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Autore: ClareDub09    20/06/2016    1 recensioni
Chiharu Hanabira, giovane ragazza di quattordici anni, dopo la morte dei genitori comincia ad isolarsi e a mostrare sempre meno le sue emozioni. Riuscirà a ritrovare l'allegria... Oppure il suo passato la renderà pericolosa?
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Onii Chan! - una bassa ragazzina, probabilmente sui sette anni, aprì la porta di qualche centimetro. Strinse la collana che teneva appoggiata sulla sua guancia cerea e diede un calcio al bianco letto d'ospedale che aveva davanti. Nonostante fosse entrata al di fuori dell'orario delle visite, per la piccola Hanabira svegliare suo fratello senza strillargli addosso non era divertente. Non poteva fare silenzio, non rispecchiava per niente i suoi modi di fare. 
- Onii Chan! - gridò una seconda volta lei, nell'attesa che suo fratello la salutasse con un sorriso e che si scrollasse di dosso le coperte nelle quali si era praticamente "inabissato" 
- Che c'è? - mugolò Ichirou affondando comodamente il viso nel cuscino, parlò senza la minima attenzione di scandire le parole  -Dovresti tornare a casa e restare con Chiha - Disse con rimprovero. 
La bambina dagli occhi sanguinei gonfiò le guance irritata -Solo perché c'è Chiha non vuol dire che non posso più farti visita...- 
Il ragazzo scostò il lenzuolo bianco, così da poter vedere le smorfie arrabbiate della sua sorellina.  
- Non insistere, Chiha ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei - Lui non era nelle condizioni di farlo. - Fallo per me, dai - 
- Ok... - Rispose l'altra con una nota flebile nella sua voce da bambina. - Volevo solo darti questo... - Gli porse la collana che premeva sulla sua gote da quando era uscita di casa. Più che collana, sembrava un bracciale. Il sottile filo nero terminava con la miniatura di un quadrifoglio in cuoio, Chiharu lo lasciava oscillare tra le sue dita come se fosse vivo. 
"Un altro portafortuna" pensò il più grande. Chiharu aveva iniziato a regalarglieli dal primo giorno in cui lo hanno portato in ospedale.
- Ti piace? - 
- Sì, molto. Ma non devi disturbarti a portarmene uno ogni giorno. - 
- Disturbarmi?! - Sbottò lei sgranando gli occhi rossicci, poco più chiari rispetto a quelli del fratello. - Niichi, io non mi disturbo affatto! Anzi, te ne darei altri dieci. Hai bisogno di tutta la fortuna possibile per guarire! - Si avvicinò al letto di lui, sedendosi sul bordo di esso. 
- Ti ringrazio, Chiharu. Sei carina a fare tutto questo per me, ma non credo che dei portafortuna possano migliorare le mie condizioni... - Le accarezzò una guancia. Quella ingenua ragazzina era troppo piccola per venire a conoscenza di tutti i fatti. Ichirou era contento che la sua sorellina potesse restare all'oscuro di tutto. A sette anni non sapeva cosa fosse un tumore, forse non ne aveva mai sentito parlare, ecco perché Chiharu era convinta che bastasse solo tanta buona volontà per risolvere i problemi del fratello Ichirou. 
Hanabira Junior sorrise in maniera comprensiva. - Ricordati che prima di contare sui portafortuna, devi contare sulla mia presenza. Io ci sarò sempre per te, Ichirou! - 
- Lo stesso vale per te, Baka... - Sussurrò il corvino. - Però ora torna da Chiha, ok? - 
- Ci vado, ci vado! - Sbuffò la bambina in un modo che Ichirou definì esageratamente isterico. Balzò giù dal letto e si diresse rapidamente verso la porta da cui era entrata. 
- Ti avvertirò se ci sono problemi! - Alzò il volume della voce. Hanabira Junior sembrava essersi bloccata davanti alla porta a dargli le spalle. I suoi occhi si erano incollati sulla serratura di ferro. 
- ...Resterai sempre con me, Fratellone? - Divenne inaspettatamente seria. Perchè gli aveva fatto quella domanda? Forse lei lo sapeva che ci sarebbero stati problemi, problemi che lei non avrebbe potuto risolvere in nessun modo. 
- Certo! Certo che starò sempre con te... - Mentì Ichirou, nascose la sua delusione in un sorriso amaro, anche Chiharu fece lo stesso. 
- Ok! Ci vediamo domani, Ichirou - La porta si richiuse in un gemito.  

