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Autore: lallipumbaa    17/06/2016    1 recensioni
Tom Hiddleston - Nuovo Personaggio - Benedict Cumberbatch
Cosa succede se una ragazza incontra un attore che ha fatto il suo stesso percorso e che ora è stato lanciato nella fama? Cosa succede se la ragazza in questione continua a trovarselo tra i piedi? E se lei viene trasportata inaspettatamente nello stesso mondo dorato?
Le avventure e il percorso di Laila, studentessa della RADA, e delle persone che la circondano.
Solo che, senza saperlo, si troverà in questa situazione: HIDDLESBATCHED.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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–CAPITOLO 6–
“Un sogno che si avvera”
 
 
Il cellulare squillò, facendola svegliare di soprassalto “CHEDIAVOLOÈSTATO??” esclamò completamente assonnata prima di capire che cosa fosse realmente. Aveva un dannato mal di testa per la sera prima. Non si era ubriacata, ma aveva bevuto un po’ e ora il post-alcool si stava facendo sentire. Prese in mano il cellulare stropicciandosi gli occhi per cercare di togliersi la vista appannata dal sonno. Ci rinunciò e rispose direttamente “Pr-pronto?”
“Buongiorno Laila! Ti ho svegliata presumo!”. Guardò lo schermo del cellulare notando che la chiamata arrivava direttamente dal professor Johnson, il professore di Opere Classiche che l’aveva seguita per la preparazione dello spettacolo del Tree.
“Ehm… sì.”
“Avete festeggiato ieri sera?” chiese la voce ridendo
“Abbastanza! Oramai è il terzo anno. È diventata tradizione!” rispose stiracchiandosi per poi prendere un colpo guardando l’orologio: era mezzogiorno passato.
“Bene, bene! Comunque ieri sera non ho potuto avvisarti e stamattina ho avuto la conferma. Pronta per la notizia?”
“Vada. Sono tutta orecchie!” rispose sbadigliando. Mamma mia che sonno… la finisca con questa telefonata che io voglio dormire!
“Ho parlato con una collaboratrice di Christian Hoddell, sai chi è vero?”
“Sì, se non ricordo male è l’agente di un bel po’ di persone famose… è il capo della Hamilton Hoddell, sempre se non ricordo male…”
“Stai cominciando a far connettere i neuroni, vedo!” esclamò facendola scoppiare a ridere.
“Sono un motore diesel alla mattina! Ci metto un attimo di più per connettere!” gli rispose ridendo. Adorava quell’uomo. Pretendeva tanto, ma era un genio. “Bene, è venuta a parlarmi dopo lo spettacolo, abbiamo fatto un paio di chiacchiere e stamattina mi ha richiamato e ha detto che Christian Hoddell vuole assolutamente parlarti. Questo pomeriggio. Spero che tu non abbia impegni perché alle 15.30 hai un incontro con lui!”.
Laila rimase in silenzio, il cellulare sempre attaccato all’orecchio, lo sguardo fisso davanti a sè. Il professore non sentendo reazione dopo un po’ le chiese “Laila? Ci sei ancora?”
“S-sì!! Ci sono! Mi sta prendendo in giro? In caso la informo che il 1^ di Aprile è passato da un pezzo!”
“No, non ti sto prendendo in giro! Christian Hoddell si è interessato a te. Ti ha vista e ha detto che vuole parare con te. Mi ha dato l’indirizzo, segnatelo!” Scattò in piedi in un nanosecondo andando a prendere un foglio e una penna scrivendo Hamilton Hoddel – Fifth Floor – 66-68 Margaret Street – Mr. Christian Hoddell h.15.30. Riattaccò il telefono ringraziando il professore. Respirò profondamente più volte cercando di restare calma, ma lo sentiva, sentiva che sia avvicinava irrimediabilmente fino a quando non lo lasciò uscire: urlò di gioia saltando ripetutamente in giro per la casa. Senza pensarci aprì la porta di casa e corse su per le scale andando a bussare all’appartamento 6A. La voce di Tom arrivò quasi subito “Chi è?” “Laila!!”.
Le aprì la porta, trovandosela in pigiama e con i capelli legati alla meglio, ma aveva un sorriso luminoso sulle labbra. Gli saltò al collo inaspettatamente, togliendogli il respiro.
