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Autore: Milla Chan    16/06/2016    2 recensioni
Rei era sempre stato affascinato dalla coordinazione che si nascondeva dietro l’efficienza di un albergo di lusso. Era un meccanismo: ogni cosa doveva funzionare in modo perfetto e armonico, ogni persona contribuiva all’andamento ben scandito di quel grande orologio vivente.
Ma un granello di polvere basta a inceppare tutto quanto.
[Reigisa] [Hotel AU]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Day 9: Heat
 
Anche quella giornata era stata torrida e impegnata.
Ciò che era successo il giorno prima aveva tormentato Rei tutta la notte e tutto il giorno, aveva continuato a rimuginarci su senza sosta. Era impossibile pensare ad altro e, nonostante tutto il carico di lavoro, il continuo riflettere aveva reso infinite quelle ore in reception. Si sentiva internamente frustrato, perché una parte di lui gli urlava di mollare tutto e correre da Nagisa, mentre un’altra gli ricordava che in quei caldi giorni l’hotel era incredibilmente affollato e c’era bisogno del suo aiuto, senza contare che Nagisa era uscito presto con la sua famiglia e non l’aveva visto per tutto il giorno. Probabilmente era rientrato mentre lui era a cena. Sperava con tutto il cuore in questa ipotesi, altrimenti avrebbe iniziato a preoccuparsi e a pensare che gli fosse capitato qualcosa. E se avesse fatto un incidente? Magari era in ospedale. Qual era l’ospedale più vicino?
Rei era talmente perso a immaginare gli scenari più improbabili mentre cercava l’errore in un conto del bar che non si accorse della presenza di Nagisa finché questo non suonò ripetutamente il campanello demoniaco per attirare la sua attenzione. Sussultò spaventato e quasi fece volare le carte in aria, ma si ricompose e alzò lo sguardo. Non che vedere quel ragazzo lo aiutasse a tenere sotto controllo il battito del cuore, comunque.
Nagisa ridacchiò sotto i baffi e gli fece l’occhiolino. -A che ora finisci?-
-Nagisa!- esclamò sollevato, per poi formulare una risposta alla sua domanda. -Tra poco più di un’ora, alle dieci e mezza. Perché?-
-Beh, con questo caldo ho proprio voglia di un bagno notturno in piscina assieme a te.- spiegò vivace.
-Ma la piscina chiude alle dieci.- gli fece notare Rei, cercando di seguire il suo ragionamento.
-Lo so.- Nagisa inclinò la testa da un lato e si aprì in un grande sorriso prima di fuggire dalla reception a passo svelto. -A dopo allora, Rei-chan!-
Rei lo seguì con gli occhi, con un sacco di domande e reclami morti sul fondo della gola. Non aveva più parole per definirlo.

Rei cercò di aprire la porta coi gomiti, dal momento che le mani erano occupate da un asciugamano e da due lattine di tè alla fragola che aveva comprato proprio per Nagisa quella mattina prima di andare in hotel, conservate nel piccolo frigo nel retro della reception. Infilò un piede nello spiraglio che era riuscito a creare e, con uno sforzo immane, ci sgusciò attraverso. Sua madre era appena andata a casa e Rei le aveva detto che sarebbe rimasto un po’ lì a mettere a posto alcune carte degli arrivi. Si era invece messo un costume e aveva riacceso le luci della piscina.
Al di fuori della reception c’era un piccolo spiazzo, e subito a sinistra si trovava il parcheggio al coperto. Al di sopra del parcheggio, attraverso delle scale, si accedeva alla piscina, che finiva così per essere praticamente davanti ai balconi del quarto piano.
Rei salì quelle scale con il cuore in gola, complice la paura di inciampare nel buio. Quando arrivò in cima quasi gli mancò il fiato per lo spettacolo. Le luci colorate sul bordo della piscina facevano risplendere l’acqua appena increspata dalle due piccole cascate alle estremità e illuminavano il profilo Nagisa, accovacciato sul bordo.
Sentì i muscoli delle spalle e del viso rilassarsi e sciogliersi, mentre Nagisa si girava verso di lui e gli rivolgeva un sorriso radioso.
-Rei-chan, eccoti! Si muore di caldo, non chiedermi come abbia fatto a non buttarmi subito!-
Rei si sedette accanto a lui e gli passò il suo tè. -Ammiro molto questa tua forza di volontà. Ti ho portato del tè alla fragola, l’ho visto questa mattina al supermercato e ho pensato che ti potesse piacere.-
-Aah, ci andava proprio qualcosa di fresco!- esclamò Nagisa, tutto giulivo, aprendo la lattina con un rumore che lo portò ad assumere un’espressione beata. -Che carino, grazie!-
Rei lo guardò incantato per qualche secondo prima di riscuotersi e aprire anche la propria, con più calma rispetto al ragazzo accanto a lui.
