Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: rora02L    17/06/2016    1 recensioni
SPOILER!
Tratto dal testo:"Elena, non sai cosa ti aspetta: appena ti svegli, voglio fare un po’ di ginnastica da letto con te in stile vampiro, per l’ultima volta. Ti stravolgerò, piccola. Poi, quando sarò umano anche io, voglio una caterva di figli da te."
Ho scritto un possibile finale della storia, ovviamente frutto della mia immaginazione.
Ispirato dalla canzone "Di nuovo umani" di La Bella e la Bestia, Disney.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2.


Image and video hosting by TinyPic



Apro lentamente gli occhi, infastidito dalla luce del sole. La prima cosa che vedo è Elena accoccolata accanto a me, con il mio braccio a cingerle le spalle ed il suo capo appoggiato al mio petto. Le scosto alcune ciocche dal viso, stando attento a non svegliarla: è così bella quando dorme serena, soprattutto se so che tra poco si sveglierà e potrò vedere il suo splendido sorriso ed i suoi occhi luminosi e pieni di vita. Così decido di toglierla dalle braccia di Morfeo e riportarla nelle mie. Le do un bacio sulla fronte e sussurro: “Buon giorno, principessina. Basta coi pisolini… abbiamo miss Mistyc Folks che ci aspetta tra circa due ore e sai com’è quella biondina quando non è tutto perfetto: isterica e nevrotica, non so se te lo sei dimenticata in questi anni di nanna in una bara.”
Lei apre svogliatamente gli occhi e mi sorride, ancora intorpidita dal sonno: “Damon… è stato bellissimo…”
Gongolo orgoglioso ed inizio a vantarmi: “Sai che il sesso con me è sempre bellissimo, per non dire mozzafiato. Tranquilla, Biancaneve, anche da umano ti farò toccare il Paradiso con un dito.”
La prendo per il fianco e le do un bacio appassionato, per poi staccarmi ed esclamare: “Ora è il momento della colazione: sono in arrivo i miei famosi pancakes ai mirtilli!”
Scatto in piedi, lasciando Elena nella camera a vestirsi. Mi dirigo in cucina ed inizio a preparare la mia specialità, contento per la splendida nottata trascorsa col mio amore. Ed eccola che entra, stropicciandosi gli occhi. Ridacchio, pensando che sia davvero buffa e tenera allo stesso tempo. Lei mi chiede allora perché rido. “Scusa, ma sei… tenerissima mentre ti stropicci gli occhietti! – le scompiglio i capelli come si fa coi bambini, credo- cucciolina mia!”
Elena allora mi prende per il polso e ribatte: “Mi pareva che stanotte non mi avessi chiamato affatto così… hai usato termini… diversi.”
Uuh Elena che fa la dura e la provocante, mi piace. Sorrido con aria di sfida, voglio vedere se ha il coraggio di ripetere gli epiteti con cui l’ho chiamata mentre ci amavamo: “Mio batuffolino di gioia, potresti gentilmente ricordarmi – avvicino le mie labbra al suo collo e ci soffio sopra le ultime parole- come ti ho chiamata mentre ti facevo sentire quanto mi sei mancata?”
Elena diventa improvvisamente rossa come un peperone, così decido di deviare il discorso per farle capire che, come al solito, sono io il più stronzo: “Direi che è ora dei miei formidabili pancakes!”

“Stefan, ma stiamo organizzando un matrimonio o una parata per la festa dell’Indipendenza? Ora capisco perché gli umani fanno mutui!” esclamo, leggendo un’ultima volta il resoconto del costo del mio matrimonio, elaborato dalla wedding planner più insopportabile e perfezionista d’America: Caroline Forbes. Parli del diavolo… in quel momento entra lei, sbraitando come una ossessa, nonostante si trovi a casa Salvatore: “Damon, guarda che ti ho sentito! Non accetterò mai che Elena abbia un matrimonio non impeccabile, deve essere tutto perfetto e tu non manderai a monte i miei piani!”
Ammetto che farebbe meno paura con un paletto tra le mani. Alzo le braccia, in segno di resa: “Wow, calmati mia cara… o ti verranno le rughe. Lo sai che non ho intenzione di intromettermi nei preparativi per il matrimonio, dato che non ho la più pallida idea di come si faccia.”