                                                               ***   


- Bugiardo... - 
- Chiharu, che hai? - Disse Akio. Chiharu sussultò - Eh? - 
- Stavi parlando da sola... - 
- Non farci caso, stavo solo pensando... - Sussurrò. 
- Allora continuiamo a cercare Jun? - 
- Sì... - 


*** 


- Finiscila! Se ti comporti da deficiente non è colpa mia! - E le lacrime dell'ennesima ragazza di turno andarono a chiudere la litigata con Mizuki, che vide quella che era la sua amica correre dalla parte opposta in un lungo pianto. 
- Izuki Chan! - Chiharu sbucò dal nulla, precisamente dalla porta della sua classe, la 2'B. Una giovane Hirano di dodici anni andò incontro a quella che considerava come la sua migliore amica. 
- AruAruu! - Si è tuffata tra le braccia della più grande, una Chiharu di dodici anni e mezzo, capelli lunghi e occhi rossi sgargianti. Inizialmente non sembrò ricambiare il goffo abbraccio, poi con un po' di timidezza cinse la vita della ragazza dai setosi capelli bluastri. - Ciao, Izuki... - si limitò a dire presa dall'imbarazzo. 
- AruAru! Mi sei mancata, da quant'è che non ci vediamo?! - 
- Dall'inizio delle lezioni... - 
- Sembra un'eternità! - Esclamò la occhi arancio squadrando l'amica dalla testa ai piedi - Ecco perché non sei cambiata per niente! - 
- Chi era quella ragazza di prima? - Si rivolse alla biondina che poco fa era con Hirano. Hanabira aveva pur sempre qualche dubbio, ma non poteva perdere l'unica persona con cui andava d'accordo, così cercò di far passare la frase come una semplice curiosità. Mizuki rifletté un attimo. -Non mi importa più nulla di lei, ora ci sei tu qui! - Ritornò a soffocarla con i suoi abbracci - Tu sei l'unica amica di cui ho bisogno - 
Bene. Se Mizuki diceva quello andava tutto bene...
Ogni volta che le due non potevano vedersi, Chiharu passava il suo tempo a tracciare linee su un foglio di carta bianco, idealizzandolo, ritagliandolo e ricalcandoci sopra tutte le scie delle matite colorate che usava. 
Quello era ciò che una persona normale avrebbe definito "Disegnare" 
Ecco, Chiharu disegnava. Disegnava suo fratello. 
Disegni, ma più che altro scarabocchi che riflettevano il caos che Chiharu aveva in testa. Mettere su carta tutto quello che provava era rilassante. 
- AruAru, ora devo andare, ci sentiamo più tardi! - 
- Certo, stammi bene, Izuki! - 
La occhi arancio si mise in punta di piedi, stampando un bacio sulla guancia alla sua "migliore amica" 

[...] 

- Dove sei stata, Mizuki? - Parlò la ragazza bionda di quella mattina. 
- Si! Dove sei stata? - Chiese un'altra ragazza. 
- Beh, sono stata di nuovo con quella scema di Hanabira. - 
- Davvero?! Ma come fai a sopportarla? - Si stupì una quarta voce. 
- Infatti non la sopporto, ma vedere il suo modo idiota di fidarsi con chiunque è una cosa più unica che rara! - 
- Dovresti scattarle una foto! Scommetto che è orrenda... - 
- Non ti sbagli, cara! - Disse Mizuki. 

Chiharu si nascose dietro la porta dell'aula, sentendo tutte le voci che giravano su di lei. 
E pensare che aveva ritenuto una "fortuna" essere mandata a portare dei documenti nella 2'A, così avrebbe rivisto il volto della sua
"migliore amica

***


- Chiharu! - 
La corvina sussultò una seconda volta. Akio parlò. 
- È la seconda volta che ti incanti! Proprio ora che...- 
- Chiharu... - Disse una voce maschile, diversa da quella di Akio. Hanabira prese un respiro. 
- Ciao...Jun...- 


   
 
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