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Autore: Milla Chan    11/06/2016    1 recensioni
Rei era sempre stato affascinato dalla coordinazione che si nascondeva dietro l’efficienza di un albergo di lusso. Era un meccanismo: ogni cosa doveva funzionare in modo perfetto e armonico, ogni persona contribuiva all’andamento ben scandito di quel grande orologio vivente.
Ma un granello di polvere basta a inceppare tutto quanto.
[Reigisa] [Hotel AU]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Day 8: Blooming
 
Un'altra calda giornata come tutte le altre per il figlio del proprietario. Apertura della reception alle sei e mezza di mattina, puntualissimo, preparazione delle partenze, degli eventuali arrivi e pagamento dei conti, distribuzione dei fogli delle camere alle donne delle pulizie e giù in sala. Compilare i registri online e cartacei con gli arrivi del giorno precedente, ritirare le ricevute delle spese in ordine cronologico e alfabetico, controllare che gli arrivi, le partenze e le caparre della settimana corrispondessero sia nel portfolio che nel planning sul computer. E tutto questo prima delle due del pomeriggio, perché dopo pranzo avrebbero incominciato immediatamente a pensare alla cena, quindi la stampa dei menù, il ritiro delle schedine dalla sala, insomma, la quantità di mansioni da svolgere non si esauriva mai.
Erano circa le dieci e mezza di mattina quando riuscì ad avere un attimo di respiro per dare un’occhiata al fidato taccuino dei minibar delle stanze. Una decina abbondante necessitava di essere controllata, quindi verificò quali clienti fossero ancora in camera, almeno secondo il computer. Fece un segnetto a biro accanto al numero delle camere in cui sarebbe potuto entrare, prese il passepartout e incominciò dalle stanze di quel piano, per poi scendere al secondo. Appena a sinistra vide la 201, e con un sorriso amaro ricordò quando Nagisa gli aveva tirato una scarpa in testa.
Abbassò la testa sul taccuino e vide il trattino accanto al numero. Prese un bel respiro, bussò e aprì la porta, per trovarsi immerso nel buio. Proprio come ricordava, in quella stanza regnava il caos assoluto. Non fece in tempo ad alzare gli occhi dal pavimento né a muovere un passo che la voce di Nagisa lo fece sussultare.
-Nanako, sei tu?- sentì mormorare dal bozzolo di coperte nel letto.
-No, veramente…-
-Ooh, sei Rei…!-
-Stavi ancora dormendo?- commentò sorpreso, ma neanche troppo.
-Eheh.- lo sentì ridacchiare. -A dir la verità no.- affermò facendo frusciare le coperte. Effettivamente, la sua voce non era assonnata e Rei non poteva contraddirlo.
-…Ancora a fare i minibar? Ma davvero non è noioso?- continuò il ragazzo a letto.
Rei aggrottò la fronte confuso. -No. Cioè, no alla seconda domanda. Alla prima, la risposta è sì.-
Quasi non riuscì a finire la frase che Nagisa tornò a parlare. -Sai, stavo giusto pensando a te, sono felice che tu sia arrivato! E poi mi stavo annoiando, pensavo che potremmo fare due chiacchiere, uh?-
Rei vide le coperte spostarsi e la sagoma di Nagisa stiracchiarsi, per poi sedersi sul letto e guardare verso di  lui.
-Umh, non credo di avere molto tempo a dir la verità. Volevi chiedermi qualcosa in particolare?-
-Non lo sooo, ci stavo ancora pensando, ma speravo che tu avessi qualche idea per iniziare una conversazione!- si lamentò ridendo.
Rei sorrise e scosse la testa, andando verso il minibar. -Non tirarmi scarpe in testa, questa volta.-
-Tranquillo, stavolta ti ho identificato.-
Rei aprì il piccolo frigo e segnò le bibite mancanti, trovando strano il silenzio di Nagisa.
