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Autore: Lady I H V E Byron    09/06/2016    0 recensioni
-PREMESSA: non è una storia Yaoi/Yuri/Shonen/Shoujo-ai-
"L’amore ha molti volti, ma quasi nessuno li conosce: esiste l’amore romantico, quello tra i membri di una famiglia; anche la fedeltà ad una persona, non necessariamente coinvolta sentimentalmente, può essere considerata amore, poiché anch’essa può creare un legame indissolubile. Oppure, come diceva un antico poeta, “Amicizia è Amore senza le sue ali”."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora, Ventus
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun gioco
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Incontro



A dividere i regni di Twilight Town e Radiant Garden c’era un sentiero lungo quasi un giorno, che passava per il bosco.
Una carrozza passava da quelle parti, disturbando il silenzio che regnava nel bosco.
Era circondata da molti cavalli, con sopra dei cavalieri armati di una spada a forma di chiave.
Uno di essi era seduto accanto al cocchiere, con la sua spada tra le gambe.
 A capo del convoglio vi stava un cavaliere dall’armatura dorata, che cavalcava un cavallo bianco.
Uno dei cavalieri retrostanti, dall’armatura rossa, spronò il suo cavallo, raggiungendo il primo cavaliere.
-Maestro…- disse, con la voce ovattata dall’elmo –Non credo sia stata una buona idea passare per questo sentiero… Forse ci conveniva fare la strada più lunga per tornare a Radiant Garden, quella che usavamo di solito.-
L’altro cavaliere, da dietro la visiera, assunse uno sguardo curioso.
-Perché dici questo, Terra?- domandò –Qualcosa ti preoccupa, forse?-
-No, è che… ho sentito dire che da queste parti ci sono i banditi. Per carità, non sono preoccupato per me, anzi. Sono piuttosto preoccupato per l’integrità dell’ambasciatrice e delle principesse.-
-Oh, insomma! Sei o non sei un cavaliere?- ribatté, seccato il cavaliere dorato –E poi non devi preoccuparti per l’ambasciatrice e le principesse. Hanno la loro guardia personale sulla carrozza.-
La visiera dell’elmo era oscura, ma era intuibile che il giovane cavaliere non fosse convinto delle parole del suo superiore.
All’interno della carrozza, una donna anziana stava ricamando un prato fiorito a piccolo punto; di tanto in tanto osservava le due ragazze di fronte a lei, sorridendo. Una di loro stava disegnando su un blocchetto, mentre l’altra osservava, annoiata, l’esterno della carrozza, sventolandosi con un ventaglio. Le due ragazze erano uguali, con l’eccezione dei capelli: una era rossa, l’altra era bionda, ma avevano lo stesso colore degli occhi, blu mare con riflessi viola.
Un improvviso scossone fece ringhiare la ragazza bionda.
-Oh, accidenti!- lamentò, battendo un pugno sul sedile –Il disegno è rovinato! Odio i viaggi in carrozza!-
-Rilassati cara.- cercò di calmarla la donna, continuando a ricamare –Puoi correggere l’errore o ne rifai un altro.-
-Oppure potresti direttamente smettere di disegnare, Naminé.- aggiunse la ragazza dai capelli rossi, distogliendo per un attimo lo sguardo dal paesaggio fuori la carrozza –Cos’è, una sorta di suicidio? Siamo appena tornate da una delle tue mostre e già ti rimetti all’opera?-
-Scusa, Kairi.- rispose Naminé, strappando il foglio con il disegno malriuscito –E’ che ogni volta che mi metto a disegnare riesco ad essere me stessa. E’ impossibile dirmi di smettere.-
Kairi, a quel punto, si mise a sbuffare, ma non per le parole della gemella.
-Comunque, non posso darti torto.- disse, riprendendo a sventolarsi col ventaglio –Anch’io odio i viaggi in carrozza. All’arrivo mi sento sempre con la schiena a pezzi. -
Anche la donna sospirò, rassegnata, ma sorridendo.
-E’ uno dei tanti prezzi da pagare per quelli che hanno il sangue reale, tesoro mio.- spiegò –Comunque, non potevamo mancare alla mostra dei nuovi quadri di tua sorella a Twilight Town. E anche quest’anno sono stati stimati più di un milione di munny a quadro.-
-Già…- mormorò la ragazza rossa, abbassando lo sguardo –Da quando mamma e papà sono morti, il regno sta praticamente cadendo. E’ vero, se non fosse per Naminé e i suoi quadri, saremo sulla strada a mendicare o saremo sposate con un principe idiota di un regno più ricco del nostro.-
-Purtroppo non possiamo far cessare le guerre in corso, Kairi…- sospirò nuovamente la donna.
