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Autore: YoongiYah    22/06/2016    6 recensioni
"Quando Jin varcò la soglia di quel loft, ritrovandosi davanti tre ragazzi, capì subito di aver interpretato male l'annuncio trovato su internet"
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[NamJin] [YoonSeok] [TaeJiKook]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chiaramente, a causa della mia melodrammatica crisi, la settimana scorsa mi sono scordata di dirvi che i fatti narrati nel quindicesimo e nel sedicesimo capitolo sono più o meno contemporanei. Forse è inutile dirlo adesso, ma è una cosa che comunque tenevo a specificare.

A dopo, se riuscite a sopravvivere a questa schifezza di capitolo xD

 

 

 

 

 

 

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Namjoon, giorni dopo il loro primo fallimentare (almeno in parte) appuntamento, era ormai giunto alla conclusione che la sua nuova vita di coppia coabitante gli piaceva, molto più di quanto avesse mai creduto. Non era ancora riuscito a mettere da parte nessuno dei suoi dubbi e non capiva cosa ci facesse con lui, ma Seokjin era davvero il ragazzo perfetto. Era gentile, attraente e divertente, incredibilmente fastidioso e fottutamente eccitante allo stesso tempo e per gli stessi motivi -rischiava seriamente un’emicrania al giorno, ma alla fine lo hyung sapeva anche farsi perdonare- e il suo voler essere indispensabile nella vita del prossimo l'aveva portato a diventare molto, molto servizievole nei suoi confronti. Quella mattina, ad esempio, stava preparando la colazione per tutti i coinquilini del loft (più Yoongi, chiaramente) e ancor prima di alzarsi dal letto, l'aveva svegliato con un morbido e dolce bacio sulle labbra per poi chiedergli “Cosa vuoi che ti prepari, stamattina?”

Ok, per quanto gli fossero sempre piaciuti quelli che definiva “bravi ragazzi”, l'essere un ometto di casa non era tra i requisiti più importanti per lui, ma doveva ammettere che dopo tutti quegli anni passati da scapolo l'essere viziato in quella maniera gli piaceva. E anche parecchio.  Da quando stavano insieme, le sere in cui aveva il primo turno al pub, trovava sempre una squisita cena preparata solo per lui, con Jin, se non doveva lavorare a sua volta, che lo aspettava sorridente, pronto a fargli compagnia, ad ascoltarlo e ad aiutarlo a calmare i nervi. Quando invece rientrava in casa tardi, lo trovava sul suo letto, spesso addormentato, ma sempre animato dall'intento di aspettarlo sveglio. Erano piccole cose, nessuna plateale e smielata romanticheria -come quelle con cui ad Hoseok piaceva sorprendere Yoongi- ma queste piccole cose stavano riempiendo la sua vita in modo tale da non potersi più immaginare senza ognuna di esse. O senza Jin.

Cercò con tutte le sue forze di reprimere il sorriso che spontaneamente tentava di nascere sul suo viso a quel pensiero, mentre osservava il più grande cucinare la prima colazione per tutti -waffel per loro due (perché era stata quella la sua risposta) e uova e pancetta per tutti gli altri- stando seduto sull'isola della cucina. Più volte, in quei giorni, si era ritrovato a pensare di essere in qualche modo… felice... e ogni volta il suo stupidissimo cuore prendeva a battere in maniera inutilmente veloce e no, non era proprio il caso di farsi vedere in quello stato. Gli piaceva la reputazione del tipo burbero, non poteva di certo farsi sorprendere mentre col cuore in mano scriveva stupide poesie d'amore da dedicare al suo coinquilino. Per il buon umore poteva benissimo incolpare il sesso rientrato prepotentemente a far parte della sua quotidianità, o quasi -quello era decisamente un punto a favore dell’avere una relazione con la persona che abita sotto il tuo stesso tetto.

Scoprì presto, però, che il suo tentativo era andato in fumo quando il più grande, girandosi nella sua direzione per prendere il sale, lasciato proprio sull'isola in precedenza, guardandolo, gli sorrise calorosamente a sua volta, per poi chiedere “Cos'hai da sorridere?”

Fece finta di niente, scrollando le spalle e rispondendo vago “Non sto sorridendo”, sperando che l'altro chiudesse lì la faccenda. O almeno che non potesse distogliere ancora a lungo lo sguardo dalla padella che sfrigolava sul fornello acceso. Purtroppo per lui, però, la mossa successiva di Jin fu quella di spegnere il fuoco, per poi rivolgere tutta la sua attenzione a lui, avvicinandosi e poggiando le mani sulle sue cosce semi scoperte dal pigiama -o boxer, aveva poca importanza, ci dormiva troppo bene.

