Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: Natory28    11/06/2016    5 recensioni
Tratto dal film Loving Annabelle (AU).
Mi è sempre piaciuto moltissimo questo film, il loro gioco di sguardi, l'intensa, la passione e i sentimenti che si trasmettevano senza dire una parola, ovviamente questa storia si basa sulla versione estesa con il finale alternativo :)!
Clarke Griffin, figlia adolescente di una nota senatrice, dopo essere stata espulsa da ben due scuole per la sua condotta ribelle viene mandata in un collegio cattolico. Qui, Clarke viene assegnata al dormitorio diretto dalla professoressa Lexa Woods,insegnante di letteratura e poesia, e fa la conoscenza delle sue compagne di stanza: l'amichevole Raven, la prepotente Octavia e Harper, una fragile ragazza affetta da disturbi d'ansia. Lexa Woods è un'insegnante seria e irreprensibile,e vive nel pieno rispetto delle norme etiche e religiose imposte dall'istituto; Clarke, invece, è anticonformista e insofferente al rigore del collegio e risulta perciò essere il perfetto contraltare al carattere represso di Lexa. Clarke non tarda a mettersi nei guai e passa il segno quando si presenta in classe indossando una vistosa collana buddhista; la preside del collegio, la Madre Superiora Nia, affida a Lexa il compito di far rigare dritto la ragazza......
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Capitolo 14 -
 
[Voce Narrante]
Il mattino dopo Octavia, Raven e Harper stavano facendo colazione in mensa.
“Mi chiedo dove sia Clarke”, sbottò Octavia.
“Scusa ma che te ne frega?”, le rispose Raven.
“Non è rientrata in stanza ieri notte”, ribatté la prima.
“Ma dai?!”, esclamò l’altra.
“Probabilmente sarà nella stanza della signorina Woods”, affermò piccata Octavia.
“No!!”, Raven era incredula.
“Non mi interessa se stanno insieme. Mi piacciono tutte e due!”, esclamò Harper in loro difesa.
Octavia si alzò dal tavolo e si diresse a quello della Madre Superiora.
“Madre Superiora?”.
“Sì, Octavia?”.
“Sono un po' preoccupata per Clarke e la signorina Woods. Non le ho ancora viste stamattina.”
 
[Lexa]
Fui svegliata dai raggi del sole che stavano filtrando dalla finestra, mi girai verso Clarke e un sorriso si dipinse sul mio volto. Poi il mio sguardo la oltrepassò e si fissò sulla sveglia lampeggiante che segnava le 12:00, era saltata la luce e la sveglia non era suonata. Colta dal panico cercai di svegliare Clarke.
"Clarke, svegliati, svegliati, ti prego”, la implorai.
“Cosa c’è?”, mi domandò assonnata e stiracchiandosi.
“Clarke, svegliati … merda”, imprecai.
“La sveglia non ha suonato, devi alzarti e vestirti, prima che ci scoprano”. Ci stavamo vestendo, ma non fummo abbastanza veloci, infatti Nia entrò nella camera senza bussare, e ci scoprì.
“LEXAAAA!!”, disse quasi inorridita. “Voglio vederti subito nel mio ufficio!”, ordinò uscendo dalla stanza.
“Non è possibile che sia successo!”, esclamai con un filo di voce ancora incredula. Clarke mi si avvicinò e in un sussurro provò a tranquillizzarmi.
“A...andrà tutto bene Lexa”.
Anche se non ci credevo molto, le rivolsi un piccolo sorriso.
“Faresti meglio ad andare Clarke… Per favore…”.
Lei prese le sue scarpe e lasciò la stanza.
Guardai Clarke uscire dalla mia camera, ero veramente nel panico, avevo seguito il mio cuore e questo era il risultato. Mi sedetti alla mia scrivania, mi presi la testa con le mani. La mia mente stava esplodendo, mille pensieri non mi davano pace, notai che le foto che avevo fatto a Clarke alla spiaggia erano sparpagliate sul mio tavolo.....ne presi una in mano, la fissai per qualche istante e un timido sorriso balenò sulle mie labbra. Un senso di calma e tranquillità sconfisse il panico che era sopraggiunto pochi minuti fa...avrei difeso la mia scelta, nonostante tutto, avrei fatto qualsiasi cosa per lei.
 
