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Autore: Kiri94    12/06/2016    1 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Zero Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia entra nel suo arco narrativo finale: due anni sono trascorsi dalla battaglia contro gli Zero, ed è il momento di risolvere i problemi alla fonte, confrontandosi direttamente con la mente dietro ogni avvenimento nefasto della storia... gli Insyder!
Ma una cupa ombra nera sta lentamente divagando per il mondo, corrompendo la serenità ed un clima di pace apparente... una minaccia senza precedenti, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'umanità stessa e l'intero ecosistema del pianeta.
Gli Insyder vanno fermati in tempo, mentre le lancette del countdown alla catastrofe scorrono inesorabili, ma l'impresa si rivelerà più ardua del previsto...
In una storia che trascende le barriere del tempo, la Famiglia Kokuyo dovrà dare il meglio di sé per poter, finalmente, mettere la parola "fine" alle macchinazioni della mente dietro tutto e tutti... ce la faranno?
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Rajiv spalancò gli occhi, le cui pupille erano ora un esagramma simile a quello usato nei riti occultisti e di un colore nero intenso in netto contrasto con l'arancione sanguineo delle iridi, urlando – Psycho Dive: RILASCIO! – spalancando le braccia come ad invitare l'avversaria ad attaccarlo.

Jade, confusa, ripeté – Psycho... Dive? E cosa dovrebbe rappresentarmi quel gesto con le braccia? Vuoi abbracciarmi? – esclamò con un'aria vagamente irritata, serrando la presa sulle lame elettriche e lanciandosi all'attacco – Non ti permetterò di prendermi per il culo! – urlò una volta che fu a pochi centimetri da lui, vibrando un fendente dritto al collo di Rajiv... ma, nonostante la distanza ravvicinata e l'alta velocità del colpo, Rajiv inclinò la testa di pochi centimetri riuscendo a schivare l'incandescente lama al plasma con grande stupore di Jade, che tuttavia non perse tempo ripetendo l'attacco con l'arma impugnata nell'altra mano, ma anche questa volta Rajiv evitò il colpo, sfoderando un sorriso di sfida che mai si era visto prima comparirgli in volto.

Ormai sull'orlo della crisi di nervi, Jade imprecò – MA COME CAZZO E' POSSIBILE!? CHE RIFLESSI HA?! – iniziando a tempestarlo di colpi uno più veloce dell'altro, ma Rajiv li evitò tutti quasi con nonchalance, muovendosi solo quel tanto che bastava ad evitare il fendente, limitando il più possibile la spesa di energie a dispetto di Jade, che si sfiancava ogni secondo di più.

Incredulo, Haruo osservò la scena sconvolto: ciò che lo stupì realmente, tuttavia, non fu la velocità con cui Rajiv evitava gli attacchi, bensì la precisione dei suoi movimenti, come se conoscesse in anticipo la traiettoria dei fendenti di Jade.

Nonostante volesse intervenire per facilitare la sconfitta della sua avversaria, l'istinto gli disse di non intromettersi, poiché Rajiv non glielo avrebbe perdonato: questo, unito alla curiosità di Haruo nello scoprire cosa effettivamente fosse questo "Psycho Dive" lo spinsero a starsene in disparte... almeno per il momento.

Oltretutto, Rajiv sembrava cavarsela piuttosto bene anche da solo: nonostante fino a quel momento si fosse limitato a schivare con quei piccoli movimenti precisi, la sua dimostrazione di forza era solo all'inizio.

Improvvisamente, dopo aver schivato l'ennesimo colpo, spostò la testa in avanti avvicinandosi all'orecchio di Jade per poi mormorare – Ti sei divertita abbastanza piccolina: ora è il mio turno – colpendola immediatamente alla bocca dello stomaco con un pugno fortissimo che le mozzò il fiato, per poi sferrare un rapido quanto preciso calcio rotante alla testa che la schiantò al suolo con forza prima che lei potesse rendersene conto: l'impatto che ne risultò fu così violento che il corpo di Jade rimbalzò per terra, cosa che Rajiv sfruttò per afferrarla al braccio destro e proiettarla contro al muro, dove la ragazza sputò sangue all'urto ed infine si accasciò, senza muoversi.