“Dovresti dirlo alla tua faccia, allora”

Cercò di rimanere impassibile e di portare avanti il suo intento, anche se le mani del più grande si stavano rivelando una distrazione fin troppo difficile da ignorare -seriamente, si stava rammollendo per qualche moina e non era tollerabile.

“Dillo tu alla tua faccia”

“Io non ho niente da dire alla mia faccia. Ma l'hai vista? È perfetta!”

Namjoon, a quel punto, non poté fare a meno di sospirare, arrendendosi all'evidenza “Dio, non so se sopporto di meno il tuo narcisismo o il fatto che tu abbia ragione”

Fu Jin, a quella sua risposta, a sollevare leggermente le spalle “Sicuramente la seconda, adori il mio narcisismo”

“Adoro di più le tue labbra quando sono impegnate a fare altro piuttosto che elogiare la tua persona”

“La mia meravigliosa persona”

“Seokjin. Stai zitto e baciami”

La realtà era che quei piccoli battibecchi lo divertivano, adorava sul serio l'egocentrismo dell’altro, l'aveva sempre fatto, era davvero convinto che una persona come lui non potesse mai essere noiosa, ma alimentarlo, dirgli quello che davvero pensava -cioè ammettere di essere d'accordo con lui- era sicuramente la cosa più dannosa che avrebbe mai potuto fare. Aveva anche scoperto, però, che gli piaceva molto quando diventava autoritario. Spesso non gli dava udienza solo per stuzzicarlo, ma in certi momenti, momenti come quello (in cui si erano già stuzzicati a sufficienza) non esitava quasi mai a dargli quello che voleva -più per assecondare le proprie voglie che altro ma ehi, chi poteva davvero lamentarsi. In fondo le voglie di uno erano molto spesso le voglie di entrambi.

Riuscì, comunque, a godersi per poco il momento: Jin che, facendo pressione sulle mani, ancora poggiate sulle sue cosce, si alzava in punta di piedi, per arrivare alla sua stessa altezza (era ancora seduto sull'alto ripiano dell'isola della cucina) e per far incontrare le proprie labbra carnose con le sue. Durò solo un attimo, ovviamente, perché se in quei giorni aveva avuto modo di scoprire di amare la sua nuova vita con Jin, aveva avuto modo di scoprire anche il fatto che, in quel dannatissimo loft, non si poteva avere mai, proprio mai, un fottutissimo minuto di privacy. Infatti, il loro momento idilliaco, venne interrotto senza alcuna pietà dall’odiosissima voce di Yoongi “Sono le sette e mezza di mattina, praticamente l'alba, è troppo presto per far vedere ai miei innocenti occhi una cosa così schifosa. Potreste evitare di farlo in cucina?”

Namjoon si voltò di scatto, per guardare il ragazzo biondo strisciare pigramente sulla sedia della loro cucina di cui si era appropriato e versarsi del caffè -il loro caffè- su una delle loro tazze, mentre continuava a parlare “Seriamente hyung, ti preferivo con Hyosang”

Se Jin si limitò semplicemente ad alzare gli occhi al cielo, sibilando uno “Yoongi!” d’avvertimento, Namjoon non riuscì proprio a tacere, non quella volta “Innanzitutto, in quale universo fantascientifico i tuoi occhi sarebbero innocenti? E poi, perché diavolo sei ancora qui?” si girò verso il più grande, che era ancora incastrato tra le sue gambe, è ribadì la domanda “Perché è sempre qui?” Riportò l'attenzione su Yoongi, che almeno non aveva la faccia abbastanza tosta da ignorarlo, rispondendo al suo sguardo, e riprese ancora “Non ce l'hai una casa tua? Un altro posto dove stare o qualcosa da fare? Non sei un fottutissimo trainee? Dovresti passare la vita ad esercitarti per chissà cosa, non a fare sesso con Hoseok e a rompere le palle in casa mia!”

