Chiaramente, a
causa della mia melodrammatica crisi, la
settimana scorsa mi sono scordata di dirvi che i fatti narrati nel
quindicesimo e
nel sedicesimo capitolo sono più o meno contemporanei.
Forse è inutile
dirlo adesso, ma è una cosa che comunque tenevo a
specificare.
A dopo, se riuscite a sopravvivere a questa schifezza di capitolo xD
Namjoon, giorni
dopo il loro primo fallimentare (almeno in
parte) appuntamento, era ormai giunto alla conclusione che la sua nuova
vita di
coppia coabitante gli piaceva, molto più di quanto avesse
mai creduto. Non era
ancora riuscito a mettere da parte nessuno dei suoi dubbi e non capiva
cosa ci
facesse con lui, ma Seokjin era davvero il ragazzo perfetto. Era
gentile,
attraente e divertente, incredibilmente fastidioso e fottutamente
eccitante
allo stesso tempo e per gli stessi motivi -rischiava seriamente
un’emicrania al
giorno, ma alla fine lo hyung sapeva anche farsi perdonare- e il suo
voler
essere indispensabile nella vita del prossimo l'aveva portato a
diventare
molto, molto servizievole nei suoi confronti. Quella mattina, ad
esempio, stava
preparando la colazione per tutti i coinquilini del loft
(più Yoongi,
chiaramente) e ancor prima di alzarsi dal letto, l'aveva svegliato con
un
morbido e dolce bacio sulle labbra per poi chiedergli “Cosa
vuoi che ti
prepari, stamattina?”
Ok, per quanto
gli fossero sempre piaciuti quelli che
definiva “bravi ragazzi”, l'essere un ometto di
casa non era tra i requisiti
più importanti per lui, ma doveva ammettere che dopo tutti
quegli anni passati
da scapolo l'essere viziato in quella maniera gli piaceva. E anche
parecchio. Da
quando stavano insieme, le sere in cui
aveva il primo turno al pub, trovava sempre una squisita cena preparata
solo
per lui, con Jin, se non doveva lavorare a sua volta, che lo aspettava
sorridente, pronto a fargli compagnia, ad ascoltarlo e ad aiutarlo a
calmare i
nervi. Quando invece rientrava in casa tardi, lo trovava sul suo letto,
spesso
addormentato, ma sempre animato dall'intento di aspettarlo sveglio.
Erano
piccole cose, nessuna plateale e smielata romanticheria -come quelle
con cui ad
Hoseok piaceva sorprendere Yoongi- ma queste piccole cose stavano
riempiendo la
sua vita in modo tale da non potersi più immaginare senza
ognuna di esse. O
senza Jin.
Cercò
con tutte le sue forze di reprimere il sorriso che
spontaneamente tentava di nascere sul suo viso a quel pensiero, mentre
osservava il più grande cucinare la prima colazione per
tutti -waffel per loro
due (perché era stata quella la sua risposta) e uova e
pancetta per tutti gli
altri- stando seduto sull'isola della cucina. Più volte, in
quei giorni, si era
ritrovato a pensare di essere in qualche modo… felice... e ogni volta il suo
stupidissimo cuore prendeva a battere
in maniera inutilmente veloce e no, non era proprio il caso di farsi
vedere in
quello stato. Gli piaceva la reputazione del tipo burbero, non poteva
di certo
farsi sorprendere mentre col cuore in mano scriveva stupide poesie
d'amore da
dedicare al suo coinquilino. Per il buon umore poteva benissimo
incolpare il
sesso rientrato prepotentemente a far parte della sua
quotidianità, o quasi
-quello era decisamente un punto a favore dell’avere una
relazione con la
persona che abita sotto il tuo stesso tetto.
Scoprì
presto, però, che il suo tentativo era andato in fumo
quando il più grande, girandosi nella sua direzione per
prendere il sale,
lasciato proprio sull'isola in precedenza, guardandolo, gli sorrise
calorosamente a sua volta, per poi chiedere “Cos'hai da
sorridere?”
Fece finta di
niente, scrollando le spalle e rispondendo vago
“Non sto sorridendo”, sperando che l'altro
chiudesse lì la faccenda. O almeno
che non potesse distogliere ancora a lungo lo sguardo dalla padella che
sfrigolava
sul fornello acceso. Purtroppo per lui, però, la mossa
successiva di Jin fu
quella di spegnere il fuoco, per poi rivolgere tutta la sua attenzione
a lui,
avvicinandosi e poggiando le mani sulle sue cosce semi scoperte dal
pigiama -o
boxer, aveva poca importanza, ci dormiva troppo bene.
“Dovresti
dirlo alla tua faccia, allora”
Cercò
di rimanere impassibile e di portare avanti il suo
intento, anche se le mani del più grande si stavano
rivelando una distrazione
fin troppo difficile da ignorare -seriamente, si stava rammollendo per
qualche
moina e non era tollerabile.