“Ehi, che è successo?!” le chiese piacevolmente sconvolto da tanto entusiasmo.
“Non ci crederai mai!!!”
“Cosa??” Laila si staccò da lui mettendosi le mani in faccia “Oddio, ti sono piombata in casa senza avvisarti! Scusami!!”
“Ahahah non ti preoccupare! Cos’è successo da sconvolgerti così tanto?”
“Mi… mi ha chiamata il professor Johnson, quello di Opere Classiche, praticamente 5 minuti fa.”
“Ok…”
“Mi… oddio sono in preda all’ansia. Laila calma! Mi ha chiamata e mi ha detto che ieri dopo lo spettacolo ha parlato con la collaboratrice di un agente, che stamattina ha parlato direttamente con lui e gli ha detto che è interessato a parlare con me e che ho un appuntamento con lui questo pomeriggio!!!”
“OH SHIT REALLY?!?” esclamò Tom spalancando gli occhi
“Sì!!!!!!!” esclamò mentre la prendeva in braccio.
“That’s amazing!!! Who’s the agent?”
“Christian Hoddell.”
“You know he’s-”
“The same agent as Robert Carlyle, Hugh Laurie, Stephen Fry, Angelica Huston, John C. Reilly, Tilda Swinton, the marvelous Emma Thompson and you?! Hell yeah!! Oh God. Sono in ansia. Come mi comporto, come mi vesto? E se non gli piaccio dal vivo? Se sputtano tutto?” cominciò a chiedersi camminando per la stanza tenendosi la testa con entrambe le mani, lo stomaco e l’intestino attorcigliati. Le veniva pure da vomitare. Tom accorse in soccorso. La prese per le spalle e la guardò dritta negli occhi.
“Ora calma. L’ansia va bene, ma non troppa. È normale che tu ti senta così, non preoccuparti… semplicemente preparati. Sarà una chiacchierata. Una sottospecie di colloquio di lavoro. Tu sii te stessa e fidati che andrà bene. Conosco Christian, è un brav’uomo e un agente fantastico. Se ha visto qualcosa in te, e a ragione oserei dire, te lo dirà. Sii te stessa. Capirà se stai fingendo.”
Laila annuì e inspirò profondamente cercando di far andare via l’ansia. Gli appoggiò la testa sul petto “Ho tutto attorcigliato.”
Tom rise e l’abbracciò “Andrà tutto bene, devi solo calmarti… anzi, facciamo così. Se tu arrivi là e sei ancora in ansia sei autorizzata ad intasarmi di messaggi!”
Laila scoppiò a ridere “Va bene, ma c’è un piccolo problema: non ci siamo mai scambiati i numeri di telefono!”
“Davvero? Pensavo di sì! Comunque dato che tu il cellulare sicuramente l’hai lasciato in casa, ti mando un messaggio col mio e siamo sicuri che lo ricevi!”. Gli dettò il numero telefonico e Tom le mandò il messaggio. Le sorrise e l’abbracciò nuovamente “Sono così fiero di te…”
“Io ho una paura immensa. È la prima volta che vengo contattata da un agente. Non mi era mai successo! Tom, sei tu che mi porti fortuna! Non potevamo conoscerci prima?” gli chiese facendolo scoppiare a ridere.
 
Si preparò, vestendosi a metà tra il casual e il professionale. Una camicia casual abbastanza larga panna con dei piccoli pois blu notte infilata nei jeans attillati, indossava una giacca felpata blu notte e un paio di decolleté in tono con la camicia. Si era sistemata le unghie pulendole e mettendo uno smalto rosa chiaro praticamente trasparente. Si era lavata i capelli così da levarsi i ricci della sera prima e se li legò in una coda liscia elegante e si era truccata quanto bastava per sembrare naturale. Uscì dalla fermata della metro di Oxford Circus e andò verso Margaret Street, ad un paio di minuti a piedi dalla fermata, e arrivò davanti il portone dell’indirizzo datole: un portone in legno chiaro istoriato con dei ricami e in alto una vetrata aveva scritto in ottone il numero civico 66 68. Controllò Whatsapp un’ultima volta trovando un messaggio di Tom che le augurava buona fortuna in italiano. Sorrise e inspirando profondamente suonò il campanello corrispondente all’agenzia. Rispose una voce di donna “Hamilton Hoddell. Chi è?”
