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Autore: Sakkaku    17/06/2016    1 recensioni
Se non avete finito la visione della 6° stagione, vi sconsiglio la lettura, perché potrebbe contenere degli spoiler, perché in questa fanfic ci saranno dei riferimenti su fatti accaduti durante la stagione. E' un AU non al 100%, perché ci sono zombie e tutto il resto, solo che c'è un'aggiunta irreale da essere possibile nella serie.
Dal testo:  - Tutto questo è molto strano – bisbigliò Sasha a Daryl.
- In passato anche Michonne ha usato degli zombie per mascherare la sua presenza, nonostante li avesse resi inoffensivi. Questi sono diversi – concordò lui – Vediamo cosa ci racconteranno una volta giunti alla loro base.
- Se fosse una trappola? - suppose lei.
- Se si rivelerà essere un agguato, lo capiremo presto. In quel caso, preparati a correre, io ti coprirò le spalle – si limitò a dire Daryl – Dubito che succederà qualcosa di simile. Ho la sensazione che sono sinceri, sopratutto per la paura di Giselle quando pensava fossimo uomini di Negan.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Sasha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Spiegazioni

- Perdonate la maleducazione di mio fratello – si scusò Giselle – Lui lo prende come un gioco.
- E' un ragazzino, non fa niente – la rassicurò Sasha deglutendo disgustata.
- Siamo venuti qui perché ci hai detto che avevi qualcosa da dirci – la esortò Daryl – Non abbiamo molto tempo, quindi è giunto il momento delle spiegazioni.
- Sì, avete ragione – disse la donna, si mise una mano tra i capelli corvini, poi si alzò e aprì un cassetto dal quale estrasse un pacchetto di sigarette.
- Me ne passeresti una? - domandò Dixon – Sono passati mesi dall'ultima che ho fumato.
- Daryl! – lo richiamò Sasha spalancando gli occhi – Ti sembra il momento di fumare?
- E' sempre il momento giusto per una sigaretta, Sasha – ribatté lui – Soprattutto se devi ascoltare una storia – afferrò la sigaretta che Giselle gli stava porgendo e l'accese, aspirando profondamente il fumo.
- Volete stare in piedi? - domandò quest'ultima mentre si accomodava su una sedia e accedeva la propria sigaretta.
- Sì, preferiamo restare in piedi – rispose Sasha fissandola impettita.
- Mio fratello è sempre stato diverso, prima ancora che tutto questo iniziasse – cominciò a raccontare Giselle, la sigaretta tra le dita della mano destra tremò. - La sua abilità di suonare il pianoforte era eccezionale, imparò in pochi mesi e riusciva a comporre nuove melodie. All'età di sei anni, un anno esatto dopo aver iniziato a suonare, la sua musica cambiò. I miei genitori stavano litigando e gli dissero di tornare in camera sua, Max si mise a urlare e iniziò a schiacciare i tasti del pianoforte con rabbia.
- Questo cosa c'entra? - Sasha era stizzita, iniziò a tamburellare le dita sull'impugnatura della propria arma da fuoco.
- Adesso ci arrivo – la rassicurò la donna guardandola negli occhi. - Poco dopo entrambi i miei genitori si sgozzarono. Delitto passionale, fu così che la polizia lo classificò e il caso fu archiviato. A quell'epoca stavo ancora studiando e non potevo mantenerci entrambi. Fummo affidati a una famiglia che ci adottò entrambi. Nel giro di due mesi si suicidarono anche loro. Quando domandai a Max cosa fosse successo lui mi fissò, i suoi occhi verdi luccicavano e mi disse “Sono stato io, la mia musica li obbliga a fare tutto quello che dico. Mi sono stufato di loro, come con mamma e papà e gli ho ordinato di sgozzarsi.” So che questa storia vi può sembrare impossibile, ma vi assicuro che corrisponde alla verità – fece una pausa per aspirare e buttare fuori il fumo, lasciando cadere la cenere sul pavimento.
Daryl strinse la sigaretta tra le labbra e alzò un sopracciglio incredulo. Sasha rabbrividì e senza rendersene conto, spostò il proprio fucile, lo impugnò, sempre tenendolo abbassato, stavolta davanti a sé anziché sul fianco.
Noncurante di quel gesto Giselle continuò con il suo racconto. - In qualche modo sono riuscita a convincerlo di punire solo chi lo meritava, ma il suo metodo di giudizio è completamente diverso da quello di una persona normale. Quando l'invasione iniziò, Max era furioso di aver perso l'occasione di continuare a giocare. I vaganti rimanevano imbambolati quando lo sentivano suonare, però non obbedivano ai suoi ordini. Una volta ne uccise uno con una pietra, in bocca gli schizzò un pezzo di cervello e lui cercando di sputarlo, fischiò e i vaganti intorno a lui si bloccarono.
- Vuoi farmi credere che tuo fratello riesce a controllare i vaganti perché li ipnotizza con il pianoforte e poi mangiando il loro cervello? - Dixon era incredulo – Sono puttanate! Dicci la verità.
- E' questa la verità – Max era dietro di loro, con il mano il piatto vuoto. - Il punto debole degli zombie è il cervello. Senza di esso sono invincibili e non ci sono possibilità di abbatterli.
- Ne ho abbastanza, andiamocene Daryl – Sasha stava per aggiungere altro, però il ragazzino biondo parlò di nuovo.
- Nessuno vi trattiene. Spero che tornerete a trovarci, magari la prossima volta portatemi qualche zombie, ho quasi finito la mia scorta – un sorriso malevolo largo da guancia a guancia si stampò sul viso del ragazzino.
Giselle aveva una mano sul volto che le copriva metà della faccia. Era a pezzi, era chiaro che quella situazione non era facile da gestire, ma era consapevole che solo lei poteva tenere a bada il fratello minore.
- Noi andiamo e forse torneremo – disse Daryl, stava per uscire quando si voltò ed aggiunse – Ah... e grazie per la sigaretta.
- Di niente – disse Giselle sorridendo – A presto.
I due compagni salutarono, per poi uscire dalla casa. Attraversarono la collina con i vaganti attorno, senza che nessuno di loro si avvicinasse per aggredirli. Era una sensazione strana.
- Questa versione della storia mi piace – commentò Max sorridendo alla sorella maggiore.
- Grazie – pure lei sorrise – Sono sicura che torneranno.
- Oh, lo faranno – annuì il ragazzino scostando con le dita un ciuffo di frangia che si era posato sopra l'occhio sinistro. - Loro chiederanno il nostro aiuto. Succede sempre... sempre se troveranno la via per tornare in questa casa.
- Hai già acceso le telecamere?
- Certamente – Max sorrideva.
- Stavolta però non liberare subito i mastini. L'ultima volta sono stati fin troppo efficaci – gli ricordò Giselle alzandosi dalla sedia – Sai quanto mi diverte...
- Vedere la paura trasformarsi in terrore, lo so, lo so – la interruppe il fratello alzando gli occhi al cielo.

