Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: BibyD95    09/06/2016    1 recensioni
"Lucy? Vieni Lucy, seguimi..."
Davanti a lei la bambina sorrideva. I capelli castano chiaro cadevano in morbidi boccoli sul corpetto rosso.
Lucy fece un passo avanti e lei le tese la mano. 
"Vieni con me..."
"Chi sei?"
La bambina si girò e iniziò a correre. 
La seguì mentre la nebbia densa si trasformava in una strada e intorno a loro si innalzavano ricchi palazzi signorili....
“...c'è una storia che devi sapere...”
 
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristina Calfucci, Federico Auditore, Lucy Stillman, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAP 3 - OGGI COME IERI
 
Cristina aprì la finestra e si sedette sul davanzale. L’aria fredda e profumata della notte entrò nella stanza e fece tremolare la fiammella della candela appoggiata alla toletta. 
La ragazza si asciugò stancamente le guance con il dorso della mano e si strinse nello scialle di seta appoggiandosi alla parete. 
Firenze dormiva sotto un terso cielo stellato, mentre la luna lontana, tonda e bianca splendeva illuminando la cupola del Brunelleschi. Come aveva già fatto il giorno prima. Come avrebbe fatto il giorno dopo e quello successivo. 
Per sempre. 
Sembrava che nulla fosse cambiato.                                                                                                                  
Sospirò.                                                                                                                                                                                                
Era lei ad essere cambiata:  aveva perso una parte di sé, del suo cuore, assieme al ragazzo di cui si era ormai incondizionatamente, stupidamente innamorata. 
Chiuse gli occhi, come per allontanare la malinconia. 
Quanto poteva essere passato dalla prima volta che lo aveva incontrato? Sei mesi?  Forse anche meno… 
Ma lei lo amava. Lo amava tanto. Più di quanto non avesse mai amato nessun altro in tutta la sua vita, e forse anche in futuro… 
 A questo pensiero di nuovo gli occhi le bruciarono e le lacrime scesero sulle guance arrossate, senza che lei facesse nulla per fermarle. 
Non lo avrebbe mai più rivisto.
 
Ne aveva avuto la certezza nel dal momento in cui Matilde, era entrata come una furia nella sua stanza, raccontandole ancora in preda all’affanno dell’arresto di Giovanni Auditore, consigliere del Magnifico,  e dei suoi figli.                                                                                  
-Ezio?  Che gli è successo? Matilde ti prego dimmelo!-                                                                                                      
La donna si era seduta sul letto per riprendere fiato - Non lo so piccola mia,  non lo so...-  aveva detto accarezzandole la testa e abbracciandola forte - …so solo che adesso insieme al padre vi sono il maggiore e il minore dei figli…-                                                                                                                                                                                         
A quelle parole il suo cuore aveva avuto un sussulto e lei era scattata  in piedi:  Ezio non era né il maggiore,  né il minore dei suoi fratelli,  e questo voleva dire che era ancora libero.                
 - Devo trovarlo Matilde,  devo aiutarlo,  devo...-                                                                                                                                    
Era già sulle scale quando una mano la aveva afferrata per un braccio                                                                                       
- No Cristina,  dove credi di andare?-                                                                                                                                        
Lei si era voltata di scatto e si era ritrovata faccia a faccia con suo padre che la guardava con aria severa
- è pericoloso per te uscire adesso,  torna in camera tua per favore -                                                                                                                                   
- ma padre…-
Senza sentire ragioni la aveva riportata gentilmente in camera, dove lei non aveva potuto far altro che piangere,  a pancia in giù sul letto,  con la faccia sprofondata nel cuscino. 
Piangeva per rabbia, per la frustrante consapevolezza di non poter fare nulla per cambiare quella situazione, di essere impotente.                                                                                                      
- Vi prego non piangete bambina mia… - La voce di Matilde era calda e dolce, come le carezze che posava sulle sue spalle - …piangere non serve a nulla,  se non a farvi stare male,  purtroppo l’unica cosa che possiamo fare ora è pregare il signore che tutto si sistemi... - 
Ma lei aveva continuato, facendo finta di non sentire, senza smettere nemmeno quando Matilde era andata via.
Non ricordava quanto tempo ci fosse voluto per far passare la rabbia.
Si era inginocchiata accanto al letto ed aveva pregato, con le mani giunte premute sulla fronte, piangendo in silenzio, che tutto andasse per il meglio, che tutto tornasse come prima.
Poi doveva essere crollata, perché quando aveva riaperto gli occhi, dalla finestra entravano già gli ultimi raggi infuocati del tramonto. 
Accanto a lei c’era Matilde che la guardava affettuosa ma triste. 
- Cosa è successo? - aveva chiesto mettendosi a sedere,  terrorizzata dalla sua espressione. La donna le aveva stretto le mani tra le sue ma non aveva parlato. 
- Matilde? - 
Lei le aveva accarezzato la guancia - Ezio è accusato di tradimento, il gonfaloniere vuole la sua testa… - A quelle parole si era sentita svenire.  
Matilde se ne era accorta e aveva continuato immediatamente -…non disperate bambina mia: l’ultima volta che l’ho visto, stamattina all’esecuzione, scappava dalle guardie. Sapete come è agile e svelto,  sicuramente starà bene ora… - la ragazza aveva ripreso a respirare ma il sangue le si era gelato nelle vene; aveva alzato gli occhi azzurri cercando quelli castani della governante 
- Esecuzione? Oh no Matilde, non… - aveva mormorato portandosi una mano alla bocca.
La donna la aveva abbracciata - Oh mi dispiace tanto piccola mia,  mi dispiace tanto… - 
Lei si era stretta nell’abbraccio - Ti prego fa che lui stia bene, ti prego... -
 
