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Autore: DhakiraHijikatasouji    07/06/2016    1 recensioni
MILO< Sono passati tre anni da quando mia zia è morta. A causa di un certo cambiamento di eventi, mi sono trasferito nella sua casa che è stata trascurata dopo la sua morte.
Milo è un ragazzo di 17 anni. Sua zia è morta tre anni fa e a causa di alcuni eventi, si è dovuto trasferire a casa sua. Siccome i suoi amici (Kanon, Saga, Aiolia e Aiolos) erano molto curiosi di visitarla, decidono di passare cinque giorni in sua compagnia ma Dio solo sa il mistero della casa e se tutti ne usciranno vivi...Salve MINICHIBI, vorrei precisare facendovi una domanda: conoscete il gioco horror Paranoiac? Ebbene io l'ho messo sottoforma di storia e semmai spingervi a dargli un occhiata perchè è bellissimo! Buona lettura.
Genere: Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gold Saints, Scorpion Milo
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Day One

Uscirono, faceva quasi paura, era tutto buio e i pavimenti cigolavano a ogni passo. Arrivati in cucina, Milo si sporse per bere dalla cannella del lavello.
-AAAAHHHH!!!-
All’improvviso scacciò un grido agghiacciante.
-MILO!!!-
I due gemelli accorsero e videro il compagno che aveva dei capelli neri tra le mani. Come è possibile che ce ne fossero? Nel lavandino, poi.
-Che schifo!-
Giustamente non era un bello spettacolo, nemmeno per Kanon, vedere capelli neri insanguinati uscire dal lavello.
-Perchè sono usciti da lì?-
Domandò il maggiore.
-Ah, non lo chiedere a me-
Ovviamente Milo non ne sapeva nulla, era una novità anche per lui!
-Controlleremo l'acqua domani, adesso torniamo nella nostra stanza-
Propose Saga tranquillo. Uscirono dalla cucina vedendo due ombre nere davanti a loro che li guardavano dall’entrata.
-AAAAHHHH!!!-
-Tranquilli ragazzi, siamo io ed Aiolia. Abbiamo sentito Milo urlare e allora siamo corsi a vedere che succede-
Li “rassicurò” Aiolos.
-Vi accompagnamo nella vostra camera-
Si incamminarono verso le scale, appena stettero per aprire la porta, quando quella dall'altra parte del corridoio, si aprì da sola.
-Ragazzi, avete visto pure voi?-
Cercò di parlare Aiolia improvvisamente paralizzato.
-S...sì. Ma come ha fatto? Era chiusa!-
Fece notare Kanon.
-Andiamo a dare un'occhiata-
E adesso gli altri ebbero la conferma che Milo era impazzito: ti si apre una porta da sola e tu ci entri? Mah! Entrarono, videro degli scaffali con dei libri. Al centro della sala, una sedia con sotto un'enorme macchia.
-Io ho due teorie-
Disse Kanon all’improvviso dando la conferma agli altri che stava per sparare una cazzata.
-Quali?-
-Qualcuno ha pisciato sotto la sedia, o ha pisciato la sedia-
Scappò una risata a tutti ma preferirono rimanere calmi.
-Non vedo nulla di strano...aspettate! Una nota!-
Saga trovò un foglietto tra gli scaffali e lesse:
Stanno cercando di intrappolarmi
loro mi odiano
non riesco a proteggere me stessa
la password è Saeki
sono sicura che non dimenticherò il mio nome.
-Milo, per caso tua zia era...un po' matta?-
Domandò Kanon dichiardo di non aver capito una mazza da quel foglietto.
-Un pochino...forse-
-Lo decifreremo a tempo debito, ora tutti a nanna-
Era da tre ore che Saga cercava di prendere sonno e di convincere gli altri a coricarsi. Uscirono. Al centro, tra i due corridoi, sentirono uno squirting che veniva dalla porta dalla quale erano usciti. Dopo tre, ne uscì una persona piena di sangue che non si sapeva se strisciasse o gattonasse. Aveva un sorriso assassino in faccia. Fece un verso che incuté paura ai cinque ragazzi pietrificati da quella visione. Quella cosa prese a camminare verso di loro, lentamente. Non aveva buoni propositi. Entrarono nella stanza di Milo e dei gemelli ma la bestia era veloce e li raggiunse. Raggirandola, riuscirono a scappare fuori verso la porta di ingresso ma era chiusa a chiave.