“Ehm… sono Laila Bessan, ho un appuntamento col signor Christian Hoddell alle 15.30.” “Perfetto, le apro subito!”. Con un suono metallico il portone si aprì. Prese l’ascensore arrivando al 5^ piano. L’intero piano era dedicato all’agenzia. La receptionist la accolse sorridendo “Ms. Bessan?”
 “Yes.” La seguì davanti alla porta di un ufficio
“Mr. Hoddell is occupied at the moment. Is it a problem if you kindly wait here till he’ll be free?”
 “Oh, no. Absolutely not a problem!” le rispose sorridente, mentre lo stomaco si attorcigliava su sé stesso per la milionesima volta. Con un po’ di ritardo la porta dell’ufficio si aprì, beccandola in pieno mentre leggeva il libro che si era portata dietro.
“What are you reading?” le chiese una voce maschile, il tono allegro. Laila alzò di scatto lo sguardo incrociando quello dell’uomo che le stava sorridendo. Sulla cinquantina, abbastanza alto, occhiali dalla montatura nera, barba incolta. Indossava una camicia bianca sotto un maglione nero e dei jeans. Informale, ma era il capo. E poteva permetterselo. Di corsa mise il segnalibro alla pagina, chiudendo il libro e alzandosi “Oh, ehm… it’s A Feast for Crows, by George R.R. Martin.”
“Oh, A Song of Ice and Fire! I love those books! You’re Laila, aren’t you?”
“Yes, I am!”
“Nice to meet you. I’m Christian.” Le disse stringendole la mano “Nice to meet you too!”
“Come in! I don’t bite, trust me!” le disse facendola ridere. Si sedette dall’altra parte della scrivania e le indicò la sedia invitandola a fare altrettanto.
“Allora, parlami un po’ di te! Cos’hai fatto nella vita, da dove vieni – perché dubito che tu sia inglese con questo cognome!”
“Ahahaha esatto, sono italiana!”
“Davvero? Di dove?”
“Provincia di Milano!”
“Bellissima Milano! I’ve been there a few times! Ok, you’re from Italy and…”. Gli raccontò di quello che aveva fatto, degli anni di teatro alle superiori, dell’anno e mezzo passato in Australia e della decisione di trasferirsi a Londra per entrare in RADA e delle rappresentazioni a cui aveva partecipato. Christian ascoltava attento facendo domande e facendo battute alle quali rispondeva con la stessa arguzia con cui glie le faceva, quando ad un certo punto si raddrizzò sulla sedia e la guardò negli occhi “…e qui arriviamo a ieri sera, dove una dei miei collaboratori è venuta ad assistere al Tree. Ha registrato quello che le sembrava molto interessante e devo dire che ho visto stamattina la tua rappresentazione di Lisistrata. Devo farti i complimenti. Quando ho visto Sarah così entusiasta nel parlarne quasi non le credevo.”
Laila spalancò gli occhi “Oh, davvero?”
“Già! Mi ha detto di guardare assolutamente quello spezzone e di fare attenzione all’attrice che faceva Lisistrata.”
“You’re making me blush!” commentò arrossendo come una dannata
“Well, that’s true! I saw that piece and she was right. She saw something in you. And I saw it too. And I’m seeing it now. You’re true, your facial expressions are gold! They make me remember of Emma Thompson, Maryl Streep.”
“That’s so kind of you! They are two of my favourite acresses…”
“Which are your favourite ones?”
“Oh… I think almost every film I saw has influenced me. However they are Emma Thompson, Maryl Streep, Judy Dench, Julia Roberts, Julie Andrews, Anna Magnani… and these are a few!! Shall I go on?” gli rispose andando di filata facendolo ridere.
“No, altrimenti va a finire che facciamo notte! Comunque sì, volevo parlarti per vedere se dal vivo rendi allo stesso che sul palco. E devo dire che ho davvero una buona sensazione. Fidati, non sbaglio quasi mai! Vuoi un bicchiere d’acqua?” le chiese. Accettò l’acqua di buon grado dato che sentiva la bocca impastata e l’ansia montarle dentro. Mentre ne beveva un sorso l’uomo parlò “Ho deciso che voglio che tu sia rappresentata nel mondo dalla Hamilton Hoddell. E voglio rappresentarti io.”