Con una fitta al cuore, Haruo si voltò di lato con una smorfia: con ogni probabilità, quel volo le aveva spezzato la spina dorsale, o quantomeno causato una commozione cerebrale. Era spacciata.

Una lugubre risata, tuttavia, lo fece trasalire: Rajiv sembrava impazzito – Uhuhuh! Ma come, ho già rotto il mio giocattolo? Eh no, piccolina: non pensare che abbia già finito con te! – esclamò con sguardo folle, scagliandosi all'attacco.

Ma qualcosa lo trattenne: stupito, inclinò la testa... incrociando lo sguardo con quello di Haruo, il quale mormorò con aria piuttosto seria – Hey... basta così, Rajiv. Hai vinto. Non può nuocerci in quello stato: lasciamola lì e proseguiamo, non hai motivo di infierire su un avversario che è a terra – cercando di tirare indietro l'amico, che però si limitò a liberarsi con uno strattone e a scoppiare in un'insana risata – Uh...uhuh... uhuhahahahahah! Non ho motivo d'infierire, dici? Non hai capito nulla dalla vita, caro Haruo. Che gusto c'è a limitarsi a stordire una zanzara quando hai la possibilità di stamparla al muro trasformandola in una spettacolare macchia di sangue? Vuoi forse negare che se lo meriti? Non preoccuparti, come hai detto è già spacciata, ci metterò un attimo, giusto il tempo di... romperla del tutto! UhuhuAHAHAHAHAH! – esclamò, pronto a scagliarsi all'attacco... ma improvvisamente, come avvertito dall'istinto, si spostò di lato, appena in tempo per evitare che il pugno di Haruo lo colpisse allo zigomo.

L'incredulità di Rajiv parve riportarlo momentaneamente alla lucidità, perché esclamò – Haruo-kun! Cosa diavolo...? – fissando negli occhi il compagno, il quale si ergeva imponente con aria furiosa – Che cazzo ti è preso, Rajiv!? Ti ho detto di non infierire su un avversario inerme: è da codardi, e so che anche i nostri Boss la pensano così. Sei impazzito per caso?! Smettila di fare il coglione e muoviamoci ad andare avanti! – urlò visibilmente irritato, sperando che la sua sfuriata fosse bastata a far rinsavire l'amico.

Tuttavia, come ben presto scoprì, si sbagliava: lo Psycho Dive come effetto collaterale rimuoveva tutti i freni inibitori all'aggressività di Rajiv, senza contare che la pazienza del ragazzo in quel momento era pressoché inesistente – Oh, ho capito... ti schieri con loro, quindi? – mormorò in tono lugubre, alzando il braccio destro e tendendo il palmo della mano aperta puntato contro Haruo.

Questo fu troppo per i nervi già tesi del ragazzo: con fermezza e decisione, esclamò – Delta Drive – attivando Utopia e facendola roteare con agilità – No, non hai capito un bel niente: a quanto pare hai bisogno di una bella dose di legnate per ritrovare un po' di senno! Shen, Long – chiamò poi mentalmente i suoi due Spirit – Nel caso lo riteniate necessario, fermatemi: preferisco incassare qualche colpo di troppo che ferirlo seriamente – pensò in modo che solo loro potessero sentirlo: con pacatezza, Shen rispose – Non si preoccupi, mi assicurerò che la violenza non superi certi limit- – ma la ruggente voce di Long lo sovrastò – MA COL CAZZO! UN PO' DI SANE MAZZATE FRA UOMINI FANNO SOLO BENE! WOOO! MASSACRALO DI BOTTE E DIMOSTRAGLI CHE SEI IL MASCHIO ALFA, VEDRAI CHE LA PROSSIMA VOLTA CI PENSA DUE VOLTE PRIMA DI FARE LO STRONZO! – tappando la bocca di Shen impedendogli di replicare.

Con disappunto e preoccupazione, Haruo mormorò fra sé e sé – ... temo dovrò regolarmi da solo... inizio a rimpiangere di non aver avuto il tempo di imparare a controllare il Soul Drive al 100%... tsk... – preparandosi ad attaccare ma, prima che potesse anche solo contrarre un muscolo, una forza invisibile ed incredibilmente violenta lo spedì ad altissima velocità contro la dura parete rocciosa del castello senza nemmeno lasciargli il tempo di rendersene conto.