“Dillo
tu alla tua faccia”
“Io
non ho niente da dire alla mia faccia. Ma l'hai vista? È
perfetta!”
Namjoon, a quel
punto, non poté fare a meno di sospirare,
arrendendosi all'evidenza “Dio, non so se sopporto di meno il
tuo narcisismo o
il fatto che tu abbia ragione”
Fu Jin, a quella
sua risposta, a sollevare leggermente le
spalle “Sicuramente la seconda, adori il mio
narcisismo”
“Adoro
di più le tue labbra quando sono impegnate a fare
altro piuttosto che elogiare la tua persona”
“La
mia meravigliosa
persona”
“Seokjin.
Stai zitto e baciami”
La
realtà era che quei piccoli battibecchi lo divertivano,
adorava sul serio l'egocentrismo dell’altro, l'aveva sempre
fatto, era davvero
convinto che una persona come lui non potesse mai essere noiosa, ma
alimentarlo, dirgli quello che davvero pensava -cioè
ammettere di essere
d'accordo con lui- era sicuramente la cosa più dannosa che
avrebbe mai potuto
fare. Aveva anche scoperto, però, che gli piaceva molto
quando diventava
autoritario. Spesso non gli dava udienza solo per stuzzicarlo, ma in
certi
momenti, momenti come quello (in cui si erano già stuzzicati
a sufficienza) non
esitava quasi mai a dargli quello che voleva -più per
assecondare le proprie
voglie che altro ma ehi, chi poteva davvero lamentarsi. In fondo le
voglie di
uno erano molto spesso le voglie di entrambi.
Riuscì,
comunque, a godersi per poco il momento: Jin che,
facendo pressione sulle mani, ancora poggiate sulle sue cosce, si
alzava in
punta di piedi, per arrivare alla sua stessa altezza (era ancora seduto
sull'alto ripiano dell'isola della cucina) e per far incontrare le
proprie
labbra carnose con le sue. Durò solo un attimo, ovviamente,
perché se in quei
giorni aveva avuto modo di scoprire di amare la sua nuova vita con Jin,
aveva
avuto modo di scoprire anche il fatto che, in quel dannatissimo loft,
non si
poteva avere mai, proprio mai, un fottutissimo minuto di privacy.
Infatti, il
loro momento idilliaco, venne interrotto senza alcuna pietà
dall’odiosissima
voce di Yoongi “Sono le sette e mezza di mattina,
praticamente l'alba, è troppo
presto per far vedere ai miei innocenti occhi una cosa così
schifosa. Potreste
evitare di farlo in cucina?”
Namjoon si
voltò di scatto, per guardare il ragazzo biondo
strisciare pigramente sulla sedia della loro
cucina di cui si era appropriato e versarsi del caffè -il loro caffè- su una delle loro
tazze, mentre continuava a parlare “Seriamente hyung, ti
preferivo con Hyosang”
Se Jin si
limitò semplicemente ad alzare gli occhi al cielo,
sibilando uno “Yoongi!”
d’avvertimento, Namjoon non riuscì proprio a
tacere, non quella volta
“Innanzitutto, in quale universo fantascientifico i tuoi
occhi sarebbero
innocenti? E poi, perché diavolo sei ancora qui?”
si girò verso il più grande,
che era ancora incastrato tra le sue gambe, è
ribadì la domanda “Perché è
sempre qui?” Riportò l'attenzione su Yoongi, che
almeno non aveva la faccia
abbastanza tosta da ignorarlo, rispondendo al suo sguardo, e riprese
ancora
“Non ce l'hai una casa tua? Un altro posto dove stare o
qualcosa da fare? Non
sei un fottutissimo trainee? Dovresti passare la vita ad esercitarti
per chissà
cosa, non a fare sesso con Hoseok e a rompere le palle in casa
mia!”
