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Autore: Strawbana    20/06/2016    1 recensioni
Una what if incentrata su una fantasia che mi è venuta in mente ascoltando la canzone No More di Hatsune Miku.
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Dopo una serie di spiacevoli eventi, il quattordicenne Kageyama Reiji si rifiuta di uscire di casa e di vedere anche i suoi stessi parenti. L'unica persona di cui accetta la presenza è Cassandra Andrei, una sua compagna di scuola di origini italiane che lavora part time nel negozio che consegna mensilmente delle provviste a casa del ragazzo. Lentamente, la giovane riesce a far uscire Kageyama dal suo guscio, convincendolo a riprendere la normale routine quotidiana. In seguito i due ragazzi si troveranno insieme ad affrontare il crudele trattamento che adolescenti giapponesi riservano a coloro che ritengono diversi. Fra pregiudizi, bullismo e sofferenza i due ragazzi riusciranno a trovare la strada per un futuro felice?
Bana part~
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kageyama Reiji, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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La mattina dopo i due ragazzi, prima di scendere a colazione, decisero di non dire nulla al resto del gruppo della loro nuova relazione. Non perché volessero tenerla segreta, semplicemente Cassandra non vedeva la necessità di fare un annuncio in grande stile: i suoi amici se ne sarebbero accorti da soli e al massimo avrebbero chiesto a lei una conferma. Durante il pasto mattutino Kageyama non si sentiva più fuori posto come prima, anche se un po’ di gelosia nei confronti di Nikolas rimaneva visto quante volte Cassandra gli rivolgeva la parola, di solito per informarsi di come andassero le cose in Europa o su novità in campo musicale, ma Reiji invidiava comunque quella confidenza, soprattutto visto che si incentrava principalmente sulla musica e lui di quello non ci capiva nulla.

Dopo la colazione si ritirarono tutti nuovamente nelle loro stanze per lavarsi i denti ed infilarsi i costumi prima di farsi accompagnare dal fratello di Dalila in spiaggia. Cassandra e Kageyama si misero d’accordo per cambiarsi a turno in bagno, ma prima di tutto dovevano trovare i loro costumi che, essendo quelli blu scuro di plastica scadente che utilizzavano durante le lezioni di nuoto a scuola, si confondevano perfettamente col fondo delle loro valigie. Una volta recuperati gli indumenti, Kageyama si chiuse per primo in bagno, mentre Cassandra attendeva pazientemente con il suo costume poggiato su un braccio. Poco dopo si udì bussare alla porta e la castana andò ad aprire, trovandosi faccia a faccia con Abigail, già in tenuta da spiaggia.

-Allora, a che punto siete?

-Scusa Abi, ci stiamo ancora cambiando.

Gli occhi della corvina si posarono sul pezzo di plastica che l’amica teneva ancora poggiato su un braccio.

-Non vorrai scendere in spiaggia con quello addosso spero.

Cassandra guardò il suo costume, chiedendosi cosa ci fosse di male nell’indossarlo.

-Sì, Kageyama ed io avevamo solo i costumi della scuola in casa, quindi utilizzeremo questi.

La giovane americana guardò la compagna come se l’avesse insultata nel peggior modo possibile.

-Cassandra Andrei, non ti permetterò di andare da nessuna parte conciata in quel modo!

Abigail pronunciò quelle parole con fare autoritario, attirando l’attenzione di Reiji che socchiuse la porta del bagno per vedere cosa stava succedendo. La corvina lo notò subito e si rivolse a lui con fare arrabbiato.

-Ti sei già cambiato?

Non capendo cosa stesse succedendo, il ragazzo si limitò ad annuire.

 -Beh, levati quell’obbrobrio che chiami costume di dosso e sbrigati, andiamo a fare shopping!