[Clarke]
Avevo lasciato la camera di Lexa, anche se non avrei voluto. Volevo starle accanto, e difenderla. La scorsa notte era stata la più bella della mia vita e volevo a tutti costi difendere il mio amore da tutto il resto del mondo.
Si, io amavo Lexa, con tutto il mio cuore. Non riuscivo a pensare ad altro che lei, a quello che avrebbe dovuto passare a causa mia, a cosa le sarebbe successo. Ero seduta accanto ad Harper sulla panca della chiesa, in sottofondo c’era padre Titus che stava parlando, ma io non sentivo neanche una parola del suo sermone, ero persa nel vuoto. Notai parecchi sguardi di Harper che si stava seriamente preoccupando, non mi aveva mai vista in questo stato. Ma non riuscivo ad essere la solita Clarke.
 
[Lexa]
Stavo percorrendo i corridoi dell’istituto andando incontro al mio destino, non avevo certo fretta di entrare nell’ufficio di Nia, così, lentamente, mi avvicinai alla sua porta, da fuori riuscì chiaramente a sentire che stava pregando.
Ricordati, o Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo aiuto, abbia chiesto il tuo soccorso, e sia stato abbandonato. Animato da tale fiducia, a te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini. A te vengo, dinnanzi a te mi prostro, peccatore pentito. Non volere, o Madre del verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami benevola ed esaudiscimi. Amen”.
Bussai delicatamente.
Avanti….
Mia zia era di spalle ma si girò subito verso di me con il suo sguardo freddo, di ghiaccio, era in piedi dietro la sua scrivania. Io mi sedetti di fronte a lei.
“Sono senza parole….”, fece un pausa lunghissima e poi continuò il suo rimprovero.
“Come hai potuto lasciare che accadesse una cosa del genere?”.
“Non lo so”, sospirai. In realtà lo sapevo benissimo ma non avrebbe capito.
“Beh, di sicuro ci sarà stato un momento in cui avrai pensato: ‘E' davvero questa la cosa giusta da fare?’”
“E' successo in ogni singolo momento”, le risposi quasi arresa.
Sospirai pesantemente e provai a spiegare le mie ragioni.
“Non sto cercando di dire che quello che ho fatto sia giusto”.
“NON E’ GIUSTO!”, urlò Nia.
“E non mi aspetto di certo che tu capisca. Ma io l’AMO.” le confessai guardandola negli occhi, alzando anche io la voce.
Lo sguardo di mia zia fu scioccato e deluso allo stesso tempo, non poteva concepire una cosa del genere, non era la sua religione, scosse la testa e abbassò lo sguardo.
Dietro le mie spalle sentì il rumore di una ricetrasmittente, mi voltai e vidi due agenti federali pronti a prelevarmi. Ero quasi sconvolta, la madre Superiora, mia zia Nia, aveva chiamato le autorità per farmi arrestare. La guardai con uno sguardo di pena negli occhi, e mi alzai senza far storie per seguire gli agenti.
Ero ancora sulla porta dell’ufficio e Nia parlò.
“Sono dispiaciuta Lexa.”
“Non esserlo. Io NON lo sono!”, le risposi secca.
 
