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Autore: alessandroago_94    09/06/2016    5 recensioni
Questa è una raccolta di poesie molto semplici. Ognuna narra di sentimenti, di luoghi e di situazioni diverse tra loro, insomma, ci sarà un po’ di tutto. Ringrazio già tutti coloro che vorranno entrare e dare un’occhiata a questi miei piccoli scritti.
Genere: Generale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Azzurrina

AZZURRINA

 

 

 

 

 

 

 

 

Eri solo una bambina,

e per il castello giocavi con la tua pallina,

che di semplici stracci si formava

ma che tanto facilmente la si calciava.

 

Tra soldati e uomini armati

eri cresciuta, fino ai fatidici cinque anni.

I tuoi genitori si erano molto amati

e tutti ti avevano lasciato ai tuoi tanto giovani sogni.

 

Ma i tuoi capelli albini, di un bianco puro

spaventavano chi tramava all’oscuro,

ti credevano frutto del demonio, un sopruso

dell’ordine naturale del mondo, così in te deluso.

 

La mamma ti tingeva i capelli,

ma le tinte te li rendevano azzurri, ancor più belli.

Tutti in famiglia ti volevano proteggere

e in te e nella tua vita futura volevano credere.

 

Eri una nobile, una futura signora,

ma il marchio esteriore della tua albina natura

si rivelò un limite insuperabile,

un problema irrisolvibile.

 

Non avevi altri giochi, se non la tua pallina.

I soldati al castello si facevano la guerra,

i contadini pensavano a lavorare la terra,

e tu giocavi spensierata, così piccina.

 

Eppure, un triste giorno

inseguisti la tua amata pallina,

scendesti le scale, fin giù alla profonda cantina

per non fare mai più ritorno.

 

Due guardie vegliavano su di te e sulla tua vita,

eppure nessuno ti trovò più, eri sparita.

Pareva che il buio della ghiacciaia ti avesse inghiottita

e che nessun’anima umana si fosse di nulla pentita.

 

Al giorno d’oggi, al solstizio d’estate

si possono ancora sentire le tue grida colme di terrore, di notte,

come se diverse centinaia d’anni non fossero mai passate,

come se tu fossi ancora presente.

 

Le grida di una piccola ed innocente vita spezzata

dalla perfidia e dall’ignoranza umana,

che in confronto a te, cara bambina, era così nana

d’aver paura, talmente tanto d’averti a morte condannata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Buongiorno a tutte voi, carissime lettrici.

Ok, immagino che a questo punto qualcuna di voi non abbia compreso ciò a cui si riferiva la poesia, e naturalmente i chiarimenti nelle mie note sono d’obbligo.

Bene, vi spiego tutto brevemente.

Azzurrina, la bambina di cinque anni a cui ho intitolato e rivolto la poesia, è la protagonista di una delle più famose leggende romagnole, tramandata per secoli oralmente. In due parole, Azzurrina(il cui vero nome pare fosse Adelina), nacque nel 1370 nell’attuale Montebello di Torriana(oggi in provincia di Rimini), ed era figlia di Uguccione, che all’epoca era il  feudatario di Montebello.

La bambina però nacque albina; i suoi capelli erano bianchi, e all’epoca gli albini erano mal visti e perseguitati. E visto che la superstizione popolare dell’epoca collegava l’albinismo ad eventi di natura diabolica e demoniaca, la madre, che aveva molto a cuore la figlia, per proteggerla cominciò a tingerle i capelli di nero. Però, le tinte naturali dell’epoca, con l’aggiunta del fatto che i capelli albini riscontrano difficoltà ad assorbire il colore, non riuscirono nel risultato sperato, e regolarmente i capelli della bambina diventavano di una colorazione azzurra. Da qui, il soprannome di Azzurrina, giunto fino ai giorni nostri.