Non fu mai stato
tanto veloce a passare dalla parte del torto
e a rendersene conto. Seokjin si allontanò da lui di scatto,
gli diede le
spalle e prese tutto quello che c'era da portare a tavola. Poi, mise in
malo
modo il piatto coi waffel davanti alla sua sedia e, dopo essersi seduto
-il suo
posto era tra lui e Yoongi, ma spostò la sedia in modo da
stare molto più
vicino al suo amico che a lui- gli disse “Prego,
affogatici”
Sospirando
mentalmente per non farsi sentire, tanto per non
dare al più grande un ulteriore motivo per avercela con lui,
scese dall'isola
per raggiungerli al tavolo, sedendosi scompostamente e fulminando
Yoongi con lo
sguardo, ancora una volta senza farsi vedere da Jin. L’altro,
invece, non
rispose. Con sua enorme sorpresa, distolse lo sguardo, iniziando a
riempire il
piatto di Hoseok per poi versargli del caffè. Namjoon,
guardandolo, alzò gli
occhi al cielo, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto andare avanti
con la sua
tirata perché seriamente, non poteva davvero bastare
l'essere gentile col
ragazzo con cui andava a letto se poi pretendeva di stare in casa loro,
a spese
loro e prendendolo anche in giro, sbattendogli in faccia di prima
mattina la
vecchia relazione del più grande. Però, sapeva
anche che una delle regole del
bravo fidanzato era quella di non trattare male gli amici del partner,
per
quanto fastidiosi potessero essere, e, considerando il precedente
augurio di
morte da parte di quest’ultimo, probabilmente lui quel giorno
aveva fatto
abbastanza per una vita intera, quindi, si disse, sarebbe stato meglio
tacere,
per il bene della sua incolumità. Almeno non si era fatto
sentire da Hoseok,
quello sarebbe stato un ulteriore attentato alla sua vita.
Il suo migliore
amico, d’altro canto, sembrava abbastanza
occupato a pensare alla sua, di incolumità. Infatti, li
raggiunse in quel
preciso istante, come sempre vestito in maniera impeccabile, pronto per
l'ennesima giornata di lavoro in ufficio, e, come di frequente era
accaduto
negli ultimi giorni, con Taehyung alle calcagna, che lo supplicava nel
tentativo di parlarci. Entrarono rumorosamente nella stanza, mettendo
fine a
quel silenzio ricco di tensione che si era creato tra loro tre e
rendendoli
partecipe del tentativo di conversazione del più giovane
“Hyung, ti prego,
rispondimi! Voglio solo sapere
se è vero che sei allergico a tutte le cose che mi hai
detto!”
Hoseok, come al
solito, mentre si sedeva accanto al suo
Yoongi, lo liquidò velocemente, senza prestargli davvero
attenzione “Certo che
è vero. Sono allergico a tutto, anche al disordine. Vai a
pulire la tua stanza”
e, una volta accomodato, sistemandosi la giacca per non farla sgualcire
-quando
faceva in quel modo Namjoon aveva solo voglia di prenderlo a sberle, il
più delle
volte- alzò lo sguardo per poi sorridere nella direzione sua
e di Jin per
salutarli con un “Buongiorno ragazzi”, prendendo ad
ignorare Taehyung e il suo
“Hyuuuuuung!” praticamente ululato.
Jin, con la
bocca piena, si limitò a sorridergli. Namjoon,
guardando la scena, alzò per l'ennesima volta gli occhi al
cielo -considerando
l'ora l'aveva fatto e visto fare decisamente troppe volte, di
già- e, meno
educatamente del suo compagno, rispose “Non mi pare proprio,
ma ok”
Vide Hoseok
aggrottare le sopracciglia, perplesso, e girarsi
verso Yoongi. Concentrandosi su di loro, sperando che nessuno
spifferasse
niente e di non dover subire anche il rancore del suo migliore amico,
non vide
arrivare lo schiaffo sul braccio da parte di Jin. Il suo diventare
quasi manesco
quando era di malumore era decisamente una delle poche cose di lui che
davvero
non sopportava. Non ci aveva mai dato peso, non finché le
sue vittime erano gli
altri (vederlo colpire Hoseok era stato bellissimo) ma ora che, per la
prima
volta, era lui quello che veniva colpito, se ne stava rendendo conto.
Si girò
verso di lui, senza dire una parola ma cercando trasmettergli, con la
sua sola
espressione, la voglia di capire cosa cazzo gli fosse preso di punto in
bianco.
Insomma, in quel momento era stato sgarbato col suo amico, lui non
c'entrava
proprio nulla. Il più grande, per tutta risposta, si
limitò a guardarlo male
per un solo secondo per poi far finta che nulla fosse successo. Hoseok,
guardando prima loro e poi Yoongi, che invece stava a testa basta,
giocherellando
con la forchetta col cibo che aveva sul piatto, si decise a chiedere
“C’è
qualcosa che non va?”
Dopo essersi
spostato, garantendosi una distanza di sicurezza
dal braccio di Jin, Namjoon, si premurò di rispondergli
“Ma no, ti pare!”
Taehyung,
comunque, nonostante la scena che gli si era parata
davanti, non si diede per vinto “Hyung, io vorrei davvero
parlarvi di una cosa
importante”
Nessuno gli
rispose, ovviamente. Namjoon era troppo preso dal
borbottare tra sé e sé anche solo per rendersene
conto, in ogni caso. Hoseok,
invece, si alzò di colpo, si diresse verso il corridoio per
poi tornare
indietro. Vedendolo con la sua ventiquattrore e quello che riconobbe
come il
piccolo bagaglio a mano del set da viaggio del suo amico,
capì ovviamente che era
andato a recuperare quella roba in camera sua.