-Come mai non si apre!-
Kanon era disperato.
-Non lo so!-
Saga lo era ancora di più.
-Nascondersi è l'unica soluzione!-
Propose Aiolos, e aveva ragione. Si dispersero per la casa. Saga e Kanon si nascosero con Milo nell'armadio della lavanderia dove c'erano le termiti. Dovettero resistere se volevano sopravvivere. Gli altri due fratelli si separarono, Aiolia andò nei cassetti enormi della loro stanza. Aiolos, nell'armadio. Sentirono i versi della bestia e gli squirt che facevano le sue mani a contatto con il pavimento. Ma non vennero trovati…o almeno non tutti.
Il mattino seguente...
-Co...cosa?...E' mattina?...Mi sono addormentato-
Milo fu il primo a svegliarsi e fu felice di accorgersi di essere ancora vivo. Saga e Kanon erano a un centimetro da lui addormentati l’uno su l'altro. Li scosse delicatamente, però era euforico per essere riuscito a passare la notte. I due si destarono.
-Milo...che vuoi?-
Kanon era ancora rincoglionito e rispondeva con la voce ancora impastata dal sonno.
-E’ mattina è mattina, il mostro non c'è!-
-Siamo riusciti a passare la notte?-
-Io non del tutto dato che mi stavi appiccicato e più caldo non poteva fare! Poi con quel cristiano là fuori, non ne parliamo!-
Ed ecco che cominciava la litigata!
-Oh poverino!-
-Ragazzi basta, usciamo-
Provarono ancora e ancora ad aprire la porta ma era irremovibile. Andarono, allora, a fare colazione. Ma Aiolos mancava all'appello.
-Dov'è Aiolos?-
Saga era preoccupatissimo quanto Aiolia che era già in cucina a sedere sul tavolo con la testa bassa a disegnare con il dito qualcosa di irriconoscibile.
-Non lo so, sono preoccupato, non l'ho più visto da ieri notte-
Giustamente!
-Non disperare, tuo fratello è un tipo coraggioso e forte sarà a vedere il giardino al chiuso sul retro. Abbiamo trovato una chiave ieri, andiamo a vedere cosa apre-
Propose Milo cercando di confortare l’amico. Salirono il piano superiore andando nel corridoio di sinistra, quello che aveva tutte le porte chiuse. La chiave andava nell'ultima a sinistra. Entrarono, c'era il parquet con un grande tappeto rosso al centro. Tre manichini all'angolo, due specchi, un'armadio e oggetti vari.
-Guardate! Una nota sullo specchio!-
Saga andò subito a toglierla per leggerla.
-Ma se non abbiamo ancora decifrato la prima!-
Fece notare Kanon giustamente, forse non erano pronti per la seconda.
Tutte le cose belle sono false
la bellezza è lì per nascondere qualcosa.
-Sarà un indizio-
Aiolia poteva avere ragione.
-Sì ma per cosa? Ah...un'altra chiave!-
Milo trovò una chiave. Tornarono al piano di sotto per andare in giardino a cercare Aiolos. Era un po' buio, le piante non avevano una buona salute. C'era un pozzo e tutti decisero di guardarci dentro per vedere quanto era profondo.
-Vedo qualcosa!-
Aiolia indicò una cosa che gli sembrava affiorare dall’ombra.
-Tiriamola su, almeno vediamo cos'è!-
Saga prese la corda e cominciò a tirare. Dei capelli, una testa...AIOLOS!!! La corda era legata attorno al suo collo e i suoi occhi erano senza vita. Aiolia rimase impietrito al vedere il corpo esanime del fratello. Il viso era bianco, la gola rossa, gli occhi spalancati, umidi e neri. Cadde in ginocchio tirando pugni al prato piangendo.
-Saga...-
Kanon sperava ancora in qualche segno che faceva capire che Aiolos era vivo. Saga piangeva non avendo il coraggio di guardare il suo migliore amico in quello stato. Scosse la testa per dire che era troppo tardi.