Caroline allora esclama, quasi le si fosse accesa una lampadina: “Ah, giusto! Il giudice di pace vi aspetta a casa, quindi vedi di fare una buona impressione e di imparare il tuo giuramento! Fallo come si deve o giuro che ti strappo il cuore con le mie mani!”
Rettifico: è terrificante! Mi domando come possa piacere al mio fratellino, deve avere dei gusti strani, dopo Elena si è innamorato solo di psicopatiche. La biondina, dopo avermi lanciato uno sguardo di fuoco, lascia la casa per tornare ai preparativi, dato che un matrimonio è difficile da organizzare in tre giorni.
Tiro un sospiro di sollievo e, rivolto a mio fratello, commento: “Ricordami di non contraddirla mai.”
Stefan sorride e ridacchia, dato che sa perfettamente la natura della vampira isterica che mi ha appena minacciato di morte. Prende una bottiglia di bourbon e ne versa un po’ in due bicchieri di cristallo, porgendone uno a me: “A mio fratello che, se vivrà per i prossimi tre giorni, sposerà la sua anima gemella e tornerà nuovamente umano!”
Alza il bicchiere ed io lo imito, rispondendo: “Brindiamo alla mia prossima vita da mortale, fratello mio! Grazie per essere qui con me.”
Lui si limita ad un sorriso imbarazzato, dato che, una volta umano, dovremo separarci, secondo lui. Ma sappiamo entrambi che la famiglia è un vincolo incancellabile e, finché uno dei due non creperà, resteremo sempre uniti. Siamo i fratelli Salvatore, dopotutto.

Entro nella mia futura casa da umano, chiudendo la porta dietro di me. Trovo Elena sdraiata sul divano, con un’aria esausta. Intuisco già di chi sia la colpa e commento, avvicinandomi: “Caroline in modalità wedding planner assassina è passata anche da te, vero?”
Lei annuisce e racconta l’accaduto: “Non pensavo che sposarsi fosse così complicato, Damon. Devo provare i vestiti da sposa, approvare i fiori, scegliere la location per il viaggio di nozze, la lista degli invitati, il menù per il ricevimento… ah, non vedo l’ora che finisca tutto questo!”
Sorrido, compatendola, e mi siedo accanto a lei. Le alzo la testa e la appoggio alle mie ginocchia, accarezzandole dolcemente i capelli: “Resisti, tesoro. Tra non molto, sarai la signora Salvatore.”
Lei riprende allora il sorriso, guardandomi negli occhi. Poi mi chiede titubante: “Damon… quando pensi di prendere la cura?”
Io rispondo calmo: “Pensavo di farlo in luna di miele… forse non te ne sei accorta, ma i luoghi indicati dalla nostra psicopatica bionda preferita sono a prova di magia, quindi più sicuri… non voglio che qualcuno interferisca.”
Elena mi prende la mano con cui le stavo accarezzando i capelli e ne bacia il dorso: “Ti amo, Damon.” Sorrido, felice come non lo ero da troppo tempo: “Anche io, futura signora Salvatore.”
Le do un bacino sul naso, facendola ridacchiare. Cavolo, suona così bene il nome Elena Salvatore.

Entro defilato nell’atelier, pronto a compiere la mia ultima azione malvagia grazie ai poteri da vampiro. Mi presento alla cassa, trovando una signorina che mi chiede in che modo può essermi utile. Mi guardo intorno circospetto, mi sembra che l’area sia libera e sicura. Inizio così a soggiogare la signorina: “Potrebbe gentilmente mostrarmi l’abito da sposa ordinato da Elena Gilbert, signorina… Rachel?”
Lei mi guarda docile ed esclama: “Spiacente signore, ma i dati riguardanti l’ordine della signorina Gilbert sono privati.”
Spalanco gli occhi, chiedendomi come sia possibile e come mai il soggiogamento non abbia funzionato. Un solo nome compare nella mia mente: Caroline. Quella dannata perfezionista manipolatrice deve aver soggiogato l’intero negozio per impedirmi di scoprire come sarà l’abito da sposa della mia futura moglie! Questa me la paga! Stefan entra poco dopo, chiedendomi cos’ho scoperto. Rispondo alterato: “Un bel niente, fratello. La tua amica Barbie mi ha fregato!”