-Però, ancora non capisco perché non sei tu a sedere sul trono, nonna.- rispose nuovamente Kairi, storcendo la bocca –Non fraintendermi, non ho niente contro zio Ansem, è un uomo buono e saggio, oltre ad essere un ottimo re, ma il regno non spetterebbe a te o a noi?-
-No, tesoro. Io ho abdicato per far regnare i vostri genitori. Ma sapete che con la morte di entrambi sovrani, il parente più vicino prende il loro posto e voi non avete ancora compiuto la maggiore età. Io sono troppo vecchia per governare un regno come Radiant Garden.-
-Però hai deciso di diventare ambasciatrice.- notò Naminé, chiudendo il suo blocchetto per i disegni.
-Eh, sì. Ho una valida scusa per viaggiare per i regni, almeno…-
Le due principesse ridacchiarono, divertite.
Kairi scrutò dentro la sua scarsella, tirando fuori una collana con una pietra azzurra a forma di cuore.
-Almeno abbiamo ancora qualcosa che ci ricorda la mamma.- disse, sorridendo.
Nel frattempo, all’esterno della carrozza, il viaggio sembrava procedere senza interruzioni.
Ancora nessuna imboscata da parte dei banditi.
Tuttavia, qualcosa impedì loro il passo: un albero caduto.
-Dannazione, questa non ci voleva…- mormorò il cavaliere in armatura dorata –Avevo dato la mia parola di arrivare in tempo per la festa di stasera…-
Dopodiché, si voltò, rivolgendosi al resto dei cavalieri.
-Presto, aiutatemi a spostare questo tronco!- esclamò, scendendo da cavallo.
I cavalieri fecero altrettanto.
–Tu resta a guardia della carrozza.- aggiunse, parlando al cavaliere seduto accanto al cocchiere, che rispose con un cenno.
L’ambasciatrice Dawn restò un po’ allarmata sull’improvvisa interruzione del passo, come le due principesse.
-Perché ci siamo fermati?- domandò al cocchiere e al cavaliere –E’ successo qualcosa?-
-Un tronco sta ostacolando il nostro cammino, signora.- rispose il cavaliere –Ma non temete, ripartiremo a breve.-
Erano una decina a spostare il tronco. Non era un’impresa ardua. Tuttavia, il cavaliere dall’armatura rossa notò un particolare sfuggito agli altri cavalieri.
-Guardate.- intimò, indicando un punto molto vicino all’albero –Non è caduto per forze maggiori. Qualcuno lo ha abbattuto.-
Era una trappola. Un diversivo.
Il vero pericolo era immobile sopra un ramo di un albero sovrastante la carrozza.
Approfittando della distrazione dei cavalieri, una figura dal volto coperto da un mantello con il cappuccio saltò dal ramo, atterrando rumorosamente sul tetto della carrozza.
Il cavaliere lì presente si allarmò, osservando verso l’alto.
-Ma cosa…?!-
Non ebbe il tempo di sguainare il Keyblade, che il bandito gli diede un calcio sulla visiera, facendolo cadere sul sentiero.
Il rumore fece allarmare il resto dei cavalieri, che si voltarono, sguainando i propri Keyblade.
Nel frattempo, lo sportello della carrozza si aprì, facendo spaventare le tre donne. Non riuscirono a vedere il bandito in faccia.
-Questa la prendo io!- disse, prendendo la collana con una mossa rapida.
Kairi, dal terrore, non oppose resistenza.
Ebbe solo il coraggio di urlare.
-AIUTO! UN BANDITO!-
Ma era troppo tardi: il bandito rubò uno dei cavalli e tentò la fuga.
-Dannazione! Ci siamo cascati in pieno!- esclamò, ringhiando, il cavaliere dall’armatura dorata.
Nessuno sapeva cosa fare. Eccetto uno, dall’armatura con riflessi verdi. Corse, salendo sul primo cavallo che trovò.
-Ci penso io a lui, Maestro!- esclamò, inseguendo il bandito.
Il cavaliere caduto dalla carrozza era ancora sdraiato sul sentiero.
-Aqua!- notò il cavaliere dall’armatura rossa, soccorrendolo.
Il resto dei cavalieri lo seguirono.
-Presto, togliete l’elmo!- suggerì il cavaliere dall’armatura dorata.
L’elmo blu fu tolto con estrema cura: una giovane dai capelli blu e occhi del medesimo colore, se non leggermente più chiari, fece dei respiri profondi.
-Aqua, stai bene?-
-Sì… sto bene, Terra.- assicurò la ragazza, alzandosi da terra e avvicinandosi alla carrozza –Ma quel bandito mi ha presa di sorpresa! Principesse! Ambasciatrice! State bene, vero? Non vi siete fatte male, vero?-
Le tre donne erano ancora sotto shock.