Stordito e dolorante, riaprì gli occhi giusto in tempo per scorgere il folle sorriso di Rajiv mentre abbassava la mano, ancora col palmo teso, e con sommo sconvolgimento del ragazzo si staccava lentamente dal suolo di qualche centimetro, levitando come fosse un fantasma: questo, unito all'energia invisibile che l'aveva scaraventato poco prima, riuscì a fargli intuire di cosa potesse trattarsi il fantomatico Psycho Dive – ... energia psichica. Ma certo...! Ora ho capito! – sgranò gli occhi, incredulo, irritato ed ammirato allo stesso tempo – Lo Psycho Dive consiste nello sblocco forzato delle capacità latenti del cervello, in parole povere capacità psicocinetiche e... – si rabbuiò, collegando la teoria appena elaborata con quanto visto contro Jade – ... e un'incredibile accelerazione del pensiero, il che comporta il vedere tutto il mondo attorno a te al rallentatore... ho indovinato, Rajiv? – domandò serio, in cerca di conferme ma anche di distrarre il più possibile l'amico.

Nonostante tutto, inaspettatamente, Rajiv parve dargli corda – Corretto: sei decisamente sveglio per essere un miserabile traditore! Sì, lo Psycho Dive consiste nello sfruttare la mia fiamma Allucinazione per accelerare le mie prestazioni cerebrali del 600%, il che porta il mio QI all'incredibile cifra di 924 e mi fornisce alcune capacità che ad un miserabile troglodita come te possono apparire quasi sovrannaturali ma che in realtà sono il semplice trionfo della scienza: capacità di vedere il mondo attorno a me ad una velocità fino a 3 volte inferiore, lo sviluppo di forti capacità psichiche, levitazione inclusa, e un elevato aumento... – s'interruppe un attimo per parare con nonchalance il rapidissimo colpo che Haruo aveva sferrato a sorpresa nella speranza di stordirlo col minor dolore possibile – ... dei riflessi – concluse, quindi contrattaccò con un fortissimo colpo allo stomaco che Haruo intercettò frapponendo Utopia a mo' di scudo, ma Rajiv non perse tempo e mirò un potentissimo cazzotto al volto del ragazzo, il quale tuttavia incassò il colpo stoicamente, sputando sangue e guardando con un sorriso soddisfatto l'espressione stupita di Rajiv – Testa di cazzo, fisicamente ti sono comunque nettamente superiore! – rispose come in un ruggito, sferrando con la mano libera un potentissimo pugno che Rajiv bloccò con una rapidissima parata, accusando però nonostante tutto il colpo – Questa tua tecnica è straordinaria, e non nego di nutrire ora più che mai un fortissimo rispetto nei tuoi confronti, ma... E' INUTILE SE LA TUA FORZA NON E' IN GRADO DI FERIRMI! – altro urlo, altro pugno – SMETTILA DI FARE LO STUPIDO, IDIOTA! – esclamò con ardore, sferrando un dritto che Rajiv accusò particolarmente male – AFFERMI DI AVERE 924 DI QI E NON RIESCI NEMMENO A CAPIRE CHE MI STO SOLO COMPORTANDO DA AMICO IMPEDENDOTI DI DIVENTARE UN ASSASSINO! RIDICOLO! – questa volta la frase fu accompagnata da un rovescio che Rajiv riuscì a schivare per miracolo, non potendo però evitare il cazzotto sferrato dalla mano destra, libera, che riuscì finalmente a mettere a segno il primo colpo al fianco sinistro, spostandolo di qualche centimetro.