Per poco non si strozzò con l’acqua. “C-Cosa???” esclamò posando il bicchiere sulla scrivania e mettendosi una mano sul petto facendo scoppiare a ridere ancora l’uomo “Scusa, volevo vedere la reazione mentre bevevi! Comunque sì, a parte lo scherzo del colpo, sì, voglio rappresentarti!”
“Sarebbe un onore essere rappresentata da lei!”
“L’onore sarebbe mio rappresentare te!” prese la cartelletta con il suo CV e tutte le documentazioni “Dobbiamo preparare il contratto, ho bisogno del tuo CV con i tuoi dati e tutto il resto. Dovremo preparare il tuo book fotografico, queste foto vanno rifatte… abbiamo tante cose da sistemare. Domani mattina alle 10 sei libera?”
“Assolutamente sì!”
“Bene. Allora domani alle 10 vieni qui in ufficio da me che ti faccio trovare tutto pronto! Oh… ho aspettato ora a dirtelo, ma so che abbiamo un amico in comune!” le disse sorridendo. Laila capì immediatamente.
“Se troveranno Tom Hiddleston morto nel suo appartamento e domattina non verrò saprà chi è il colpevole.” Commentò con tono piatto mentre l’uomo le porgeva la cartelletta ora praticamente vuota.
“Ahahahahahaahah!!! No, non è stato lui a chiedermi di vederti. Fidati, non mi piacciono le raccomandazioni quanto non sembrano piacere a te. Mi ha chiamato qualche ora fa dicendomi che sapeva che ti avrei incontrata, chiedendomi di non dirtelo e che se te l’avessi detto mi sarei dovuto preparare ad una reazione da killer professionista. E aveva ragione, quel ragazzo ti conosce davvero bene. Mi ha semplicemente confermato le impressioni di Sarah. Di quei due mi fido! E mi ha anche detto che ero un pazzo se decidevo di non offrirti un contratto.” 
“Quindi non lo devo ammazzare?”
“No, non devi! È tutto merito tuo se ho deciso di rappresentarti, lui è solo stato gentile. Posso chiederti come fate a conoscervi?” Laila rise, un sottotono d’affetto aveva circondato quella risata.
“Ehm… situazioni assurde.”
“Di che genere?”
“Nel giro di un paio di mesi ci siamo letteralmente scontrati in giro per Londra due volte e poi un bel giorno di un paio di settimane fa ho scoperto che è il mio vicino di casa e abita sopra di me da praticamente un anno!”
“Sì, è una situazione ai limiti dell’assurdo! E ti conosce così bene da sapere possibili tue reazioni. Quel ragazzo è sorprendente!”
“E lo dice a me?”. Si strinsero la mano e uscì dal palazzo poco dopo. Prese il cellulare, chiamando l’uomo in questione.
“Ehilà! Allora? Com’è andata?” le chiese appena accettò la chiamata.
“Tu domani sera sei ancora libero?”
“Certo! Perché?”
“Perché domani devo tornare per firmare il contratto!!!”
“GRANDIOSA!!!! LO SAPEVO CHE CE L’AVRESTI FATTA!”
“E… Christian me l’ha detto.”
“Detto cosa?” le chiese vago
“Oh, non fare lo gnorri. Lo sai perfettamente di cosa sto parlando!!” gli disse facendo la finta arrabbiata.
“E che gli hai detto?”
“Che se ti avessero trovato morto e domani non mi fossi presentata a firmare il contratto avrebbe capito chi era il colpevole.”
“Ahahahaha lo sapevo che avresti tirato fuori una frase ad effetto! Comunque non era intesa come raccomandazione…”
“Lo so, me l’ha detto. Grazie per quella telefonata… e domani si festeggia!!”
“Decisamente! Facciamo che domani ti invito a cena!”
“Ma sei fuori?” sbottò mentre camminava per arrivare alla fermata della metro
“E stasera ti va ancora il film?”
“Certo che mi va il film, ma a cena…”
“Fidati di me! E poi tra poco devo ripartire per gli States!”. Ouch. Questa notizia non doveva darmela… era vero. Se n’era completamente dimenticata. Si era talmente tanto abituata ad avercelo intorno in quella settimana e mezza che le era totalmente passato per la testa il fatto che dovesse ripartire per girare The Avengers e Dio solo sapeva quanto sarebbe stato via.