Non fu mai stato tanto veloce a passare dalla parte del torto e a rendersene conto. Seokjin si allontanò da lui di scatto, gli diede le spalle e prese tutto quello che c'era da portare a tavola. Poi, mise in malo modo il piatto coi waffel davanti alla sua sedia e, dopo essersi seduto -il suo posto era tra lui e Yoongi, ma spostò la sedia in modo da stare molto più vicino al suo amico che a lui- gli disse “Prego, affogatici”

Sospirando mentalmente per non farsi sentire, tanto per non dare al più grande un ulteriore motivo per avercela con lui, scese dall'isola per raggiungerli al tavolo, sedendosi scompostamente e fulminando Yoongi con lo sguardo, ancora una volta senza farsi vedere da Jin. L’altro, invece, non rispose. Con sua enorme sorpresa, distolse lo sguardo, iniziando a riempire il piatto di Hoseok per poi versargli del caffè. Namjoon, guardandolo, alzò gli occhi al cielo, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto andare avanti con la sua tirata perché seriamente, non poteva davvero bastare l'essere gentile col ragazzo con cui andava a letto se poi pretendeva di stare in casa loro, a spese loro e prendendolo anche in giro, sbattendogli in faccia di prima mattina la vecchia relazione del più grande. Però, sapeva anche che una delle regole del bravo fidanzato era quella di non trattare male gli amici del partner, per quanto fastidiosi potessero essere, e, considerando il precedente augurio di morte da parte di quest’ultimo, probabilmente lui quel giorno aveva fatto abbastanza per una vita intera, quindi, si disse, sarebbe stato meglio tacere, per il bene della sua incolumità. Almeno non si era fatto sentire da Hoseok, quello sarebbe stato un ulteriore attentato alla sua vita.

Il suo migliore amico, d’altro canto, sembrava abbastanza occupato a pensare alla sua, di incolumità. Infatti, li raggiunse in quel preciso istante, come sempre vestito in maniera impeccabile, pronto per l'ennesima giornata di lavoro in ufficio, e, come di frequente era accaduto negli ultimi giorni, con Taehyung alle calcagna, che lo supplicava nel tentativo di parlarci. Entrarono rumorosamente nella stanza, mettendo fine a quel silenzio ricco di tensione che si era creato tra loro tre e rendendoli partecipe del tentativo di conversazione del più giovane “Hyung, ti prego, rispondimi! Voglio solo sapere se è vero che sei allergico a tutte le cose che mi hai detto!”

Hoseok, come al solito, mentre si sedeva accanto al suo Yoongi, lo liquidò velocemente, senza prestargli davvero attenzione “Certo che è vero. Sono allergico a tutto, anche al disordine. Vai a pulire la tua stanza” e, una volta accomodato, sistemandosi la giacca per non farla sgualcire -quando faceva in quel modo Namjoon aveva solo voglia di prenderlo a sberle, il più delle volte- alzò lo sguardo per poi sorridere nella direzione sua e di Jin per salutarli con un “Buongiorno ragazzi”, prendendo ad ignorare Taehyung e il suo “Hyuuuuuung!” praticamente ululato.

Jin, con la bocca piena, si limitò a sorridergli. Namjoon, guardando la scena, alzò per l'ennesima volta gli occhi al cielo -considerando l'ora l'aveva fatto e visto fare decisamente troppe volte, di già- e, meno educatamente del suo compagno, rispose “Non mi pare proprio, ma ok”

Vide Hoseok aggrottare le sopracciglia, perplesso, e girarsi verso Yoongi. Concentrandosi su di loro, sperando che nessuno spifferasse niente e di non dover subire anche il rancore del suo migliore amico, non vide arrivare lo schiaffo sul braccio da parte di Jin. Il suo diventare quasi manesco quando era di malumore era decisamente una delle poche cose di lui che davvero non sopportava. Non ci aveva mai dato peso, non finché le sue vittime erano gli altri (vederlo colpire Hoseok era stato bellissimo) ma ora che, per la prima volta, era lui quello che veniva colpito, se ne stava rendendo conto. Si girò verso di lui, senza dire una parola ma cercando trasmettergli, con la sua sola espressione, la voglia di capire cosa cazzo gli fosse preso di punto in bianco. Insomma, in quel momento era stato sgarbato col suo amico, lui non c'entrava proprio nulla. Il più grande, per tutta risposta, si limitò a guardarlo male per un solo secondo per poi far finta che nulla fosse successo. Hoseok, guardando prima loro e poi Yoongi, che invece stava a testa basta, giocherellando con la forchetta col cibo che aveva sul piatto, si decise a chiedere “C’è qualcosa che non va?”

Dopo essersi spostato, garantendosi una distanza di sicurezza dal braccio di Jin, Namjoon, si premurò di rispondergli “Ma no, ti pare!”

Taehyung, comunque, nonostante la scena che gli si era parata davanti, non si diede per vinto “Hyung, io vorrei davvero parlarvi di una cosa importante”

Nessuno gli rispose, ovviamente. Namjoon era troppo preso dal borbottare tra sé e sé anche solo per rendersene conto, in ogni caso. Hoseok, invece, si alzò di colpo, si diresse verso il corridoio per poi tornare indietro. Vedendolo con la sua ventiquattrore e quello che riconobbe come il piccolo bagaglio a mano del set da viaggio del suo amico, capì ovviamente che era andato a recuperare quella roba in camera sua.