Lui fa spallucce e ribatte sereno: “Te lo avevo detto che non ci saresti riuscito. Caroline ci tiene alle tradizioni e lo sposo non può vedere il vestito della sposa.” Sbuffo contrariato: “Dato che lo pago io, avrò il diritto di vedere com’è e assicurarmi che sia adeguato?”
Stefan ridacchia: “Pare di no. Rassegnati, fratello.”
Torniamo all’auto, dopo aver perso questa battaglia contro la mente diabolica e macchinatrice di Caroline. Durante il tragitto per andare a prendere il mio vestito e quello del mio testimone, ossia il mio fratellino. Stefan ridacchia, conscio dell’ironia presente nella nostra situazione: “Chi lo avrebbe mai detto che tu saresti tornato umano, ti saresti accasato e ti saresti sposato con la mia ex ragazza?!”
Io rispondo tranquillo, alzando le spalle: “Lo sai che la sorte si diverte con noi, è molto spiritosa. Ti ricordi tutti gli scherzetti che ci ha fatto? Ad esempio il fatto che Elena sia uguale a Catherine, oppure che la tua prima vittima sia stata nostro padre… oppure ancora il fatto che nostra madre non fosse morta, ma avesse deciso di costruire un nuovo nido pieno di coccolosi eretici psicopatici, ricordi?”
Lui fa il suo solito sorriso tirato, lo fa quando vorrebbe ridere ad una mia formidabile battuta, ma non si vuole abbassare per farlo. Ci penso io a sciogliere la situazione e ridacchio. Ma so che Stefan ha ragione, io sono quel tipo di vampiro che, se si guarda ciò che ho fatto in passato e con che gusto prosciugavo le trachee delle mie vittime come se fossero bottiglie di bourbon, non si direbbe mai che ora voglio tornare umano e rinunciare alla mia mostruosità. Eppure, nonostante tutti gli orrori che ho fatto e la mia indole egoistica e un po’ violenta, ho trovato un angelo capace di vedere oltre la bestia ed i denti aguzzi da vampiro. Ho trovato un motivo valido per vivere, uno scopo per una vita da umano tranquilla e felice, senza più sangue né questioni soprannaturali da risolvere. Una parte di me sa che tutto questo mi mancherà, o meglio… mi mancherà mio fratello Stefan. Lui ed Elena sono le persone che amo di più sul pianeta e mi dispiace dovermi allontanare dal mio fratellino, il mio eroe preferito. Gli voglio bene ed è l’unica persona che mi è rimasta nella mia famiglia e che ha sempre visto non un mostro, ma suo fratello Damon. Quello che si prendeva la colpa delle sue marachelle per non farlo picchiare da nostro padre o che temeva sempre per lui e correva in suo aiuto alla sua prima richiesta di soccorso. Ho sempre voluto un gran bene a mio fratello, anche se gli ho tenuto il muso per molto tempo.
Ancora non riesco a credere che presto sarò un normalissimo essere umano. Ma ricordo bene com’era stare senza Elena: ero come perso, mi sentivo incompleto e solo, cercavo di distogliere l’attenzione da quel senso di vuoto che c’era nel mio cuore per via della sua assenza. A volte passavo giornate intere ad ubriacarmi e chiedermi se davvero lei meritasse un mostro come me e a pensare che forse dovevo scomparire e lasciare che lei vivesse la sua vita da umana con un essere umano che non fosse abbominevole e crudele come me. Poi ogni volta finivo per dirmi che non sarei potuto vivere senza di lei, che non sarei riuscito mai a lasciarla andare e l’avrei ritrovata ad ogni costo, per stringerla tra le mie braccia e chiederle di non andarsene mai più.
Non c’era altra soluzione: volevo e voglio stare al suo fianco, da umano, fino alla morte.

Sono nervosissimo, non faccio che sistemarmi la giacca nera e guardarmi avanti ed indietro, aspettando che finalmente Elena si presenti in quella spiaggia sabbiosa in cui Caroline ha fatto allestire un gazebo ricolmo di fiori bianchi e rosa cipria ed ha trascinato il giudice di pace affinché celebrasse il matrimonio. Il tutto senza dover soggiogare nessuno, infatti erano tutti troppo terrorizzati per replicare. Vedo l’infrenale biondina col cellulare in mano, che non fa altro che mandare messaggi minacciosi ad Elena, per poi sbuffare in preda ad un ansia forse pari alla mia.
