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Autore: Em_    31/08/2016    10 recensioni
«Hai impegni per stasera?» mi domandò. Tanto avevo già capito benissimo dove voleva arrivare, ma decisi di fare la finta tonta.
«No, la mia amica ed io siamo venute qui per festeggiare la sua promozione al lavoro.» spiegai.
«Ottimo! Quindi ti andrebbe di fare un giro? Ho appena portato a lucidare l’auto.»
«È così che abbordi le ragazze solitamente?» chiesi divertita.
«No, di solito vengono loro ad abbordare me.» rispose ridacchiando. Non potevo negare che il suo sorriso dal vivo fosse ancora più bello e affascinante.
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Nuova storia. Nuova avventura.
Oliver e Felicity hanno 25 anni, sono due ragazzi completamente diversi, in tutto e per tutto. Una sera si incontrano in un locale e decidono di concludere la serata a casa di Oliver, ma questa bravata comporterà importanti conseguenze nelle vite di entrambi.
Trama ispirata dal film 'Molto incinta', ma la storia sarà completamente diversa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Six weeks pregnant





Felicity
Mi sentivo strana dopo la cena di ieri sera al ristorante giapponese, ero come appesantita e completamente svogliata. In realtà era da almeno una settimana che mi sentivo svogliata in tutto, ero perennemente stanca e apatica e non era da me. Caitlin, Sara, Laurel ed io avevamo fatto le ore piccole ieri, eravamo state fino alle due del mattino in un locale a festeggiare la vittoria dei Bolts di San Diego. Ci eravamo ripromesse di rientrare non appena fosse finita la partita, ma chiaramente tra una birra e l’altra la situazione ci era sfuggita di mano. Non che fossimo ubriache, tranne Cait forse, lei poverina reggeva davvero pochissimo l’alcol.
Sbuffando mi tirai su dal letto, ma un grosso capogiro mi costrinse subito a risedermi sul materasso. Che mi stesse venendo l’influenza? Speravo vivamente di no visto che eravamo a luglio. Pian piano mi recai in cucina per mettere su del caffè, ma aprendo il barattolo e sentendone l’odore fui costretta a chiuderlo immediatamente, era come se mi nauseasse solo il pensiero. Tutto ciò non era normale, non per una come me che viveva con la tazza del caffè attaccata alla mano. Il cibo giapponese mi aveva provocato un’indigestione per caso? Mi limitai a mangiare tre biscotti con le gocce di cioccolato, anche se li mandai giù con molta difficoltà, non avevo per niente voglia di mangiare oggi. La nota positiva della giornata era che con oggi sarebbero cominciate le mie tanto desiderate ferie. Due settimane di totale relax! Avevo prenotato insieme alle mie amiche tre giorni in un centro benessere fronte spiaggia e non vedevo l’ora di fare la valigia e partire. Ce lo meritavamo.
Circa mezz’ora dopo qualcuno bussò alla porta del mio appartamento, io sorrisi immaginando già chi fosse. Con calma andai ad aprire la porta e mi trovai davanti esattamente la persona che credevo: Caitlin. 
«Ehi, Cait. Ti trovo bene.» la salutai prendendola in giro. Dopo la bevuta di ieri sera sicuramente non ricordava granché.
«Ti odio, anzi, vi odio. Lo sapete che non reggo l’alcol e voi cosa fate? Mi fate bere.» affermò entrando in casa.
«E perché te la prendi solo con me?» le chiesi ridacchiando.
«Perché Sara è ancora a dormire e Laurel sta concludendo il suo ultimo caso in tribunale prima delle ferie, quindi l’unica che rimane sei tu.» mi rispose massaggiandosi le tempie.
«Non posso credere che tu vada fuori di testa con sole tre birre.» ridacchiai offrendole il caffè che non avevo toccato a colazione.
«Non è colpa mia, Felicity.» si lamentò sorseggiando la bevanda «A proposito, dov’è la tua tazza?» mi domandò notando subito che non stavo bevendo nulla.