“Ce lo dirai un'altra volta Tae, sì?”

“Hyung, sono giorni che mi dici cos-“

Guardò, ormai rapito da quello scambio di battute, Hoseok zittire il più giovane con la mano, tendere la borsa a Yoongi e poi dirgli “Dolcezza, queste sono le cose che hai lasciato in camera mia ultimamente, puoi riportarle a casa. Devo accompagnarti da qualche parte?”

Con la coda dell'occhio Namjoon vide Jin sgranare gli occhi, allarmato. Yoongi, d'altronde, si limitò a guardare quello che probabilmente era il suo ragazzo impassibile, per poi alzarsi in piedi e dire, dopo aver afferrato le cose bruscamente, praticamente strappandole di mano all'altro “Va bene, ho ricevuto il messaggio. Tranquilli, me ne vado subito”

E detto questo se ne andò sul serio, sbattendo con forza la porta una volta uscito dal loft. Jin, allora, si alzò velocemente anche lui, seguendolo e urlando “Siete due cretini!”

Namjoon, sbattendo le palpebre, allibito, si chiese come tutti quegli anni di convivenza con la regina del dramma non lo avessero comunque preparato ad un inizio di giornata del genere. Avrebbe voluto fermarlo, sul serio, ma era veramente troppo sconcertato per riuscire a muovere un solo muscolo. Evidentemente, comunque, non era il solo ad essere in quello stato. Hoseok, con la bocca spalancata, fissava la porta principale, chiaramente sotto shock. Gli ci volle un po’ per girarsi verso di lui è riuscire a chiedere “Ma cosa… Cos'era tutto quello?”

“Se non erro, io ho chiesto al tuo ragazzo di andarsene, tu l'hai praticamente buttato fuori di casa e il mio ragazzo si è convinto per questo che siamo cretini”

“Perché mai avrei dovuto mandare via Yoongi? Gli ho solo ridato le sue cose, erano in camera mia!”

“E in camera tua ci devono stare solo le tue cose, giusto?”

Hoseok allargò le braccia, con fare ovvio, come se quello fosse abbastanza come risposta. Poi, lo vide illuminarsi, di colpo “E tu perché gli avresti chiesto di andarsene?”

Namjoon sentì chiaramente la sua voce farsi stridula, proprio nel momento in cui si rese conto di essere fottuto “È sempre qui, Hoseok! Sempre! E mi dispiace, capisco che il suo essere stronzo abbia fatto breccia sul tuo debole cuoricino, ma io proprio non lo sopporto, ok?”

“Questo non ti dà il diritto di dirgli di andarsene!” gli si avvicinò, assottigliando gli occhi e parlando con calma. Non era credibile, era vero, ma era comunque abbastanza pazzo da riuscire a metterlo in parte in soggezione “Questa è anche casa mia e lui sta con me, cerca di fartelo andare bene. Io adesso vado al lavoro, se la cosa non si risolve entro stasera sappi che andrò fuori di testa e sarai tu a doverne subire le conseguenze” e se ne andò così anche lui, sbattendo nuovamente la porta, che questa volta lo fece sobbalzare dalla sedia su cui era ancora seduto.

Bene, non aveva infranto solo una delle regole del bravo fidanzato, ma anche una di quelle del buon amico. Non era proprio fottuto, come aveva pensato prima. Si era fottuto con le sue stesse mani.

“Hyung”

Si ricordò solo in quel momento della presenza di Taehyung in quella stanza, proprio accanto a lui. Si girò con calma, per dargli per la prima volta da quando si era unito a loro quella mattina l'attenzione che aveva richiesto più volte. Lo vide imbronciato, chiaramente scontento “Io volevo davvero parlarvi di una cosa importante”

“Tae – “

“E poi a me piace Yoongi hyung!”

E cosi se ne andò anche lui, chiudendosi in camera sua e sbattendo anche lui quella porta.

Fantastico, aveva fatto strike. Peccato che non c'era alcun premio per lui per aver fatto arrabbiare tutti i suoi coinquilini.