“Ce lo
dirai un'altra volta Tae, sì?”
“Hyung,
sono giorni che mi dici cos-“
Guardò,
ormai rapito da quello scambio di battute, Hoseok
zittire il più giovane con la mano, tendere la borsa a
Yoongi e poi dirgli
“Dolcezza, queste sono le cose che hai lasciato in camera mia
ultimamente, puoi
riportarle a casa. Devo accompagnarti da qualche parte?”
Con la coda
dell'occhio Namjoon vide Jin sgranare gli occhi,
allarmato. Yoongi, d'altronde, si limitò a guardare quello
che probabilmente
era il suo ragazzo impassibile, per poi alzarsi in piedi e dire, dopo
aver
afferrato le cose bruscamente, praticamente strappandole di mano
all'altro “Va
bene, ho ricevuto il messaggio. Tranquilli, me ne vado subito”
E detto questo
se ne andò sul serio, sbattendo con forza la
porta una volta uscito dal loft. Jin, allora, si alzò
velocemente anche lui,
seguendolo e urlando “Siete due cretini!”
Namjoon,
sbattendo le palpebre, allibito, si chiese come
tutti quegli anni di convivenza con la regina del dramma non lo
avessero
comunque preparato ad un inizio di giornata del genere. Avrebbe voluto
fermarlo, sul serio, ma era veramente troppo sconcertato per riuscire a
muovere
un solo muscolo. Evidentemente, comunque, non era il solo ad essere in
quello
stato. Hoseok, con la bocca spalancata, fissava la porta principale,
chiaramente sotto shock. Gli ci volle un po’ per girarsi
verso di lui è
riuscire a chiedere “Ma cosa… Cos'era tutto
quello?”
“Se
non erro, io ho chiesto al tuo ragazzo di andarsene, tu
l'hai praticamente buttato fuori di casa e il mio ragazzo si
è convinto per
questo che siamo cretini”
“Perché
mai avrei dovuto mandare via Yoongi? Gli ho solo
ridato le sue cose, erano in camera mia!”
“E in
camera tua ci devono stare solo le tue cose, giusto?”
Hoseok
allargò le braccia, con fare ovvio, come se quello
fosse abbastanza come risposta. Poi, lo vide illuminarsi, di colpo
“E tu perché
gli avresti chiesto di andarsene?”
Namjoon
sentì chiaramente la sua voce farsi stridula, proprio
nel momento in cui si rese conto di essere fottuto
“È sempre qui, Hoseok!
Sempre! E mi dispiace, capisco che il suo essere stronzo abbia fatto
breccia
sul tuo debole cuoricino, ma io proprio non lo sopporto, ok?”
“Questo
non ti dà il diritto di dirgli di andarsene!” gli
si
avvicinò, assottigliando gli occhi e parlando con calma. Non
era credibile, era
vero, ma era comunque abbastanza pazzo da riuscire a metterlo in parte
in
soggezione “Questa è anche casa mia e lui sta con
me, cerca di fartelo andare
bene. Io adesso vado al lavoro, se la cosa non si risolve entro stasera
sappi
che andrò fuori di testa e sarai tu a doverne subire le
conseguenze” e se ne
andò così anche lui, sbattendo nuovamente la
porta, che questa volta lo fece
sobbalzare dalla sedia su cui era ancora seduto.
Bene, non aveva
infranto solo una delle regole del bravo
fidanzato, ma anche una di quelle del buon amico. Non era proprio
fottuto, come
aveva pensato prima. Si era fottuto con le sue stesse mani.
“Hyung”
Si
ricordò solo in quel momento della presenza di Taehyung in
quella stanza, proprio accanto a lui. Si girò con calma, per
dargli per la
prima volta da quando si era unito a loro quella mattina l'attenzione
che aveva
richiesto più volte. Lo vide imbronciato, chiaramente
scontento “Io volevo davvero
parlarvi di una cosa importante”
“Tae
– “
“E poi
a me piace Yoongi hyung!”
E cosi se ne
andò anche lui, chiudendosi in camera sua e
sbattendo anche lui quella porta.
Fantastico,
aveva fatto strike. Peccato che non c'era alcun
premio per lui per aver fatto arrabbiare tutti i suoi coinquilini.
---
Quello stesso
pomeriggio, Namjoon si rese conto di quanto si
fosse effettivamente rammollito, nell'ultimo periodo. Se prima gli
piaceva
starsene da solo in casa, avere la tv tutta per sé, starsene
seduto sul divano,
mangiandoci sopra e sbriciolando ovunque senza troppi pensieri, con
tanto di
piedi poggiati sopra al tavolino da caffè -immagine che
avrebbe di sicuro
provocato le lamentele di Jin e un infarto ad Hoseok- quel giorno,
invece, non
aveva fatto altro che girovagare per tutte le stanze di casa, sembrando
un'anima in pena, col cellulare sempre a portata di mano nel caso in
cui il più
grande si fosse fatto sentire. Lui, dal canto suo, gli aveva mandato
solo un
messaggio, tanto per non fare la figura del disperato, ma dopo un solo
secondo
se ne era pentito, pensando che una stupida emoticon con le guance
arrossate
non fosse poi un gran messaggio in quel caso. O in qualsiasi caso.