Cristina appoggiò di nuovo la schiena contro il telaio della finestra sforzandosi di non pensare a niente
 
“Cristina, Cristina, credo proprio che con quello che è successo ieri notte tu ti sia preparata un bel posticino nel secondo cerchio dell’inferno”                                                                                                                                                              
“Oh va’ al diavolo, sicuramente non ci arriverò prima di te!“            
 
 La voce allegra di Federico le risuonava nella testa, assieme all’immagine del ragazzo sorridente appoggiato alla bancarella delle stoffe… 
Lei non aveva mai rimpianto ciò che faceva, era sempre  sicura e responsabile delle sue azioni: mandarlo al diavolo quella mattina le era sembrata la cosa più giusta, ma ora il rimorso la tormentava, e le parole che gli aveva detto rimbombavano come una sentenza nel suo cuore. 
In fondo aveva iniziato ad affezionarsi anche a lui. Erano amici e, sperava, sarebbero potuti diventare anche ottimi cognati un giorno.
Ezio le aveva raccontato che era stato lui a spingerlo a venirle a parlare la prima volta che si erano incontrati. 
Una volta scherzando, lo aveva anche ringraziato per questo… 
“Non gli ho nemmeno chiesto scusa...” pensò chiudendo gli occhi “ … e adesso è troppo tardi…” 
Non aveva più forza, né lacrime per piangere, così tutto quello che riuscì a fare fu un profondo sospiro.                           
 