“E va bene, mi fido!” rispose alla fine sorridendo timbrando l’entrata della metro.
“Sei in metro?”
“Sì! Adesso faccio la persona che parla al telefono oppure metto l’auricolare, lo copro coi capelli e faccio la pazza che parla da sola! Ogni tanto mi diverto!” commentò facendo scoppiare a ridere l’uomo dall’altra parte della cornetta.
“Stai andando in RADA?”
“Sì, volevo avvisare il professor Johnson su com’era andato il tutto. Anche se è sabato c’è lezione per gli altri!”
“Giusto. Bene. Allora ci si vede stasera per il film!”
“A stasera! Scendi quando vuoi!”
“Dammi un’orario!”
“Non lo so… dalle 9 in poi?”
“Perfetto! So già che film guardare. L’ho visto ieri sera nella tua libreria!”
“Ahahahah! Posso avere un indizio?” “No! Sorpresa!” “Ahahahah e va bene! Allora ci vediamo stasera… ciao Tom!” “Ciao Laila!”. Riattaccò ridacchiando. Arrivò il treno e si diresse verso l’accademia.
 
Arrivò alla classe dove il professore stava facendo lezione. Fortunatamente gli allievi stavano uscendo il che significava che aveva appena finito. Lo vide sistemare dei fascicoli sulla cattedra e bussò alla porta.
“Posso entrare?”
L’uomo si voltò “Certo Laila!! Assolutamente! Sei appena tornata dall’incontro? Com’è andato?” le chiese interessato: dopotutto lui era quello che l’aveva seguita maggiormente nei tre anni.
“Bene! Mi ha chiesto un po’ di cose, come andavo in RADA, a che anno ero, mi ha fatto i complimenti per ieri sera e… mi ha offerto un contratto e vuole rappresentarmi lui stesso!!!” esclamò trattenendosi a fatica dal saltellare in giro per la stanza.
“Seriamente?! Oddio! Sono così felice per te!! Rappresentata da Christian Hoddell in persona! C’è gente che ammazzerebbe per un’opportunità simile!” le disse abbracciandola.
“Ah lo so perfettamente! Se mi concede la frase: ho avuto un culo delle dimensioni di una portaerei!”.
Rimase a parlare con lui per un po’ quando se ne andò, tirando fuori il telefono. Sapeva che Joanne aveva lezione e se non si ricordava male la sera prima le aveva detto che l’avrebbe chiamata per dirle una cosa. Le mandò un messaggio. 

 
Scoppiò a ridere e rimise il cellulare in borsa. Fece per andare alla solita caffetteria quando una voce la bloccò.
“Ma guarda… la signorina tutta fighetta! Hai cominciato a fartela coi pezzi grossi?” Ma perché mi deve rovinare la giornata??
Si fermò e si girò “Ciao Arthur.”
“Ah, adesso parliamo con gli amici ora che Mr. Pezzo Grosso non c’è eh?”
“Non mi sembra di non averti cagato ieri sera.”
“Non hai ballato con me nemmeno una volta.”
“Arthur, tra me e te è finita!! Ricordatelo bene: fi-ni-ta! Non stiamo più insieme e non vedo il perche io debba ballare con te. Ho portato lui e ho ballato con lui. Fine del discorso. Non voglio nemmeno starne a discutere. È tempo perso!”
Arthur la prese per il polso, stringendoglielo “No. Ora parliamo. Devo ricordarti quel giorno di gennaio in accademia? O a casa mia la volta dopo e a casa tua la volta dopo ancora? Oppure-”
“Stattene zitto. Sono stati errori miei che non sarebbero nemmeno dovuti accadere.”
“Non dicevi così prima… E come mai sei così in tiro?”. Stava veramente diventando pensante.
“Non sono affari tuoi.”
“E se lo fossero?”
“Arthur, levati o giuro che ti tiro un ceffone in piena faccia. E mollami che mi stai facendo male!!”
“Voglio proprio vedere se lo fai.”
“Non sfidarmi.” lo minacciò “Dai provaci.” Gli tirò un manrovescio con la mano libera facendogli letteralmente rivoltare la faccia. Le liberò il polso per lo shock e lei se ne andò percorrendo pochi metri prima di essere presa e sbattuta al muro.
“Che d-” le tappò la bocca con la mano.