-Allora, umh… Si stava bene oggi in spiaggia?-
-Sono stato tutto il tempo in acqua, ma la spiaggia era veramente strapiena, non si riusciva a camminare! E si moriva di caldo, giuro. E qui in hotel, invece?-
Rei sorseggiò il tè e fece una smorfia per l’esagerata dolcezza di quella bevanda. -Le solite cose. Ci sono stati un sacco di contrattempi però, un lavandino otturato ha mandato in panico quelli della 408.- spiegò mentre girava la lattina per controllare la quantità di zuccheri presente in quell’infuso diabolico e strabuzzando gli occhi quando trovò le cifre nella tabella. Nagisa, invece, sembrava apprezzare molto, tanto da aver già appoggiato la lattina vuota dietro di sé sotto lo sguardo attonito di Rei.
-Ah, immagino! Sono quelli col cagnolino carino vero? Un giorno mi sono fermato sulla stradina a strapazzarlo, era così affettuoso!-
-…È un pitbull, non lo definirei esattamente un “cagnolino carino”.-
Nagisa alzò le spalle e guardò il tè alla fragola di Rei. -Lo finisci?-
Rei scosse la testa e allungò la lattina verso di lui. -Troppi zuccheri aggiunti, non so come tu faccia a berlo. Puoi finirlo, se vuoi.-
Il biondino non se lo fece ripetere due volte e lo finì in due sorsi, concludendo con un lungo verso soddisfatto.
-Che caldo.- si lamentò Rei con un sospiro, guardando le piccole onde nella piscina.
-Buttiamoci allora! Davvero, cosa aspettiamo?- esclamò Nagisa allungando le mani verso il suo viso, prendendogli gli occhiali rossi e appoggiandoli accanto alle lattine vuote. Si alzò in piedi e, dopo essersi stiracchiato, tese il braccio verso Rei per aiutarlo ad alzarsi. Una scena simile era già successa in spiaggia, e se allora il contatto tra le mani si era prolungato più del dovuto accidentalmente, quella notte ne furono più che consapevoli. Rei continuò a stringere forte la mano attorno a quella dell’altro anche quando fu in piedi, e gli si scioglieva il cuore nel vedere che non smetteva di sorridergli.
-Okay Rei-chan, al tre ci tuffiamo!-
-Va ben…-
-Treeee!- urlò Nagisa, saltando in acqua e trascinando con sé il povero ragazzo.
Quando riemersero da sotto la superficie, Nagisa scoppiò a ridere e tornò vicino a Rei, perché sott’acqua le loro mani si erano separate.
-Pensavo che avresti fatto un conto alla rovescia!- starnazzò Rei tra un colpetto di tosse e l’altro, aiutato dalle pacche sulla schiena che gli stava dando Nagisa.
-L’ho fatto a mente!- disse in sua difesa, spostandogli i capelli scuri da davanti agli occhi prima di sparire sott’acqua e nuotare un po’ attorno.
Rei riuscì ad arrivare al bordo con fatica e ad aggrapparsi con un sospiro. Anche l’acqua della piscina non riusciva a dare abbastanza frescura, anzi, era piuttosto tiepida, probabilmente perché era rimasta esposta al sole cocente tutto il giorno.
-Ehi.- si sentì sussurrare all’orecchio, mentre il petto di Nagisa premeva sulla sua schiena. Rei si sentì rabbrividire e le guance iniziarono a bruciargli quando il ragazzo dietro di lui gli lasciò un piccolo bacio dietro l’orecchio, e un altro sul collo. Doveva davvero smetterla di imbarazzarsi e arrossire ogni volta che avveniva un contatto tra loro due, ma gli pareva impossibile. Quel ragazzino metteva in disordine tutto, partendo dagli oggetti inanimati fino ad arrivare ai suoi sentimenti.
Il biondo sparì di nuovo sott’acqua, per riapparire tra le braccia di Rei, tra lui e il bordo della piscina. Non aveva la forza di parlare, rapito com’era dalla bellezza che gli stava così vicino
-Baciami.- sussurrò Nagisa, la schiena appoggiata al bordo, intrappolato tra le sue braccia, facendo scivolare le mani dietro le spalle per portarselo più vicino.
Rei vedeva le luci cambiare colore riflesse nelle sue pupille. Chinò la testa per baciarlo, le labbra già dischiuse.
Era così strano e bello fluttuare nell’acqua, con le labbra di Nagisa che sapevano di cloro e di fragola. Percepiva distintamente il rumore delle cicale e delle cascate tra i baci profondi e avrebbe voluto che non finisse mai, perché quella sensazione di pace lo faceva stare meglio di quanto non fosse mai stato.
Nagisa emise un verso basso e avvolse le gambe attorno ai fianchi del ragazzo mentre le sue mani si spostavano dalle spalle alla nuca. Rei sentì un brivido intenso nella pancia quando Nagisa si lasciò sfuggire un lamento soffocato prima di allontanarsi da lui per riprendere fiato un attimo.