Un rumore di passi dal vicolo di fronte alla sua finestra attirò la sua attenzione. 
La ragazza osservò la strada sotto di lei. 
Dall’oscurità dell’arco emerse una figura barcollante che avanzò lentamente fino ad entrare nel cerchio di luce proiettato dalla lanterna.                                                                                
- Federico…? - sussurrò quasi a sé stessa - Federico! - gridò ancora sporgendosi dal davanzale e sgranando gli occhi celesti. 
Il ragazzo fece qualche passo malfermo. Alzò la testa, come per guardarla, per poi accasciarsi svenuto contro il muro. 
Cristina si precipitò fuori dalla stanza.
Senza curarsi del rumore scese a capofitto le scale, aprì il portone di legno massiccio e uscì in strada. 
Corse dietro l’angolo, nel vicolo, e cadde in ginocchio accanto a lui.                                                                                                                                                                       
- Oh mio dio... svegliatevi! Vi prego svegliatevi, vi scongiuro! - gridò in preda al panico, scuotendolo per le spalle. 
Non sapeva cosa fare. 
Restava ferma con il fiatone a fissarlo, incredula e scioccata: il ragazzo era lì, come uscito dai suoi pensieri. Era ferito, lei poteva sentire l’umido del sangue sotto la mano sinistra. Il volto era cinereo, appena arrossato sulle guance. Respirava a fatica. Cristina gli posò la mano sulla fronte: scottava.                                                                                                                                      
Il rumore del portone che si apriva la fece sobbalzare e, voltandosi di scatto verso l’angolo, vide apparire la snella figura di Matilde in camicia da notte e scialle, con una candela nella mano. 
- Cristina, ma cosa fate? Cosa…? - la donna fece qualche passo verso di loro, strizzando gli occhi per vedere meglio, per spalancali subito terrorizzata, appoggiandosi al muro per sorreggersi 
- Vergine santa...- mormorò con voce tremante facendosi il segno della croce,  per poi prendere fiato e urlare - Guar...! - 
Non finì la parola. Cristina saltata in piedi le aveva tappato la bocca con la mano                            
-  No Matilde ti prego! - supplicò, guardandola negli occhi - Ti prego... è ferito,  ha la febbre,  morirà se non lo aiutiamo! Ti prego!-   
Matilde si liberò - Morirà?! Cristina quel ragazzo è stato impiccato stamattina! È già morto! - 
- No! Matilde no, ti supplico… Se lo trovano le guardie lo uccideranno - replicò la ragazza quasi piangendo,  cadendo in ginocchio davanti alla governante.
Matilde non sapeva che fare: guardò prima Cristina, poi Federico infine fece un sospiro nervoso. 
- Signore dammi la forza. Andiamo aiutami a portarlo dentro… -  la ragazza si alzò e la abbracciò forte 
- Grazie Matilde, grazie -                                                                 
Insieme trasportarono il ragazzo nella piccola stanza adiacente la cantina e lo adagiarono sul vecchio letto. Delicatamente Cristina gli sfilò prima il farsetto, poi la camicia,  mentre Matilde saliva a prendere delle bende ed un catino d’acqua. La luce della candela illuminava il petto del ragazzo, disseminato di lividi, mentre più in basso,  all’altezza dello stomaco,  si estendeva un’enorme chiazza, dalle sfumature violacee. La ferita al braccio andava dalla spalla fino quasi al gomito:  non sembrava troppo profonda, ma gli aveva fatto perdere molto sangue. 
Lo sguardo della ragazza si soffermo un’istante sui segni scuri intorno ai polsi e al collo. 
La porta si aprì, e Matilde entrò: posò il catino per terra e si inginocchiò accanto a Cristina - …Fatemi un’po' vedere… - la ragazza si fece da parte. 
Per prima cosa Matilde posò un panno bagnato di acqua ed alcool sulla fronte del ragazzo , poi pulì e disinfettò la ferita, la ricucì abilmente e la fasciò stretta. 
Infine si alzò, fece un sospiro ed incrociò lo sguardo interrogativo di Cristina - La ferita al braccio dovrebbe guarire in fretta, come anche il resto… ma solo se riuscirà a superare la notte, se la febbre non avrà ragione di lui prima… - 
Cristina si lasciò sfuggire un sorriso amaro - …Se è arrivato fin qui non ha ragione di morire adesso… - Matilde sospirò ancora - Preghiamo che sia così cara… - La ragazza si inginocchiò di nuovo accanto al letto e il suo sguardo ricadde sui lividi che ricoprivano il petto di lui. 
- Le guardie non devono essere state troppo gentili con lui - disse Matilde mentre metteva via le bende sporche e si sedeva sulla sedia accanto al letto.
- Erano innocenti Matilde,  non avevano fatto nulla… - la voce di Cristina era stanca,  eppure era tangibile in essa la rabbia - … per quanto possa spingersi oltre un padre non metterà mai a rischio la vita dei figli coinvolgendoli in un complotto. Suo padre non lo avrebbe mai fatto. Giovanni amava troppo la sua famiglia per permettersi di giocare con le loro vite in quel modo. Sono sicura, Matilde, che se ne avesse avuto la possibilità sarebbe morto tre volte pur di risparmiare loro la vita. No Matilde, li hanno voluti togliere di mezzo,  a che pro altrimenti uccidere anche loro? - disse indicando con un cenno del capo il ragazzo - un ragazzo di vent’anni e un bambino di tredici che colpa potevano avere? Tu mi hai detto che cercavano anche Ezio: pensi che se lo avessero trovato il suo destino sarebbe stato diverso dal loro? Perché uccidere tutti i figli maschi se non per stroncare la famiglia? - concluse prendendo fra le sue la mano di Federico.
Matilde le posò una mano sulla spalla - …Avete ragione bambina mia, ma non possiamo farci niente: ormai sono morti e noi abbiamo fatto tutto quanto potevamo per aiutare lui,  possiamo solo pregare ora… -                                                                     
- Non voglio che muoia Matilde… - la voce di Cristina era spezzata -… adesso lui è l’unica persona che può riportarmi da Ezio...- sospirò -… e poi, non gli ho ancora chiesto scusa,  per ieri, per come mi sono comportata…- mentre parlava una lacrima scintillante come una piccola perla le rotolò giù dalla guancia, senza che se ne accorgesse, e le ricadde sulle mani giunte,  tingendosi nella caduta,  dei riflessi dorati della candela. 
 
 
 

L’AngoloDiBibi

Come promesso eccoci finalmente nel 1400 :D  
Piccolo chiarimento: racconterò la storia senza usare la "prospettiva Animus", ovvero utilizzando i pov dei vari personaggi, indipendentemente se siano essi effettivamente legati a Lucy o meno.
La storia quindi parte da qui (in origine questo era il primo capitolo dopo il prologo!) con una Cristina depressa e innamorata...
Come al solito un gigantesco grazie a tutti gli intrepidi (non importa se silenziosi) lettori.
Alla prossima!
Bibi
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: BibyD95