«Non ne ho voglia.» dissi io alzando le spalle.
Lei per poco non sputò tutto il caffè che aveva in bocca «Okay, sei seria?» mi chiese incredula.
«Sì… Credo che il sushi di ieri sera non fosse proprio fresco.» affermai.
«Io però sto bene, se tralasciamo il pungente mal di testa post sbornia.» replicò la mia amica.
«Non so che dirti, Cait. Avrò lo stomaco delicato.» esclamai sparando la prima cosa che mi venne in testa.
«Scusa e da quando? Mangi come un camionista e non ti ho mai vista ammalata. Sicura che sia tutto okay?» continuò lei squadrandomi.
«Ma sì, non è niente vedrai.» provai a tranquillizzarla.
«Felicity, lo sai che sono un medico, vero? Tu potrai anche mentirmi, ma il tuo corpo no.» affermò.
«Va bene, ora mi stai spaventando sul serio.» ribattei.
«È da almeno una settimana che sei strana, sai? E anche Laurel e Sara l’hanno notato…»
«Caitlin, dai, sarà solo stanchezza.» la interruppi.
«Facciamo delle analisi del sangue, giusto per scrupolo, che dici?» propose.
«I-Io… Non lo so…» balbettai. Avevo la fobia degli aghi, e lei lo sapeva.
«Va bene, ho capito, te la stai facendo sotto per il prelievo.» si arrese.
«Se è strettamente necessario lo farò, altrimenti preferirei passare.» 
«Io i miei sospetti li ho, ma non vorrei dire nulla prima di essere sicura al cento per cento.» esclamò guardandomi. Okay, ero ufficialmente nel panico.
«Dì quello che pensi, sei mia amica e puoi dirmelo.» le dissi sperando che non mi desse chissà che notizia.
«Ne sei proprio certa? Sì, insomma, magari mi sbaglio e non vorrei traumatizzarti.»
«Caitlin, sputa il rospo.» affermai sicura di me.
«Va bene, come preferisci.» ribatté alzando le mani in segno di resa «Non è che per caso… Sei… Ehm… Incinta
La guardai per qualche secondo e poi scoppiai a ridere, ma che diavolo stava sparando? Era seria? Caitlin era un ottimo medico, però secondo me vedeva donne incinte un po’ ovunque visto che era, appunto, ginecologa. Io incinta? Ma dai, era umanamente impossibile.
«Cait, io ti voglio bene, ma questa l’hai sparata grossa.» dissi ancora ridendo.
«Che simpatica.» borbottò lei.
«Di chi dovrei essere incinta? Dello spirito santo? Non so se hai notato che non ho un ragazzo.» esclamai.
«Fel, credi che non sappia della tua gita a casa di un certo amministratore delegato.»
Oh merda. Sapeva tutto! E se lo sapeva lei, lo sapeva pure Sara! Maledetta Laurel, doveva sempre raccontare ogni cosa. No, vabbè, non era colpa di Laurel, ma mia, non avrei dovuto saltare addosso ad un uomo conosciuto cinque minuti prima in un locale.
«Non dici nulla?» mi chiese la mia amica.
«Mi hai beccata, okay? Ma questo non vuol dire che tu abbia ragione.» le dissi subito.
«Ah no? Avete usato il preservativo? Visto che la pillola non la prendi più da quando Cooper ti ha lasciata.»
«Caitlin, è successo più di un mese fa, non me lo ricordo.» risposi acida.
«Non voglio farti arrabbiare… Pensaci e basta.» affermò più tranquilla.
«Sai una cosa? Togliamoci il pensiero subito. Vado di sotto a comprare un test in farmacia, giusto per dimostrarti che hai torto.» le dissi convinta.
«Ehm… Ti aspetto qui allora.» replicò aggrottando le sopracciglia.
Mi infilai le infradito di fretta e presi il portafoglio dalla borsa, poi con passo spedito scesi in strada e camminai fino alla farmacia. In poco tempo trovai le scatolette contenenti i test di gravidanza e ne presi due a caso, ma guarda te cosa mi toccava fare! La farmacista mi sorrise, come se volesse congratularsi ed io feci finta di niente. Dopo aver pagato ritornai nel mio appartamento dove Caitlin mi stava ancora aspettando, la invitai a seguirmi in bagno e a spiegarmi cosa dovevo fare.
«Devi… Devi farci pipì sopra, Fel. Non c’è molto da spiegare.» mi disse lei alzando le spalle.