-Non ho più un fratello, NON AVRO' PIU' UN FRATELLO!!! Un fratello che mi faccia compagnia, che mi dia consigli...no, io non l'ho più! Non lo vedrò più sorridere come faceva ieri. Solo ieri eravamo ancora insieme, vi rendete conto?! SOLO IERI!!!-
Aiolia gridò al cielo la sua disperazione. Milo gli chiuse gli occhi.
-Credo che questo sia solo l'inizio ragazzi, quel mostro ha un obbiettivo. Ognuno cerchi di proteggersi il meglio che può e non lasciatevi trovare stanotte-
Milo era serio come mai nella sua vita.
-Facciamo un minuto di silenzio in ricordo del nostro amico-
Dentro di sé Saga pensava ad un sogno perduto, che non si sarebbe mai realizzato. Per Aiolos provava più di una semplice amicizia, ed aveva deciso di dirglielo, di dirgli che lo amava ma ormai non poteva più. Adorava quei occhi verdi che ogni giorno gli lanciavano un qualche sguardo fugace, con quel sorriso che gli faceva imporporare le guance. Ricordava quella sera, quando entrambi stavano facendo una passeggiata in una giornata promettente di pioggia parlando del più e del meno. Quando alla fine cominciò a piovere, dovettero correre a trovare un riparo velocemente, perché già erano zuppi dalla testa ai piedi. Infine trovarono una tettoia dove potettero ripararsi. I capelli scomposti, gli occhi lucidi e tante risate. Aveva deciso. Glielo avrebbe detto finalmente.
-Aiolos…-
Non sapeva se continuare, ma ormai era fatta! Lo sguardo dell’uomo che amava era puntato su di lui.
-Io…-
No, non ce la faceva. E se non lo avrebbe corrisposto? La loro amicizia sarebbe stata rovinata!
-Io credo di aver perso le chiavi nella corsa, aspettami!-
Fece finta di correre via quando in realtà le chiavi ce le aveva in tasca, e tornò trionfante. In un certo senso si sentiva bene, forse era stato meglio così.
Si presero le mani. Aiolia ancora piangeva.
-"non mi abbraccerà più, non lo sentirò più parlare..."-
Dopo che aveva perso i suoi genitori, gli rimaneva solo suo fratello. Ora nemmeno lui.
Finirono, Saga mise una mano sulla spalla di Aiolia.
-Mi dispiace per Aiolos, era il mio migliore amico…-
Esso lo abbracciò cercando di trovare conforto in una persona che aveva la stessa età del fratello.
-E' facile per te dirlo, tu hai ancora Kanon!-
Il minore rivolse lo sguardo altrove quando il suo doppio gli lo guardò.
-Lo so, ma anche la perdita del migliore amico vuol dire tanto, quasi come quella di un fratello. Ascolta, quando avevo delle discussioni con Kanon, ne parlavo ad Aiolos, ma, intendiamoci, non volevo che mi desse ragione...-
-Bugiardo...-
Disse Kanon tossendo nel mentre per non far sentire la parola.
-Zitto tu, bensì volevo che mi aiutasse a risolvere la faccenda. Adesso che non c'è più, dovrò risolvere i miei problemi da solo ma la vita va avanti. Dai, Aiolos non vorrebbe che tu piangessi, non pensarci più, piuttosto, cerca che non succeda nulla a te stanotte, ok?-
-Ma allora perché anche tu piangi?-
-Non è niente-
Saga si asciugò velocemente le lacrime.
-Ragazzi venite! Ho trovato una chiave!-
-Che hai il metal detector al posto degli occhi!?-
Alla fine, insomma, le chiavi le aveva trovate tutte Milo.
-Era sotto questi fiori artificiali! Chissà perchè la zia l'ha nascosta qui...-
***
Andarono di nuovo nel corridoio di sinistra al piano superiore della casa. La chiave andava nella porta infondo a destra. Entrarono, sembrava quasi un'aula di scuola. C'era l'armadietto, dei cassetti, due sedie e due armadi. In una credenza, Milo trovò un'altra chiave.
-Ce ne sono talmente tante, che credo di averne una pure sotto il naso-
Kanon non aveva tutti i torti.
