Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: inibizione    14/06/2016    0 recensioni
Dal testo: "(...) Forse Christina assomiglia a Joe, non ama i convenevoli e le formalità, è allegra, spigliata, tutta uno slancio, una questione di forza e fisicità, forse anche lei ha delle storie brevi, fatte di corpi che si tengono vicini e sentimenti che si consumano in fretta come sigarette.
Quello che i giornali hanno sempre detto di lui, invece, è che Nick Jonas è una persona tranquilla. Riservato, taciturno e con un perenne – incantevole - broncio sul viso, Nick è la persona più equilibrata del mondo, sempre impegnato a tenere perfettamente bilanciati tutti gli aspetti della sua vita. Niente colpi di testa, insomma. Nick è il classico bravo ragazzo, con un bel faccino e una collezione di dischi niente male."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Critical'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E’ tanto che aspetti?

 

You got the moon to guide you

Who needs a stars?

What do I mean to you?
(What do I mean to you? JB)

 

 

 

Strano a dirsi, o forse no, Chris ha visto Nick tutti i giorni da quel pomeriggio. Inutile negare l’evidenza, la sua è stata una dichiarazione di intenti.

Lui ha capito che deve avere pazienza, che lei si sta impegnando. E’ tornata, è qui con lui e cerca di non spaventarla, perché quando lei prova a scappare, a questo punto, fa male il doppio.

Ora Nick sa quanto può essere divertente Chris, quanto bella sia la sua risata forte e conosce più o meno il numero delle lentiggini che ha attorno al naso, perché lei non si allontana più. O meglio ci prova, poi lo guarda attentamente e resiste. Lui riesce a percepire la fatica in fondo ai suoi occhi blu, straordinariamente blu, e sorride riconoscente.

Chris ha imparato le principali reazioni di Nick, ha imparato a guardarlo, ad apprezzarne la bellezza delicata e i modi gentili, la genuinità del suo muoversi attorno a lei e anche se trema ancora quando le loro gambe si toccano al lago, o quando con la mano sul cambio gli sfiora il ginocchio, quando le loro spalle si incontrano tra la folla del centro o al Jolly con Joe e Cam, va bene lo stesso. Stringe i denti e pensa a quanto brutto è stato New York senza di lui, cosi lo fissa con insistenza, come a pregarlo di scusarla per essere cosi, per tutta quella ritrosia e poi si rilassa sotto lo sguardo tranquillo di Nick.

Dal canto suo, Cam ha chiesto una tregua silenziosa, a Chris e a Joe. Certo, la prima volta che tutti e quattro si sono ritrovati al tavolino lucido del Jolly la tensione era palpabile, tremenda. Poi Nick ha iniziato a scherzare, ha fatto ridere Chris, che ha tirato in mezzo Joe e Cam annuiva divertita. Chris ha guardato Nick con ammirazione, un luccichio negli occhi, per il quale lui si è tormentato tutta la notte seguente.

Le volte dopo è andata meglio, è stato spontaneo.

Cam non evita più le uscite, Joe fa ancora il gradasso, insieme sono terribili nel dare il tormento agli altri due che arrossiscono violentemente e sbuffano.

E’ divertente, comunque, e anche se non ha smesso di vedere Jess e gli altri, tutti i giorni Chris si ritaglia del tempo per stare con Nick. La sua compagnia la rigenera, la riposa, ed è una cosa totalmente bella e nuova perché tutte le persone che conosce sono schegge impazzite sempre in movimento, le assomigliano troppo, si spostano continuamente. Nick è una costante, Nick sa guardare, cammina piano e sta attento e lei non si sente più nervosa con lui. Non le sembra più cosi tremendo quando i suoi pensieri sconnessi, i movimenti goffi e rapidi e le sue strane manie cozzano contro le parole misurate e speranzose di Nick. Le piace quello strano incastro. Non lo capisce, non sa come muoversi, ha smesso di chiedersi dove la porteranno tutte quelle ore passate distesa accanto a lui, che le canta canzoni nel sole più caldo della primavera del Texas, seduta nella sua macchina a girare in tondo, nei pomeriggi piovosi, con la radio a tutto volume o di fronte all’espressione divertita di lui che le indica i baffi da cappuccino.

E’ tutto cosi bello, cosi intenso, che qualsiasi cosa la tenesse lontana da lui, ne è quasi certa, non se la ricorda più.