Il problema restava. Per proteggere la propria figlia dal mondo e dal dolore che le avrebbe imposto, il padre decise quindi di fare in modo che la bambina non avesse alcun contatto col mondo esterno, e la lasciò rinchiusa all’interno del grande castello di Montebello(oggi ancora visitabile e perfettamente curato e restaurato), assicurandole la protezione di due guardie di fiducia(chiamate Domenico e Ruggero), che avrebbero dovuto seguirla costantemente per le ampie sale e proteggerla e nasconderla in caso di necessità.

Ebbene, si dice che il 21 giugno del 1375, mentre il padre era lontano dal castello ed impegnato in una delle tante guerre tra feudatari del luogo, la bambina stesse giocando con la sua pallina di pezza, unico giocattolo che le era concesso. Mentre fuori dal castello infuriava un temporale estivo intensissimo, colmo di tuoni e fulmini, la piccola perse la pallina, poiché le cadde giù dalla scala che portava alle ghiacciaie sotterranee del castello. La bambina la inseguì, ma sparì misteriosamente, e non si trovò più traccia né della pallina né del corpicino della piccola.

Le due guardie, che l’avevano persa di vista un attimo proprio mentre ella scendeva le scale, riferirono questa versione dei fatti al padre, che infuriatosi con loro, secondo la leggenda li condannò a morte. Infatti, molto probabilmente erano stati proprio quei due a commettere l’ipotetico delitto approfittando del momento opportuno, forse per paura di dovere stare vicino a una bambina così particolare, e ad averne poi gettato via e nascosto il corpo, e lavato le tracce.

Sta di fatto che da questo punto ha inizio la leggenda del famosissimo fantasma di Azzurrina, che durante le notti del solstizio d’estate, ogni cinque anni, si aggirerebbe ancora tra le mura del castello, gridando e piangendo, disperata per la sua sorte e spaventata. Ciò ha attirato tantissimo la curiosità di studiosi, parapsicologi e tanti altri, che hanno effettuato parecchie registrazioni dove si possono udire urla e parole pronunciate dal fantasma(materiale tra l’altro udibile al castello). Per ora, parrebbe che nessuno dei rumori di queste registrazioni(condotte in modo molto serio e professionale) abbiano riportato rumori riconducibili ad una qualche entità intelligente(lo stesso Piero Angela, andato anche lui sul luogo, ha affermato che ‘’è uno di quei casi in cui quando il livello di controllo diventa molto elevato, il fenomeno scompare’’). Sta di fatto che si possono udire strani rumori e si possono vedere eventi altrettanto strani. Io ho avuto modo di ascoltare le registrazioni, e vi giuro che sono comunque da brividi… da quelle degli anni duemila sembra che una voce di una bambina invochi disperatamente la madre.

Ecco, spero veramente che ora la poesia e le sue strofe abbiano acquisito un significato anche per voi. Mi scuso per le note lunghissime ma non potevo non spiegarvi a grandi linee l’argomento, altrimenti tutto non avrebbe avuto senso. Spero di avervi fatto conoscere qualcosa di nuovo.

Io ho visitato il castello tre volte, ed è molto bello, vi consiglio di visitarlo se capitate in zona. È molto suggestivo, ed inoltre al suo interno contiene reperti antichissimi, altri giunti a seguito delle Crociate, e tanto altro.

Ho voluto scrivere quindi una poesia su una leggenda. Non si sa se essa sia vera, poiché per oltre trecento anni è stata tramandata oralmente(la prima citazione scritta risale alla metà del Seicento), e per altri trecento ha continuato a far parte del folklore popolare, ma ci sono molte possibilità che i fatti narrati da essa siano realmente accaduti.

Beh, in ogni caso, che la bambina sia esistita o meno, così come anche il fantasma, ho voluto dedicare la poesia alla piccola e a tutti coloro che, nel corso del medioevo(ma anche in seguito, fino ai giorni nostri), sono stati vittime di efferate ingiustizie solo per una loro caratteristica fisica o somatica.

Vi ringrazio per aver letto anche questa poesia e spero di non avervi annoiato, ma ci tenevo molto a pubblicarne una riguardante la leggenda di Azzurrina.

Grazie di cuore per tutto, e buona giornata! A presto J

   
 
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