 

 

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Quello stesso pomeriggio, Namjoon si rese conto di quanto si fosse effettivamente rammollito, nell'ultimo periodo. Se prima gli piaceva starsene da solo in casa, avere la tv tutta per sé, starsene seduto sul divano, mangiandoci sopra e sbriciolando ovunque senza troppi pensieri, con tanto di piedi poggiati sopra al tavolino da caffè -immagine che avrebbe di sicuro provocato le lamentele di Jin e un infarto ad Hoseok- quel giorno, invece, non aveva fatto altro che girovagare per tutte le stanze di casa, sembrando un'anima in pena, col cellulare sempre a portata di mano nel caso in cui il più grande si fosse fatto sentire. Lui, dal canto suo, gli aveva mandato solo un messaggio, tanto per non fare la figura del disperato, ma dopo un solo secondo se ne era pentito, pensando che una stupida emoticon con le guance arrossate non fosse poi un gran messaggio in quel caso. O in qualsiasi caso.

Ma in cosa diavolo si era trasformato?

Comunque, era ormai quasi ora del rientro a casa di Hoseok e la situazione non sembrava essersi risolta, affatto, considerando il silenzio tombale da parte di tutte le persone coinvolte. Per tutta la giornata il suo telefono aveva ricevuto una sola chiamata e non era proprio quella in cui sperava. O che si sarebbe mai aspettato. E fu proprio quella a fargli trovare un apparente pace esteriore, o meglio, a stordirlo tanto da farlo mettere seduto sul divano, rigido e immobile, e rimanere lì, fino al rientro a casa del suo migliore amico. Quest'ultimo, ebbe la gioia di constatare, era visibilmente preda della sua follia. Travolse praticamente la porta e, in contraddizione alle sue solite abitudini, gettò scompostamente giacca e valigetta da una parte;  lo raggiunse con due sole falcate e gli schiaffò il suo costoso smartphone di ultima generazione in faccia “Dieci chiamate, venti messaggi e sette note vocali. Tutti ignorati! Tutti! Alla ventunesima chiamata ha spento il telefono. Devi fare qualcosa Namjoon, adesso!”

Lo spinse via, rimanendo seduto e senza metterci troppa forza “Hoseok, io sarò anche stato sgarbato ma è con te che Yoongi è arrabbiato”

“Ma io non ho fatto niente!”

“E io non posso fare niente, se non cercare di risolvere con Jin -stanno usando la stessa tattica, tra l’altro”

“Ma io –“

“Dì ancora che non hai fatto niente e ti prendo a calci in culo”

A quel punto, imbronciatosi, si sedette accanto a lui. Rimasero in silenzio per un po' fino a che Hoseok non si decise a parlare ancora “Quindi non sai neanche tu dove sono andati”

Namjoon, ancora irritato, mugolò soltanto, sperando che l’altro capisse tutto quello che c’era di sottinteso, ovvero che chiaramente non lo sapeva, era inutile rimarcare l'ovvio, chiudi quello schifo di bocca. Lo guardò con la coda degli occhi accavallare le gambe e, a quel punto, incominciare a battere freneticamente il piede poggiato a terra, facendo così muovere tutto il divano. Nonostante la voglia di infilzargli una qualsiasi cosa appuntita su quella maledetta coscia, lo lasciò perdere, sospirando profondamente prima di riprendere a parlare “Mi ha chiamato l'idiota, prima”

Hoseok, con espressione confusa, si girò verso di lui, solo con la testa sbattendo ancora velocemente il piede a terra “Non stai parlando di me, giusto?”

Quella era la giornata più difficile che avesse mai dovuto affrontare, ufficialmente “Lo so che idiota è il modo in cui più spesso ti senti chiamare, lo so, ma mi pare scontato dire che adesso non sto parlando di te”

“Ok, l'ho chiesto solo per sicurezza”

Esasperato, Namjoon decise che sarebbe stato meglio ignorare tutto quello e ripartire dal principio “Mi ha chiamato il mio capo, prima. Mi ha chiesto di tenere in considerazione l'idea di diventare suo socio. Dovrebbe trovarne uno comunque ma preferirebbe fossi io”

“Vorrei dirti che sono felice per te, ma sono troppo arrabbiato per riuscirci”

Alzò gli occhi al cielo -di nuovo- e gli rispose “Non devi essere felice per me. Cioè, è una stupidaggine, no?”

Vide Hoseok stringere le labbra in una linea sottile e capì che stava arrivando quello che più temeva e allo stesso tempo voleva -alla fine era per quello che finiva sempre per raccontargli tutto.