Caroline indossa un bel vestitino corto e rosa chiaro, con lo scollo a cuore e l’ampia gonna da principessina Barbie, accompagnato da un paio di sandali bianchi dai tacchi vertiginosi. “Ma dove diavolo si è ficcata Elena?- sbotta la vampira biondo, infuocando con lo sguardo il telefonino- Giuro che se non si presenta in tempo la rimetto a nanna per altri sessant’anni!”
Per fortuna, arriva il mio dolce fratellino a calmarla: Stefan l’eroe giunge in soccorso, anche se non indossa il suo mantello rosso né ha sul petto muscoloso una S, sia di super che di Stefan. Lo vedo chinarsi su Caroline, mettendole una mano sulla spalla scoperta: “Caroline, ascoltami, Elena arriverà a momenti. Non c’è bisogno di agitarsi così. In più rendi nervoso anche Damon, sai com’è fatto lui.”
Mi inserisco allora nel discorso, commentando sarcastico: “Già, se non la smetti subito di fare l’isterica farò il mio ultimo massacro in stile vampiro ed includerò anche te.”
Le sorrido ruffiano, ricevendo una occhiata minacciosa coi suoi occhioni blu, mentre Stefan mi fa capire che questa potevo risparmiarmela. “Che c’è?! Ha iniziato lei!” esclamo allora per difendermi, ma il fratellino ha la risposta pronta: “Damon, è il tuo matrimonio e c’è l’intera congrega dei Gemini, vedi di fare il bravo.”
Sbuffo seccato: “Ok ok… basta che Barbie la smetta, mi sta facendo immaginare gli scenari peggiori.” Lei allora ribatte bisbetica, col suo tono acido: “Cosa sarebbe peggiore che sposare te, uno psicopatico egocentrico?” Uh, carina, pensi di potermi fregare? Ribatto allora, gesticolando con le mani per trattenermi dal soffocarla: “ Ad esempio passare l’eternità con te, Caroline.”
La vedo alzarsi indignata dalla sedia candida, quando finalmente parte la marcia nuziale: la mia sposa è arrivata. Sorrido vittorioso verso Caroline, che serra i pugni sconfitta, mentre si siede accanto a Stefan. Finalmente la vedo, nel suo splendido vestito da sposa: resto a bocca aperta. Dio, è davvero un angelo… è bellissima.
Elena tiene stretto il bouquet di fiori bianchi e rosa, sentendosi osservata da tutti i presenti. Chi non potrebbe rimanere di stucco davanti a lei? I suoi capelli scuri sono raccolti in uno chignon a treccia, sembra una principessa. Il vestito però è aderente, candido, con un ampio scollo e le spalle scoperte. Elena sembra luccicare grazie alla luce calda delle lanterne multicolori e ai brillanti incastonati nel suo abito.
Non ho il tempo di ammirarla ancora, perché ormai è arrivata davanti a me. Mi guarda coi suoi profondi occhi scuri, luccicanti e stupendi. Le sorrido, riprendendomi dallo shock. Lei allora mi prende per mano ed il matrimonio ha inizio. “Sei bellissima, Elena…” le sussurro all’orecchio, cercando di non farmi beccare dal giudice di pace. Lei arrossisce e ribatte: “Anche tu, Damon.”
Sorrido compiaciuto e ribatto: “Lo so. Ma tu… sei un angelo…- stringo più forte la presa, sentendo la sua candida e morbida mano- e da adesso, sarai il mio angelo personale per sempre.”

Le ho finalmente tolto il vestito da sposa. Siamo nella stanza d’albergo dove tra poco io tornerò umano grazie alla cura nelle vene di Elena. Lei mi guarda, stesa sul letto candido e a baldacchino della camera. Mi accarezza i capelli con dolcezza, chiedendomi poi: “Damon, sei pronto? Penso sia il momento.” Sento l’agitazione crescere in me, forse perché quello che sto per fare è ancora più vincolante del matrimonio: sto per rinunciare alla mia immortalità per passare il resto dei miei giorni da umano. Tutto per lei. Ma venderei l’anima al diavolo per lei, non che non lo abbia già fatto in pratica. Rifarei ogni cosa per lei.
