l'armadio. Antigone tolse via il plaid, lo piegò e lo arrotolò, quindi lo infilò nello zaino. Ripetè la stessa operazione con il lenzuolo, poi decise di prendere anche il sottile e impolverato cuscino che aveva inizialmente ignorato.
-Ho trovato questo- disse improvvisamente Ippomedon tenendo un secchio di metallo tra le mani -E questa pezza qui-
-Lucidalo un po' con quella pezza. Almeno abbiamo un contenitore pulito che potrà servirci in seguito-
-Trovato nulla, ragazzi?- Iphigenia sbucò dall'uscio accompagnata da Partenopaios -Noi abbiamo finalmente una tanica e l'abbiamo riempita, per fortuna qui abbiamo acqua corrente. Abbiamo trovato anche qualche sapone, ho tutto nello zaino-
-Io ho preso il plaid, il lenzuolo e il cuscino di questo letto. Partenopaios ha trovato un secchio-
-Bene ragazzi, d'altronde questa stanza è piccolina. Noi usciamo a controllare le altre stanze, aspettateci qui-
Iphigenia e Partenopaios uscirono dalla stanza, dirigendosi verso la stanza di fronte alla loro. Ennesimo calcio, ennesima porta sfondata ed ennesima intrusione di cui sentiva, da lontano, il rumore scrosciante e sibilante del loro frugare, delle loro esclamazioni e dei loro passi.
-Bingo!- urlò Partenopaios in lontananza -Due taniche di plastica!-
-Dici che basteranno per il bunker?- chiese Ippomedon -Chissà lo stato di quella povera gente, la sua paura ..-
-Iphigenia dice che siamo soltanto all'inizio. Chissà cosa diranno all'Acropoli, poi-
-Cosa ti aspetti, conoscendo la .. loro mentalità?-
-Servizi al telegiornale, alla radio e nei quotidiani incentrati sul vittimismo dell'Acropoli. A quanto pare, i civili non sanno dell'attacco alle Periferie o non sanno sicuramente tutta la verità. Quelli dell'Ordine  Delta sono delle volpi vestiti da agnellini-
-Antigone, Ippomedon!- urlò la voce di Iphigenia dall'altra stanza -Potreste darci una mano a portare queste taniche? Sono belle pesanti per  fortuna!-
Si alzarono dalla branda, attraversarono il corridoio e raggiunsero Iphigenia e Partenopaios. Sorridevano soddisfatti, con le braccia sudate e tese nell'atto di sollevare le taniche.
-Accidenti!- esclamò -Quanto avete preso circa?-
-Molto bene, vero? Sono sessanta litri in questa grande e in quella piccina sono dieci-
-Pensate che basteranno?-
-Ce le faremo bastare- sorrise Partenopaios sollevando la tanica più piccola -Questo è già un punto di riferimento. Qualora dovesse servire altra acqua, la andremo a prendere qui-
-Hei laggiù!- una voce rimbombò giù dalla tromba delle scale -Avete trovato qualcosa?-
Iphigenia si allontanò verso la porta e fece capolino dall'uscio.
-Acqua, abbiamo riempito due taniche! Voi?-
-Noi abbiamo trovato un kit di primo soccorso- rispose una voce maschile -E una tanica di trenta litri, poi abbiamo preso le coperte!-
-Ottimo, basta acqua per oggi. Controllate se c'è qualche ripostiglio con del cibo, li tranquillizzeremo meglio-
 
Un grosso squarcio si spalancava al centro della centrale come una grande bocca urlante e coronata da denti rozzi e cadenti. Iphigenia rivolse alla base uno sguardo tristemente rabbioso e tirò pesantemente col naso.
-Dannazione- disse in un sospiro -Ci hanno distrutto casa-
Iphigenia iniziò a muoversi a passi lenti verso ciò che restava dell'ingresso. Camminava a passi incerti e traballanti, poco agevolati dalla tanica che teneva con una mano e una grossa busta piena di viveri in scatola e gallette, quel poco trovato nella dispensa del piccolo albergo.
Antigone aguzzò lo sguardo davanti a sè. Se l'entrata era stata sventrata ormai del tutto, grossi pezzi di parete erano crollati lasciando intravedere talvolta il dormitorio, talvolta la mensa. Da lontano, il corridoio che permetteva l'accesso all'ascensore era uno squarcio più piccolo e oscuro, ancora fumante.
-Antigone, Iphigenia! Siamo qui!- la voce di Jeanne li richiamò da lontano -Ben arrivati, visto che casino?-
Jeanne si faceva avanti tra le macerie con uno strano gilet di jeans dalle tasche piene di fili di rame e cacciavite. Aveva uno sguardo spento e stanco che non tuttavia non perdeva la propria coraggiosa luminosità.