“Non ti azzardare a farlo un’altra volta, troia!”. Una voce li bloccò “Che cazzo succede?” Dwayne. Dwayne!!! Grazie a Dio!!
“Nulla! Stiamo parlando!”
“A me non sembra una conversazione e non mi sembra che Laila abbia molta voce in capitolo.”
“Dwayne, fatti i cazzi tuoi.”
“È una mia amica, i cazzi miei non me li faccio.” Era distratto. Era il momento migliore. Alzò il ginocchio di scatto e lo prese in pieno facendolo accasciare. Corse verso il ragazzo che la fece stare dietro di sé “Stalle lontano, è un avvertimento!”
“Dwayne, non sono affari tuoi. E poi porca puttana, sei il mio migliore amico!”
“Non quando malmeni una ragazza. Non. State. Più. Insieme! E poi quando stavate insieme le hai piantato tante di quelle corna che non se ne meritava nemmeno una!!”
“COOOSA?? BRUTTO FIGLIO DI-” quello mica lo sapeva. Oltre ad essere stato un grande stronzo le aveva pure fatto un palco di corna da fare invidia ad un cervo maschio adulto. Dwayne la trattenne dall’andare a pestarlo. “Calma te e stai dietro di me.”
Andrew si avvicinò “Senti, ‘fanculo. Lasciami Laila che devo finire la conversazione.”
“Col cazzo.” Il ragazzo fulminò l’amico e cercò di tendere il braccio per afferrare la ragazza, solo che Dwayne gli piantò un cazzotto in piena faccia facendolo rotolare a terra.
“Arthur, sei sempre stato un coglione. Andiamocene Laila…”. Le circondò le spalle con un braccio e la portò via dal corridoio.
 
“Ma che gran coglione! Uno del genere dovrebbero rinchiuderlo! E ti ha pure lasciato i lividi sul polso…” commentò Joanne mentre beveva il suo cappuccino.
“Sì, quello è il meno. Quello passa. Però ad un certo punto ho temuto il peggio. Fortunatamente tuo fratello era nei paraggi!”
“Figurati… quando vi ho visti insieme ho pensato subito al peggio. Dopo che ieri sera ci siamo salutati Arthur era incazzato come una iena. Ha visto insieme te e Tom e gli è salito l’istinto territoriale.” Commentò Dwayne facendola ridere e quasi sputare il sorso di cappuccino che aveva bevuto.
“Oddio, immagine mentale bruttissima di Arthur in versione cane che piscia su un albero con la mia faccia!”
“Aahahahahahah ma quanto sei cogliona!” esclamarono i due ridendo dell’immagine mentale della ragazza. “Suvvia!! Sapete che la mia fantasia galoppa!! Che tra l’altro, a proposito di ieri sera. Mi ricordo male o tu stamattina mi dovevi chiamare per dirmi una cosa??”
“Giusto!! Alla fine mi sono svegliata tardi e me ne sono dimenticata! Comunque… tra te e Tom c’è qualcosa?”
“Ma ti pare? Stiamo parlando di Tu-Sai-Chi.”
“Di Voldemort?”
“Dwayne, ti sposerei quando mi fai certe citazioni. Comunque no, perché?”
“C’era una tensione sessuale tra voi due che MIO DIO!! Potevi tagliarla col coltello!!”
Laila arrossì di botto “D-Davvero?”
“Giuro! E l’ha vista anche Dwayne, il che è tutto dire!”
“Confermo le parole della sorella!” disse il ragazzo annuendo per poi bloccarsi e guardò male la gemella “Che vorrebbe significare, scusa?”
Laila scoppiò a ridere mentre la gemella lo ignorò “Oh, ma come mai così in tiro?”
“Ehm… ho avuto un colloquio!”
“Hai lasciato il lavoro alla Disney? Non lo sapevo!”
 “No no, anzi… Spero di poterlo lasciare presto. Tra poco finisco le ferie che avevo accumulato. Grazie per avermelo ricordato! Comunque dopo lo spettacolo di ieri sera il professor Johnson ha avuto un contatto con una tizia e questa mattina l’hanno chiamato. Appena hanno chiamato lui, lui ha chiamato me e questo pomeriggio ho avuto un incontro… ragazzi, tocco ferro e faccio corna prima che prima di domani mattina mi cambia idea, ma ho un agente!”
