Capitolo 8
(Pov Axel)
Stavo camminado lungo la strada dopo aver finito
il mio turno alla piscina dove lavoravo e, dopo essere
passato da casa a prendere la chitarra, mi ero diretto
al locale dove suonavo.
-Ciao verginello- la voce sgradevole di Filomena mi
arrivò alle orecchie facendomi sbuffare.
-Filomena lasciami in pace, non ho tempo per te-
risposi immediatamente mentre lei sorrideva ancora.
-Eddai piccolo voglio solo una notte con te tutto qui-
affermò lei sfregandosi su di me e cercando di toccarmi,
ma io la allontanai con un colpo ben assestato nelle
parti basse.
Lo so, non avrei dovuto, ma non avevo nessuna
di cedere a lei.
Salii sul palco e iniziai a cantare e mi resi conto che,
come molto tempo prima, due occhi viola mi fissavano
senza perdersi un solo movimento.
Quando ebbi finito scesi dal palco e feci per uscire quando
mi sentii tirare per un braccio.
Mi girai e vidi Kurasa.
-Ciao angioletto- mi sorrise per poi baciarmi spingendomi
contro il muro esterno del bar.
Ricambiai il bacio mentre la chiatarra cadeva a terra, Kurasa
mi passò una mano tra i capelli.
Non riuscivo quasi a respirare, ma non volevo staccarmi
da quel bacio. Sapevo che lui era un demone, lo sentivo,
ma non mi faceva paura.
Kurasa si staccò da me e mi guardò.
-Non pensavo di rivederti- dichiarai ancora ansimante.
Lui sorrise malizioso prendendo una ciocca dei miei
capelli e attirandomi ancora a sè. Mi ritrovai con la testa
contro il suo petto mentre mi stringeva forte.
-Piccolo non è così semplice colpirmi tu ci sei riuscito
e non ho intenzione di farti scappare- sorrise mentre
mi baciava ancora.
Un tossicchio ci fece staccare. Dietro di noi c'era l'arcangelo
Michele che ci guardava corrucciato.
(Pov Kurasa)
Era comparso il rompiballe ehm Michele. Proprio adesso
che mi stavo divertendo un po' con il mio angioletto.
-Dovreste separarvi voi due- iniziò a dire subito e vidi Axel
abbassare lo sguardo. Sapevo che era angelo da poco e
aveva ancora soggezione di Michele, ma io non avrei rinunciato
a lui per colpa di un arcangelo, anche se era mio zio.
-Io non mi sottometto alle leggi del cielo- affermai risoluto.
-Tu no, ma lui si- rispose lui mentre con un gesto faceva sparire
Axel.
-Lasciaci in pace Michele- dissi serio scomparendo.
Una sensazione mi stava guidando verso Axel. Michele non
poteva separarci non glielo avrei permesso.
L'angioletto era seduto sul letto a dorso nudo e con le
ali aperte. Erano di un bianco quasi fastidioso, ma da
uno con un anima come la sua non mi aspettavo altro.
Mi avvicinai come un ombra insinuosa e lo abbracciai
da dietro facendolo sobbalzare.
-Sono io piccolo- gli sussurrai all'orecchio mentre lui
si rilassava tra le mie braccia. Gli baciai il collo mordicchiandolo
appena.
-Non possiamo Kurasa- affermò lui.
Lo stesi direttamente sul letto e lo baciai zittendolo.
-Non parlare adesso piccolo, non temere quel pennuto
non può fare nulla-
Lui mi baciò a quel punto e io sorrisi per quell'atto un
po' audace.