Avvertendo il sapore del sangue in bocca, Rajiv parve perdere definitivamente il controllo – SILENZIO, TRADITORE BASTARDO! – sbraitò folle schivando la scarica di pugni dell'amico per poi roteare su sé stesso e affondare il gomito allo stomaco di Haruo, che si piegò senza fiato: approfittando dell'apertura, Rajiv levò in alto la gamba per abbatterlo definitivamente con un calcio dall'alto, ma inaspettatamente Haruo afferrò la gamba e lo sbilanciò spingendolo a terra, immobilizzandolo col proprio peso finché non si ritrovò a pochi centimetri dalla sua faccia: solo allora, col fiato ancora spezzato, esclamò affannato – Per tua... sfortuna... ho una resistenza... al dolore... decisamente superiore al normale...! – mentre spingeva con forza il ginocchio in mezzo alle gambe di Rajiv, che urlò di dolore – Fa male, eh?! Se vuoi che smetto, disattiva questo Psycho Dive del cazzo e torna in te! Non ho tempo da perdere per farti da babysitter, ho una missione da compiere da cui dipende il destino di innumerevoli vite! – condendo il tutto serrando ulteriormente la presa delle mani sui polsi del compagno stritolandoli fino a fermarne la circolazione, nella speranza che il dolore riuscisse in qualche modo a riscuotere la coscienza di Rajiv dal torpore.

Utopia, nel frattempo, giaceva dimenticata per terra in un angolo, sorvegliata da Shen e Long: ormai era diventata una scazzottata fra uomini, e non c'era posto per le armi.

*

Tre figure correvano compatte attraverso un lugubre corridoio scarsamente illuminato di cui non si scorgeva né l'inizio né la fine – H-hey... Yukiko-san...! Non è che sapresti dirmi mediamente quanto 'è lungo un corridoio in un castello? – domandò affannosamente Marsh, senza smettere di correre: Yukiko scosse la testa con disappunto – Non capisco... dall'esterno il castello sembrava sì imponente ma non così enorme, e invece sono letteralmente dieci minuti che corriamo senza meta e senza aver mai preso bivi attraverso un cunicolo che sembra non finire mai... merda, sicuramente abbiamo corso già più di tre chilometri se contiamo tutti i bivi, questo posto è un labirinto! Fermiamoci un attimo, ragazze! Devo... devo riorganizzarmi le idee... – esclamò fermandosi ed immergendosi nei suoi pensieri, mentre Marsh si accasciava sfinita in ginocchio per terra e Kumo si appoggiava alla parete mordendosi il labbro inferiore, visibilmente tormentata da qualcosa – Dannazione, cosa mi sta succedendo...?! La voce... la stessa voce che sentivo da bambina...! Ha ripreso a parlarmi...? Ma perché proprio ora!? – pensò fra sé e sé, portandosi le mani alla testa e comprimendola in modo da attutire la voce incomprensibile che le echeggiava nella mente da quando avevano messo piede nel castello: tuttavia, né Yukiko né Marsh parvero farci caso.

Improvvisamente un rumore nell'oscurità riportò la ragazza coi piedi per terra – Uh?! Chi è là!? – esclamò mettendosi in guardia e strappandosi dal collo la Rebirth Angel forma ciondolo, pronta ad infonderla con la fiamma – Esci allo scoperto! – intimò, mentre anche Yukiko e Marsh scattavano sull'attenti.

Tuttavia, l'essere rimase nell'oscurità, nascosto alla vista, limitandosi ad applaudire piano e rispondere con voce dai toni straordinariamente pacati ed educati – Complimenti per aver notato la mia presenza, ladies, non è da tutti! Si nota che siete persone di un certo livello. Posso cortesemente... – improvvisamente alla voce si aggiunse il rumore dei passi, man mano che una figura indistinta si avvicinava emergendo lentamente dall'oscurità del corridoio – ... chiedervi cosa ci fate nella dimora del mio padrone? – concluse la frase una volta emerso: agli occhi stupiti delle tre ragazze comparve un uomo non molto alto sulla cinquantina caratterizzato da una capigliatura medio-corta originariamente nera, ma che ormai appariva ingrigita dall'età: con eleganza si sistemò l'uniforme da maggiordomo e puntò i vividi occhi verdi sul trio, in attesa di una risposta. Nonostante non avesse più la pelle perfettamente liscia, era ancora decisamente un bell'uomo.