- Daryl non ti sembra strano che non ci siamo presentati? - domandò Sasha.
- Perché? Entrambi abbiamo sentito i nomi degli altri, non era necessario – alzò le spalle, la cosa non gli importava granché. - La cosa che mi incuriosisce è quel marmocchio. Com'è possibile una cosa simile?
- Sul serio credi alla musica ipnotizzatrice e al fischiettio? - la donna fece un risolino isterico – Ci stavano prendendo sicuramente in giro!
- Forse – Dixon era meditabondo – Avranno omesso di dirci tutta la verità. La cosa che mi sorprende è che non si sono offerti di riaccompagnarci indietro.
- Che problema c'è? Hai un'abilità innata per seguire una pista, vuoi farmi credere che non ti ricordi la strada per tornare indietro? O che hai perso il tuo senso dell'orientamento?
- Non è questo il punto! - disse lui voltandosi a guardarla. – Certo che so come tornare indietro, il punto è: quei due come facevano a saperlo?
- Non potevano – Sasha spalancò gli occhi – Era una trappola! Cazzo! Lo sapevo che non dovevamo fidarci Daryl!! - il suo tono era di rimprovero.
L'arciere scrollò le spalle. - Questo l'avevo capito, mentre ci portavano a casa, ho notato dei cavi nascosti sotto le foglie, senza farmi vedere li ho seguiti con la coda dell'occhio. Su alcuni alberi, in diversi punti, ci sono delle telecamere. Probabilmente pensano di poter giocare con noi, avranno incontrato gente meno furba in passato. Poco importa se non sappiamo la verità, una cosa è certa: quel moccioso in qualche modo riesce a controllare i vaganti e questo è un vantaggio che non possiamo lasciarci sfuggire.
- Sarebbe un nemico in meno – ragionò Sasha annuendo impercettibilmente - Se lo portiamo dalla nostra parte, dovremmo preoccuparci solo di Negan... Daryl sei un genio!
- Prima di farmi dei complimenti dovremmo vedere come la pensano gli altri – disse Dixon – Dobbiamo tenere in considerazione che volevano fare chissà cosa... forse ucciderci per poi usarci come nuovi cagnolini.
Quell'affermazione fece calare il silenzio.

Giselle e Max osservavano attentamente gli schermi.
- Sono bravi - commentò il fratello minore - Finora stanno avanzando senza dubbi.
- E' impossibile che trovino la strada, abbiamo allungato di proposito il tragitto, andando a zig zag - disse la sorella maggiore - Tra poco inizieranno ad avere paura.
Tutto questo non accadde, pochi minuti dopo uscirono dalla visuale delle telecamere.
- Come cazzo hanno fatto? Nessuno è mai riuscito a tornare indietro... - Giselle si alzò in piedi furiosa.
- Tranquilla sorellona - la rassicurò Max. - Sono sicuro che torneranno. Ricordati, hanno visto ciò di cui sono capace.
Quelle parole fecero tornare il sorriso alla donna.

  
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