“Io trovo più stupido il fatto che tu stia per buttare al vento la tua ennesima occasione solo perché te la fai sotto”

“Disse la pazzia fatta a persona”

“Io no-“

Siete patetici

Spuntato fuori dal nulla, chissà quando, Taehyung si mise in mezzo, interrompendo Hoseok, guardandoli con occhi arrabbiati, come mai aveva fatto prima. Avanzò verso di loro, fino a che non gli si parò davanti, e a quel punto riprese a parlare, con astio, sorprendendo Namjoon più di qualsiasi altra cosa fosse successa da quando si era svegliato quella mattina. O negli ultimi anni. Sul serio, non credeva nemmeno che quel ragazzino potesse arrabbiarsi. Indicando Hoseok, cominciò “Tu, sei patetico perché hai la fortuna di stare con un ragazzo come Yoongi hyung e non ti sei nemmeno accorto di cosa sta passando adesso. E tu” si voltò nella sua direzione, facendo una smorfia che gli sembrò quasi disgustata “io davvero non capisco quale sia il tuo problema. Hai tutto. Hai un ragazzo fantastico e la possibilità, per la terza volta da quando ti conosco, di avere un lavoro migliore e che fai? Rovini ogni cosa e ti tiri indietro senza averne un valido motivo?”

Si fermò e riprese fiato, solo per un attimo, senza dare il tempo a nessuno di loro di potersi difendere. Non che potessero farlo, Namjoon non era mai stato tanto sconvolto in vita sua “Volete sapere io che cos'ho? Ho Jimin, che mi considera il suo migliore amico nonostante sappia quanto mi piaccia e quanto vorrei stare con lui; ho Jungkook, che sta con Jimin grazie a me e che non posso nemmeno odiare perché mi sta aiutando con Donut e perché è anche simpatico, accidenti a lui! Poi ho l'esame d'inglese tra una settimana e verrò sicuramente bocciato perché non capisco una sola parola scritta in quel maledetto libro" si fermò solo per sospirare affranto, e poi riprese "E nonostante tutto questo potrei essere la persona più felice del mondo se potessi portare qui il mio cane e farlo stare con me! È tutto quello che voglio, un cane! E non posso averlo perché voi due patetici siete troppo occupati ad incasinare le vostre vite dal nulla per ascoltarmi!”

Era prevedibile, alla fine, si ritrovò costretto a pensare. Non la sfuriata, a quella non riusciva ancora a credere, ma il fatto che volesse portare qui quel cagnolino, effettivamente, lo era. Tra l'altro, lui già lo sapeva, se gli avesse davvero dato un minimo di attenzione in più ci sarebbe potuto arrivare da solo. E in fondo a lui del cane non importava davvero nulla, era sinceramente più preso da quello che gli aveva detto prima -il non avere un valido motivo per mandare all'aria la sua vita, insomma. E anche da un vago senso di colpa -come poteva non essersi accorto di quanto Tae fosse giù, nell'ultimo periodo?

“Per Donut, io sono costretto a dirti che sono d'accordo con Jin hyung, qualsiasi cosa ti dirà”

“Jin hyung ha già detto di sì. Sono bastati gli occhi dolci e la promessa che avrei aiutato di più a mantenere pulito il loft, con lui!”

C'era da aspettarselo, cedere per le ruffianate del bambino era così da Seokjin. Sorrise appena, ignorando quanto la cosa avesse fatto accelerare il battito del suo stupido cuore “Ok. Se vuoi ti aiuto a studiare per l'esame, da domani”

Guardandolo ancora con sguardo truce, incrociando le braccia al petto, gli rispose “Grazie, sarebbe molto carino da parte tua”

Considerando l'adorabile risposta, gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia, se non fosse stato per la sua espressione. O per Hoseok, che finalmente prese parola “Se Donut è il cane, dato che non è stato specificato, io in casa mia non ce lo voglio”

“Fregato, hyung” con una smorfia che probabilmente doveva essere un sorriso beffardo, riprese “Questa è anche casa mia, non ho intenzione di arrendermi solo per le tue stupide fissazioni. Siamo tre contro uno, fattelo andare bene”

E detto questo, usando con furbizia le stesse parole che l'altro aveva usato quella stessa mattina, girò sui tacchi e se ne andò, uscendo dal loft e lasciandosi alle spalle un Hoseok completamente sbigottito. Namjoon, invece, si ritrovò a ridere sotto i baffi della cosa “Beh, ci siamo fatti dare una lezione da Pantofole a coniglio. Un po’patetici lo siamo sul serio”

“Non ho intenzione di aprire le porte di questa casa ad un cane pronto a distruggere tutto quanto. Il contratto d’affitto è a nome mio, decido io”

Sospirò, spazientito “È da quando abitiamo qui che ti sento usare questa scusa per far andare le cose come vuoi tu. L'affitto lo paghiamo tutti e quattro allo stesso modo, prova ad essere tu a cedere per una volta”