Tuttavia, prima che le ragazze avessero il tempo di proferir parola, il suo sguardo si posò su Kumo, e la sua compostezza parve svanire per un istante – Tu...! Sei la figlia di...! – mormorò piano, incredulo: irritata, Kumo infuse la fiamma nel ciondolo ingrandendo la Rebirth Angel a dimensioni più consone ad uno scontro – Che cosa cazzo vuoi da noi?! Dimmi chi sei TU, piuttosto! Sei uno dei nuovi Zero? Sei un Insyder? Oppure un semplice maggiordomo? – con voce irritata e stanca, che parve riscuotere le sue compagne, le quali superarono il timore iniziale ritrovando la loro risolutezza.

Tuttavia, l'uomo rimase con espressione composta, rispondendo educatamente – Milady, mi scuso profondamente per la mia maleducazione, in effetti il galateo impone che sia io a presentarmi per primo – ed inchinandosi con eleganza – Il mio nome è Blake Lewis, e sono il maggiordomo a capo della servitù di questa magione. Lei è per caso la signorina Kumo Hibari, figlia di Lady Kiara? – domandò con un sorrisetto indecifrabile.

Yukiko e Marsh si voltarono a guardare preoccupate Kumo, la quale aveva serrato la presa sulla falce con così tanta forza che la mano aveva iniziato a tremarle – Come... come sai il nome di mia madre? E che significa quell'appellativo? Lady Kiara?! Rispondi! – esclamò vistosamente agitata, nervosa come non l'avevano mai vista: quello di sua madre era un argomento piuttosto delicato.

Blake tuttavia mantenne la facciata nascondendo la sua soddisfazione: aveva abboccato all'amo – Oh? Ma quindi non ne è consapevole? Povera ragazza... è stata davvero tenuta all'oscuro di tutto per tutti questi anni? Non si preoccupi, milady, le dirò tutto io, ma... potrei chiederle cortesemente di parlarle in privato? Sono argomenti piuttosto personali, e preferisco parlargliene senza spettatori. E' possibile? – domandò con espressione piuttosto seria.

Fiutando la trappola, Yukiko esclamò – Non accettare Kumo, è una... – ma Kumo l'anticipò – Mi credi stupida, forse? E' palese che è una trappola. Ma... proprio per questo ho deciso di accettare la richiesta. Ascolterò quel che ha da dire, e successivamente userò la sua faccia come straccio per i pavimenti. Voi proseguite senza di me, il tempo stringe! Vi raggiungerò non appena risolta questa faccenda! Forza, andate! – esclamò seria, guardando le compagne con la coda dell'occhio: Yukiko parve esitare, ma Marsh le afferrò la maglia – Yukiko-san, Kumo ha ragione... non risolveremo nulla a combattere in tre contro lo stesso avversario, perderemmo solo tempo! Abbiamo una missione la compiere e pochissimo tempo a disposizione per farlo! L'hai detto tu stessa prima di introdurci nel castello, no? – disse d'un fiato, fissandola intensamente.

Con un sospiro, Yukiko si arrese – E va bene, mi avete convinta: andiamo, Marsh-san! Kumo-san... – aggiunse, voltandosi a guardare Kumo con un sorriso – ... non farci aspettare troppo – disse semplicemente, afferrando Marsh per mano ed iniziando a correre finché non furono inghiottite dall'oscurità del corridoio.

Non appena anche il rumore di passi fu svanito, Blake si voltò verso Kumo – La ringrazio per la collaborazione, Milady. Come promesso, risponderò ad ogni suo quesito, sempre che non mi sia stato proibito chiaramente dal mio padrone, s'intende – disse con un inchino rispettoso, ma Kumo schioccò la lingua stizzita – Avanti, finiscila con questa farsa! Lo sappiamo entrambi che era solo una scusa perché non avresti potuto battere tre avversarie combattendoci da solo, per cui rispondi in fretta alle mie domande e combattiamo, non ho tempo da perdere con stupide messinscene! – rispose con tono aggressivo, per poi rendersene conto con un sussulto: che le stava succedendo?