-No, stiamo bene.- assicurò la donna anziana –Ma quel ladro si è preso la collana appartenuta alla regina Claire!-
-A quest’ora sarà già lontano…-
-No, Aqua, la speranza è l’ultima a morire. Ven è partito al suo inseguimento.- informò Terra.
Infatti, il cavaliere dall’armatura dai riflessi verdi era molto vicino al bandito.
Spronò il suo cavallo fino all’estremo, pur di fiancheggiarlo.
Dalla sella non poteva far cadere il bandito dalla sella.
Tuttavia, portava un mantello, lungo fino ai piedi.
Ne prese un lembo, stringendolo bene, e poi tirò con violenza.
Come previsto, il bandito cadde di schiena sul sentiero.
Tuttavia, la sua caduta provocò anche quella del suo inseguitore, che rotolò insieme a lui.
Entrambi i cavalli continuarono a galoppare da soli, per pochi metri.
Senza pensarci due volte, il cavaliere sguainò il suo Keyblade e lo puntò verso il suo avversario.
-Restituisci ciò che hai rubato alla principessa!-
-Non so di cosa ti stia parlando…- fu la risposta del bandito, facendo spallucce.
-Non lo sai, eh? Allora ti rinfrescherò la memoria!-
Attaccò, sperando che il suo avversario si scansasse. Invece, parò il colpo.
E non con un pugnale o una balestra, armi comuni dei banditi.
L’arma del bandito fece stupire il cavaliere.
Era un Keyblade.
-Cosa?!- esclamò –Anche tu hai un Keyblade?!-
Il ragazzo sospirò, come se avesse udito tale frase più volte.
-Ma perché fate tutti la stessa domanda? E’ così irritante!-
Incrociarono più volte i loro Keyblade, in uno scontro che sembrava non avere una fine.
Il cavaliere era di poco più abile del bandito: non era comune vedere un ladro armato di un Keyblade e combattere con esso allo stesso livello di un cavaliere reale.
Un colpo di montante da parte del bandito colpì l’elmo del cavaliere, rimuovendolo.
Era un giovane di circa venticinque anni, dai capelli biondi acconciati verso l’alto, leggermente lunghi sulla nuca, e grandi occhi blu, che fissavano il ragazzo con rabbia.
-Strano. Vi facevo più vecchi, voi guardie reali.- notò, sfacciatamente, il bandito.
-Ho abbastanza esperienza per te, ragazzo.- fu la risposta del cavaliere, puntando una mano verso l’avversario –Ti do una dimostrazione di quello che mi hanno insegnato.-
Una raffica di vento colpì improvvisamente il bandito, che fece un volo di mezzo metro, prima di cadere di nuovo. Il Keyblade gli cadde dalla mano.
Il cappuccio cadde all’indietro.
Il cavaliere poté finalmente vedere in faccia chi stava affrontando, appena si avvicinò, abbassandosi.
Era molto giovane, doveva avere sui quindici o sedici anni. Capelli bruni a punta, tendenti al biondo, e occhi blu, come i suoi. I loro volti erano molto simili.
L’elsa del Keyblade premeva sulla sua gola.
-Questo è un colpo basso!- protestò il bandito.
-Quando si combatte contro quelli come te non ci sono regole!- rispose, serio, il cavaliere, fissando il suo avversario negli occhi –Ora restituisci ciò che hai rubato e ti risparmierò la vita!-
Il bandito sorrise in modo strano, mentre, con la mano, cercava qualcosa nel terreno.
-Sai… non credo che lo farò…- mormorò.
Finalmente trovò qualcosa con cui liberarsi: una pietra, grande più o meno come la sua mano.
Vi colpì il cavaliere, con una botta secca sulla tempia sinistra, che lo fece cadere.
Improvvisamente, vide tutto sfocato e la testa cominciò a girargli, oltre a fargli male.
Cercò di rialzarsi, tremando, con movimenti particolari, come se fosse sopra una superficie che ondeggiava.
Scorse, a malapena, il bandito mentre si rimetteva il cappuccio sulla testa e udì le sue parole.
-Dopotutto, come hai detto giustamente te… quando si combatte contro quelli come me non ci sono regole.-
Dopodiché, sparì nel bosco, quasi confondendosi tra i cespugli.
Il cavaliere stava riprendendo poco a poco la vista e l’equilibrio, ma era troppo tardi.
Il bandito era scappato. Con la refurtiva.
Il colpo gli aveva provocato una ferita sulla tempia sinistra. Una ferita che sarebbe divenuta presto cicatrice.
Fissò il bosco con ira e delusione verso se stesso.
Batté un piede per terra.
-E’ INUTILE CHE SCAPPI!- urlò –NON MI SFUGGIRAI PER SEMPRE! IO TI TROVERO’!-



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Note dell'autrice:
lo ammetto, mi sono ispirata ad una puntata di Once Upon A Time...
   
 
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