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Autore: Em_    12/06/2016    15 recensioni
«Hai impegni per stasera?» mi domandò. Tanto avevo già capito benissimo dove voleva arrivare, ma decisi di fare la finta tonta.
«No, la mia amica ed io siamo venute qui per festeggiare la sua promozione al lavoro.» spiegai.
«Ottimo! Quindi ti andrebbe di fare un giro? Ho appena portato a lucidare l’auto.»
«È così che abbordi le ragazze solitamente?» chiesi divertita.
«No, di solito vengono loro ad abbordare me.» rispose ridacchiando. Non potevo negare che il suo sorriso dal vivo fosse ancora più bello e affascinante.
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Nuova storia. Nuova avventura.
Oliver e Felicity hanno 25 anni, sono due ragazzi completamente diversi, in tutto e per tutto. Una sera si incontrano in un locale e decidono di concludere la serata a casa di Oliver, ma questa bravata comporterà importanti conseguenze nelle vite di entrambi.
Trama ispirata dal film 'Molto incinta', ma la storia sarà completamente diversa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Prologue 





Oliver
Era da almeno due sabati filati che non uscivo, non ne potevo più di serate di beneficenza e incontri con i finanziatori. Avevo venticinque anni, per l’amor di dio, dovevo pur divertirmi anch’io. Nonostante mio padre mi avesse obbligato a presenziare ad un cocktail party, io avevo categoricamente rifiutato di presentarmi e avevo chiamato Tommy per trascorrere la nottata in giro per la città. San Diego era meravigliosa in questo periodo dell’anno, era popolata di gente e soprattutto di belle ragazze. Sia Tommy che io eravamo due scapestrati, single, e sempre con una donna diversa ogni settimana. E sinceramente mi andava bene così, non mi importava un bel niente delle relazioni, non facevano per me.
«Ehi, amico. Pronto per la festa?» mi chiese Tommy varcando la soglia della mia camera.
«Oh, sì.» risposi io sistemandomi la camicia bianca. Questa era la mia camicia portafortuna, ogni vota che la indossavo le ragazze mi morivano dietro.
«Ti propongo una sfida stasera. Il primo che adocchia una bella ragazza e se la porta a letto vince. Ci stai?» propose quell’idiota del mio migliore amico.
«Va bene. Ma sai già che perderai mio caro.» esclamai sicuro di me.
«Non credo proprio, Oliver.» affermò Tommy scuotendo la testa.
«Cosa succede a chi perde?» domandai incamminandomi verso l’auto.
«Mmm, chi perde dovrà presenziare a tutte le sedute del consiglio dell’azienda per un mese.»
«Scherzi? Come sopporterò quelle lagne dei collaboratori di mio padre?» mi lamentai.
«Se vinci toccherà a me, vedila così.» ridacchiò lui.
«Ti odio, Merlyn.» sbuffai accendendo il motore della mia Jaguar.
Giungemmo al locale più In di tutta la città nel giro di quindici minuti, e grazie alla nostra notorietà entrammo senza alcun problema. Questa discoteca l’avevano aperta da circa cinque mesi, ma in così poco tempo aveva superato tutti gli standard ed era divenuta la più popolare. Ottima musica, ottimi drink, ottimo terreno di caccia. Tommy ed io ci dirigemmo subito al bancone per ordinare della tequila, sapevamo già che le ragazze sarebbero arrivate di lì a poco e non dovevamo far altro che attendere.
«Ehi, Ollie. Guarda quella biondina laggiù.» mi disse Tommy «Potrebbe fare al caso tuo.»
«E da quando andiamo noi dalle donne?» gli chiesi mandando giù il secondo bicchierino.
«Proviamo qualcosa di nuovo, no?» esclamò.
«Okay, sei io mi devo prendere quella, tu ti prenderai… Mmm… Quella con qui chiacchiera la bionda.»
«La sua amica?» mi domandò stupito.
«Sì, perché? Troppo bella per i tuoi standard?» lo presi in giro. Erano entrambe due bellissime ragazze, tanto valeva tentare.
«Macché. Va benissimo. Chi comincia?»
«Io, così guardi e impari.» affermai.
«Io imparare da te? Non farmi ridere, Queen.» rispose Tommy ordinando un cocktail a base di frutta.
«Due Cosmopolitan, grazie.» ordinai al barista ignorando il mio amico.
«Ah, le offri da bere?» mi punzecchiò.
«Alle ragazze fa sempre piacere, dovresti saperlo.» ribattei.
«Okay, vedremo!» disse ridendo.
Mi alzai dallo sgabello dopo aver ricevuto i due bicchieri dal barista e mi avviai verso la biondina e la sua amica. Dovevo ammettere che Tommy me ne aveva scelta una molto, molto carina. Non era vestita in modo volgare, non era troppo truccata ed aveva tutte le cose al posto giusto, sembrava fare proprio al caso mio. Poco dopo l’amica si accorse della mia presenza sempre più ravvicinata e si mise a sorridere. La bionda appariva terrorizzata, non voleva che l’amica la lasciasse sola, ma l’altra prese e se ne andò verso il bancone. Bene, mi stavano rendendo le cose veramente molto semplici. Avrei battuto Tommy con facilità, alla faccia delle sue sfide idiote.
«Ciao!» la salutai per attirare la sua attenzione «Questo l’ho preso per te.» aggiunsi offrendole il drink.
«Grazie.» si limitò a dire la ragazza.
«Sono Oliver, piacere.» le dissi porgendole la mano.
«Felicity.» replicò stringendomi la mano a sua volta.
«Ti stai divertendo, Felicity
«Prima che tu facessi venire strane idee alla mia mica, sì, Oliver.» affermò bevendo il Cosmopolitan.
«Oh avanti, dì che ti dispiace.» le dissi maliziosamente.
«No, non mi dispiace. Avevo proprio voglia di un cocktail.» ribatté lei facendo la sostenuta, per poi andarsene in pista a ballare.
Questa ragazza era una bella sfida, mi piaceva. La seguii a ruota e mi buttai nella mischia insieme a lei.

