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Autore: obidoia    15/06/2016    1 recensioni
Ares è un ragazzo normale come qualsiasi altro. Famoso a scuola, un prodigio nel tiro con l'arco eun rapporto col padre meraviglioso. Ma tutta questa quotidiana serenità verrà cancellata dall'improvviso arrivo di un nuovo individuo, Eros, il quale si rivela essere fratello, per giunta gemello, di Ares. E' subito odio quello che prova Ares nei confronti di suo fratello. Ma questa burrascosa relazione è destinata a cambiare portando i due ragazzi verso il punto di non ritorno.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Ares si trovava in compagnia di amici vicino al cancello della scuola, parlavano liberamente fra loro. Dopo tre anni era diventato ancora più bello, somigliante alla madre. Non aveva un corpo robusto ma snello come quello dei nuotatori e il suo dolce viso incantava la fila di ragazze che gli andavano dietro, la quale con il passare degli anni era aumentata notevolmente. Gli occhi però tradivano la sua bellezza, nonostante fossero blu mare si posavano sugli altri con fare altezzoso e superbo, come di chi sa di essere un re in confronto agli altri. Erano quasi meschini. Aveva un sorriso che poteva sembrare dolce a prima vista, ma dalla sua bocca uscivano parole taglienti, che spesso ferivano gli altri. Probabilmente era il ragazzo più popolare e ammirato del liceo, tuttavia era anche il più odiato. Le persone gli erano invidiose e lui se ne prendeva gioco. Cambiava spesso giro d'amici perché nessuno riusciva ad instaurare un vero rapporto con lui. Ares in primo luogo si approfittava degli altri e non permetteva a nessuno di avvicinarsi. Quel giorno, coi suoi nuovi amici, stavano decidendo il da farsi per la sera, dato che era il suo compleanno. O doveva dire il loro...

<< Qualche idea brillante? >> chiese uno.

<< Il bowling? >> << Noioso. >> sentenziò Ares.

<< Che ne dite di un aperitivo tutti insieme sul tardi e poi discoteca? >>

<< Non male.. >> Ares non sembrava poi così interessato.

Alla fine decisero di riunirsi alle undici per la via centrale. In quel momento passò di fianco a loro Eros con una ragazza mentre parlavano di scuola.

<< Ehi Eros! Sta sera organizziamo qualcosa per la festa di Ares, perché non vieni anche te? In fondo è anche il tuo compleanno. >>

Ares era abbastanza sconvolto, da quando in qua il suo gruppo di amici invitava suo fratello per un'uscita? Anche Eros pareva meravigliato e nervoso all'idea. Indeciso lanciò un'occhiata in direzione di Ares come per valutare la situazione, sapeva che il fratello non voleva la sua presenza.

<< Mi dispiace ragazzi, ma proprio sta sera ho un gran lavoro da fare come rappresentante degli studenti e per il consiglio di classe... >> si tirò su gli occhiali con l'indice.

Ormai era da quasi due anni che teneva gli occhiali, Ares fu felice quando venne a sapere che suo fratello doveva indossarli, perché era un'altra cosa che li distingueva. Doveva ammettere comunque che non gli stavano bene, doveva sceglierne un paio più moderni, quelli lo facevano sembrare un nerd. Quando tirò in ballo la storia del consiglio di classe la ragazza che era con lui gli rivolse uno sguardo confuso come per dire “ma cosa stai dicendo?”, tuttavia non parlò. Il tizio che l'aveva invitato rimase deluso dalla sua risposta.

<< Dovresti svagarti ogni tanto e non stare sempre a dormire sui libri, sennò ti verrà la scogliosi. >> lo stuzzicò Ares.

Il fratello alzò le sopracciglia. << Tu invece dovresti studiare di più e non saltare le lezioni o rimarrai bocciato. >> detto questo se ne andò, in direzione di casa.

<< Certo che voi due non vi potete proprio vedere eh? E poi mi fa strano pensare che siate gemelli, ok di aspetto vi assomigliate, ma le vostre personalità sono completamente opposte. >> disse una ragazza del gruppo.