-Io ed Hank abbiamo riparato la centralina, ma iniziano a scarseggiare viveri e acqua. In generale però sono tutti molto più tranquilli, Hank è riuscito a sistemare la radio per bene e ci terremo un minimo aggiornati su cosa potrebbero inventare di nuovo all'Acropoli. Vedo che siete ritornati con un bel bottino!-
-Sì- rispose Antigone -Abbiamo cercato di prendere quanto possibile. C'è abbastanza acqua per cuocere il cibo, per pulire e dissetare gli sfollati?-
-Cosa avete preso?-
-Gallette, cibo liofilizzato e alcune buste di latte-
Jeanne annuì e fischiò alle sue spalle.
-Hank! Vieni ad aiutare gli altri, hanno portato un sacco di roba!-
Un'ombra grigiastra balzò tra la polvere. Hank avanzava tossicchiando, con indosso lo stesso gilet di Jeanne, il volto stanco ma lievemente sollevato.
-Ottimo lavoro, compagni. Vi sconsiglio di utilizzare l'ascensore, dovremmo dare sicuramente qualche altra occhiata. L'importante è che ci sia abbastanza elettricità per azionare l'impianto idraulico, il filtro per l'aria ed evitare di scontrarci tra di loro. Abbiamo trovato dei fornelli da campeggio, per qualche giorno staremo benone-
Seguirono Hank attraverso un grosso squarcio cupo, con l'aria ancora di polvere. Il fascio di luce della torcia di Hank illuminò di colpo il buio grigiastro dello squarcio e le particelle di polvere che si poggiavano sulle loro spalle e le loro teste, facendoli tossire. Poi Hank si fermò di colpo e indicò una piccola voragine ai loro piedi, abbastanza larga per accogliere ciascuno di loro, con una scaletta di legno che l'attraversava. Dalla piccola voragine penetrava una voce giallastra e voci confuse, sommesse e spaventate provenivano dal di sotto.
-Non durerà molto, state tranquilli. Sarà l'alternativa all'ascensore per circa due giorni, se non di meno-
Il primo a calarsi fu Hank. Si appoggiò con cautela alla scala e iniziò a scendere piano, guardando sotto i propri piedi con attenzione.
-C'è poca strada da fare. Arriverete proprio dentro al bunker-
Scesero uno alla volta dopo aver accuratamente lanciato a Hank i loro bagagli, subito accolti da un rumoroso applauso.
-Ottimo lavoro!- sorrise Hank facendo capolino -Fatevi vedere e adorare!-
Scese per seconda, attenta a poggiare con cautela le piante dei piedi su ogni piolo. Ogni passo lungo quella scala era uno strano crescere di frenesia che le prendeva ogni lembo della pelle, ogni pelo sul suo corpo e ogni capello sulla testa. Aveva fretta di scendere da quella scala e vedere i visi degli sfollati ancora spaventati, incerti ma più sollevati, più felici, pieni giusto un po' di quella speranza che avrebbero rinnovato tutti insieme, fatto crescere giorno per giorno nonostante le bombe e i proiettili, nonostante Snakes che avrebbe potuto decidere un giorno o l'altro della loro vita o della loro morte. E la felicità la percorse come un brivido facendola sobbalzare, facendola tremare e cadere da quei pochi centimetri, fino ad atterrare sulle grosse braccia di Hank dalla risata grassa.
-Atterraggio morbido, principessa?- ridacchiò forte poggiandola delicatamente a terra, facendo partire un vigoroso applauso da parte degli ospiti, seguito da quello di Iphigenia e degli altri atterrati con più grazia.Amphiaraus, Andromaca ed Ecuba aiutarono Iphigenia e Ippomedon a sistemare le vivande e le taniche. Hank l'afferrò per le spalle e la strinse a sè, trasmettendole la sua risata contagiosa e grassa, l'unico, allegro terremoto che avrebbe dovuto far tremare il bunker.
Poi si alzò una mano, poi una seconda, una terza, una quinta e si aggiunsero le altre, ferme all'altezza dell'orecchio in quella posa che già conosceva, il gesto della sfinge dalle ali spalancate che tornava al suo nido e ancora sarebbe tornata, e ancora avrebbe solcato il cielo di Thebe, malattia nascosta che avrebbe annientato una malattia nascosta, frusciante delle sue piume fatte dalle mani di chi cantava Papaveri e Baionette ancora una volta.
Antigone si unì al coro abbracciando Cassandra e Astyanax che le venivano incontro. Lanciò uno sguardo confuso all'assemblea di visi stanchi e felici che l'attorniavano, ricambiando con la stessa intensità i loro sguardi. Li avrebbe salvati, sì. Avrebbe concluso ciò che Polinice aveva solo iniziato, avrebbe scagliato la bomba dalla miccia che suo fratello aveva già acceso, e lei sarebbe stata solo la piccola mano guidata dalle loro braccia nell'abbattere la roccaforte di Thebe, la roccaforte di ipocrisie e di bugie dell'Ordine Delta.
La Sfinge Rossa avrebbe brillato di tutti loro.