Felicity
Questa situazione era surreale. Io che andavo in discoteca, io che mi facevo offrire un cocktail da un uomo come nulla fosse, io che flirtavo tranquillamente con uno come Oliver Queen. Sì, avevo decisamente riconosciuto l’individuo. Non che uno come lui passasse inosservato, era veramente un bel vedere, ma i social media e tabloid lo presentavano già al meglio. Classico figlio di papà, ricco sfondato, bello da morire, senza un minimo di testa sulle spalle. Il tipico uomo da cui io scappavo a gambe levate. Eppure stasera ci stavo ballando insieme tranquillamente, forse la colpa era dell’alcol o di Laurel che mi aveva mollata. Ma chi se ne frega, per una volta potevo concedermi pure io di ubriacarmi e ballare con qualche ragazzo.
«Allora, Felicity, sei di qui?» mi domandò Oliver a voce alta, vista la musica a palla.
«Non proprio, sono nata a Las Vegas. Ma vivo qui da cinque anni!» gridai per farmi sentire.
«Las Vegas, eh? Ci sono stato un paio di volte, casinò meravigliosi laggiù.» esclamò avvicinandosi sempre più.
«Credi che non lo sappia? Mia madre ci lavora.» gli risposi lasciando che il suo corpo entrasse in contatto col mio.
«Hai impegni per stasera?» mi domandò. Tanto avevo già capito benissimo dove voleva arrivare, ma decisi di fare la finta tonta.
«No, la mia amica ed io siamo venute qui per festeggiare la sua promozione al lavoro.» spiegai.
«Ottimo! Quindi ti andrebbe di fare un giro? Ho appena portato a lucidare l’auto.»
«È così che abbordi le ragazze solitamente?» chiesi divertita.
«No, di solito vengono loro ad abbordare me.» rispose ridacchiando. Non potevo negare che il suo sorriso dal vivo fosse ancora più bello e affascinante. 
«Chi mi dice che non sei un serial killer o uno stupratore?» lo presi in giro.
«Credo tu debba solo fidarti.» affermò ammiccando.
«Fidarmi di uno che ho conosciuto tipo dieci minuti fa?» replicai facendo una giravolta, giusto per provocarlo.
«Dai, non ti mangio mica.» disse lui col suo fare da seduttore.
«Va bene, ci sto. Ma solo se mi fai guidare l’auto.» dichiarai. Sapevo bene che macchina possedeva e, dio, non mi sarei mai persa un’occasione del genere.
«Sei proprio testarda, sai? Comunque okay, basta che non me la sfasci contro un platano.» 
«Ma se guiderò meglio di te!» esclami offesa.
Oliver ridacchiò e mi trascinò fuori con sé. Non avevo mai fatto una cosa tanto irresponsabile in vita mia, andare a casa di qualcuno solo per fare sesso non era da me, ma per questa volta avevo lasciato che le cose accadessero. Mandai velocemente un sms a Laurel per avvertirla, non volevo pensasse che mi avessero rapita contro la mia volontà. Anzi, probabilmente mi avrebbe risposto con un “evviva”. Salii nell’auto di Oliver dal lato del guidatore e accesi il motore. Mamma mia, quest’auto era spettacolare.
«Penso che ci divertiremo stasera io e te.» dissi.
«Credo anch’io.» rispose lui.
«Guarda che parlavo con la macchina, mica con te.» esclamai facendolo ridere.
«Devo ammettere che la tua guida è niente male, Felicity.» aggiunse.
«Te l’avevo detto. Ho avuto un buon istruttore.» commentai.