– Io... cosa mi succede? Credevo... credevo di aver soppresso questo mio lato! E allora... perché? No... in realtà so già la risposta... – pensò, rabbrividendo – Ho paura... ho paura di sapere la verità... di rimanerne sconvolta in una situazione già di per sé così precaria. Ma non intendo arrendermi proprio ora, non voglio più vivere nella menzogna – si rincuorò, tornando quindi a fissare truce Blake – Sto aspettando! Come conosci mia madre?! E perché l'hai chiamata "Lady Kiara"? – intimò furiosa, sbattendo con forza il manico della falce sul terreno generando un forte tintinnio metallico.

Tuttavia, Blake rimase immobile ascoltando lo sfogo di Kumo con un'espressione estremamente seria e professionale dipinta sul volto finché improvvisamente esclamò – Signorina, la prego di mantenere un atteggiamento consono al suo lignaggio! Dopotutto, in quanto figlia di Lady Kiara, lei è a tutti gli effetti una Discendente del Divino! – visibilmente irritato ma ancora perfettamente composto.

Kumo, sempre più confusa, lanciò un'occhiata carica di rabbia all'uomo, uscendo definitivamente dalle staffe – Discendente di chi?! Divino che?! Ma che cazzo stai dicendo?! Smettila di parlare in modo così criptico e dimmi come stanno le cose senza giri di parole, razza di pinguino aristocratico deficiente! – urlò, mentre una vena sulla tempia iniziava a pulsarle in maniera pericolosa.

Con un sospiro, Blake alzò le spalle – Come preferisce, signorina. In breve, in quanto figlia di Lady Kiara, lei è... una discendente di Lord Augustus, il Divino. Ebbene si – aggiunse, sfoderando un ghigno divertito in risposta alla faccia shockata di Kumo – Lady Kiara è... o meglio, era, la figlia del Divino, e pertanto Lord Augustus Emperor altri non è che... suo nonno – concluse teatralmente, facendo calare una drammatica atmosfera che parve appagarlo pienamente, mentre Kumo si portava le mani alla testa e sprofondava in un vortice di disperazione ed incredulità.

*

Yukiko e Marsh avevano corso senza sosta da quando si erano lasciate dietro Kumo quando, finalmente, scorsero in lontananza una luce – Ecco! Ci siamo! Quella è la fine del corridoio! – esclamò Marsh, accelerando per uscire il prima possibile da quell'angusto cunicolo: aveva appena messo piede nella stanza illuminata quando udì la voce di Yukiko urlarle un – MARSH, ATTENTA! – che giunse troppo tardi alle sue orecchie: un inaspettato quanto violento pugno allo zigomo destro la spedì malamente a cozzare contro la parete alla sua sinistra, mentre l'uscita del corridoio veniva sigillata da una spessissima parete di ghiaccio.

Avvertendo il pericolo, Yukiko esclamò – Hell Gear! – attivando il Master Ephestous e forgiando nell'immediato un pugnale di fiamma Tempesta solida, pronta a combattere: davanti a lei, tuttavia, si ergeva un volto che, sebbene sconosciuto, le risultò familiare... poi, una volta messa completamente a fuoco la sua avversaria, immediatamente le fu chiaro chi aveva davanti – Tu... sei la stronza che ci ha attaccati prima che giungessimo nel castello, vero? La donna-ghiacciolo – affermò Yukiko con un sorrisetto, guardando Erika stiracchiarsi rilassata – Yukiko Amane! Proprio te cercavo! Tu forgi le tue armi sfruttando la tua fiamma Tempesta, mentre io lo faccio sfruttando la mia: dopo l'umiliazione che mi ha inflitto la tua amica, ho proprio voglia di riscattarmi vincendo un confronto alla pari! Che ne dici, ti andrebbe di farmi da compagna d'allenamento? – domandò la ragazzina con voce suadente, forgiando una lama di ghiaccio e leccandola come se fosse già intrisa del sangue della sua avversaria.

Con un sorriso quasi divertito, Yukiko roteò la lama con abilità e ne generò un'altra nella mano libera – Effettivamente un bel riscaldamento non mi farebbe male prima di scoprire quanti oggetti posso infilare nel culo del tuo capo prima di farlo schiattare – esclamò provocandola deliberatamente, per poi urlare – Fatti sotto, bambola di neve! – lanciandosi all'attacco.


 

   
 
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