Ma
in cosa diavolo si
era trasformato?
Comunque, era
ormai quasi ora del rientro a casa di Hoseok e
la situazione non sembrava essersi risolta, affatto, considerando il
silenzio
tombale da parte di tutte le persone coinvolte. Per tutta la giornata
il suo
telefono aveva ricevuto una sola chiamata e non era proprio quella in
cui sperava.
O che si sarebbe mai aspettato. E fu proprio quella a fargli trovare un
apparente pace esteriore, o meglio, a stordirlo tanto da farlo mettere
seduto
sul divano, rigido e immobile, e rimanere lì, fino al
rientro a casa del suo
migliore amico. Quest'ultimo, ebbe la gioia di constatare, era
visibilmente
preda della sua follia. Travolse praticamente la porta e, in
contraddizione
alle sue solite abitudini, gettò scompostamente giacca e
valigetta da una
parte; lo raggiunse
con due sole falcate
e gli schiaffò il suo costoso smartphone di ultima
generazione in faccia “Dieci
chiamate, venti messaggi e sette note vocali. Tutti ignorati! Tutti! Alla ventunesima chiamata ha
spento il telefono. Devi fare qualcosa Namjoon, adesso!”
Lo spinse via,
rimanendo seduto e senza metterci troppa forza
“Hoseok, io sarò anche stato sgarbato ma
è con te che Yoongi è arrabbiato”
“Ma io
non ho fatto niente!”
“E io
non posso fare niente, se non cercare di risolvere con
Jin -stanno usando la stessa tattica, tra l’altro”
“Ma io
–“
“Dì
ancora che non hai fatto niente e ti prendo a calci in
culo”
A quel punto,
imbronciatosi, si sedette accanto a lui.
Rimasero in silenzio per un po' fino a che Hoseok non si decise a
parlare
ancora “Quindi non sai neanche tu dove sono andati”
Namjoon, ancora
irritato, mugolò soltanto, sperando che
l’altro capisse tutto quello che c’era di
sottinteso, ovvero che chiaramente
non lo sapeva, era inutile rimarcare l'ovvio, chiudi
quello schifo di bocca. Lo guardò con la coda
degli occhi
accavallare le gambe e, a quel punto, incominciare a battere
freneticamente il
piede poggiato a terra, facendo così muovere tutto il
divano. Nonostante la
voglia di infilzargli una qualsiasi cosa appuntita su quella maledetta
coscia,
lo lasciò perdere, sospirando profondamente prima di
riprendere a parlare “Mi
ha chiamato l'idiota, prima”
Hoseok, con
espressione confusa, si girò verso di lui, solo
con la testa sbattendo ancora velocemente il piede a terra
“Non stai parlando
di me, giusto?”
Quella era la
giornata più difficile che avesse mai dovuto
affrontare, ufficialmente “Lo so che idiota è il
modo in cui più spesso ti
senti chiamare, lo so, ma mi pare scontato dire che adesso non sto
parlando di
te”
“Ok,
l'ho chiesto solo per sicurezza”
Esasperato,
Namjoon decise che sarebbe stato meglio ignorare
tutto quello e ripartire dal principio “Mi ha chiamato il mio
capo, prima. Mi
ha chiesto di tenere in considerazione l'idea di diventare suo socio.
Dovrebbe
trovarne uno comunque ma preferirebbe fossi io”
“Vorrei
dirti che sono felice per te, ma sono troppo
arrabbiato per riuscirci”
Alzò
gli occhi al cielo -di
nuovo- e gli rispose “Non devi essere felice per
me. Cioè, è una
stupidaggine, no?”
Vide Hoseok
stringere le labbra in una linea sottile e capì
che stava arrivando quello che più temeva e allo stesso
tempo voleva -alla fine
era per quello che finiva sempre per raccontargli tutto.
“Io
trovo più stupido il fatto che tu stia per buttare al
vento la tua ennesima occasione solo perché te la fai
sotto”
“Disse
la pazzia fatta a persona”
“Io
no-“
“Siete patetici”
Spuntato fuori
dal nulla, chissà quando, Taehyung si mise in
mezzo, interrompendo Hoseok, guardandoli con occhi arrabbiati, come mai
aveva
fatto prima. Avanzò verso di loro, fino a che non gli si
parò davanti, e a quel
punto riprese a parlare, con astio, sorprendendo Namjoon più
di qualsiasi altra
cosa fosse successa da quando si era svegliato quella mattina. O negli
ultimi
anni. Sul serio, non credeva nemmeno che quel ragazzino potesse
arrabbiarsi.