Si ritrovò gli occhi del suo migliore amico, ridotti a due fessure, scrutarlo. L’assurdità di quella giornata stava diventando ridicola, a quel punto. Lo diventò sicuramente quando poi l'altro disse “Siamo in crisi, Nam. Da adesso è ufficiale”

Lo guardò poi recuperare le sue cose ed andarsene, spaventato da quella calma che esteriormente mostrava, anche se era convinto che in realtà la crisi, in quel momento, la stava vivendo nella sua testa. Lo lasciò perdere, comunque. Hoseok non era il tipo che si teneva tutto dentro, probabilmente di lì a poco sarebbe esploso promettendo distruzione. Per quella sera, comunque, lui aveva altro a cui pensare.

 

 

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Prima di uscire per andare al pub, Namjoon aveva mandato un messaggio a Jin, dicendogli che aveva davvero bisogno di parlargli. Sperava che, ad un certo punto del suo turno, il più grande si fosse presentato al locale, così da potergli parlare direttamente lì. Purtroppo, però, così non fu e si era ritrovato a controllare più volte il telefono, cosa che al lavoro non faceva mai, trovandoci i soli messaggi di Hoseok, che si alternavano tra la disperazione per quanto il mondo fosse ingiusto con lui e l'ira furiosa col sopracitato mondo, avendo in quel modo la certezza che l'esplosione che temeva era in realtà avvenuta. Con la nuova speranza di ritrovare il suo hyung sveglio a casa (quella sera non doveva lavorare fino a tardi) cercò di non allarmarsi troppo -in fondo se c'era qualcosa che tutto quello che era successo prima tra loro gli aveva insegnato, era proprio che lui e Jin non potevano proprio ignorarsi per troppo tempo -anche in questo caso, stare col proprio coinquilino poteva avere i suoi vantaggi. O degli enormi svantaggi, oramai non sapeva più dirlo con certezza- riuscendo a sopravvivere fino alle undici e mezzo, orario in cui il suo turno finiva. Non avrebbe mai creduto, nonostante tutti i ragionamenti fatti, di trovarlo ad aspettarlo seduto a tavola, con tanto di cena pronta solo per lui. Incredulo, non poté fare altro che corrergli incontro, sedersi accanto a lui e prendergli una mano, stringendola leggermente mentre gli diceva “Hyung, ti giuro che farò tutto quello che vuoi, chiederò scusa anche a Yoongi per te, ma non tenermi ancora il muso, per favore”

“Quindi puoi anche supplicare. Bene, mi piace la cosa. Yoongi aveva ragione, la sua tattica funziona”

Cercò con tutte le forze di tenere solo per sé l’insulto che la sua mente aveva generato per quello stecchino, ignorando anche il tono derisorio del più grande “Se vuoi, sono disposto a chiedergli scusa anche dopo aver sentito questa cosa. Con fatica e senza pensarlo sul serio, ma lo farò”

“Non voglio che tu gli chieda scusa!”

Namjoon, sorpreso, si ritrovò a fissarlo, mentre lui, al solito, ricominciava a parlare senza mai fermarsi, prendendo sempre più velocità “È stato uno stronzo a tirare fuori quella cosa su Hyosang e se l’è cercata -anche se potevi evitare di dire certe cose. Io sono arrabbiato perché ancora, nonostante tutto quello che ti ho detto, a te basta una stupida battuta per andare in crisi. Sono settimane che Yoongi vive con noi, ma tu ti sei messo a fare l’imbecille solo dopo il suo stupido paragone col mio ex! Vuoi parlare di paragoni, sai da quanto li faccio io? Ho iniziato a paragonarti a lui due settimane dopo che ci siamo conosciuti e hai vinto tu, sempre, e ancora non mi piacevi nemmeno sul serio! E sai una cosa, ora come ora non potrei essere più felice di averlo scoperto a letto con un altro perché mi ha dato l’opportunità di venire a vivere in questo stupido loft con voi stupidi pazzi e di trovare te e di potermi innamorare di nuovo, di quello che potrebbe essere quello giusto, stavolta!”