Nick si è guadagnato un posto sul divano il martedì-sera-del-film assieme alle due piccole Gray rimaste a casa, ha visto la cicatrice che Chris ha sul fianco – una caduta da cavallo – scura sulla pelle pallida sotto la camicia a quadri mentre lei prendeva il sole accanto a lui, con gli occhi chiusi, e ancora prova, dopo mesi, a convincerla a lasciarlo guidare il suo pickup, qualche volta. Ma lei su questo è irremovibile.

Un giovedi pomeriggio, sul tardi, Chris guida verso casa dopo averlo trascinato in libreria per ore intere. Lui ha ancora le labbra increspate per l’ennesimo tentativo fallito di dissuaderla e smanetta con la manovella del finestrino. I suoi occhi incontrano la busta piena sul cruscotto e i buoni propositi di tenerle il muso spariscono quando le chiede dei libri che ha letto e di quanto spenda mediamente al mese in quel negozio.

La risposta gli procura uno stupore tale che la sua bocca assume la forma di una piccola o che fa ridere la ragazza accanto a lui, mentre parcheggia in retromarcia.

“Vieni, ti faccio vedere”, gli dice scivolando giù dal sedile.

Lui la segue in casa, al piano di sopra, e prima di varcare la soglia di quella che sembra essere la soffitta si rende conto che è la prima volta che sale li, anche se è stato in quella casa tante volte nell’ultimo periodo. Chris si fa da parte per farlo entrare, gli dice di stare attento alla testa, in alcuni punti, e lo guarda con apprensione mentre Nick riempie la stanza. Il suo profumo rimbalza tra le mura basse e azzurre, la sua figura sembra troppo grande per quello spazio cosi piccolo e lo sente terribilmente vicino, anche dall’altra parte della camera. Nick si guarda intorno incuriosito, con le mani lungo i fianchi, fa scorrere gli occhi sulle foto alle pareti e impallidisce di fronte alla quantità di libri sparsa su ogni superficie.

“Ma quanti libri hai?”

“Abbastanza perchè tu debba fare attenzione a dove metti i piedi”, lo ammonisce, indicando una pila di libri pericolosamente vicina ai suoi piedi. Lui indietreggia rapidamente, inciampando in una pila più piccola, poco più dietro. Il tonfo della caduta è attutito dal tappeto e risuona basso in quei due secondi di silenzio che precedono la risata di Chris. “Appunto” dice senza fiato, tenendosi la pancia.

Lui sorride imbarazzato e si mette seduto. Christina esita appena, poi prende posto di fronte a lui, abbracciandosi le ginocchia. Si morde il labbro e lo guarda continuare a sondare la stanza con insistenza.

“Che musica ascolti?” le chiede all’improvviso e lei impreca mentalmente per essersi fatta beccare a fissarlo. Parlano di musica, di teatro, di cinema e Nick si rilassa contro il letto quando si rende conto che non ha proprio idea di chi siano (stati) lui e i suoi fratelli.

Non gli sembra proprio vero di averla cosi vicino da sentire il suo odore mentre lo prende in giro perché “davvero non sai allacciarti le scarpe?”. Lui scuote la testa e le mostra gli stivali senza lacci, con le guance appena più rosse. E’ tutto come aveva sperato mentre lei non c’era e il suo cuore si accartocciava ogni sera, nei vialetti scivolosi di pioggia, cosi spontaneo, cosi bello vederla seduta scomposta con la treccia sfatta lunga fino al petto, le gambe snelle, le dita magre e quegli occhi blu - dio se sono belli! Nick ci ha scritto almeno tre canzoni.

“Porti le lenti a contatto?” la interrompe, all’improvviso, conscio di non aver prestato attenzione al suo discorso.

Chris gli rivolge uno sguardo interrogativo, “no. Ma cosa c’entra, adesso?”

“Scusa, di che stavamo parlando?”, si passa una mano tra i capelli, imbarazzato. Lei sorride e finge di non essersi accorta del suo sguardo imbambolato e ripete: “hai detto che hai scritto una nuova canzone. Quando me la fai ascoltare?”

“Ah, certo. Si…” sospira, gli occhi chiusi. Coraggio… “Hai degli incredibili occhi blu” sussurra, riaprendoli.

“Nick…”.

Lui si riprende in fretta, non le lascia tempo. “Vuoi sentire la canzone?”

“Si”.

“Domani. Esci con me?” dice tutto d’un fiato.

“Ma... la canzone… cosa?”

“Domani. Allora?”

Chris sente i polsi tremare, lo guarda tanto forte da avere gli occhi lucidi. Sa cosa significa, escono già insieme. E’ una richiesta, questa, è una cosa importante.