“OMMIODDIO!!!!” urlò Joanne saltandole al collo.
 
Bussarono alla porta pochi minuti dopo le 9. La aprì e si trovò l’occupante del piano di sopra con in mano una ciotola di popcorn appena fatti e un enorme sorriso stampato sulle labbra.
“Evviva!!! Sia lode all’eroe trionfatore!! Pereppe pereppe peee!!!” cantò facendola ridere.
“Dimmi che ti piace la Disney e ti sposo!!” gli disse facendolo entrare in casa.
“Certo che mi piace la Disney! Che domande sono!”
“Bene, quando fissiamo la data?” gli chiese facendolo scoppiare a ridere.
“Dove appoggio i popcorn?”
“Lì sul tavolino! Che film mettiamo?”
“Allora… ho visto la tua collezione ieri e la decisione è… Robin Hood: Men in Tights!”. La ragazza lo guardò fissa sbattendo le palpebre.
“Ripeto: quando fissiamo la data?” chi richiese prendendo il dvd dalla libreria e accendendo il lettore.
“Forza, metti il cd e siediti qui! Casa tua è davvero accogliente!” commentò guardandosi in giro.
“Per me va più che bene… non è enorme come casa tua ma per una persona sola va bene! Quando sono arrivata qui ho evitato come la peste i monolocali. Questa casa era bellina! E poi è ad affitto con riscatto. Quando vorrò comprarla potrò scalare l’affitto che ho pagato dal mutuo!” gli sedette vicino e fece partire il film, prendendo uno dei cuscini sul divano abbracciandolo. Tom stese le braccia sullo schienale del divano e abbassò lo sguardo, attirato da qualcosa.
“Che hai fatto al polso?” le chiese prendendole delicatamente la mano sinistra.
“Cos-? Oh, nulla! Diciamo che in RADA oggi ho avuto un incontro poco piacevole.” Gli rispose guardandolo negli occhi. Erano dannatamente profondi e la stavano guardando attentamente.
“Arthur.” gli confermò spostando lo sguardo alla tv mandando avanti i trailer.
“Che ti ha fatto?” il tono era preoccupato, duro.
“Nulla. O meglio. Nulla perché probabilmente non ce l’ha fatta. Fortunatamente Dwayne era nei paraggi e mi ha salvata, ma prima che lui gli tirasse un cartone in piena faccia gli ho tirato un manrovescio da fargli rivoltare la faccia e una ginocchiata dove non batte il sole!” gli disse sorridendo soddisfatta facendolo ridere.
“Sei incredibile! Però rimane che lui abbia tentato di farlo… devo partire preoccupato?”
“Me la caverò. Sono grande e forte, so allacciarmi i sandali e tutto in resto!” gli rispose citando Meg in Hercules facendolo sorridere. L’abbracciò, stringendola a sé con un braccio.
“Per qualsiasi cosa, quando non sarò qui, tu chiamami. L’importante che non mi chiami nel bel mezzo della notte: potrei non capire cosa mi dici!”
“Aahahahahahaha! Ma piantala!”.

:::::::::::::::::::::::ANGOLINO DEL DISAGIO:::::::::::::::::
TADAAAAAAAAAANN *entra nell'inquadratura saltando e agitando le mani*
Sorpresina!!! Dato che mi sono decisa (e ho trovato le immagini giuste XD) ad imparare a inserire le immagini da questo capitolo in poi verrà introdotto il banner E... le conversazioni su Whatsapp XD
Lo so, sono ulteriori prove della mia pazzia dilagante, ma che ci volete fare: mi diverto male!
Allora!! Tommuccio bello si sta lasciando andare sempre di più, è arrivata la seconda botta di c- ehm. FORTUNA (sì, meglio fortuna) della storia e ragazzi... Arthur si è dimostrato il grandissimo stronzo che è. (sì, lo odio anche io alla follia -_-" e ho utilizzato l'epiteto migliore che mi è venuto in mente)
Dove amo sempre di più Joanne e Dwaine XD 
Spero che il banner vi piaccia, appena capisco come fare lo aggiungo anche agli altri capitoli e... 
Grazie mille sempre a tutti quelli che leggono e passano il tempo in copagnia di Laila, Joanne e compagnia bella :D
Un bacione a tutti e spero di leggere che ne pensate :3 Lalli

 
 
 
   
 
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