Si fermò per riprendere fiato e, dopo aver notato il suo sguardo, lo vide sgranare gli occhi a sua volta, come se si fosse appena reso conto di quello che aveva detto. Restarono a fissarsi in silenzio e, se non fosse stato troppo preso a pensare ad altro, avrebbe detto che sicuramente, visti da fuori, dovevano sembrare davvero imbarazzanti. Sapeva che toccava a lui parlare, ma davvero, come poteva anche solo iniziare un discorso dopo aver sentito quello che aveva appena sentito? Jin, comunque, evidentemente nel tentativo di recuperare, si schiarì la gola e poi riprese, stavolta con tono più calmo “Non… Non sei costretto a rispondere, ovviamente. Vorrei solo che capissi che non hai motivo di dubitare né di te né di noi”

Namjoon a quel punto, abbassò lo sguardo e annuì, a corto di parole, stringendo leggermente la presa sulla mano dell'altro. Registrò Jin avvicinargli il piatto e dirgli “Mangia, così possiamo andare a letto”, senza però dare troppo peso alla cosa. Prese un respiro profondo e a quel punto gli disse “Cosa...mh. Cosa risponderesti se ti dicessi che il mio capo mi ha chiesto di entrare in società con lui?”

Jin, confuso, gli chiese “Tipo diventare co-proprietario del pub?”

“Tipo, sì. Sono un sacco di responsabilità, non credi?”

“Ti direi che in realtà queste sono responsabilità che già ti prendi, solo che non ti pagano per farlo. Quel locale sta in piedi grazie al tuo lavoro e alle tue idee. Ma ti direi anche che devi agire come meglio credi, io ti appoggerò in qualunque caso” Ricambiò la stretta, mettendo sopra le loro mani allacciate insieme anche l'altra e poi aggiunse “Vorrei solo che riuscissi a vederti come ti vedo io”

A quel punto, col groppo in gola, sentendosi come una patetica ragazzina, lasciò perdere il discorso, decidendo che ci avrebbe pensato il giorno dopo a quella storia “Così… Avremo un cane, eh?”

“Già. Oddio, so già che mi farà venire voglia di staccargli la testa dal collo”

“Chi, Donut?”

“No, Hoseok!”

E detto questo si mise a ridere, divertito dalle sue stesse parole. Namjoon, lo guardò, affascinato, pensando a quanto fosse fortunato e che forse, un giorno, si sarebbe dovuto mettere a cercare questo Hyosang per ringraziarlo. Quello stupido si era lasciato scappare la creatura più perfetta, anche se alle volte estenuante, esistente al mondo ed ora era lì, pronto ad affrontare la vita, in ogni suo aspetto -perché a quanto pareva questo, con la coabitazione, era inevitabile- insieme a lui.

“Hyung” aspettò che il più grande ricambiasse il suo sguardo prima di continuare con un semplice “Anche io”, sperando che l'altro capisse, senza dover aggiungere altro.

Quella, probabilmente, era la responsabilità più grossa che si era preso in vita sua e la cosa più folle capitatagli un tutta quell’assurda giornata ma, quando Jin gli sorrise, si sentì più deciso che mai, per la prima volta dopo anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera a tutti *-*

Sì, lo so che è mercoledì, ma proprio oggi ho scoperto che domani probabilmente non avrò tempo nemmeno per respirare e so con certezza che se non avessi pubblicato adesso per questa settimana non l'avrei fatto più e non mi andava proprio farvi aspettare ancora.

Come sempre, sento il bisogno di tenervi informati sulle mie paranoie, quindi vi dirò che questo capitolo dove essere di Hoseok, inizialmente. Come molti di voi si aspettavano, immagino.
Eh, io volevo scrivere dal punto di vista di Hoseok ma alla fine Namjoon ha preso possesso del capitolo di sua spontanea volontà, e chi sono io per dirgli di no? Comunque, nel momento in cui mi sono ritrovata a scrivere su di lui, ho provato riprendere, diciamo, un po' di particolari sparsi qua e là nei vari capitoli NamJin, per dare una degna conclusione a questa coppia.
La conclusione c'è, più o meno (mancano ancora due capitoli, non è proprio tutto finito). Degna non mi pare, ma c'è.

Per il prossimo capitolo, probabilmente dovrò farvi aspettare ancora un po'. La prima stesura c'è, ma ancora ci dovrò lavorare. Mi dispiace, davvero.

Prima di salutarvi, voglio ringraziarvi ancora, al solito. Siete sempre fantastici, ma col capitolo scorso lo siete stati ancor di più. Siete riusciti a rincuorarmi tantissimo e vi sarò sempre grata per le recensioni che mi sono state lasciate

Alla prossima, spero.
Buonanotte a tutti *-*

 
YoongiYah

P.S. Se tra voi ci sono fan degli Exo, vi consiglio la lettura dellla nuova storia di Jichan, "Grow Up". Anzi, ve la consiglio anche se non siete fan degli Exo perché è bellissima, seriamente!

   
 
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