Annuisco silenzioso, scostandole i capelli lisci e morbidi dal collo niveo. Prendo un bel respiro, conscio del fatto che sarò spaventato a morte dall’idea di farle del male. Il solco del suo collo è sinuoso ed invitante, per non parlare del suo odore inebriante e dolce. Sento la fame avanzare, ma cerco di calmarmi immediatamente, impaurito dall’idea di ferirla. Scosto il volto e mi alzo dal letto, balbettando: “Non posso farlo, Elena. Non posso, io…”
Lei si alza in fretta e mi prende per mano, invitandomi a guardarla negli occhi: “Damon, guardami… - mi giro e lo faccio, sentendomi in colpa per quello che avrei voluto farle- sto bene. Io mi fido di te. Ti amo.”
Mi accarezza il volto, cercando di rassicurarmi. Sospiro, amo da impazzire le sue carezze. Ribatto, preoccupato: “Sono io che non mi fido di me stesso. E se mentre bevo il tuo sangue mi venisse un raptus da squartatore e ti mozzassi la testa? Insomma, cosa accadrebbe se perdessi il controllo e ti facessi del male? Non me lo perdonerei mai, Elena.”
Tolgo in fretta la mia mano dalla sua, cercando di allontanarmi ancora un po’ da lei per mettere dell’ordine nella mia testa incasinata. Mi affaccio al balcone della nostra camera, con vista sull’oceano Pacifico. Sento la brezza scompigliarmi i corti capelli neri e rinfrescarmi il viso, calmando i miei nervi.
Elena si avvicina a me lentamente e mi abbraccia da dietro, stringendomi forte, quasi a nascondere il suo splendido volto nella mia schiena. La sento bisbigliare il mio nome. Mi volto allora per accarezzarle i folti capelli ed il dolce viso, vedendo nei suoi occhi la determinazione che mi ha fatto innamorare di lei. Elena si fionda allora sulle mie labbra e mi bacia con passione, per poi staccarsi da me bruscamente: “Damon, andrà tutto bene. Se non ti fidi di te stesso, fidati di me.”
Ti seguirei fino all’Inferno. Mi lascio allora guidare da lei, tornando così nel letto. Elena scopre nuovamente il suo invitante collo, poi mi prende il volto tra le mani e avvicina la mia bocca alla sua gola, accarezzandomi poi i capelli e sussurrandomi dolcemente: “Ti amo tanto, Damon. Prendi la cura da me, amore mio.”
Affondo allora i canini nella sua morbida carne e sento il sapore del suo sangue. Elena fa un piccolo lamento di dolore, che mi fa desistere. Lei se ne accorge e riprende ad accarezzarmi: “Non fermarti, Damon. Continua. Presto saremo umani entrambi…- riprendo timidamente a saziarmi del suo dolcissimo sangue, mentre lei continua a parlare, fantasticando sul nostro futuro- avremo una casa in un quartiere tranquillo e tu sgonfierai il pallone al figlio del vicino. Allora io andrò da lui per scusarmi per il tuo comportamento, dato che tu non lo faresti mai.
Con il tempo ti abituerai nuovamente all’essere un umano. Ci ameremo intensamente e diventeremo genitori di due splendidi bambini. Li ameremo immensamente e tu giocherai con loro in modo spericolato, facendomi anche arrabbiare. Ma poi faremo sempre pace con un bacio, sentendoci ogni giorno innamorati come il primo. Il nostro per sempre non sarà eterno, Damon. Ma sarà pieno e vero, vivo e pieno di felicità. Ti amo tanto, Damon.”
Il suo sangue scorre copioso nelle mie fauci, mi fermo solo quando sento la sua mano ricadere debole sul materasso: Elena ha perso conoscenza. Inizialmente mi sento morire, perché mi sembra di averla ammazzata ed un attimo di panico mi fa perdere la lucidità. Mi alzo di scatto, staccandomi dal suo collo e mettendomi le mani impastate di cremisi tra i capelli. Sento il cuore scoppiarmi nel petto per l’ansia di averla persa per sempre, per colpa mia. E se qualcosa nel processo fosse andato storto? E se lei non si risvegliasse?