Indicando Hoseok, cominciò “Tu,
sei
patetico perché hai la fortuna di stare con un ragazzo come
Yoongi hyung e non
ti sei nemmeno accorto di cosa sta passando adesso. E tu”
si voltò nella sua direzione, facendo una smorfia che gli
sembrò quasi disgustata “io davvero non capisco
quale sia il tuo problema. Hai
tutto. Hai un ragazzo fantastico e la possibilità, per la
terza volta da quando
ti conosco, di avere un lavoro migliore e che fai? Rovini ogni cosa e
ti tiri
indietro senza averne un valido motivo?”
Si
fermò e riprese fiato, solo per un attimo, senza dare il
tempo a nessuno di loro di potersi difendere. Non che potessero farlo,
Namjoon
non era mai stato tanto sconvolto in vita sua “Volete sapere
io che cos'ho? Ho
Jimin, che mi considera il suo migliore amico nonostante sappia quanto
mi
piaccia e quanto vorrei stare con lui; ho Jungkook, che sta con Jimin
grazie a
me e che non posso nemmeno odiare perché mi sta aiutando con
Donut e perché è
anche simpatico, accidenti a lui! Poi ho l'esame d'inglese tra una
settimana e
verrò sicuramente bocciato perché non capisco una
sola parola scritta in quel
maledetto libro" si fermò solo per sospirare affranto, e poi
riprese
"E nonostante tutto questo potrei essere la persona più
felice del mondo
se potessi portare qui il mio cane e farlo stare con me! È
tutto quello che
voglio, un cane! E non posso averlo
perché voi due patetici siete troppo occupati ad incasinare
le vostre vite dal
nulla per ascoltarmi!”
Era prevedibile,
alla fine, si ritrovò costretto a pensare.
Non la sfuriata, a quella non riusciva ancora a credere, ma il fatto
che
volesse portare qui quel cagnolino, effettivamente, lo era. Tra
l'altro, lui
già lo sapeva, se gli avesse davvero dato un minimo di
attenzione in più ci
sarebbe potuto arrivare da solo. E in fondo a lui del cane non
importava
davvero nulla, era sinceramente più preso da quello che gli
aveva detto prima
-il non avere un valido motivo per mandare all'aria la sua vita,
insomma. E
anche da un vago senso di colpa -come poteva non essersi accorto di
quanto Tae
fosse giù, nell'ultimo periodo?
“Per
Donut, io sono costretto a dirti che sono d'accordo con
Jin hyung, qualsiasi cosa ti dirà”
“Jin
hyung ha già detto di sì. Sono bastati gli occhi
dolci e
la promessa che avrei aiutato di più a mantenere pulito il
loft, con lui!”
C'era da
aspettarselo, cedere per le ruffianate del bambino
era così da Seokjin. Sorrise appena, ignorando quanto la
cosa avesse fatto
accelerare il battito del suo stupido cuore “Ok. Se vuoi ti
aiuto a studiare
per l'esame, da domani”
Guardandolo
ancora con sguardo truce, incrociando le braccia
al petto, gli rispose “Grazie, sarebbe molto carino da parte
tua”
Considerando
l'adorabile risposta, gli sarebbe scoppiato a
ridere in faccia, se non fosse stato per la sua espressione. O per
Hoseok, che
finalmente prese parola “Se Donut è il cane, dato
che non è stato specificato,
io in casa mia non ce lo voglio”
“Fregato,
hyung” con una smorfia che probabilmente doveva
essere un sorriso beffardo, riprese “Questa è
anche casa mia, non ho intenzione
di arrendermi solo per le tue stupide fissazioni. Siamo tre contro uno,
fattelo
andare bene”
E detto questo,
usando con furbizia le stesse parole che
l'altro aveva usato quella stessa mattina, girò sui tacchi e
se ne andò,
uscendo dal loft e lasciandosi alle spalle un Hoseok completamente
sbigottito.