 
 
-Terribfrrrle. Tremendo. Abbiamo loro concesso di guardare il funerale di sua Altfrrr Refffrale- piagnucolava Achilleus alla radio -Non hanno nemmeno avuto il coraggio di assistere al suo ultfrrrmo saluto, al saluto che tutta Thebe ha rivolto alla principessa che loro hanno ucciso-
Voce di Thebe aveva intervistato per pochi minuti Snakes, poi era passato ad Achilleus. Se il primo aveva riferito con minuziosità di dettagli il suo primo incarico da Gran Consigliere, Achilleus faceva un melenso resoconto del funerale e delle celebrazioni rituali.
-Su chi ha ucciso sua maestà- frignò generando l'ilarità generale -Pende, come è ovvio, la condanna a morte! Io e Morrison Snakes, proprio oggi, lo abbiamo promesso alla nostra principessa: prenderemo il vigliacco e lo renderemo quasi ansioso di morire!-
McKeane sbattè il pugno sulla parete e poi passò la mano sui suoi occhi.
-Dannazione cosetta! Certo che eravate due amiconi!-
Sbuffò e gli mollò un leggero pugno sulla spalle.
-Abbiamo provato a intervistare la famiglia reale- squittì l'intervistatrice -Ma ci hanno chiuso le porte in faccia. I domfrrrestici ci hanno detto che nessuno ha intenzione di parlare apertamfrrrnte a Voce di Thebe, nemmeno sua altezza Ismene e l'arciduca Emon. Conferma questa notizia, Comandante?-
-Assfrrrmente sì. La parola che meglio può sintetizzfrrrare i loro sentimenti è dolore. Grandissimo dolore. Lo stesso che stiamo provando io, Snakes e tutto l'Ordine Delta-
-Siete sorpresi della reazionfrrre delle Periferie?-cinguettò di nuovo la donnina, e qualcuno lanciò un bicchiere di plastica verso la radio, facendo alzare di scatto e urlare Amphiaraus.
-Dannazione, di radio ne abbiamo una sola!-
-No, francamente- Achilleus ridacchiò -E quindi siamo sempre più convinti del fatto che sia morta lì, e ogni giorno le mie preghiere vanno alla sua anima e alla sua famiglia. Come tutta Thebe sa, oggi ci siamo fatti in quattro per permettere ai cittadini delle Periferie di assistere ai suoi funerali senza costringerli a spostarsi, permettendo loro anche di risparmiare qualche centesimo per il biglietto dell'aerobus, ma i nostri sforzi sono stati vani. Domani provvederemo a far smontare il teleschermo, le casse e procederemo con le indagini-
Achilleus sottolineò con foga l'ultima parola della sua frase, facendola suonare come la minaccia che evidentemente sperava di pronunciare. Dalle sue spalle si alzò un nervoso mugolio di rabbia.
-Cosa intendfrrte con indagini, Comandante?-
-Manderemo alcune squadre a controllare e a indagare. Setacceremo ogni angolo delle Periferie per trovare almeno il suo corpo. Sappiamo che la nazione è con noi, così come è la sua anima-
Iphigenia le lanciò uno sguardo che capì al volo.
-Amphiaraus, spegni la radio. Tanto abbiamo capito tutti l'antifona dello stronzo, no?-
Amphiaraus si alzò in silenzio, tirò giù la secca antenna della radio e spense l'interruttore.
-Domani sarà un'altra giornata come questa, identica. Quindi, signori e signore, preparatevi psicologicamente e cercate di dormire perchè all'alba saremo già tutti svegli. Io e Partenopaios andremo a fare una visita  ai rifugiati delle montagne e portare un po' di roba che troveremo in mezzo alla strada, quindi non aspettateci in piedi. Partenopaios, tu hai detto di saper pilotare un aerobus giusto?-
-Sì, Iphigenia-
-Benissimo. Prepara lo zaino, stasera dirotteremo un aerobus. Ci inventeremo qualcosa- disse Iphigenia facendogli un occhiolino che lo convinse di colpo -Per il resto, Jeanne e Antigone, io conto su di voi per l'organizzazione della giornata di domani-
-La tattica di oggi è stata gradiosa- disse Jeanne -Ma domani avremo bisogno di molte più persone. Chissà se riusciremo ad avere la fortuna di rubare un mezzo!-
-Torniamo con i piedi per terra. Domani, cari compagni, aspettiamoci un attacco con i fiocchi. Le parole di Achilleus non mi sono piaciute. Cauteliamoci sempre un po' di più, qualora appunto la fortuna decida di sorriderci ancora come ha fatto oggi. Per domani- continuava Iphigenia preparando un grosso zaino e mettendoselo sulle spalle -Contate anche me e Partenopaios nella squadra. L'aiuto di tutti è ben accetto, compagni e compagne di Rubra Sphinx. Abbiamo ancora giorni peggiori davanti a noi-
   
 
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