No no, Elena, non farmi questo! Ti ho aspettata per sessanta maledettissimi anni, non ti azzardare a crepare ora! Il mio respiro si fa affannoso e mi chino nuovamente su mia moglie, prendendole il viso tra le mani e sporcandoglielo col suo stesso sangue.
La chiamo più volte, non ricevendo alcuna risposta. “Oddio, no…- inizio a piangere, preso dallo sconforto e dal terrore- no no, non morire, amore mio, non lasciarmi! Giuro che ti seguirò all’Inferno se muori!”
Finalmente i suoi occhi si aprono di scatto ed Elena prende un gran respiro, come se fino al momento prima stesse per soffocare. Mi lascio andare ad una dimostrazione di affetto e la bacio sulle labbra, premendo forte le mie sulle sue: “Grazie al cielo, mi hai fatto morire di paura, amore.”
Lei mi sorride, stanca ma felice, dicendomi che sono un idiota: “Non dovevi essere così preoccupato per me, sapevi che sarei tornata…”
Le accarezzo il viso, beandomi della vista dei suoi occhi: “Sì, ma… ti ho persa talmente tante volte che l’idea mi stava mandando fuori di testa.” La stringo forte a me, sospirando contento.

Guardo la leggera cicatrice lasciata dal coltellino con cui io ed Elena abbiamo fatto una prova, per vedere se sono mortale: non guarisce e stilla goccioline cremisi calde. Ci guardiamo, sorridendoci. Mia moglie è la prima a parlare: “Sei umano, Damon. Siamo entrambi umani.”
Ha le lacrime agli occhi, ma di gioia. Ridacchio, quasi non riesco a crederci e mi sembra assurdo. So che dovrò abituarmi alla mia nuova situazione. Esclamo felice: “Già, mia dolce mogliettina. Adesso… direi che è il momento di farsi una doccia, abbiamo un po’ troppo sangue addosso.”
Elena si guarda i capelli sporchi di sangue, poi vede le mie mani e la mia bocca cremisi e commenta: “Direi proprio che è il caso, marito mio. Vado prima io, se permetti, sono appena tornata dal regno dei morti.” Sfoggio il mio sorriso da seduttore e ribatto: “Io intendevo dire… che potremmo fare la doccia insieme. Sai, si risparmia tempo, acqua e soldi, questo albergo è piuttosto costoso e-“
Lei mi zittisce, poggiandomi un dito sulle labbra e si avvia verso il bagno. Sconfitto, mi siedo allora sul letto e mi bevo un bel bicchiere di bourbon: ci vuole qualcosa di forte per riprendermi da questa giornata intensa. Insomma, non è da tutti sposarsi e tornare umani in meno di 24 ore. Mi accorgo lentamente che i miei sensi sono cambiati, non so bene come descriverlo… mi sento più vivo. Ed il bourbon brucia di più nella mia gola, non più assetata di sangue. Mi domando se sarò un bravo umano, se sarò davvero capace di cambiare vita, ritornando alla mia situazione di partenza. Sorrido, ricordandomi quello che mi aveva detto Elena poco tempo prima: devo fidarmi di lei, se non riesco a farlo di me stesso.
Alzo il bicchiere verso il tramonto e brindo alla mia nuova vita da coniugato. A questa nuova avventura che sto per intraprendere con il mio dolce amore. Scolo il bicchiere, sentendo proprio in quel momento la porta del bagno aprirsi: esce Elena, avvolta solo da un bianco accappatoio. Quanto è sexy la mia mogliettina! Mi avvicino sornione a lei, baciandola e soffiando sulle sue labbra rosse: “Scommetto che la doccia ti sarebbe piaciuta molto di più… se fossi stata in mia compagnia. Non sei curiosa di sapere quanto sono strepitoso anche da umano?”
Lei ridacchia alla mia battuta e mi ordina di filare a farmi una doccia, dato che so ancora di sangue. Mi inchino e rispondo prontamente: “Ubbidisco, moglie mia… tu intanto preparati: ti aspetta una notte di fuoco, con me, il tuo dolce maritino appena tornato umano.” La lascio facendole l’occhiolino e filo sotto la doccia.