Namjoon, invece, si ritrovò a ridere sotto i baffi della
cosa “Beh, ci siamo
fatti dare una lezione da Pantofole a
coniglio. Un po’patetici lo siamo sul
serio”
“Non
ho intenzione di aprire le porte di questa casa ad un
cane pronto a distruggere tutto quanto. Il contratto
d’affitto è a nome mio,
decido io”
Sospirò,
spazientito “È da quando abitiamo qui che ti sento
usare questa scusa per far andare le cose come vuoi tu. L'affitto lo
paghiamo
tutti e quattro allo stesso modo, prova ad essere tu a cedere per una
volta”
Si
ritrovò gli occhi del suo migliore amico, ridotti a due
fessure, scrutarlo. L’assurdità di quella giornata
stava diventando ridicola, a
quel punto. Lo diventò sicuramente quando poi l'altro disse
“Siamo in crisi,
Nam. Da adesso è ufficiale”
Lo
guardò poi recuperare le sue cose ed andarsene, spaventato
da quella calma che esteriormente mostrava, anche se era convinto che
in realtà
la crisi, in quel momento, la stava vivendo nella sua testa. Lo
lasciò perdere,
comunque. Hoseok non era il tipo che si teneva tutto dentro,
probabilmente di
lì a poco sarebbe esploso promettendo distruzione. Per
quella sera, comunque,
lui aveva altro a cui pensare.
---
Prima di uscire
per andare al pub, Namjoon aveva mandato un
messaggio a Jin, dicendogli che aveva davvero bisogno di parlargli.
Sperava
che, ad un certo punto del suo turno, il più grande si fosse
presentato al
locale, così da potergli parlare direttamente lì.
Purtroppo, però, così non fu
e si era ritrovato a controllare più volte il telefono, cosa
che al lavoro non
faceva mai, trovandoci i soli messaggi di Hoseok, che si alternavano
tra la
disperazione per quanto il mondo fosse ingiusto con lui e l'ira furiosa
col
sopracitato mondo, avendo in quel modo la certezza che l'esplosione che
temeva
era in realtà avvenuta. Con la nuova speranza di ritrovare
il suo hyung sveglio
a casa (quella sera non doveva lavorare fino a tardi) cercò
di non allarmarsi
troppo -in fondo se c'era qualcosa che tutto quello che era successo
prima tra
loro gli aveva insegnato, era proprio che lui e Jin non potevano
proprio
ignorarsi per troppo tempo -anche in questo caso, stare col proprio
coinquilino
poteva avere i suoi vantaggi. O degli enormi svantaggi, oramai non
sapeva più
dirlo con certezza- riuscendo a sopravvivere fino alle undici e mezzo,
orario
in cui il suo turno finiva. Non avrebbe mai creduto, nonostante tutti i
ragionamenti fatti, di trovarlo ad aspettarlo seduto a tavola, con
tanto di
cena pronta solo per lui. Incredulo, non poté fare altro che
corrergli
incontro, sedersi accanto a lui e prendergli una mano, stringendola
leggermente
mentre gli diceva “Hyung, ti giuro che farò tutto
quello che vuoi, chiederò
scusa anche a Yoongi per te, ma non tenermi ancora il muso, per
favore”
“Quindi
puoi anche supplicare. Bene, mi piace la cosa. Yoongi
aveva ragione, la sua tattica funziona”
Cercò
con tutte le forze di tenere solo per sé l’insulto
che
la sua mente aveva generato per quello stecchino, ignorando anche il
tono
derisorio del più grande “Se vuoi, sono disposto a
chiedergli scusa anche dopo
aver sentito questa cosa. Con fatica e senza pensarlo sul serio, ma lo
farò”
“Non
voglio che tu gli chieda scusa!”
Namjoon,
sorpreso, si ritrovò a fissarlo, mentre lui, al
solito, ricominciava a parlare senza mai fermarsi, prendendo sempre
più
velocità “È stato uno stronzo a tirare
fuori quella cosa su Hyosang e se l’è
cercata -anche se potevi evitare di dire certe cose. Io sono arrabbiato
perché
ancora, nonostante tutto quello che ti ho detto, a te basta una stupida
battuta
per andare in crisi. Sono settimane che Yoongi vive con noi, ma tu ti
sei messo
a fare l’imbecille solo dopo il suo stupido paragone col mio
ex! Vuoi parlare
di paragoni, sai da quanto li faccio io? Ho iniziato a paragonarti a
lui due
settimane dopo che ci siamo conosciuti e hai vinto tu, sempre, e ancora
non mi
piacevi nemmeno sul serio! E sai una cosa, ora come ora non potrei
essere più
felice di averlo scoperto a letto con un altro perché mi ha
dato l’opportunità
di venire a vivere in questo stupido loft con voi stupidi pazzi e di
trovare te
e di potermi innamorare di nuovo, di quello che potrebbe essere quello
giusto,
stavolta!”