-Mi piaci da matti, Rei-chan.-
Sorrideva tra un bacio e l’altro e il cuore di Rei batteva forte. Quando rimasero fronte contro fronte, a guardarsi a vicenda con le luci che cambiavano colore sulla loro pelle, cercò la forza per parlare. Aprì la bocca più volte, ma la voce non voleva saperne di uscire. Finì con l’appoggiare la faccia contro la sua spalla, desiderando di sparire sotto la piscina tanto si sentiva rosso.
-Cos’hai?- chiese Nagisa con una risata serena ma divertita.
La risposta che Nagisa sentì furono delle bollicine incomprensibili.
-Nooo, che carino!- cinguettò sollevando la testa a Rei e strizzandogli le guance coi palmi delle mani.
Rei si chiedeva come avesse fatto a cambiare tanto in una manciata di secondi. Gli piaceva in ogni caso.
-Carino!? No, è solo che… E se qualcuno ci vedesse? Dopotutto, siamo davanti a delle camere. Sei davvero imprudente.-
Nagisa gli lasciò una scia di piccoli baci sulla guancia sinistra.
-Ma a me piace così tanto!-
Rei chiuse gli occhi e si sentì sciogliere. -Anche a me.- sussurrò inclinando la testa verso la sua bocca, alla ricerca di altri baci.
Rimasero abbracciati ad accarezzarsi le spalle con la punta delle dita finché queste non diventarono raggrinzite.
-Nagisa.- disse Rei, rompendo il silenzio.
-Sì?-
Il suo tono era dolce, sempre allegro, ma in qualche modo incredibilmente tranquillo.
-Ho un po’ paura.- confessò con fatica, guardando l’acqua increspata dietro Nagisa.
-Perché?- chiese senza muoversi.
Rei osservò l’acqua increspata con gli occhi bene aperti. -Perché tra pochi giorni parti.-
Il volto di Nagisa si adombrò e Rei si irrigidì.
-Già.- replicò a bassa voce, accennando una risata dal retrogusto amaro.
-So che sembra stupido perché ti conosco veramente da poco, ma il pensiero mi fa… star male. Sono felice di averti conosciuto, Nagisa. E di star passando questi momenti con te. E sono sicuro che, se due settimane fa avessi pensato che mi sarebbe potuta succedere una cosa del genere, avrei indubbiamente pensato che fosse sbagliato.- continuò Rei, come se il blocco che impediva ai pensieri di fluire fuori dalla sua bocca fosse stato improvvisamente rimosso e lui non riuscisse a trattenerli. -Intendo… era ovvio che te ne saresti andato, quindi può sembrare sbagliato tutto quello che stiamo facendo, perché… Qual è il senso, dopotutto?-
Rei vide chiaramente negli occhi di Nagisa che il suo cuore era sul punto di spezzarsi.
-Non fraintendermi, io non credo che sia sbagliato. Lo so che non è sbagliato. Non so spiegarlo, non riesco a trovare una risposta logica. Non ci ho mai pensato davvero perché avevo paura di affrontarlo. Mi fa paura anche adesso.- concluse a voce sempre più bassa, in un tono incredibilmente triste che fece trasalire Nagisa.
-Non lo dire.- gli mormorò in risposta con voce appena incrinata e acuta.
Ascoltandolo, si sentì colpire da un macigno. Guardò Nagisa con gli occhi spalancati e spaventati e lo vide sorridergli con una tranquillità innaturale e le ciglia umide.
Rei aprì appena la bocca e cercò qualcosa da dire per scusarsi. Non voleva rovinargli la vacanza, non voleva rovinare quel momento. Non sapeva perché l’avesse detto, ma ormai l’aveva fatto. Era un discorso inevitabile, no? Anzi, c’erano ancora moltissime cose che sentiva di volergli dire. Non avrebbero potuto scappare per sempre.
-Non voglio parlarne adesso.- sibilò Nagisa tra i denti, tentando di tenere sotto controllo la voce e abbracciandolo forte.
Rei sentiva solamente il rumore delle cascate e delle cicale e anche quello lo spaventava. Ogni volta che cercava di allontanarsi da Nagisa per guardarlo in faccia, quello lo stringeva ancora più forte, impedendoglielo.
-Non volevo che reagissi così, Nagisa…- spiegò Rei con calma, dopo qualche minuto di silenzio assoluto.
Nagisa si staccò da lui e gli mostrò un’espressione serena, lasciando spiazzato l’altro ragazzo.
-Stai tranquillo, Rei-chan!- disse mentre ricominciava a nuotare lentamente. -Non è il momento di pensarci, davvero!-
Rei lo guardava a bocca aperta. Aveva pianto, si vedeva. Eppure sembrava essersi rigenerato, riassemblato, come se in quei minuti si fosse reincollato addosso i pezzi della sua faccia felice. Non era completamente sicuro di voler credere alle sue parole, ma di certo desiderava con tutto il cuore di non renderlo ulteriormente triste. Per questo motivo, si lasciò andare in un sorriso debole e nuotò all’inseguimento di Nagisa.
   
 
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