Ed era vero. Ares aveva una terribile personalità, al contrario di Eros che sembrava piacere a tutti. Il primo era il più popolare e gli piaceva saltare le lezioni, infrangere le regole ( tra cui fumare a scuola ), il secondo non aveva la stessa bellezza del fratello ed era il rappresentante degli studenti, e spesso era lui a doverlo rimproverare per ogni infrazione. Eros aveva sempre eccelso negli studi, da quando era arrivato si era messo in quattro per farsi accettare e avere attenzioni dal loro padre, come se da un momento all'altro avesse potuto abbandonarlo.
Ares aveva cominciato ad odiarlo di più, e per farsi notare anche lui dal padre usò il metodo contrario. Iniziò a saltare gli studi e ad andare male a scuola. Ma non era solo quello a renderli diversi, anche i loro gusti lo erano. Ad Ares piaceva farsi notare e si vestiva sempre seguendo la moda del momento, mentre suo gemello non sembrava preoccuparsi di quelle cose, si vestiva semplicemente. Nonostante l'indifferenza nei confronti del gemello che cercava di dimostrare, Ares era invidioso, ma non sapeva di cosa. Cercava sempre di primeggiare quando c'era lui nei paraggi, come se volesse determinare che lui era migliore. Eros faceva finta di niente di fronte alle sue provocazioni e questo lo irritava ancora di più. Perché non poteva far finta che il fratello non esistesse e basta? Ares schioccò la lingua e lasciò quelli che per il momento chiamava amici.

La sera il padre era tornato presto, così da poter festeggiare tutti e tre insieme il diciassettesimo compleanno dei gemelli. Fu una cena alquanto silenziosa tranne che per qualche parola scambiata tra Eros e il genitore. Ares era irritato, sentiva quella sensazione di fastidio per tutto il corpo. Non vedeva l'ora di uscire, ubriacarsi e perché no, portarsi una ragazza a casa. Ormai era cresciuto ed esperienze del genere erano una cosa del tutto normale per lui, e per Eros? Ares scommetteva che il fratello neppure sapeva come usare l'arnese in questione. Dubitava perfino che facesse delle cose da solo. Non lo aveva mai sentito, e nonostante dormissero in stanze separate i muri erano sottili, per questo Ares quando era solo nella sua camera e senza avere il padre in giro per casa si abbandonava spesso al piacere e lo faceva rumorosamente, vicino alla parete che condivideva col fratello. Lo trovava un metodo efficacissimo per disturbare la quiete di Eros. Si ricordò di quella volta che andò avanti per più di un'ora e il fratello incominciò a tirare colpi al muro e a inveire contro di lui, mai come quella volta si era sentito più appagato.

A fine pasto il padre consegnò loro una chiave, era la chiave di una Mercedes nuova di zecca. Era il loro regalo di compleanno, unico problema della macchina? Era di ambedue i gemelli, dovevano condividerla. Poco dopo il padre uscì avendo ricevuto una chiamata urgente che lo vedeva costretto a ritornare a lavoro, e non sarebbe rientrato prima dell'indomani sera. I fratelli per cui rimasero soli in casa. Ares diede un'occhiata all'orologio, erano le 10.30. Da casa sua alla via principale ci volevano ben venti minuti a piedi, ma con una Mercedes... neanche cinque.