Si
fermò per riprendere fiato e, dopo aver notato il suo
sguardo, lo vide sgranare gli occhi a sua volta, come se si fosse
appena reso
conto di quello che aveva detto. Restarono a fissarsi in silenzio e, se
non
fosse stato troppo preso a pensare ad altro, avrebbe detto che
sicuramente,
visti da fuori, dovevano sembrare davvero imbarazzanti. Sapeva che
toccava a
lui parlare, ma davvero, come poteva anche solo iniziare un discorso
dopo aver
sentito quello che aveva appena sentito? Jin, comunque, evidentemente
nel
tentativo di recuperare, si schiarì la gola e poi riprese,
stavolta con tono
più calmo “Non… Non sei costretto a
rispondere, ovviamente. Vorrei solo che
capissi che non hai motivo di dubitare né di te
né di noi”
Namjoon a quel punto, abbassò lo sguardo e
annuì, a corto di parole, stringendo leggermente la presa
sulla mano
dell'altro. Registrò Jin avvicinargli il piatto e dirgli
“Mangia, così possiamo
andare a letto”, senza però dare troppo peso alla
cosa. Prese un respiro
profondo e a quel punto gli disse “Cosa...mh. Cosa
risponderesti se ti dicessi
che il mio capo mi ha chiesto di entrare in società con
lui?”
Jin, confuso,
gli chiese “Tipo diventare co-proprietario del
pub?”
“Tipo,
sì. Sono un sacco di responsabilità, non
credi?”
“Ti
direi che in realtà queste sono responsabilità
che già ti
prendi, solo che non ti pagano per farlo. Quel locale sta in piedi
grazie al
tuo lavoro e alle tue idee. Ma ti direi anche che devi agire come
meglio credi,
io ti appoggerò in qualunque caso”
Ricambiò la stretta, mettendo sopra le loro
mani allacciate insieme anche l'altra e poi aggiunse “Vorrei
solo che riuscissi
a vederti come ti vedo io”
A quel punto,
col groppo in gola, sentendosi come una
patetica ragazzina, lasciò perdere il discorso, decidendo
che ci avrebbe
pensato il giorno dopo a quella storia
“Così… Avremo un cane, eh?”
“Già.
Oddio, so già che mi farà venire voglia di
staccargli
la testa dal collo”
“Chi,
Donut?”
“No,
Hoseok!”
E detto questo
si mise a ridere, divertito dalle sue stesse
parole. Namjoon, lo guardò, affascinato, pensando a quanto
fosse fortunato e
che forse, un giorno, si sarebbe dovuto mettere a cercare questo
Hyosang per
ringraziarlo. Quello stupido si era lasciato scappare la creatura
più perfetta,
anche se alle volte estenuante, esistente al mondo ed ora era
lì, pronto ad
affrontare la vita, in ogni suo aspetto -perché a quanto
pareva questo, con la coabitazione,
era inevitabile- insieme a lui.
“Hyung”
aspettò che il più grande ricambiasse il suo
sguardo
prima di continuare con un semplice “Anche io”,
sperando che l'altro capisse,
senza dover aggiungere altro.
Quella, probabilmente, era la responsabilità più grossa che si era preso in vita sua e la cosa più folle capitatagli un tutta quell’assurda giornata ma, quando Jin gli sorrise, si sentì più deciso che mai, per la prima volta dopo anni.
Buonasera
a tutti
*-*
Sì,
lo so che è
mercoledì, ma proprio oggi ho scoperto che domani
probabilmente non avrò tempo
nemmeno per respirare e so con certezza che se non avessi pubblicato
adesso per
questa settimana non l'avrei fatto più e non mi andava
proprio farvi aspettare
ancora.
Come
sempre, sento
il bisogno di tenervi informati sulle mie paranoie, quindi vi
dirò che questo
capitolo dove essere di Hoseok, inizialmente. Come molti di voi si
aspettavano,
immagino.
Eh, io volevo
scrivere dal punto di vista di Hoseok ma alla fine Namjoon ha preso
possesso
del capitolo di sua spontanea volontà, e chi sono io per
dirgli di no?
Comunque, nel momento in cui mi sono ritrovata a scrivere su di lui, ho
provato
riprendere, diciamo, un po' di particolari sparsi qua e là
nei vari capitoli
NamJin, per dare una degna conclusione a questa coppia.
La conclusione
c'è, più o meno (mancano ancora due capitoli, non
è proprio tutto finito).
Degna non mi pare, ma c'è.
Per
il prossimo
capitolo, probabilmente dovrò farvi aspettare ancora un po'.
La prima stesura
c'è, ma ancora ci dovrò lavorare. Mi dispiace,
davvero.
Prima
di salutarvi,
voglio ringraziarvi ancora, al solito. Siete sempre fantastici, ma col
capitolo
scorso lo siete stati ancor di più. Siete riusciti a
rincuorarmi tantissimo e
vi sarò sempre grata per le recensioni che mi sono state
lasciate ♥
Alla
prossima, spero.
Buonanotte a tutti *-*
YoongiYah
♥
P.S. Se tra voi
ci
sono fan degli Exo, vi consiglio la lettura dellla nuova storia di Jichan,
"Grow Up". Anzi, ve la consiglio
anche se non siete fan
degli Exo perché è bellissima, seriamente!