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Autore: ElisabethPrime    18/06/2016    1 recensioni
Quarta Era.
Skyrim regione fredda e piena di insidie patria dei Nord gente indomita e temprata che da importanza a onore e abilità in combattimento è scenario del ritorno dei draghi rettili alati che sputano fuoco comandati da Alduin il Divoratore del Mondo che vuole schiavizzare tutta Tamriel.
Una donna Nord dai capelli come il fuoco e occhi color smeraldo dal passato doloroso e tormentato dalla morte di una persona a lei cara sì ritroverà catapultata nella battaglia contro i draghi perché nel posto e nel momento sbagliato e sarà lei a dover fermare l'ascesa di Alduin perché lei è il Sangue di Drago.
Riuscirà a fermarlo?A tornare se stessa e a trovare l'amore?
Lo scoprirete viaggiando per Skyrim.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aela, Dovahkiin, Un po' tutti, Vilkas
Note: Lime, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La caccia. Una delle tante cose che adoro fare perché le faccio con mio padre: Cullen Stanton Rutheford un uomo buono sostenitore dei Manto della Tempesta. Mia madre: Evelyn Wallace pensa che faccia male a schiararsi perché mette in pericolo me e mio fratello: Boromir Wallace che è più grande di me di due anni e che lavora come apprendista fabbro di Riverwood che allora era sotto Riften, ci vogliamo molto bene ma siamo molto diversi: lui è tranquillo, adora i lavori semplici ma a volte è cinico quando le persone del paese hanno brutte intenzioni su di me ed a volte e un donnaiolo; io invece adoro l’avventura, la caccia, la musica e sono a volte scalmanata e mi riesce difficile stare ferma e assomiglio molto a mio padre con cui ho un ottimo rapporto. La caccia dove abitiamo noi è proibita perché la selvaggina come il cervo è riserva dello Jarl di Riften: Bowen il Grande e a noi è solo permesso di cacciare: conigli, volpi e al massimo lupi per difenderci ma poco con cui sfamarci e andiamo avanti a stenti. Quando vado a caccia andiamo sempre di notte per non farci vedere dalle guardie che sorvegliano il paese e che ci metterebbero in prigione. Mi trovavo in mezzo al bosco in silenzio e si sentiva il fruscio delle foglie scosse dal vento e i cervi che bramiscono per trovare la propria compagna e questo mi metteva tranquillità ma allo stesso tempo ansia per troppo silenzio. Ero a caccia di un cervo maschio, io e mio padre ci piace infrangere le regole, e gli correvo dietro da un chilometro con in mano l’arco e una freccia incoccata e lo raggiunsi in una radura con un laghetto e un grande masso che si stava abbeverando, era il momento giusto per scoccare la freccia ma nel farlo urtai un sassolino mettendo in allarme il cervo che vedendomi scappò in mezzo al bosco per un'altra corsa e pensai “No, questa volta non mi scapperai cervo” e li corsi dietro determinata a non farlo scappare. Dopo un po’ lo raggiunsi e decisi di scoccare di nuovo una freccia e stava per arrivargli in testa ma qualcosa si è messo in mezzo tra la freccia e il cervo: una zampa squamosa che teneva tra gli artigli ormai il cadavere del cervo. Ero impietrita di fronte a quella creatura che conoscevo dalle leggende: un drago, erano spariti dalla loro sconfitta dai tempi di Tiber Septim che divenne Talos e alla sua morte divenne un culto ma che l’Impero proibì e divenne la goccia che fece traboccare il vaso per i Manto della Tempesta che divennero feroci contro l’Impero e i suoi sostenitori. Non mossi un muscolo perché temevo che muovendomi mi avrebbe individuata ma non ero più padrona del mio corpo così corsi verso la foresta sperando che non mi avrebbe seguita ma ovviamente non ci arrivai perché appena mi vide mi bloccò con la cosa squamosa non lasciandomi via di fuga, inghiottì e mi girai e quello che vidi mi fece gelare il sangue: due occhi di ghiaccio con le pupille ridotte a piccole fessure sottilissime e la vidi come la pericolosa bestia che è, senza rimorso e pietà. Ero immobile aspettando il momento che avrebbe aperto le fauci per uccidermi ma invece di farlo avvicinò tranquillamente il suo muso e per un momento mi definì pazza perché lo sentì parlare in lingua dragonica ma io capì tutto: Anima Coraggiosa e Ardente di Sacrificio. Salve a te Sangue di Drago. Non credetti a quello che sentì, il drago aveva parlato e io avevo capito ogni cosa e fui sorpresa e spaventata allo stesso tempo. Ad un certo punto il drago spalancò la bocca e fui pronta a ricevere il colpo ma invece di inghiottirmi emise un getto di ghiaccio che mi fece balzare lontano facendomi svenire e il drago volò via con il cervo tra le zampe. -Natasha svegliati…-. Mio padre…la sua voce mi arrivò ovattata e con fatica aprì gli occhi e mio padre sospirò –Per fortuna sei viva-. -P…Papà!-. -Si sono io tesoro, come ti senti?-. Mi toccai la testa e dissi – Ho tanto male alla testa e mi sento debole-. Lo guardai e lo vidi preoccupato –Sto bene possiamo continuare la caccia-. -Come continuare!-. -Si non abbiamo preso niente-. -Tesoro fra poco è l’alba e dobbiamo andare a casa prima che le guardie ci vedano-. -Come l’alba!-. -Si non ti ricordi niente?-. Da quando ho scoccato la freccia non mi ricordo un accidenti –Non…mi…ricordo-. -Non importa, l’importante è che stai bene e che non sei ferita-. -Come ferita!-. -Quando ti ho trovata vicino a te c’era una pozza di sangue ma ti ho controllata e non era tuo-. Poi mi prese in braccio e affondai il viso nel incavo del suo collo e dissi con il singhiozzo –Mi dispiace papà ti ho deluso-. -No Natasha non mi hai deluso, preferisco avere mia figlia che uno stupido cervo…comunque sono io che sono uno stupido che ti ho portata con me che hai solo diciotto anni-. Volli replicare ma ero troppo debole e mi addormentai.
   
 
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