 

Con grande disappunto di Cassandra, lei ed il suo fidanzato vennero trascinati in un negozio poco lontano dall’hotel per comprare dei costumi che Abigail trovasse accettabili. Kageyama non era per niente felice della cosa: non aveva voglia di spendere i suoi pochi soldi per qualcosa che non trovava necessario, ma non c’era possibilità di scelta, quindi il ragazzo andò verso i costumi più economici e in pochi minuti era già pronto a pagare. Alla sua compagna di viaggio non andò altrettanto bene: Dalila ed Abigail insistettero con Cassandra perché si provasse più di un paio di modelli prima di sceglierne uno e quindi la cosa avrebbe richiesto un po’ di tempo. Sbuffando, Reiji cercò qualcosa da fare: visto che le fanciulle del gruppo erano tutte occupate, l’unica persona rimasta con cui parlare era Nikolas. Nonostante il biondino ancora non gli andasse a genio, il giovane calciatore pensò che fosse una buona occasione per farci un po’ di conversazione e capire un po’ quali fossero i suoi rapporti con Cassandra.

-Non mi avete ancora raccontato i dettagli di come vi siete incontrati voi e Cassandra…

Il ragazzo austriaco sussultò, non aspettandosi che l’altro gli rivolgesse la parola. Sfoggiando un timido sorriso, Nikolas si apprestò a rispondere.

-Beh, frequentavamo la stessa scuola… Durante una lezione congiunta di musica e storia stavamo ascoltando dei brani ispirati alla guerra e, ehm, Cass scoppiò a piangere…

 Reiji trattenne appena una risata, non tanto perché trovasse la cosa divertente, ma perché immaginava l’imbarazzo che doveva provare la sua fidanzata rievocando quella storia.

-Ma dai, davvero si è messa a piangere nel mezzo di una lezione?

Il biondo annuì, prima di osservare malinconicamente il camerino affollato dalle sue amiche.

-Tu e Cassandra vi conoscete da poco, quindi dubito che te l’abbia detto… Vedi, suo nonno ha combattuto in guerra insieme alla resistenza quando era solo un ragazzo e per questo ha sempre cercato di insegnare a sua nipote le ingiustizie che un conflitto comporta. La cosa ha segnato molto Cass, soprattutto quando era più piccola, quindi ascoltando quella canzone particolarmente triste su un soldato che perdeva la vita non è riuscita a trattenere le lacrime.

Il ragazzo fece una breve pausa per ridere.

-Cass quel giorno sembrava inconsolabile, neanche la maestra sapeva come farla smettere! Alla fine ci facemmo avanti io, Dalila ed Abigail per tenerla d’occhio mentre l’insegnante andava a chiamare i suoi genitori. Ci vollero le migliori smorfie di Dali per strapparle un sorriso, ma alla fine ci riuscimmo. È in quell’occasione che abbiamo fatto amicizia.

Kageyama guardò con aria torva Nikolas: il suo obbiettivo di chiacchierare col ragazzo per diminuire la gelosia nei suoi confronti gli si era completamente rivoltato contro, aumentando quel sentimento malsano. In quel momento Abigail si rivolse al suo amico di vecchia data per avere una mano.

-Nik, puoi mettermi a posto questi costumi? Io devo assicurarmi che Cass non scappi!

Il biondo disse di sì e si addentrò nel negozio, lasciando Reiji da solo. Il calciatore sbuffò nuovamente, scocciato, e cercò qualcos’altro con cui intrattenersi. Sul bancone della cassa era presente un espositore pieno di occhiali da sole ed il ragazzo decise di provarne qualcuno in attesa degli altri. Molti modelli non gli piacevano o li trovava scomodi, ma un paio con le lenti piccole ed ovali riscontravano i suoi gusti: con quelli addosso era impossibile vedergli gli occhi e, di conseguenza, capire cosa gli passasse per la testa. Kageyama apprezzava particolarmente la cosa, ma quegli occhiali non gli erano strettamente necessari, quindi il ragazzo decise, seppur a malincuore, di rinunciare a comprarli.

-Ti piacciono?

In quel momento sopraggiunse Cassandra con il suo acquisto e Reiji le sorrise in maniera nervosa, colto alla sprovvista.

-Uh sì, sono carini, ma niente di che… Non penso di comprarli.

-Ti stanno bene, te li prendo io!

Kageyama si irrigidì e subito si girò verso la sua compagna per rimproverarla, ma questa giocò d’anticipo e prese il viso dell’altro tra le mani, guardandolo con aria dolce ed amorevole.