-C’è qualcosa che non va?- chiese infatti una volta finito, avvicinandosi alla portafinestra e aprendo le tende per lasciare finalmente entrare la luce del sole. Si girò verso il letto e vide Nagisa che lo guardava a sua volta, seduto a gambe incrociate, indossando giusto un paio di pantaloncini rosa, con un gomito sul ginocchio e la guancia appoggiata al palmo della mano. Aveva un’aria vispa e lo scrutava con occhioni vivaci, le guance rosate e un paio di mollettine rosse in testa che gli liberavano la fronte dai capelli. Il biondino scrollò le spalle. -Nah, pensavo.-
Rei inarcò le sopracciglia. -La cosa ti stupisce così tanto?-
-Ehi!- esclamò con le guance gonfie, facendo scoppiare a ridere entrambi. Rei si avvicinò a lui, come se la sua risata fungesse da calamita, e gli si sedette accanto sul letto.
Nagisa iniziò a giocherellare con le cuciture della sua camicia, mentre le risate si spegnevano.
-Grazie per avermi riaccompagnato in hotel l’altro giorno. E l’altro giorno ancora! E anche per tutto il resto.-
-Oh, di nulla! Grazie a te piuttosto.-
Nagisa alzò gli occhi dalle cuciture al volto di Rei, scrutandolo a fondo, come se fosse stupito. -Di cosa?-
Rei sentì un brivido lungo la schiena nel sentire la sua voce diventare improvvisamente seria. -Di… tutto il resto?-
Si guardarono negli occhi in silenzio. Rei non sapeva cosa stesse succedendo. All’improvviso, gli sembrò che la stanza fosse invasa da una particolare gamma cromatica. Gli occhi di Nagisa non erano mai stati così magnetici, due tazzine profondissime e calde di sciroppo dolce e viscoso che sembravano avvicinarsi sempre di più. Il suo profumo gli riempì il cuore e, quando le mani di Nagisa gli strinsero quasi convulsamente la camicia mentre lo tirava verso di lui, Rei non riuscì a resistere e premé le labbra sulle sue.
Il cuore sprofondò sotto i piedi per una manciata di secondi, ma Nagisa fece di tutto per far sì che non si allontanasse.
Un gesto talmente naturale, come un corpo che si lascia cullare dalle onde, che non aveva nemmeno avuto tempo di pensare a ciò che stava facendo.
Rei si allontanò piano e guardò Nagisa, che ricambiava lo sguardo con la testa leggermente inclinata e la bocca mezza aperta in un sorriso abbozzato e sorpreso. Sentiva un ronzio insistente per il quale temeva di svenire da un momento all’altro.
Non c’era parte di Rei che non tremasse, dalla punta delle dita, allo stomaco, alle ginocchia. Le braccia sottili di Nagisa si allacciarono attorno al suo collo e Rei appoggiò la fronte contro la sua, con il fiato corto e il cuore che batteva esageratamente forte, come se avesse appena corso per cento chilometri.
-È da un sacco che volevo farlo.- confessò Nagisa con un sussurro, stringendolo forte contro di sé.
Rei non sapeva cosa rispondere. Temeva un infarto e in testa aveva solo un gran casino. -D-Davvero?- chiese, in una sorta di trance.
Nagisa non poté fare a meno di ridere e nascondere la faccia sulla sua spalla, stringendogli la camicia tra i palmi delle mani. -Davvero.-
Da come giocava nervosamente con il suo orlo, Rei dedusse che anche lui dovesse sentirsi in qualche modo imbarazzato.
Il più alto si morse l’interno della guancia e lo abbracciò altrettanto forte, mentre si riempiva i polmoni con il profumo dei suoi capelli fino a farsi girare la testa.
-Anche io.- bofonchiò Rei, in uno stato semi confusionario. -Però, forse io ora… dovrei, credo, tornare a lavoro, ma…-
-Prima mi baci e poi mi abbandoni, uh?- esclamò il biondo con una nota di melodrammaticità spezzata da una risata leggera. -…Questo è crudele.- concluse con un tono più basso, totalmente diverso dal solito, appoggiando una mano sulla sua nuca e avvicinandolo a sé, sentendolo rabbrividire mentre abbassava le palpebre lo baciava ancora, dischiudendo a poco a poco le labbra.