Oliver mi mostrò la strada fino a casa sua, anche se casa era riduttivo, era meglio villa, o castello. Parcheggiai la macchina all’interno dell’enorme garage, dove giacevano altre cinque automobili. In tutta tranquillità mi accompagnò di sopra e chiuse la porta di quella che doveva certamente essere la sua camera da letto.
«Sappi che non c’è nessuno in casa.» mi disse.
«Non che cambiasse molto se ci fosse qualcuno.» risposi alzando le spalle.
Lui sorrise e a passo lento venne verso di me, si slacciò un bottone della camicia solo per farmi un dispetto. Io posai la pochette a terra e mi sfilai i tacchi senza pensarci. Eravamo uno difronte all’altra e percepivo chiaramente la tensione e il magnetismo che stava venendo a crearsi. Pochi secondi dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie, la sua lingua dentro la mia bocca e le sue mani ovunque sul mio corpo. Mi slacciò il vestito grazie alla zip sulla schiena ed io gli tolsi la camicia come fosse una T-shirt, non avevo tempo di stare a slacciare ogni bottone. La camera da letto era enorme, ma presi dalla frenesia non ci accorgemmo nemmeno che eravamo finiti sul suo letto, entrambi con solo uno strato di indumenti a dividerci. Oliver mi baciò il ventre fino a scendere più giù verso il mio centro del piacere, io mi aggrappai alle lenzuola e cercai di godermi appieno il contatto con la sua bocca. Le mie mutandine presto volarono da qualche parte nella stanza e l’unica cosa che sentii fu il piacere pervadermi in tutto il corpo. Ci sapeva fare, cavolo se ci sapeva fare. Ma con mio dispiacere non finì il lavoro, mi lasciò lì ad ansimare e lo vidi togliersi i pantaloni e i boxer scuri. Prima che potessi rendermi conto di cosa stava accadendo lo sentii riempirmi completamente. Gridai. Forse anche troppo, e lui mi tappò la bocca con un bacio. Il ritmo era sfiancante, intenso, ogni spinta era come toccare il cielo con un dito. Sentivo che tra poco sarei esplosa, e dai suoi gemiti pure Oliver era vicino. Continuammo a muoverci senza fermarci per un lasso di tempo indeterminato fino a quando venimmo entrambi nello stesso istante. Lui si riversò dentro di me posandosi con la testa nell’incavo del mio collo, mentre io avevo le unghie piantate sulla pelle della sua schiena.
Era solamente sesso, ma cristo, che sesso.










Angolo autrice
Saaaalve! :)
Prologo della mia nuova storia! Spero vi sia piaciuto! Premetto che continuerò a pubblicare solo dopo aver concluso l'altra, così da non incasinarmi ahah.
Che dire? È un capitolo divertente, in cui i nostri due protagonisti si incontrano e finiscono la serata decisamente in modo alternativo xD
Si può capire che Oliver è ricco e viziato, non ha responsabilità e non le vuole nemmeno avere. Felicity invece lavora, ha la testa sulle spalle, ma non rinuncia neanche lei a divertirsi!
Penso abbiate capito cosa accadrà dopo questa nottata trascorsa a spassarsela, no? Il titolo non lascia dubbi lol.

Ho pubblicato il prologo per sapere se vi piace e se vale la pena continuarla, quindi fatemi sapere con una recensione (se vi va) come la trovate!

Un bacio e grazie in anticipo a chiunque mi lascerà un'opinione.
Anna
   
 
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