«Mi devi una cena dopo questa cosa, e un drink, anzi, molti drink.» replicai spedendola fuori dal bagno.
Non potevo credere di star facendo la pipì sopra uno stupido test di gravidanza. Avevo venticinque anni e non pensavo di avere un figlio per almeno altri cinque anni, non sapevo niente di queste cose, semplicemente perché non sentivo neanche la necessità di informarmi. Non avevo nemmeno un ragazzo, quindi avere un bambino era l’ultimo dei miei pensieri ora come ora. Il mio pensiero adesso era il lavoro, fare carriera, divertirmi con le mie amiche e se magari capitava di trovarmi un uomo certamente non mi sarebbe dispiaciuto, ma da qui a farci un figlio ne sarebbe dovuta passare di acqua sotto i ponti. Non appena finii con lo stick richiamai la mia amica, volevo proprio vedere la sua faccia quando avrebbe visto che era del tutto negativo.
«Perché devo guardare io?» mi domandò.
«Perché è stata una tua idea, Cait.» risposi.
«In realtà anche Sara e Laurel mi hanno dato ragione…» precisò.
«Oh dio, ma vi siete alleate contro di me?»
«Beh, anche ieri sera voi tre non avete scherzato visto che ho vomitato l’anima stamattina.»
«Non ti faremo più bere, d’accordo.» le dissi ridendo sotto i baffi.
«Felicity, mi sa che un drink non te lo potrò offrire per un bel po’…» affermò Caitlin.
«E da quando sei così tirchia?» le chiesi sistemandomi i capelli.
«Da quando il tuo test di gravidanza è positivo.» mi rispose.
«Dai, Caitlin, non sei divertente.» esclamai guardandola.
«Non sto scherzando. Guarda.» ribatté porgendomi lo stick.
Rimasi lì impalata a fissarlo per non so quanto. C’erano due lineette blu. Due significava incinta, giusto? C’era scritto così nella confezione, no? Ma come potevano essere due linee? Ero andata a letto con un uomo una volta e poi con nessun altro. L’avevo fatto per divertimento, non per altro. Era impossibile che dopo una sola notte di sesso io fossi rimasta incinta, dai, era uno scherzo. Quante possibilità c’erano? Una su tre milioni?
«Ehi, stai bene?» mi chiese Caitlin dopo un po’.
«Sarà sicuramente un falso positivo, non sono incinta.» 
«Felicity, quando un test è positivo difficilmente sbaglia…»
«No, Cait, non sono incinta, non lo sono!» sbraitai gettando il test nel cestino del bagno.
«Guardami.» mi bloccò «Andrà tutto bene. Ci sono io, ci sono Sara e Laurel, accanto a te, okay?»
«In che casino mi sono cacciata?» domandai più a me stessa che alla mia amica.
«Sono cose che capitano a tante persone, non buttarti giù, un bambino è pur sempre una bella cosa.»
«E adesso che cavolo dovrei fare? Me lo dici?»
«Dillo al padre. Parti da lì. Credo sia la cosa più ovvia da fare, Felicity.»
«Hai presente chi è Oliver Queen?» chiesi retorica.
«Sì, certo. Ma è pur sempre il padre di tuo figlio.» rispose. E aveva ragione.
Oliver Queen era il padre del bambino.












Angolo autrice
Sì, avevo detto che avrei pubblicato solo dopo aver concluso l'altra, maaa... Siccome devo ancora impostare gli ultimi capitoli dell'altra e non ho molte idee, ho deciso di lasciarvi il secondo capitolo di questa visto che lo avevo pronto da un po'.
Essenzialmente qui scopriamo come Felicity si rende conto di essere incinta. Chiaramente è sconvolta e non ci crede, ma il test non mente. L'unica cosa che può fare ora come ora è contattare il diretto interessato, ovvero Oliver.
Come regirà il futuro paparino? Le crederà? Si prenderà le proprie responsabilità o lascerà che sia Fel da sola a occuparsi della gravidanza? :)

Piccolo spoiler: non sarà tutto rose e fiori per i nostri protagonisti, vi avverto ahah xD

Lasciatemi una recensione se vi va, il prologo è piaciuto a quanto ho visto quindi spero continuiate a seguirmi.

A presto!
Anna
   
 
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