Rei sentì le gambe molli man mano che approfondivano il bacio e, quando qualcuno bussò alla porta, sussultò violentemente. Si tirò in piedi e si aggiustò goffamente la camicia in tutta fretta, mentre delle voci femminili provenivano da dietro la porta.
-Nagi-chan, apri!-, -Non abbiamo la chiave!-
Nagisa alzò gli occhi al cielo e si alzò mollemente dal letto. -La dimenticate sempre in camera!- rispose con voce squillante, rivolto verso la porta.
-Senti chi parla!-
Rei aprì e le tre ragazze rimasero un attimo spiazzate. Fece un piccolo inchino rigido e le lasciò entrare. -C-Chiedo scusa, ero qui per controllare il minibar, non vi disturberò ulteriormente.-
Mentre usciva dalla stanza rigido come un manichino e richiudeva la porta, diede una veloce occhiata dietro di sé e vide Nagisa rivolgergli un sorrisetto divertito. Si allontanò a passi svelti dalla camera, sentendosi quasi venir meno e udendo in lontananza un “Cariiiiino!” urlacchiato dalle tre sorelle.

Rei si guardò attorno nella reception vuota e silenziosa, inglobato da una sensazione di annebbiamento, e cercò nuovamente di riordinare i propri pensieri. Da quanto tempo era lì, in quello stato? Per l’ennesima volta, si chiese se fosse successo davvero ciò che pensava. Non si ricordava come fosse riuscito a congedarsi e ad uscire da quella stanza sulle proprie gambe, che si scioglievano nuovamente al solo pensiero. Si massaggiò la fronte e spostò gli occhi sul plico di fatture che aspettavano di essere compilate. Era felice, sentiva che avrebbe potuto camminare a mezzo metro da terra, ma era anche terrorizzato e continuava a sospirare. Non si aspettava di baciarlo così, praticamente dal nulla, in camera sua. Pensava a qualcosa di più romantico, come la spiaggia di notte, cosa che effettivamente sarebbe potuta succedere se Nagisa non si fosse addormentato. Eppure era stato più forte di lui.  E ora? Cosa avrebbe dovuto fare?
-Reeei-chaaaan!-
Alzò la testa e vide Nagisa comparire dalle scale, arzillo come una trottola. Appoggiò i gomiti al bancone e sporse il collo verso di lui.
-Le mie sorelle pensano che tu sia carino.- sussurrò dopo essersi guardato attorno, onde evitare la presenza del nemico.
-Sono davvero lusingato, ringraziale. Anche loro sono carine.-
Nagisa gonfiò le guance e assottigliò lo sguardo. -Rei-chan, non pensavo che avresti reagito così!-
Rei alzò le spalle e gli sorrise con un velo di imbarazzo. Nagisa emise un borbottio basso.
-Comunque non sono qui per questo, ovviamente sono qui per…- fece una pausa teatrale mentre allungava un braccio verso le porte della reception. -…portarti viiiia con me!-
Rei strabuzzò gli occhi e ci mise qualche secondo a ricomporsi. -…Cosa intendi?-
-Intendo che voglio uscire con te! Cos’altro sennò?-
-Oh… Oh! Va bene.- esclamò Rei, guardando l’orologio e alzandosi in piedi con uno scatto.
Il volto di Nagisa si illuminò, incredulo. -Cosa? Vieni? Così, senza farti pregare? Senza far storie? Davvero?-
-Perché no?-
-Sai, le solite cose tue…- incrociò le braccia e si aggiustò un paio di occhiali immaginari, in un’esilarante imitazione di Rei. -Lavoro, responsabilità, ordine, puntualità!-
-… Io non faccio così.- borbottò Rei, imbronciato, aggirando il bancone. Nagisa si aggrappò al suo braccio e appoggiò la testa sulla sua spalla, ridacchiando felice. Rei sorrise spontaneamente a quel contatto.