-Vedilo come un regalo per festeggiare l’evento di ieri…

Il ragazzo arrossì e sorrise appena, non aggiungendo altro. Normalmente si sarebbe opposto, ma per una volta voleva evitare di fare problema ed accettare quello che era in via ufficiale il primo regalo della sua fidanzata.

 

Finiti gli acquisti il gruppo passò il resto della loro giornata alla spiaggia, in una zona isolata e tranquilla conosciuta solo da Dalila e suo fratello. Il tempo era bello e l’atmosfera gradevole, Cassandra e Dalila passarono tutto il tempo a scherzare e giocare in acqua, costantemente supervisionate da Abigail, che voleva controllare che le sue amiche non si facessero male, ma finiva per essere trascinata anche lei nei giochi. Nikolas invece, a causa della sua pelle chiara, preferiva rimanere sotto l’ombrellone che si erano portati dietro per evitare scottature e Kageyama rimase a fargli compagnia, sentendosi a disagio ad essere l’unico maschio a giocare con tre ragazze. I due giovani chiacchierarono parecchio e il biondo finì anche per confessare all’altro di essere felice di averlo lì, in quanto anche lui provava un po’ di imbarazzo ad essere l’unico maschio in quel gruppo pieno di fanciulle energiche. La gita dei ragazzi si prolungò fino al tramonto, poi tornarono all’hotel ed andarono subito a mangiare. Finita la cena, si ritirarono nella stanza in cui dormivano Dalila, Abigail e Nikolas per guardare un film, poi si salutarono ed i due fidanzati tornarono nella loro camera. Dopo essersi concessi entrambi una doccia veloce, i ragazzi si infilarono nei loro letti per la notte, ma invece di addormentarsi subito la castana decise di fare un po’ di conversazione.

-Kageyama… Sei felice?

Il giovane non si aspettava una domanda del genere, ma non aveva dubbi su come rispondere.

-Sì, molto.

La sua compagna gli sorrise con aria sollevata.

-Meno male… Ero molto in ansia per questo viaggio: avevo paura che stare così tanto fuori di casa ti facesse sentire a disagio o che i miei amici non ti piacessero.

Reiji sorrise appena: per una volta si sentiva amato incondizionatamente e la cosa gli piaceva un sacco.

-Sto bene Andrei, in fondo non siamo mai in posti troppo affollati ed i tuoi amici non sono così male.

Cassandra rise, sapendo di dover prendere come positivo quell’ultimo commento, ma era un’altra la cosa su cui si voleva concentrare.

-Perché non inizi a chiamarmi per nome? Vista la nostra situazione…

Kageyama arrossì pensando al suo catastrofico tentativo del giorno prima di pronunciare il nome della ragazza, ma non voleva deluderla, così decise di provarci di nuovo.

-Cassandora…

La castana ridacchiò nuovamente ascoltando il suo nome storpiato dalla pronuncia giapponese.

-Devi cercare di far vibrare la lingua, così! Cassand-rrrrr-a.

Il giovane ci provò di nuovo, ma nulla, non ci riusciva. Andrei si aspettava questa cosa, nessun suo coetaneo giapponese era mai riuscito a dire in modo corretto il suo nome, non ci riuscivano nemmeno gli insegnanti a scuola, ma lei aveva una soluzione a questo.

-Chiamami semplicemente Cass, per te è più facile da pronunciare e a me piace di più.

Reiji annuì.

-Va bene, ma chiamami per nome anche tu.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo dolce prima di decidere di andare finalmente a dormire, quindi spensero le luci sui loro comodini.

-Buonanotte Reiji…

-Buonanotte, Cass.

 

 

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Angolino rotondo

Oggi è il compleanno di qualcuno~ E come l’anno scorso, al compleanno di questo qualcuno, aggiorno questa fic~ Buon compleanno Sissy, spero che il regalino ti piaccia! Un capitolo particolarmente dolce questo, pieno di piccoli eventi poco importanti, ma volevo far sentire il cambiamento di atmosfera dopo gli eventi del capitolo precedente. Non mi sono dimenticata del mio fioretto al capitolo precedente e l’anno è ancora lungo, prometto almeno un paio di aggiornamenti prima di quello di fine anno, non preoccupatevi!

Ci sentiamo presto,                                                                                                                                         

 

-Lau ° 3 °

   
 
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