[Clarke]
Uscita dalla chiesa, stavo per rientrare nel dormitorio. Il mio sguardo vagava in giro e venni catalizzata da diverse auto nere parcheggiate nel viale di ingresso, lessi le targhe: ‘Governo degli USA’. Subito il panico mi assalì. Cominciai a correre più in fretta possibile dentro l’istituto.
Arrivata nel corridoio, vidi due agenti vestiti di nero che trascinavano via Lexa. Il mio cuore si fermò. Continuai a correre.
“ASPETTATE!”, urlai.
Corsi da Lexa e l’abbracciai stretta, le lacrime si stavano facendo largo nei miei occhi. Mentre eravamo abbracciate il mio cuore batteva forte, i nostri corpi erano così vicini che potevo sentire anche quello di Lexa battere all’unisono con il mio.
“Cos’è successo? Dove ti stanno portando?” le chiesi in un sussurro.
Lei si staccò dall’abbraccio e mi sorrise timidamente.
“Andrà tutto bene Clarke!”. Le strinsi le mani per un ultimo momento, e le lacrime cominciarono a rigarmi le guance. Cercai di sorriderle e prima che la portassero via da me, le diedi il mio rosario buddhista.
Rimasi lì a guardare mentre la portavano via, come una comune delinquente...la mia Lexa....lei si girò diverse volte a guardarmi cercando di sorridermi. Io invece non facevo che piangere, dopo pochi attimi sparì dalla mia vista.
Mi voltai e cominciai a camminare sempre più velocemente, le compagne erano tutte nel corridoio che mi guardavano, ma non mi importava. Continuavo a piangere.
Ero già lontana, ma sentì Harper urlare contro Octavia.
“TI ODIO OCTAVIA !!!”. Mi girai per un secondo e vidi Harper correre via, Raven diede un ultimo sguardo di disapprovazione alla mora poi seguì le orme dell’altra compagna.
Octavia rimase sola e sospirò quasi dispiaciuta.
Ora era tutto chiaro, era stata lei a fare la spia. Poco importava, non leniva di certo il dolore che stavo provando. Camminai senza una meta precisa, ma mi ritrovai davanti alla stanza di Lexa...entrai e le lacrime scesero giù copiose, guardai il letto dove, poche ore fa, ci eravamo amate e il cuore cominciò a battermi forte nel petto.
Mi avvicinai alla scrivania e notai le mie foto, quelle che mi aveva fatto alla casa sulla spiaggia....ne presi in mano una, stavo sorridendo felice. Distolsi lo sguardo dalla mia immagine e guardai fuori dalla finestra, pensando ‘Sì, andrà tutto bene, deve andare tutto bene’, un timido sorriso si affacciò sulle mie labbra.
 
[Lexa]
Ero seduta sul sedile posteriore della macchina dei federali. Avevo tra le mani il rosario che mi aveva dato Clarke, lo stavo stringendo tra le dita come se fosse la mia salvezza, ero triste, delusa, il mio cuore era in pezzi, ma per la prima volta in vita mia non mi sentivo in colpa. Amavo Clarke e questa consapevolezza mi faceva stare in pace con me stessa, mi sentivo finalmente completa. Sì, forse avrei dovuto affrontare tante difficoltà ma ne sarei uscita, ne ero convinta.
Abbassai leggermente il finestrino e i raggi del sole quasi mi accecarono, respirai a pieni polmoni l’aria esterna, e ripensai alla notte scorsa, all’amore di Clarke che finalmente mi aveva aperto gli occhi, proprio come diceva Proust: ‘Il vero viaggio della scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi OCCHI’. Mi venne un timido sorriso a quel pensiero, nonostante la situazione precaria, ero serena, ed era tutto merito di Clarke.
 
[Clarke]
Era passata una settimana, avevo finalmente compiuto 18 anni, ero maggiorenne, avevo smosso mare e monti per tirare fuori la mia Lexa. Mi ero rivolta a mia madre, la senatrice Abby Griffin, e, con la promessa di fare la ‘brava’ e non rovinarle la carriera, ero riuscita nel mio intento....avevo giocato bene le mie carte!!
Ero in macchina mi stavo dirigendo verso la spiaggia, una mano sul volante e l’altra libera nell’aria fuori dal finestrino.
Mi fermai per una sosta carburante e per prendere una bottiglia d’acqua e uno snack, il mio sguardo cadde sulla prima pagina di un quotidiano.
Insegnante prosciolta per mancanza di prove nel maxi scandalo sessuale con la sua studentessa’.
Un mega sorriso si stampò sul mio viso, pagai il commesso e ripresi il mio viaggio.
Dopo mezz’ora parcheggiai sul lungomare, scesi dalla macchina e mi diressi alla casa sulla spiaggia di Lexa, lei era lì che mi stava aspettando, per una nuova vita insieme.
 
- “Un essere umano che ne ama un altro; questo è forse il più difficile tra tutti i compiti, quello definitivo, l’ultimo esame e prova, il lavoro per il quale tutti gli altri lavori, altro non sono che propedeutici.” - Rainer Maria Rilke
 
THE END


ANGOLO DI OCTOPUS3:
Beh siamo arrivate alle fine purtroppo, spero che la storia vi sia piaciuta. Per quel che mi riguarda mi sono divertita molto a scriverla, soprattutto cambiando i punti di vista.
Ci si legge alla prossima storia.
xoxo
Lory  
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Natory28