“Domani”.

 


Christina si da dell’idiota quando si vede riflessa nel portatovaglioli del Pub. Camille l’ha convinta a mettere quello stupido vestito e fuori fa freddo, Chris si stringe nelle spalle e sbuffa per la decima volta.

“Vuoi ordinare?”

“No, aspetto una persona”.

“Sicura che venga?”
La cameriera se ne sta già andando, il suo era solo un commento acido a cui lei non può che rispondere mentalmente che, no, ovvio che non sono sicura. Stringe l’orlo del vestito con le mani, lo porta più giù, sotto le ginocchia, risistema i tovaglioli, la saliera, sbocca il cellulare e controlla l’orario, poi lo blocca e si rimette dritta. In fondo sono solo venti minuti, che vuoi che sia?

E’ che se fosse stata Camille non si sarebbe stupita, non avrebbe detto nulla, anzi, probabilmente non sarebbe uscita di casa prima delle 19 perché si sa com’è Cam. Ma Nick è un tipo puntuale, ordinario. Quando Chris pensa a Nick - spesso, più di quanto vorrebbe - lo immagina un mare calmo, la sera sul tardi, le onde invisibili e l’odore salato, familiare, confortante. Gli scogli che restano ancorati alla rena, perché Nick è uno che rimane, che mette radici. E’ una persona seria e a Chris quella serietà a volta piace e a volte no. Puoi fare discorsi seri con Nicholas, puoi parlare di letteratura, di musica, di cinema, del mondo, anche un po’ di politica ma non se la cava molto lui in quello. Nick è sensibile e discreto, è solido, è un appiglio, un faro. E a Chris, quando lui è nei dintorni, viene sempre quella strana voglia di scoprire le carte e fargli vedere tutto. Quel bisogno fisico di lasciarsi abbracciare. Nick è la prima persona di cui Chris non si vergogna, oltre a Cam, ma lei non conta.

Comunque, dopo 12 minuti Nick entra di corsa nel locale, non la vede e pensa che cazzo, ma proprio oggi?. Poi la trova, il viso riflesso nella finestra del locale, le gambe distese sotto il tavolo, le mani strette sull’orlo del vestito. Si passa una mano tra i capelli e si lecca le labbra, in quattro falcate le è di fronte.

“Non dire niente - Nick alza le braccia davanti a , in segno di resa e continua - Ti prego. La moto di Joe non partiva, l’ho accompagnato dal meccanico, mi sono macchiato di olio e grasso, sono tornato a casa, ma non avevo le chiavi e ho dovuto aspettare che mia madre tornasse”.

Chris lo guarda, sorride e si rilassa. Fa un gesto con la mano e lo invita a sedersi.

“Prendi fiato, Nick. Hai detto nove frasi in cinque secondi. Non importa”.

Nick si sfila la giacca, fa un respiro profondo, congiunge le mani davanti a . “Comunque, è molto che aspetti?”

Chris vorrebbe dire di si, che è tanto che aspettava di sentirsi cosi felice per uno stupido panino untuoso, che non aspettava con cosi tanta intensità qualcosa che le cambiasse la giornata, qualcuno che la capisse, che la vedesse davvero, qualcuno con cui stare bene da morire e averne paura allo stesso tempo.

Scuote la testa e sorride. In fondo è felice di stare seduta e guardare Nick che sembra cosi fuori luogo li dentro, cosi elegante e bello sullo sfondo verde scuro delle pareti del pub con le sciarpe dei tifosi alle sue spalle. Di godersi la sensazione di calore delle dita di Nick che ora cercano le sue sopra le tovagliette di carta.

E’ strano?”

“Cosa?”

Lei guarda le loro mani con fare eloquente ma, appena Nick prova a spostare la sua, la stringe più forte.

“Quando mi farai ascoltare la tua canzone? E’ domani”

“Non c’è nessuna canzone, Chris”. La guarda da sotto le ciglia lunghe, con intenzione. “Mi dispiace, ma volevo davvero che venissi stasera”. Lo dice stringendosi nelle spalle, dispiaciuto (forse non troppo, ecco).

Lei sospira e gli restituisce lo sguardo. “Sarei venuta lo stesso, Jonas”, si arrende.

“Davvero?”

“Davvero. E non fare quel sorriso idiota” lo rimprovera; lui in tutta risposta sorride ancora di più, la guarda arrossire e, per darle tregua – ma solo per ora – ordina da bere.  

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: inibizione