“Quindi ora, mio caro fratellino sono ufficialmente un inutile sacca di sangue ambulante, chiamata più comunemente essere umano…- così finisco il resoconto per Stefan, che era preoccupato che io, ovviamente, facessi un’altra delle mie sciocchezze epiche che poi lui deve sistemare- dunque non ti devi preoccupare di nulla. Io sto bene, Elena è in forma smagliante e presto diventerai zio di una caterva di nipotini.” Lo sento ridacchiare dall’altra parte del telefono, per poi commentare pacato: “Non ne dubito, Damon. Solo vorrei che non ti riferissi più in quel modo agli umani, sai, ora fai parte di loro. E non vorrei che ad Elena venissero dei sensi di colpa, dato che hai preso la cura per vivere una vita normale con lei e invecchiare insieme, realizzando così il suo sogno.” Roteo gli occhi spazientito, desiderando ardentemente di gettare il telefono in mezzo all’oceano: “Stefan, smettila con questa idea. Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro negli ultimi 150 anni e passa insieme: sono un egoista. E la mia scelta di stare con la donna che amo è puramente per la mia felicità… lei è la mia felicità. Perciò se vuole essere umana, va bene! Posso essere felice anche da umano, mi basta essere al suo fianco.”
Il sospiro del mio fratellino mi fa intuire che si è messo il cuore in pace, anche se soffre perché dovrà stare lontano da me. Sono pur sempre suo fratello, anche se gli ho incasinato l’esistenza. Sorrido, commentando sfrontato: “Non fare così, fratellino: so che ti manco tanto, ma non preoccuparti. Ti prometto che resteremo in contatto, anche se nei limiti, per via della cura… ma troveremo un modo, lo abbiamo sempre fatto.”
Mi immagino Stefan che annuisce più volte, cercando di convincersi che ci rivedrà, magari con un pargoletto di cognome Salvatore tra le braccia che gli correrà incontro urlandogli zio. Conosco mio fratello, ci sta sperando e quella speranza gli dà un po’ di gioia e di pace, ne ha bisogno. Anche se nel profondo sa che non potrà mai essere uno zio, né un padre e nemmeno un vero marito. Non dico che sia invidioso di me, Stefan non è il tipo, ma è solo dispiaciuto e si sente solo e abbandonato: ha perso la sua famiglia. Ma io non lo abbandonerò mai. “Te lo giuro, Stefan: troverò un modo. Dovesse costarmi la mia nuova vita da umano.”
Adesso lo sento ridere, finalmente: “Non dirlo nemmeno per scherzo, con tutta la fatica che abbiamo fatto per riunire te ed Elena! Stammi bene, fratello.”
Sorrido, intenerito da quelle ultime parole e rispondo: “Anche tu, fratellino. Ci vediamo presto. Te lo prometto.” Appena chiudo la chiamata soddisfatto, sento la voce di Elena proveniente dal bagno che mi chiama affannata: “Damon! Vieni subito, Damon!”
Corro col cuore in gola verso il bagno, temendo un attacco di un qualche vampiro o roba simile: “Elena, arrivo subito!” Spalanco la porta del bagno, pronto a combattere. Ma vedo solamente mia moglie china sul gabinetto, intenta a vomitare.
La guardo confuso, aggrottando le sopracciglia, e mi avvicino lentamente a lei. Le metto una mano sulla spalla e con l’altra allontano i capelli, in modo che non si sporchino. Mi domando perché stia vomitando… vediamo, ieri sera non abbiamo prosciugato tutto il mini bar né tracannato bottiglie di birra o bourbon… allora perché mia moglie sta vomitando nel water della nostra stanza d’hotel!? Elena rialza la testa, pulendosi un rivolo che le scende dalla bocca con un pezzo di carta igienica. Inclino la testa, in attesa di spiegazioni: “Tesoro, non ti sarai forse ubriacata mentre dormivo? Sarebbe molto scortese da parte tua, data la mia passione per i compagni di bevute.”
Elena ridacchia, tirandosi su a stento e sorride, dicendomi: “Non sono un dottore, Damon… ma temo proprio che per un bel po’ non potrò toccare alcolici di alcun tipo.” La guardo ancora più confuso e scuoto la testa: “E per quanto, di preciso?”
Lei fa un sorriso tirato, temendo forse una mia reazione negativa: “Che ne dici di nove mesi?”

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: rora02L