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Autore: elfanika2    19/06/2016    3 recensioni
Merlino era pallido, sentiva di essere arrivato allo stremo delle sue forze, ma sapeva in cuor suo di dover continuare a lottare, anche se i nemici lo stavano accerchiando e la sua magia lo stava abbandonando, vinto dalla stanchezza. se solo fosse riuscito a farsi sentire da Artù forse avrebbe avuto una via di scampo...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Capitolo 7: la luce in fondo al tunnel

 

Era l'alba e il sole stava sorgendo inondando Camelot con i suoi raggi dorati, la luce filtrava anche dalla finestra nella stanza di Merlino e fu proprio quando un raggio di sole si insinuò nell'agusta stanza che il ragazzo aprì gli occhi. Le palpebre erano pesanti e l'oblio in cui era scivolato era quasi piacevole, quindi non voleva svegliarsi.

 

“Sono morto” pensò. Regnava il silenzio più assoluto, il sole stava sorgendo e lo scaldava con i suoi raggi e.... spalancò gli occhi. Accanto a lui c'era steso Artù, il viso rilassato, gli occhi chiusi e il petto che si alzava e abbassava lentamente, segno che era ancora profondamente addormentato. Era davvero bellissimo, capelli biondo miele, un viso perfetto, sotto le palpebre chiuse due occhi azzurro mare e le labbra rosse curvate in un piccolo sorriso.

Merlino appoggiò pesantemente la testa sul cuscino, non si era nemmeno accorto di averla sollevata per poterlo guardare meglio.

“ Se questa è la morte” pensò “ allora non mi pento di nulla”.

Aveva sognato spesso una scena simile, nella quale Artù lo stringeva a se e si addormentavano insieme, stretti in un abbraccio, ma era solo un sogno... se non fosse stato per quel dolore, quella fitta al fianco destro.... di colpo i ricordi lo sommersero.

 

Era nella stanza circondato dalle guardie. Era svenuto per la perdita di sangue, ma ricordava, confusamente, due braccia che lo sollevavano dal freddo pavimento e qualcuno che lo portava via. Ricordava anche il gelo di una lama puntata contro il suo petto e aveva pensato brevemente che era pronto, ma la lama non era affondata e il dolore che aspettava non era arrivato. Invece, aveva sentito di nuovo quelle braccia sollevarlo e poi stringerlo in un abbraccio e un fiotto di calore invadergli il corpo.

 

Mentre il giovane mago era perso nei ricordi, anche Artù si era svegliato, confuso e poi aveva recuperato in fretta il filo degli eventi.

Merlino era quasi morto.

Amava Merlino.

Merlino era uno stregone.

Quando aprì gli occhi, vide che anche il giovane dai capelli corvini era sveglio e lo osservò, era perso, la sua mente era altrove e per un terribile istante pensò che non avesse fatto in tempo a salvarlo, ma poi il panico venne lavato via dal respiro caldo che sentiva contro il collo, dal calore del corpo premuto contro il suo. Una gioia indescrivibile lo invase e d'istinto posò le labbra su quelle di Merlino

 

Il giovane mago fu strappato bruscamente ai suoi pensieri dalle labbra morbide che erano premute contro le sue. Spalancò gli occhi per la seconda volta in pochi minuti e poi li chiuse, godendosi il momento. Artù lo stava baciando, quel babbeo reale lo stava davvero baciando! Senza pensare allungò un braccio verso il suo viso e appoggiò la mano sui suoi capelli facendoci scorrere le dita. Il principe lo strinse di più a se appoggiando le mani sulla sua schiena nuda, visto che per sistemare la sua ferita la sera prima gli avevano sfilato la maglia e nessuno aveva pensato di rimettergliela. Merlino fu scosso da un brivido che non sapeva definire, gli scivolava lungo la schiena assieme alle dita di Artù.

Il bacio diventò sempre più appassionato e quando Artù decise di approfondirlo, non trovò resistenza. Solo quando diventò necessario respirare i due si separarono. Merlino aveva stampata sul viso un'espressione idiota, lo sapeva, ma non poteva smettere di sorridere. La sua faccia fece ridere Artù, una vera e propria risata come il giovane mago non sentiva da tempo, cristallina e strinse in un abbraccio il suo amato.

“Artù... pensavo non ti avrei mai rivisto”

“ Anche io l'ho pensato Merlino, si può sapere che ti è preso? Sei corso via come un forsennato e hai rischiato di farti uccidere. Sei proprio un'idiota”

“ Testa di fagiolo, non è colpa mia se stavi per farti ammazzare e se dovevo trascinarti io in giro.”

“ Trascinare me? Sei proprio un ingenuo se pensi di potermi far fare qualcosa senza il mio consenso”
“Vedremo principe, vedremo” stavano per baciarsi di nuovo quando Gaius entrò nella stanza.

“ Merlino ragazzo mio, sei sveglio!” abbracciò il giovane, facendo attenzione a non fargli male. Era davvero felice di vederlo sveglio e sembrava stare molto meglio, la ferita si stava sanando in fretta.

“ Merlino, tu e Artù dovete uscire e riprendere il castello, la situazione sta sfuggendo di mano. Il popolo è terrorizzato, le guardie perse senza una guida e non offrono resistenza. Il re è in mano alla strega e di certo non vivrà per molto, se è l'unica cosa che la divide dal trono. Morgana e Ginevra sono fuori per un incontro diplomatico, grazie al cielo non torneranno a Camelot nei prossimi giorni, quindi non saranno in pericolo. ”

Artù, mentre Gaius parlava, si era alzato e lo aveva fissato con uno sguardo grave, ma sapeva qual'era il suo ruolo e poi non accettava la possibilità di perdere il padre per colpa di una futile ribellione. Merlino si era rivestito e Artù aveva preso, deciso, in mano la situazione: “ Posso occuparmi dei soldati, radunerò i cavalieri rimasti e mi assicurerò che siano in grado di seguirmi, poi sferreremo un attacco. Ma contro la strega non posso fare nulla, quindi a quello, dovrai pensare tu Merlino” e detto ciò si voltò con serietà verso il giovane mago che farfugliò per qualche istante parole senza senso. Si acquietò quando Gaius gli disse: “ Ragazzo mio, non avere paura, Artù sa già tutto di te. Ho dovuto spiegarglielo.” Merlino annuì senza proferire parola ad entrambi e Artù si concentrò sull'imminente attacco, uscendo senza farsi vedere dalla stanza, andò in cerca dei suoi uomini, senza mai abbassare la guardia. Il giovane mago invece era chino sull'enorme tomo che aveva nascosto con perizia sotto al letto e lo stava sfogliando, leggendo diverse formule che potessero tornargli utili per neutralizzare la principessa Anika. In quel momento, quando le cose sembravano essere arrivate ad un punto critico, entrambi sapevano che comunque fossero andate le cose avrebbero potuto contare l'uno sull'altro, questa era una situazione che nessuna magia avrebbe potuto modificare. 

   
 
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