-Per quale stanza è?-
-Andiamo a cercare-
Propose Saga. Si diressero al piano di sotto, però le stanze erano quasi tutte aperte. A quelle due o tre chiuse, non entrava. In una di esse videro una cassaforte che aveva una password.
-Saga ricordi quel biglietto che hai trovato?-
Gli disse Aiolia ricordandosi improvvisamente.
-Sì...ah, c'era scritto "la password è Saeki", il nome della zia di Milo-
Svelò Saga.
-Che aspetti!? Scrivi!-
Lo intimò Kanon.
-Lo scrivo, lo scrivo...ecco fatto!-
-Un'altra chiave-
-Mava!-
Kanon non ne era affatto sorpreso. Nel piano superiore, a sinistra, non c'era nessuna porta da aprire con la chiave che avevano trovato nella cassaforte. Nel corridoio di destra, invece, la trovarono. Entrarono, c'era un computer, la TV, una libreria e un divanetto verde. Pure il computer era bloccato con una password. Riprovarono Saeki ma nulla da fare, non era quella. Uscirono con ancora l'altra chiave in mano ma non sapevano dove andasse. Suonò il campanello. Lì, la porta si aprì ma non era perchè doveva essere suonato il campanello, ma perchè la barriera non faceva scappare gli obbiettivi della bestia. Entrò un ragazzo dai capelli color verde acqua scuro, serio ma molto affascinante.
-Scusatemi, è questa la casa di un certo...Milo?-
-Sì sono io, chi sei tu?-
-Camus Miura, abito dall'altra parte della strada. Sembra che abbiano portato per sbaglio i tuoi bagagli da me-
-Ah, mi dispiace di averti infastidito-
-Non importa. La persona che portava il bagaglio sembrava non essersene accorto. Questa valigia è molto pesante, se mi lasci entrare, te la porto io-
-Che gentelman!-
Si intromise Kanon.
-No, non dovresti...posso portarlo da solo-
-Per favore, non preoccuparti, sono abituato al lavoro fisico-
-Bene, allora entra-
Gli amici guardarono Milo un po' storto. Come mai era improvvisamente gentile con una persona che conosceva solamente da cinque minuti? Forse perchè si era comportato gentilmente con lui, o forse perchè era bello, mah! Andarono nella stanza della cassaforte dove c'erano due divani verdi.
-Eccoci qui-
-Grazie mille, mi piacerebbe ringraziarti, vorresti per caso un po' di thè?-
-Va bene, grazie-
Dopo il thè...
-Ma tu cosa fai qui?-
-Per una serie di ragioni, ma è per convalescenza-
Convalescenza? Da una malattia?-
-Non è qualcosa di serio...-
-Conoscevi Saeki?-
-Sì, era mia zia. E' morta adesso-
-Ah...mi dispiace per la tua perdita. Ma sei il nipote di Saeki? Non le somigli molto-
-Davvero? Strano, i miei amici dicono che le somiglio tanto-
-No - no affatto – no-
Dissero gli amici scuotendo le teste.
-Ah bhèèè...Saeki era abbastanza strana, vedi?-
-Come strana?-
-Non farti una cattiva idea, ma...urlava in modo strano e se ne andava in giro di notte...era abbastanza conosciuta qui-
-Lo vedo...era malata mentalmente-
-Adesso dovrei andarmene...grazie per il thè. Comunque chiamami se hai bisogno di qualcosa-
Annuì. Camus se ne andò.
-Sembrava amichevole, vero Milo?-
Kanon cominciò a punzecchiarlo con il dito.
-Smettila di sfottere!-
-Già, piuttosto aiutiamolo a mettere a posto i bagagli-
***
Andarono a letto. Suonò il telefono. Milo si svegliò di colpo.
-Non c'è mai una notte che si riesca a dormire-
Si lamentò Kanon.
-Ragazzi, questo è il segnale, preparatevi. Andiamo a rispondere-
Saga mise una mano sulla spalla di Milo fermando il suo passo.
-no, Milo-
-Saga se rimaniamo qui, il mostro ci inseguirà comunque ed in più col telefono che squilla!-
Milo aveva ragione. Fece un sospiro.
-Andiamo allora-
Quando uscirono, videro Aiolia che stava già scendendo le scale. Lo raggiunsero.

Non è solo un senso di colpa...
   
 
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