-Dove mi porti? In spiaggia? In piscina? In qualche stanza segreta dell’hotel?-
-Stanza segreta? Mi sembra che mi avessi già chiesto una cosa del genere, e che io ti avessi già risposto.-
Nagisa si morse il labbro inferiore e guardò Rei dal basso. -Sì, ma pensavo che ora che siamo più intimi mi avresti detto la verità.-
Rei arrossì. -Ma è questa la verità!-
-Ummh, è ancora troppo presto a quanto pare.- pensò a voce alta il biondino, senza ascoltare, con un sospiro. -Insomma, dove mi porti?-
-Non lo so, dove preferiresti andare?-
-Andiamo in spiaggiaaaa!-
 
Nagisa fece un verso strano, come una risata trattenuta.
-Perché ridi?- chiese Rei, che camminava accanto a lui sulla stradina.
-Sembra che tu stia svolacchiando in giro, sei felice?-
-Sinceramente?- mormorò in imbarazzo. -Sì.- concluse a voce bassissima, ma con un sorriso. -Mi sembra tutto bellissimo.-
Nagisa si sbilanciò quel tanto che bastava per dargli una leggera spallata, guardandolo dal basso. -Come te, Rei-chan.-
Le guance di Rei si tinsero di un rosso intenso, facendo scoppiare a ridere l’altro.
In quel momento, a Rei sembrava di poter leggere chiaramente ogni emozione che traspariva dal suo volto. Gli appariva limpido e cristallino, fresco e dolce come l’acqua. Ciò che era successo quella mattina, quei baci, quelle parole che l’avevano fatto rabbrividire non avevano cambiato Nagisa di una virgola e Rei era incredibilmente contento di ciò, ma allo stesso tempo inquieto. Se da una parte aveva paura che qualcosa cambiasse in Nagisa, che la loro amicizia potesse essere rovinata, un’altra parte di lui, molto più piccola ma incredibilmente fastidiosa, temeva anche che quello che era successo non significasse poi così tanto per lui. Aveva dubbi su ogni cosa.
-Comunque non mi hai ancora detto perché non ti sei fatto pregare, mi ero già preparato un discorso per convincerti!- disse Nagisa, interrompendo il suo flusso di pensieri.
-Oggi ho il pomeriggio libero.- rispose semplicemente Rei.
-Woooah, quindi li hai dei giorni liberi! Credevo vivessi lì ventiquattr’ore su ventiquattro.-
-In realtà ogni giorno potrebbe essere giorno libero, dato che non sono vincolato da alcun contratto. Se dovessimo tener conto delle mie ore di lavoro, avrei diritto a due giorni liberi a settimana.-
Nagisa lo guardava con la bocca leggermente aperta e le sopracciglia che formavano due archi quasi perfetti.
-Allora possiamo uscire tutti i giorni! Andare al mare insieme!- esclamò con fervore.
-N-Non è così che funziona…- abbassò la voce e spostò lo sguardo verso la strada. -…Anche se mi piacerebbe moltissimo passare del tempo con te, ho dei doveri personali. E presumo che anche tu debba passare del tempo con la tua famiglia!-
Nagisa sbuffò e si avvicinò un po’ di più a Rei per avvolgere le dita attorno al suo mignolo.
-Ah-ha.- asserì con tono strascicato mentre si fermava nel mezzo della stradina deserta e assolata. Rei si girò a guardarlo e stava per chiedergli il perché di quella sosta, ma Nagisa gli appoggiò le mani sulle spalle e si alzò sulle punte dei piedi per stampargli un bacio sulle labbra, cogliendolo di sorpresa. Si allontanò con uno schiocco e tornò alla sua altezza normale; sul suo volto sbocciò un sorriso, e il più alto sentì che lo scaldava più di quanto non stesse già facendo il sole. I suoi dubbi sembrarono volare via assieme alla brezza che li investì pochi secondi dopo.
Non poteva non significare nulla.
   
 
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