<< Sta sera prendo io la macchina. >> sentenziò rivolto a Eros. Egli d'altro canto capì dal tono perentorio del fratello che non aveva possibilità di ribattere. Fece spallucce e rientrò in camera. Ares era soddisfatto. Salì anche lui su in camera e si cambiò, non aveva di intenzione di vestirsi elegante per andare a una semplice discoteca, un paio di pantaloni neri lunghi, strappati e una camicia bianca sarebbero bastati, un po' di profumo e il gioco era fatto. Non aveva neanche bisogno di sistemarsi i capelli, le ragazze a quanto pare lo preferivano con i ciuffi sbarazzini e spettinati.
Salì in macchina e mise in moto il bolide per iniziare la sua corsa, andava che era una meraviglia, e in più era nera, il suo colore preferito. In un batter d'occhio arrivò nel luogo di ritrovo dove c'erano già i suoi amici ad aspettarlo, i quali appena videro la macchina tirarono dei lunghi fischi di compiacimento. Ares sorrise.
Dopo aver girovagato per i locali lungo la via centrale entrarono in una discoteca li vicino. Il buttafuori li fece entrare subito senza neanche controllare i documenti, ormai erano diventati clienti abituali. La musica era assordante ma almeno era orecchiabile.
Alcuni dei suoi amici non persero tempo, si erano già lanciati in mezzo alla pista a scatenarsi insieme a un gruppo di ragazze che già da come erano vestite si capiva la loro intenzione per la notte. Ares invece aveva bisogno di bere e si diresse verso il banco dove il barista preparava i cocktail. Ordinò un Negroni, il primo di una lunga serie. Aveva bisogno di rilassarsi e lasciarsi andare. Vivere con Eros gli procurava uno stress incredibile che neanche lui sapeva spiegare.
Per un attimo si domandò cosa stesse facendo il fratello a casa tutto solo il giorno del suo compleanno, magari data l'assenza di Ares si era portato a casa una ragazza? Forse la ragazza che lo aveva accompagnato il pomeriggio stesso dopo scuola? Impossibile, non era una persona così audace. Probabilmente se ne stava seduto sul divano a guardare un film o più probabile ancora a studiare. Ares si tirò un pizzicotto sulla gamba, doveva smetterla di pensare al fratello e preoccuparsi per se stesso.
I ragazzi con cui era venuto a ballare avevano già una ragazza ciascuno se non addirittura due. Anche lui doveva darsi da fare, ma prima ordinò un altro drink, lo stesso di poco fa che trangugiò in un baleno. Sentì l'effetto dell'alcol dopo pochi minuti. Si sbottonò un po' la camicia per far intravedere il suo petto. Grazie al tiro con l'arco gli erano venuti dei pettorali mica da ridere e anche gli addominali erano ben messi. Tuttavia la sua struttura rimaneva sempre esile e sembrava che scivolasse furtivo in mezzo alla pista anziché camminare. In un angolo del locale adocchiò una ragazza dai capelli lunghi biondi e occhi grandi, anche di fisico era ben messa sia davanti che dietro. Ares iniziò a parlarle ma dopo neanche un minuto si ritrovarono in mezzo alla pista da ballo con le labbra appiccicate e le lingue in movimento, mentre i bacini si scontravano sensualmente.
Non erano neanche le tre di notte quando Ares e la ragazza, di nome Eveline, salirono in macchina presi dalla foga dirigendosi verso casa di lui. Talmente erano presi l'uno dall'altro che non si staccarono neanche un secondo andando dritti nella camera da letto e dimenticandosi perfino di chiudere la porta della stanza. Totalmente immersi nel piacere cominciarono a spogliarsi e ad ansimare sempre più forte.
Mentre si donavano l'uno all'altro Ares sentì una sensazione strana espandersi nel suo corpo e ne capì il motivo quando girando lo sguardo intravide Eros dietro la porta che li fissava, negli occhi gli si leggeva stupore e imbarazzo. Il rossore sulle sue guance aumentò quando si rese conto che suo fratello Ares si era accorto di lui che li osservava, e lo stava fissando mentre continuava a muoversi sopra quella ragazza. Tuttavia Eros non riuscì a muovere neanche un muscolo, rimase lì seminascosto tra l'ombra e la porta a spiare suo fratello gemello che faceva sesso. Ares non appena vide il fratello sentì dei brividi percorrergli la schiena, erano brividi di piacere, e questo crescette quando si accorse che Eros aveva un rigonfiamento nei pantaloni bello evidente. Aumentò la velocità sentendosi sempre più eccitato e mentre raggiungeva il culmine del piacere sorrise a Eros abbandonandosi all'estasi del momento. Dopo aver ripreso fiato per alcuni secondi Ares si girò in direzione del fratello, ma questi era sparito. Si alzò dal letto ancora nudo e uscì dalla stanza nonostante le proteste di Eveline che lo invitavano a fare un altro giro. Si fermò davanti alla camera di Eros e con un orecchio si appoggiò alla porta. Un nuovo senso di piacere lo pervase quando attraverso la porta sentì suo fratello gemere.

  
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